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Autore: annapuff    25/06/2022    1 recensioni
Maybe it's a fate... ed ecco il secondo volume!
Avevamo lasciato Yoongi e Isabel separati, per via di un destino crudele!
Ed eccoli pronti a iniziare un 2016!
Se pensate che tutto sia stato tragico in passato... beh non avete ancora visto nulla!
altri quattro anni prima che si rincontrino nel 2020!
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maybe it's fate'
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CAPITOLO 45: TEQUILA 
7 FEBBRAIO 2017 LICEO SCOLASTICO
Dashimen si trovava in una stanza brulicante di persone aveva appena finito di parlare con la security dei bts e si guardava intorno in cerca della Saeseng, l’avrebbe trovata, ne era sicuro, lei si sarebbe sicuramente presentata al diploma di Jungkook. Era la sua occasione di mettere fine a quella faccenda così stressante per il ragazzo. Erano settimane che lui insieme alla vigilanza della Big hit preparavano quel piano ce l’aveva quasi in pugno e non se la sarebbe fatta scappare, si voltò di lato facendo saettare i suoi occhi su tutte le persone, sapeva come fosse fatta la ragazza e l’avrebbe trovata prima o poi.  
“Dashimen-iss, pensiamo che sia quella la ragazza, tu che dici?” un uomo della security si porse verso di lui e senza farsi notare, indicò una ragazza interamente coperta con capello nero, occhiali da sole e mascherina scura, che si trovava al lato opposto della stanza.
Dashimen seguì l'indicazione dell’uomo, l’adrenalina scorreva in lui, si sentiva stranamente eccitato dal dover catturare una criminale, era come se fosse tornato indietro nel tempo alla caserma di polizia di Chicago, solo che lì lui seguiva i casi del suo tutore da dietro la scrivania, non interveniva mai di prima persona. Con il cuore a mille e l’ossessione di catturare quella ragazza strizzò, incominciò ad osservare con attenzione la tizia indicata dall’uomo. Assottigliò lo sguardo, la ragazza che stava osservando si trovava appoggiata al muro, semi nascosta, si muoveva lentamente da un piede all’altro, ogni tanto si alzava nervosa in punta di piedi per poter vedere meglio il palchetto dove a breve Jungook sarebbe dovuto salire a ritirare il suo diploma.  Individuò le ciocche nere di capelli corti fuoriuscire dal berretto, e la mano destra di lei che teneva stretta una catenina appartenente sicuramente a una collana, con l’altra mano stringeva la borsa con troppa forza.  
Dashimen, sbuffò sonoramente, mentre sentiva l’adrenalina scemare, continuava guardare la giovane con gli occhi stretti in due fessure, quella non era la Saeseng, o almeno non era quella che lui stava cercando.  Quella era solo una stupida ragazza, in preda al nervosissimo, per essere in un posto in cui non sarebbe dovuta stare.  
“Proviamo a vedere se le squilla il telefono?” Chiese l'uomo pronto all'azione, dopo un paio di minuti in cui non aveva avuto alcuna risposta dal ragazzo, che continuava a tenere gli occhi sulla giovane.
“No, non è lei” disse a denti stretti Dashimen continuando ad osservare la ragazza, l'avrebbe riconosciuta ovunque  anche mascherata in quel modo, era lei, ogni tipo di minimo movimento che lei compiva era suo, erano i movimenti che compiva quando era nervosa, quella era lei, stava lì dove non sarebbe dovuta stare. 
“Ne è sicuro?” Chiese l'uomo scettico.
“Sicuro al cento per cento, non è lei. Vado a farmi un giro per controllare da altre parti, se noto qualcuno di sospetto vi avviso” disse con uno sbuffo irritato, e  con aria di sufficienza si mosse lentamente per andare a dare una controllata in giro. 
“Ajussi l'avete trovata?” Yoongi si avvicinò incuriosito a uno dei bodyguard dopo aver visto che Dashimen si stesse spostando altrove.
“Pensavo fosse quella, ma il ragazzo dice di no.” Disse scuotendo la testa, l’uomo, tornando al suo lavoro e a guardarsi intorno.
