25/06/2022
5 recensioniPubblicità di intimo
Diventando atleti professionisti, molto spesso gli erano arrivate richieste di fare pubblicità, spot o comparse in piccoli film. Era normale per chiunque e anche Atsumu e Kiyoomi avevano spesso accettato quelle proposte (più il biondo che l’altro).
Sakusa aveva sponsorizzato un profumo da uomo di una delle marche più famose del paese, così come Atsumu aveva fatto la pubblicità per una nuova barretta energetica al lampone, cioccolato e cereali, per il nuovo completo sportivo di uno dei marchi più famoso al mondo e per l’apertura di una nuova palestra per bambini nel quartiere dove abitavano.
Ma non avevano mai lavorato insieme in quel settore, non fino a quel momento almeno.
Gli arrivò una proposta da una grandissima azienda di intimo, questi volevano entrambi i loro volti (ma soprattutto i corpi) per la campagna pubblicitaria che avevano in mente: volevano pubblicizzare due uomini virili e famosi ma che stavano insieme e che avevano avuto il coraggio di crearsi una famiglia omosessuale anche in un paese come il Giappone.
-Siete sicuri?- volle accertarsi Atsumu per entrambi –riceverete molte critiche.
-Le critiche sono pur sempre pubblicità!- gli fu immediatamente risposto e i due uomini accettarono senza pensarci due volte, convinti anche loro che fosse una grande idea.
Così, un mese dopo, la città era piena dei loro manifesti in intimo: sugli schermi, negli autobus, nelle locandine dei negozi… erano ovunque.
Atsumu raggiunse Sakusa in bagno, il quale stava lavando il loro gattino cieco nella vasca, e annunciò –Altro che critiche, su internet non fanno altro che parlare delle tue cosce e delle tue braccia!
-Io ho visto solo commenti sul tuo culo e sulla tua faccia da schiaffi.
-Omi!
Sakusa rise mentre chiudeva l’acqua e chiedeva con lo sguardo di passargli un asciugamano, dove poi gli mise il gattino e iniziò ad asciugarlo con delicatezza.
-Piuttosto, non dovevi accompagnare Kota da tuo fratello invece che leggere i nostri commenti su internet?
-Sì, sì, sto andando- sbuffò il biondo, alzò la voce e chiamò –Kota, sei pronto?
Il bambino ci mise qualche secondo a raggiungerli annunciando –Sono pronto!
Peccato che indossasse solo le mutande.
Sakusa corrugò la fronte confuso, Atsumu incrociò le braccia al petto e chiese –Sei pronto? Da quando vuoi uscire nudo?
Il bambino di sette anni corrugò la fronte, copiando in tutto e per tutto il cipiglio di Kiyoomi, e rispose a tono al papà biondo –tu e papà siete in tutte quelle foto nudi in giro per la città, perché non posso uscire anche io così?
Ecco, quello era un problema al quale non avevano per niente pensato.
-Cazzo- borbottò sottovoce Atsumu mentre si girava verso il compagno –ora che si fa? Vado a togliere tutti i manifesti in giro?
-Non fare l’idiota- rispose Kiyoomi alzando gli occhi al cielo –ci penso io.
Con ancora il gattino mezzo addormentato tra le braccia, Sakusa si sedette sul bordo della vasca e iniziò a parlare con il figlio.
-Vedi Kota, io e papà abbiamo fatto quelle foto per lavoro, ci hanno pagato per mettere le nostre foto in intimo in giro per la città.
Kota sembrò pensarci su, poi chiese –Quindi se mi pagano posso uscire nudo?
-NO! Oh dio no, non devi mai spogliarti per soldi!!
-Ma tu hai detto che voi avete fatto questo, non capisco…
-Sei ancora piccolo.
-Quindi quando sarò grande posso spogliarmi per soldi?
-ASSOLUTAMENTE NO!
-Ma papà, hai detto…
Sakusa si girò di scatto verso Atsumu e sibilò piano –Vai, vai a togliere tutti i manifesti dalla città.
