Il piano originale era approfittare del televisore nuovo per guardare un film su Netflix, incentivati dall'ondata di calura estiva che in quei giorni rendeva stare a casa con bibite fredde e un impianto di ventilazione decente appetibile.

Nishinoya era sicuro che se era sopravvissuto al Cairo, al Marocco (questo con tanto di scottatura) e al Sud Africa — tanto per nominarne alcuni — avrebbe potuto tollerare qualunque cosa, inclusa l'estate argentina, ma dopo quasi una settimana impegnati chi col lavoro, chi con gli allenamenti e via dicendo, francamente non avrebbe potuto importargli meno di uscire, per una volta. Alla fin fine era comunque con OIkawa che voleva stare; dentro o fuori non faceva differenza. O meglio, ne faceva poca — perché se fossero stati fuori casa non avrebbe trovato Tooru in una delle sue gonne a vita alta voltato di spalle, facendo capolino in salotto.

Non era niente che non avesse mai visto, capitava che il suo ragazzo indossasse gonne in casa per stare comodo e anzi Yuu ricordava anche di avergli detto qualcosa tipo «Questa qui ti fa un bel culo» a un certo punto, perché, be', accidenti se era vero! Tuttavia l'abitudine non aiutava granché a non guardarlo. O volerlo toccare.

Per l'appunto, il piano originale era stato approfittare del televisore nuovo per guardare un film su Netflix; poi gli occhi di Yuu erano scivolati lungo la schiena di quel melodrammatico nerd del suo ragazzo fino al suo fondoschiena, perfettamente coperto dal tessuto di una gonna verde acqua posto a fasciargli la vita per poi scendere arioso sui suoi fianchi e sulla linea morbida e curva del suo sedere. Giù fino a lasciare scoperte le sue cosce piene e muscolose.

Facendo prontamente dimenticare al corvino il Calippo che aveva infilato per metà in bocca in favore dello spettacolo dinnanzi a lui.

« Hai già adocchiato qualcosa? » gli aveva chiesto, sfilandosi dalle labbra il gelato e accostandosi al più alto come gli era sempre stato naturale fare. Così naturale che dapprima nessuno dei due fece troppo caso alla mano casualmente lasciata scivolare sul bordo della gonna.

« Stavo cercando di ricordare se ti ho già fatto vedere questo qua... » gli aveva risposto Oikawa, intento a scrollare i programmi con il telecomando.

Non fosse che — complice una notevole attrazione che col passare del tempo non scemava mai e qualcosa che pareva infilarsi tra le parole o le battute che si scambiavano e sussurrar loro più vicino, vieni più vicino — alla fine il film non lo fecero neppure partire.

Nishinoya soffocò un sospiro di apprezzamento e impazienza di Oikawa con la bocca, baciandolo con trasporto, sovrastando e saggiando la sua lingua con la propria, e spingendosi contro di lui con entusiasmo, mentre le dita del più grande gli graffiavano la cute e marchiavano le scapole. Era una fortuna che il divano di casa loro fosse un po' più grande di quello vecchio, altrimenti neanche la sua statura minuta gli avrebbe reso più comodo posizionarsi tra le gambe divaricate del più grande. Non che non avessero mai fatto sesso in posti e posizioni più inusuali e impegnativi, chiaro, ma era così che lo voleva in quel momento Nishinoya: accaldato e bellissimo, e coi boxer a penzolargli da una caviglia.

Ma con ancora quella gonna addosso.

Tooru gli afferrò il fondoschiena per cercare di accompagnare le spinte del suo corpo contro il proprio, fluide e irruente, al che Yuu premette ulteriormente sui suoi glutei, afferrandoli saldamente e lasciando sui muscoli sodi e morbidi l'impronta dei suoi polpastrelli con tanto trasporto da sollevargli il bacino.

Spinse una coscia contro il suo inguine e lambì una porzione di collo con lingua e denti, e subito la stanza si riempì dei sospiri e la voce liquida di Oikawa.

« Aaah— » Le mani del più piccolo percorsero il retro delle sue cosce fino a fargliele sollevare e divaricare di più, mentre la sua bocca scendeva giù, più giù... e il tessuto della gonna scivolava sui suoi fianchi, scoprendolo. « Yuu-chan...! »

Nishinoya lo guardò da sotto le ciglia nere, le iridi accese al vederlo con il capo abbandonato all'indietro sul bracciolo e al sentire la sua presa sui suoi capelli scombinati. Se avesse ancora avuto addosso i calzoncini sarebbero stati dolorosamente stretti e tesi in quel momento.

« Non hai idea di quanto tu sia bello così, cazzo » mormorò, la voce arrochita dal desiderio. Sfiorò la punta dell'erezione del suo ragazzo con le labbra, provocandovi una reazione immediata, e con il pollice gli tracciò il retro del ginocchio destro. Invece di indugiare su quella zona, però, la sua attenzione si spostò altrove. « Adesso rilassati e tieni le gambe bene aperte, okay? »

Detto ciò, si umettò le labbra e sparì oltre il tessuto sollevato della gonna verde acqua, in mezzo alle sue cosce, togliendogli di bocca qualunque risposta arguta avrebbe potuto dargli in un qualsiasi altro momento.