Yoongi rispose con un rantolo e puntò gli occhi sulla ragazza coperta, strizzandogli con sospetto. 
Non poteva essere, stava diventando idiota la vedeva ovunque di nuovo, non poteva essere lei. Pur dicendosi ciò, rimase fermo ad osservarla come incantato. 
 
Isabel appena si fosse trasferita a Seul aveva trovato estremamente strano vedere la gente con la mascherina, non aveva mai visto nessuno girare con una mascherina in volto a Chicago. Vedere qualcuno a Chicago girare coperto nella maniera in cui facevano i Coreani, avrebbe fatto sicuramente scattare un campanello di allarme e si sarebbe pensato a qualcuno con intenzioni criminali. A Seul invece, lo facevano tutti, specie chi non voleva farsi riconoscere, come le persone famose.
Isabel invece, non aveva mai sopportato l’uso della mascherina, le irritava il volto, e non riusciva a respirare bene, la trovava soffocante. Quando aveva notato Yoongi utilizzarla spesso, gli aveva posto un mondo di domande, a cui lui aveva risposto con sufficienza. A Yoongi era sempre piaciuto usarla e lei malgrado le risposte ricevute non ne aveva mai capito il perché, proprio non ci era mai arrivata.  Una volta l’aveva trovato anche a dormire con quell’accessorio malefico e soffocante in faccia e quando si era azzardata a levarglielo per paura che soffocasse, non aveva ricevo un grazie come risposta ma bensì un’occhiataccia di rimprovero, un grugnito e un sei stupida.
Lei per giustizia gli aveva dato un colpetto e gli aveva lanciato addosso la sua amata mascherina, bofonchiando un soffocati a denti stretti e l’aveva lasciato alla sua morte sul divano, andando via con passi svelti, mentre lo insultava a bassa voce con tono lamentoso.
Negli ultimi due anni, aveva finalmente capito quanto quell’accessorio che tanto trovava fastidioso fosse utile. La mascherina era diventata la sua ancora di salvezza, grazie ad essa nessuno la riconosceva per strada, specie dopo l’essere diventata una chaebol a tutti gli effetti e famosa grazie al grande sforzo fatto da Do-yoon. 
Sarebbe sembrato strano a Chicago vedere qualcuno con indosso una mascherina, occhiali da sole e berretto in testa, lì a Seul invece era del tutto normale e nessuno badava poi tanto a lei travestita in quel modo, poiché non era l’unica persona a sfoggiare quel look.
Nessuno l’avrebbe riconosciuta, almeno così sperava.
Isabel come al solito aveva dato retta all’istinto e si era precipitata dove non sarebbe dovuta mai stare, dove non sarebbe dovuta mai andare.
Lì in quella sala piena di gente e di giovani ragazzi con la divisa scolare di colore giallo. Lì in quella sala in mezzo a tutti quei ragazzi c’era il suo coniglietto pronto finalmente ad essere l’ultimo a diplomarsi.
Si era andata a posizionare in un angolo della stanza vicino a un muro, ogni tanto si alzava in punta di piedi per poterlo vedere meglio, sapeva che fosse rischioso trovarsi lì specie con suo padre che era ritornato a Seul. Ma non poteva mancare a quel diploma, non era mancata neanche a quelli di V e Jimin che erano avvenuti a gennaio duemila quattordici.
Jungkook si avviò insieme ad altri ragazzi sul piccolo palco pronto a ritirare il diploma, lei lo guardava con gli occhi lucidi, le lacrime di orgoglio cominciarono a scendere, con un gesto si tolse gli occhiali da sole e si passò una mano sugli occhi per potergli asciugare.
Sorrise sotto la mascherina, il suo piccolo fratellino era diventato grande.
Jungkook scese dal palco, e lei si voltò dall’altra parte, era stata fin troppo tempo lì. Aveva visto quello che doveva vedere, poteva andar via, alzò il volto e fece per rimettersi gli occhiali, ma si bloccò di colpo, lontano da lei dall’altra parte della stanza c’era lui.