Era ovviamente un’impresa impossibile, qualcosa che né Atsumu né lui potevano davvero fare, ma Sakusa preferiva aggrapparsi a quella flebile idea che continuare quella conversazione che stava andando a parare in acque oscure e inesplorate. Fare il genitore era davvero difficile.
Sakusa aveva sponsorizzato un profumo da uomo di una delle marche più famose del paese, così come Atsumu aveva fatto la pubblicità per una nuova barretta energetica al lampone, cioccolato e cereali, per il nuovo completo sportivo di uno dei marchi più famoso al mondo e per l’apertura di una nuova palestra per bambini nel quartiere dove abitavano.
Ma non avevano mai lavorato insieme in quel settore, non fino a quel momento almeno.
Gli arrivò una proposta da una grandissima azienda di intimo, questi volevano entrambi i loro volti (ma soprattutto i corpi) per la campagna pubblicitaria che avevano in mente: volevano pubblicizzare due uomini virili e famosi ma che stavano insieme e che avevano avuto il coraggio di crearsi una famiglia omosessuale anche in un paese come il Giappone.
-Siete sicuri?- volle accertarsi Atsumu per entrambi –riceverete molte critiche.
-Le critiche sono pur sempre pubblicità!- gli fu immediatamente risposto e i due uomini accettarono senza pensarci due volte, convinti anche loro che fosse una grande idea.
Così, un mese dopo, la città era piena dei loro manifesti in intimo: sugli schermi, negli autobus, nelle locandine dei negozi… erano ovunque.
Atsumu raggiunse Sakusa in bagno, il quale stava lavando il loro gattino cieco nella vasca, e annunciò –Altro che critiche, su internet non fanno altro che parlare delle tue cosce e delle tue braccia!
-Io ho visto solo commenti sul tuo culo e sulla tua faccia da schiaffi.
-Omi!
Sakusa rise mentre chiudeva l’acqua e chiedeva con lo sguardo di passargli un asciugamano, dove poi gli mise il gattino e iniziò ad asciugarlo con delicatezza.
-Piuttosto, non dovevi accompagnare Kota da tuo fratello invece che leggere i nostri commenti su internet?
-Sì, sì, sto andando- sbuffò il biondo, alzò la voce e chiamò –Kota, sei pronto?
Il bambino ci mise qualche secondo a raggiungerli annunciando –Sono pronto!
Peccato che indossasse solo le mutande.
Sakusa corrugò la fronte confuso, Atsumu incrociò le braccia al petto e chiese –Sei pronto? Da quando vuoi uscire nudo?
Il bambino di sette anni corrugò la fronte, copiando in tutto e per tutto il cipiglio di Kiyoomi, e rispose a tono al papà biondo –tu e papà siete in tutte quelle foto nudi in giro per la città, perché non posso uscire anche io così?
Ecco, quello era un problema al quale non avevano per niente pensato.
-Cazzo- borbottò sottovoce Atsumu mentre si girava verso il compagno –ora che si fa? Vado a togliere tutti i manifesti in giro?
-Non fare l’idiota- rispose Kiyoomi alzando gli occhi al cielo –ci penso io.
Con ancora il gattino mezzo addormentato tra le braccia, Sakusa si sedette sul bordo della vasca e iniziò a parlare con il figlio.
-Vedi Kota, io e papà abbiamo fatto quelle foto per lavoro, ci hanno pagato per mettere le nostre foto in intimo in giro per la città.
Kota sembrò pensarci su, poi chiese –Quindi se mi pagano posso uscire nudo?
-NO! Oh dio no, non devi mai spogliarti per soldi!!
-Ma tu hai detto che voi avete fatto questo, non capisco…
-Sei ancora piccolo.
-Quindi quando sarò grande posso spogliarmi per soldi?
-ASSOLUTAMENTE NO!
-Ma papà, hai detto…
Sakusa si girò di scatto verso Atsumu e sibilò piano –Vai, vai a togliere tutti i manifesti dalla città.
Era ovviamente un’impresa impossibile, qualcosa che né Atsumu né lui potevano davvero fare, ma Sakusa preferiva aggrapparsi a quella flebile idea che continuare quella conversazione che stava andando a parare in acque oscure e inesplorate. Fare il genitore era davvero difficile.
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