 
Lo scorrere del tempo si bloccò improvvisamente, la stanza che brulicava di gente si era svuotata, c’erano solo loro due che si guardavano l’uno dalla parte opposta, lontani, ma nello stesso posto. 
Bloccati entrambi sul posto, era come se entrambi avessero anche smesso di respirare, nessuno di loro riusciva a fare un movimento, neanche un passo per avvicinarsi all’altro.
Erano persi nei loro sguardi, intorno a loro non c’era più niente d’importante, loro due erano le uniche cose importanti.
Erano passati anni da quando si erano fermati a guardarsi negli occhi, a ricambiare il proprio sguardo, anni che sembravano un’infinità.
 
Un calore improvviso al petto all’altezza del cuore investì Isabel, quel calore familiare che aveva dimenticato, il calore che i suoi occhi gli comunicavano ogni volta che la guardava, calore di un amore che arde nel fuoco.
Erano così vicini ma comunque così lontani.
Lei avrebbe voluto correre, correre da lui, lanciarsi contro il suo corpo e sentire le mani di lui stringerla a sé, voleva appoggiare l’orecchio sul petto di Yoongi e sentire il cuore battere solo per lei.
Il calore, desiderava poter sentire a pieno il calore dei loro corpi si toccavano.
Casa, voleva sentirsi a casa, e lui era casa.
 
Era lei, lo aveva capito anche solo guardandola tutta coperta da mascherina e occhiali da sole, gli ci voleva sempre così poco a capire che fosse lei.
E ora erano lì a guardarsi, e lei gli mancava terribilmente.
Ma in quello scambio di sguardi lui lo sapeva, lei era sua e sempre lo sarebbe stato e lo stesso valeva per lui, per quanto potesse stare con altre lui non sarebbe mai appartenuto a nessuno, perché il suo cuore lo aveva ormai da tempo ceduto a quella ragazza che si trovava dalla parte opposta della stanza, a quella ragazza che non poteva avere ma che avrebbe tanto voluto riavere di nuovo.
Finalmente il suo corpo decise di prendere l’iniziativa e di muovere un passo, avrebbe voluto correre da lei, prenderla per il polso e tirarla poi tra le sue braccia, avrebbe voluto nascondere il suo volto tra i suoi capelli, bearsi di quel dolce odore di gelsomino.
 
Una mano fece leva sulla sua spalla e lui si dovette girare all’improvviso.
“Pensiamo di averla trovata, rimanete tutti uniti va bene?” disse il bodyguard e Yoongi si ritrovò ad annuire, subito dopo si voltò verso il punto in cui si trovava Isabel per ritrovarlo vuoto, incominciò a guardarsi in torno in cerca di lei, credendo che fosse stato solo un sogno ad occhi aperti, ma la individuo mentre si stava facendo largo tra la gente per poter uscire da lì, Yoongi sospirò, lei stava andando via, lei andava sempre via, ma prima o poi sarebbe tornata lo sapeva.
 
RISTORANTE
Dashimen entrò nella stanza riservata ai bts nel ristorante cinese in cui erano andati tutti a festeggiare il diploma del più piccolo.  Si avvicinò al ragazzino sorridente.
“Ehi piccolo” disse ridacchiando
“Hyung!  Come mai qui?” chiese Jungkook sorridendo e raggiungendolo velocemente.
“Volevo farti le mie congratulazioni e dirti che ho concluso il mio lavoro” disse con allegria, dando qualche pacca affettuosa al piccolo sulla spalla. Jungkook lo guardò confuso rimanendo immobile cercando di capire la frase.
Si avvicinarono tutti a loro due per capire cosa stesse succedendo.
“Jungkookie?” chiamò Jimin vedendo lo stato del ragazzo.
“Che cosa vuol dire che hai finito il tuo lavoro?” chiese poi con gli occhi già lucidi, pensando che forse Dashimen avesse finalmente trovato la Saeseng.
“Trovata! Se ne sta occupando la tua agenzia. Non ti darà più fastidio” sorrise felice.
“Avete trovato la Saeseng?” urlò sorpreso Jimin per poi abbracciare Jungkook allegro.
“Ci sei riuscito?” chiese Jin strabiliato.
“Si, con l’aiuto della vostra vigilanza, ci siamo riusciti l’abbiamo presa” disse Dashimen con orgoglio.
“Grazie Hyung! Non credevo che fosse possibile trovarla, ormai stavo perdendo le speranze” esclamò Jungkook staccandosi dalla stretta strangolatrice di Jimin e andando ad abbracciare Dashimen di slancio che diede qualche pacca sulla spalla al ragazzo.
“Di nulla, vedilo come un regalo per il tuo diploma” sorrise Dashimen al più piccolo.
“Rimani con noi a cena mi farebbe tanto piacere” disse con educazione Jungkook.
“Oh, mi piacerebbe, ma ho da fare mi dispiace, grazie comunque per l’invito” si passò un mano tra i capelli leggermente a disagio Dashimen.
“Ah, non puoi proprio?” chiese di nuovo Jungkook con tono leggermente supplice e dispiaciuto.  
“No, seriamente, ho fatto il mio lavoro e ora puoi stare tranquillo”
“Veramente grazie a nome di tutti” disse Namjoon sorridendo anche lui “Sei un grande, sapevamo di poter contare su di te”
“Beh, direi che ora ho finito il mio lavoro, è stato un piacere conoscervi a tutti voi” disse per poi guardare Yoongi con un ghigno.
“Ehi! Non hai finito un bel niente!” esclamò Yoongi irritato.  
“Posso inviarti le informazioni senza doverci vedere, esistono internet e le email” disse Dashimen con il suo solito ghigno sbruffone sul volto.
“Stancato di noi? Pensavo ti stessimo simpatici!” esclamò Jimin provocando un po’.
“Oh si, ma siete anche molto rumorosi” scherzò Dashimen porgendo una mano a Jimin che l’afferrò come segno di gratitudine.
“Aspetta, ma quindi non ti vedremo più? Dai sei amico a Hoseok!” disse Taehyung confuso, non credendo che il ragazzo potesse sparire così, ormai si erano abituati un po’ tutti ad averlo intorno o a trovarlo in agenzia.  
“Ehm… si certo io e Hoseok siamo amici no?” chiese poi rivolgendosi al ballerino che ancora non aveva detto nulla.
“Si certo, sicuramente ci vedremo di nuovo, anche se partiamo per il tour il mese prossimo” provò a sorridere Hoseok un po’ a disagio, la situazione tra entrambi era di nuovo un pasticcio, specie dopo essersi incontrati al club, Hoseok era in modalità vendetta silenziosa.  
“Mmh ma non accetti il lavoro?” chiese Namjoon poi ricordandosi della proposta che Dashimen aveva ricevuto.  
“Ah.. no ho già il mio.” Disse leggermente a disagio il ragazzo grattandosi la testa e sorridendo appena.
“Quale lavoro?” chiese Hobi confuso, facendo finalmente saettare il suo sguardo sul ragazzo, e studiandolo con attenzione.
“Ah, mi avevano offerto un lavoro nella security, ma io ho il mio” disse Dashimen facendo spallucce e cercando di cambiare subito argomento.
“Non ne sapevo nulla! Perché tu lo sapevi?” chiese il ballerino con fare accusatorio a  Namjoon che boccheggiò.
“Oh! I manager mi avevano chiesto un consiglio su un’eventuale proposta, mi è sfuggito… scusa ho un po’ da fare ultimamente” disse Namjoon grattandosi la testa a disagio per via dell’accusa appena ricevuta.  
“Bene! Vi lascio festeggiare, vado! Ho del lavoro da fare che non riguarda voi! Divertitevi!” disse Dashimen con finta allegria, cercando la fuga come sempre da quel gruppo di matti. Alla fine si era affezionato a tutti loro, ma non poteva affezionarsi più del dovuto e lo sapeva bene.
“Aspetta ti dovrei parlare in privato” lo bloccò Yoongi
“Ah… immaginavo, andiamo rapper” ghignò verso il ragazzo per poi salutare il restante del gruppo.
 
“Perché immaginavi?” chiese Yoongi dopo che si furono allontanati dagli altri.
“L’hai vista no?” rispose facendo spallucce.
“Ehm… era lei quindi?” chiese Yoongi avendo finalmente conferma  anche se non ne avrebbe avuto bisogno.
“Si, volevi la conferma? Era lei” disse scuotendo la testa.
“ Ah! Sai cosa ci faceva lì?” chiese con curiosità.
“Amico, lo so che ho molte informazioni ma ancora non leggo nella mente delle persone specie in quella della tua ex. Come posso saperlo!” disse sbuffando ironico Dashimen.
“Ah, giusto, forse voleva vedere Jungkook diplomarsi.” Disse dando voce ai pensieri Yoongi.
“Si probabile! Beh se non c’è altro io andrei”
“Si una cosa! Sei sicuro di non conoscerla?” chiese assottigliando lo sguardo.
“Si, sicuro. Ti sembro il tipo che fa amicizia con una Chaebol?” chiese lui ironizzando come sempre e ridacchiando leggermente nervoso.   
“Ehm… tu non sembri il tipo che fa amicizia con nessuno, anche il tizio con cui ti abbiamo incontrato non sembrava felice di passare il tempo con te.”
“Ehi… non parlare se non sai i fatti.” Lo fulminò a sua volta Dashimen irritato.
“Andremo mai d’accordo?” chiese Yoongi con una risata di scherno.
“No, non credo, siamo troppo simili. Non fare quella faccia lo pensi anche tu” si lasciò anche lui ad andare a una risata.
“Aigoo, forse un pochino, io mi so controllare” rispose Yoongi con un rantolo.  
“No, tu l’hai imparato a fare per le telecamere, consiglio non ti controllare con me” gli disse dandoli un leggero pugno sulla spalla in modo scherzoso.
“Ci rivedremo?” chiese Yoongi incuriosito “Prima sembrava un addio, come se ti volessi allontanare da noi. Non ti stiamo simpatici? Vuoi sempre scappare” indagò un po’ Yoongi, nonostante tutto Dashimen lo incuriosiva parecchio, sapeva che c’era altro oltre la schiettezza e il guardare tutti con aria di sufficienza.
“Mmh, stai provando a psicoanalizzarmi?” chiese con una risata ironica.  
“Azzeccato?” sorrise a sua volta Yoongi .
“Siete simpatici, allegri e quant’altro. Beh tu no molto, sei simile a me. Io non amo stare in mezzo alla gente e non sono abituato a cose allegre, quindi si molte volte vorrei fuggire perché mi sento a disagio in mezzo alla felicità. Non so farci i conti, non la so gestire.”
“Comprendo. Non sembri uno con la vita facile” disse Yoongi
“Infatti, senti ho fatto il mio lavoro, direi che la scelta e mia se frequentarvi o meno”
“Si, tutta tua. Ma se mai volessi degli amici o gente con cui bere una birra, fai conto su di noi” disse un po’ a disagio il rapper.
“Su di te?” chiese con stupore
“Si, su di me” disse Yoongi porgendoli la mano, Dashimen la strinse e sorrise sinceramente al rapper che ricambio il sorriso.
“Ora vado, godetevi la vostra felicità” staccò la mano da quella di Yoongi e fece per andarsene, Yoongi sorrise ancora e si voltò per tornare dagli altri.
 
“Aspetta!” trillò Hoseok fermandolo per un polso dopo averlo raggiunto.
“Cosa?” chiese Dashimen voltandosi verso di lui.
“Rimani, a Jungkook farebbe davvero piacere” esordì velocemente il ballerino con un leggero fiatone per via della corsa appena fatta.
“Jungkook era un lavoro per me, non devo rimanere al suo diploma non sono suo amico” rispose in modo secco il ragazzo.
“Rimani per me!” esclamò di slanciò Hoseok, senza pensare troppo a quello che stesse dicendo.  
“Per te? Che mi guardi male e rispondi a monosillabi?” alzò gli occhi al cielo Dashimen irritato da quel modo di fare di Hoseok che andava avanti da settimane.
“Io…” tentennò lui
“Cosa? Ti sei già scordato di essere arrabbiato con me per un motivo che solo tu sai?” chiese Dashimen con una risata di scherno.
“Io ho un motivo” balbettò leggermente Hoseok.
Dashimen lo guardò serio, lo prese per un polso e lo trascinò fino a un corridoio che portava ai bagni, per non essere sentiti da nessuno.
“Sentiamolo… perché sono sicuro che sarà quanto meno assurdo” disse alzando gli occhi al cielo di nuovo.
“Non mi hai detto di esserti fidanzato” disse prendendo coraggio Hoseok puntandoli il dito contro.
“Cosa? Con chi sarei fidanzato… che stai dicendo?” Dashimen boccheggiò per poi guardarlo confuso, da quando l’aveva rincontrato non era andato a letto con nessun uomo, solo con Isabel un paio di volte e gli era stato anche piuttosto complicato farlo.
“Quel ragazzo con cui eri in discoteca quando ci siamo incontrati” Lo accusò Hoseok, che ormai si era fatto un idea parecchio sicura su un qualcosa di completamente sbagliato.
“Aigoo, tu sei pazzo!” disse Dashimen con voce altamente irritata, stava per perdere la pazienza era la volta buona che lo avrebbe ucciso.
“Primo non è il mio fidanzato ma un amico, anche se fosse non sono affaracci tuoi. Fai un po’ di chiarezza Hoseok e smettila di arrabbiarti con me solo perché ti va e di inventarti le cose, perché mi stai sempre più irritando. Hai detto tu che volevi essermi amico, e ora scopro che mi tratti di merda perché sei geloso che io possa stare con qualcuno? Ti sembra normale?” disse a denti stretti Dashimen cercando di controllare il tono della voce, non poteva urlare, no in un locale, no con la gente che poteva sentire, ma la sua pazienza aveva un limite e il rapper davanti a lui la stava superando.
“Io…non sono geloso” riuscì a dire Hoseok impallidito colto sul fatto e cercando di negare a se stesso e a Dashimen la gelosia che lo stava distruggendo da giorni.
“Se non lo sei, se non ti importa realmente niente di me, smettila di essere arrabbiato senza un motivo valido” disse con schiettezza Dashimen.
“Ho un motivo, siamo amici dovresti dirmi certe cose!”
“No, Hoseok non siamo amici, lo siamo stati, poi siamo diventati amanti e ora siamo un casino. Non puoi pretendere che io ti metta al coerente sulla mia vita in nome dell’amicizia che non esiste. Il motivo è che sei geloso e non lo vuoi ammettere.”
“Ti ho detto che non lo sono” esclamò di nuovo con voce stridula.
“Sai che ti dico, la chiudiamo qui perché non è né il luogo né il momento di parlarne, quando farai pace con te stesso, quando vorrai decidere di accettarti, potrai tornare. Fino ad allora evitami come hai sempre fatto.”  E così dicendo gli voltò le spalle e uscì da quel maledetto ristorante incazzato come non mai.
Hoseok sbatte il capo all’indietro sul muro chiudendo gli occhi. Erano un casino. Lui lo era. Scrollò le spalle, cerco di stamparsi in faccia il suo sorriso migliore e si trascinò di nuovo verso la saletta privata per festeggiare il più piccolo, avrebbe bevuto e poi sarebbe tornato incazzato una volta tornato a casa, per il momento doveva come sempre fingere allegria davanti agli altri. 
 
Taehyung rimase immobile dietro la porta socchiusa del bagno in cui era rimasto nascosto.
Aveva anche smesso di respirare per non farsi notare.
Non avrebbe voluto origliare quella conversazione, ma ne era stato costretto. Si era ritrovato bloccato lì con una mano alla maniglia della porta, pronto ad uscire e quei due avevano incominciato a litigare come se niente fosse, come se ci fossero stati solo loro due.
Sentì i passi di Hoseok trascinarsi lontano e tirò un sospiro di sollievo.
Si chiese perché dovesse essere sempre lui ad avere le informazioni su tutti e a trovarsi ad origliare i momenti meno opportuni.
Avrebbe fatto finta di nulla, si sarebbe costretto a dimenticare il tutto, quello che aveva appena scoperto era il più grandi dei segreti mai scoperti.
 
SEMINTERRATO
Dashimen entrò  nel suo appartamento sbattendo la porta, si tolse le scarpe lanciandole e sbuffò innervosito. 
Diede un’occhiata alle sue scarpe capovolte per terra, e scosse la testa, le lasciò lì senza avere la benché minima attenzione di sistemarle. Si tolse il cappotto pesante e il cappello posando entrambi su una sedia lì  vicino e si trascino scalzo fino alla cucina per prendersi una birra, anzi tutta la confezione composta dalle sei lattine. Tornò a sedersi accese la televisione e incominciò a bere senza badare realmente a cosa stessero trasmettendo.
“Idiota di un Hoseok” bofonchiò con rabbia, per poi dare un altro sorso della sua birra ghiacciata. 
Erano entrambi due idioti, lui era anche peggio di Hoseok, lui e la sua speranza che il ragazzo avesse realmente deciso di provarci. Pensava che finalmente Hoseok avesse fatto pace con sé stesso, che avesse finalmente ammesso la verità, invece si era fatto solo l'ennesimo pensiero sbagliato dettato da una speranza, una stupida speranza.
Era sempre quella fottere la gente, la speranza. E in quel particolare momento era assolutamente vero. 
Diede una sonora risata, pensando al fatto che Hoseok avesse scelto il nome hope appunto per fotterlo per bene. 
Bevve l'ultimo sorso della prima lattina, diede uno sguardo fugace al televisione, dove stava andando in onda la puntata di qualche kdrama super romantico e la ragazza guardava con occhi languii il ragazzo mentre gli diceva “Oppa Saranghae”
Digrigno i denti alla vista di quella scena, di quella romanticheria, lui odiava il romanticismo. 
Prese il telecomando e incominciò a fare zapping per finire su un canale dove trasmettevano i video musicali, causalità del fatto c'era blood sweart  tears e il primo piano di Hoseok che ballava in modo per nulla casto. 
Rimase incantato per un attimo. 
“Aigoo, stupido Hoseok” disse a denti stetti, per poi guardare in basso verso i suoi pantaloni, accartoccio con una mano la lattina vuota e la lanciò con rabbia contro lo schermo del televisione.
Con l'altra mano andò a slanciarsi i pantaloni che stavano diventando fin troppi stretti in un punto in cui non voleva.
Sbuffò di nuovo innervosito e ricambiò canale. 
La sua erezione continuava a pulsare in modo fin troppo fastidioso.
Diede un colpetto al suo pene “Smettila non lo faremo, non ci masturberemo pensando a lui” disse con rimprovero per poi chinarsi verso il tavolino per prendere un'altra lattina.
Alcool di solito diminuiva la capacità di erezione, avrebbe bevuto come alternativa, e prima poi avrebbe represso la voglia di prendere Hoseok e farlo suo. 
Non gli avrebbe mai dato quella vittoria, non si sarebbe masturbato pensando a lui. Non merita neanche quello.
No per come lo stava trattando, no, non merita nulla da parte sua. 
 
Isabel aprì la porta dell'appartamento di Dashimen e si sporse un po' all'interno per controllare se l’amico fosse a casa, lo individuo sul divano seduto in mutande e senza maglietta con una lattina in mano. 
Entrò chiudendosi la porta alle sue spalle. 
“Dash?” Chiamò lei con tono piuttosto basso.
“Yah, ma tu non ce l'hai una casa?” Chiese infastidito lui, senza neanche guardarla in faccia per poi dare un ultimo sorso alla birra. 
“Aigoo, ho finito le birre” disse con rabbia lanciando la lattina che si andò a schiantare sul pavimento no troppo lontane dalle altre e cinque anch’esse sul pavimento.  
Isabel rimase per un attimo immobile mentre sentiva il rumore della lattina risuonare nella stanza e fece saettare gli occhi sul restante delle lattine finite sul pavimento.
“Ho della tequila” disse in un soffio mentre rimaneva immobile a contemplare Dashimen.
“Ottimo. Passami la bottiglia!” Disse voltandosi verso di lei che aggrottò la fronte confusa.
“Quanto hai bevuto?” Chiese con tono di rimprovero.
“Ehi! Se tu puoi bere per amore, lo posso fare anche io!” Disse con far accusatorio e muovendo il dito verso di lei. 
“Okaaaay” trillò lei a disagio per poi togliersi le scarpe e avvicinarsi a lui. 
“Non hai un cappotto fa freddo! Non dovresti uscire senza cappotto.” Disse lui con far da rimprovero
“è rimasto sopra in ufficio stavo lavorando con tuo zio, ogni tanto devo darmi da fare anche io per questo Hotel” spiegò lei mentre usciva la bottiglia di tequila dalla borsa
“Parole, troppe…. Va bene” disse lui per poi afferrare la bottiglia.
“Vado a prendere dei bicchieri…” provò a dire lei, ma si bloccò di colpo mentre lo guardava bere un lungo sorso direttamente dalla bottiglia.
“Okaaaay… forse non abbiamo bisogno dei bicchieri” disse guardandolo leggermente stranita.
“No! Non ho bisogno dei bicchieri solo di bere, e di far finire il fastidio!” esclamò con voce leggermente trascinata Dashimen.
“Vuoi dirmi che sta succedendo?” chiese lei con tono leggermente preoccupato.
“Aigoo, no! Io… lui! Aigoo! l’ho rincontrato sai?” disse lui vaneggiando un po’
“Hai incontrato chi?” chiese lei guardandolo con sospetto
“Io! Ho incontrato…H…” non riuscì a dire il nome perché si bloccò di colpo guardando la faccia di Isabel, e si rese conto che non poteva svuotare il sacco
“H?” chiese lei strizzando gli occhi confusa
“Ehm.. no lascia stare! Non è importante! L’importante è bere” disse per poi fare un altro sorso dalla bottiglia.
“Il magico unicorno? Hai rincontrato il tuo ex per caso?” chiese lei ricordandosi improvvisamente di quel particolare, aveva ancora il dubbio che quella persona fosse Hoseok per quanto fosse una cosa decisamente poco probabile, statisticamente parlando. Non aveva più indagato su ciò aveva lasciato correre, ma vedere Dashimen in quello stato la stava facendo preoccupare.
“ehm… non ne voglio parlare” disse secco per poi distogliere lo sguardo da lei
“Okay… vuoi fare sesso?” chiese poi come soluzione a tutti i problemi.
“Si. Forse è meglio così, però beviamo ancora un po’” disse passando la bottiglia a Isabel che l’afferrò con riluttanza
“Dovrai parlarmi prima o poi dei tuoi problemi lo sai?” disse lei per poi fare un sorso di Tequila e una smorfia dolorante per via del bruciore dell’alcool le stesse lasciando dentro.
“Mmh, si appena avrò il coraggio” disse lui guardando un punto della stanza con sguardo vuoto.
“Va bene, si direi che alcool e sesso sono l’unica soluzione” disse lei continuando a bere e dando poi un colpetto a Dashimen che annuì e riafferrò la bottiglia.
Lei rimase un attimo a guardarlo, in fin dei conti era andata da lui appunto per far quello bere e sesso e non pensare, non era la migliore soluzione del mondo ma aiutava, e per la prima volta Dashimen non voleva investigare sul suo stato, e lei non era la tipa da investigare su quello degli altri. Si sarebbero ubriacati, avrebbero fatto sesso e la mattina dopo si sarebbero svegliati come se nulla fosse.
Lei avrebbe fatto finta che lo scambio di sguardi con Yoongi non fosse mai avvenuto realmente, non avrebbe mai detto a nessuno di essere stata al diploma di Jungkook. Avrebbe fatto finta di niente, come se nulla non la toccasse minimamente. 
 
Angolo dell’autrice:
Si manco da una vita, ma la FF è ancora viva, probabilmente pubblicherò una volta al mese perché sto lavorando e studiando e il tempo a disposizione è poco,.
Spero ci sia ancora qualcuno a leggere!
Un bacio alla prossima pubblicazione

 
   
 
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