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Autore: Martin Eden    25/06/2022    1 recensioni
Ciao a tutti! Dopo anni di latitanza, mi è venuta voglia di tornare su questo Fandom, che ho tanto amato...e lo faccio con una vecchia storia LOTR che ho ripreso in mano ultimamente, dopo aver rivisto i film della trilogia de Lo Hobbit...mi è venuta voglia!
Scommetto che molti di voi, come me si sono posti questa domanda: ma Legolas e Aragorn dove si saranno conosciuti?! :D
Questa fanfiction cercherà di dare una risposta...allora voi leggete e commentate! :)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Legolas, Thranduil
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Compagni di Sventura'
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Thranduil

 

- Mio Signore...- annunciò il paggio, e io vidi lucide lacrime che facevano capolino agli angoli di quegli occhi raggianti – Il Principe Legolas è tornato!-

Ebbi un attimo di vertigine. Avevo appena sentito dare gran fiato alle trombe di benvenuto, ma non mi sarei mai aspettato un simile ospite.

Non pensavo che potesse ancora giungere quella notizia; cominciavo a temere che non avrei rivisto Legolas, non in tempi brevi. Ormai avevo perso quasi tutte le speranze e mi crogiolavo in una lenta decadenza, che ogni giorno portava via una lama di luce al mio già scarso ottimismo.

Ma l’urgenza con cui quel servo aveva parlato, la smorfia sul suo viso, quel leggero incavarsi delle sue guance e quelle parole mi avevano riportato immediatamente alla vita. Non vedevo l’ora di riposare gli occhi su quel viso a me caro, anche se mi vergognavo a dimostrarlo.

Poco dopo, dietro di lui apparve la sagoma di mio figlio.

Scattai in piedi. L’emozione stava per sopraffarmi, come odiavo capitasse, specie in momenti così delicati. Ma non riuscivo a trattenerla.

Legolas era più magro e appariva più slanciato, nonostante la trascuratezza degli abiti. Doveva aver viaggiato e combattuto molto, come era normale che fosse. C’erano nuovi segni e ombre sul suo volto, come se fosse cresciuto tutto in una volta. Ed era solo.

Mi tremavano le gambe. Per tanto tempo avevo sognato quell’incontro: l’avevo cullato nella mia mente, nelle mie notti e nei miei giorni. Adesso che si stava realizzando mi trovavo a corto di parole, come se non vi fossi preparato. Appariva quasi un controsenso, ma sapevo in cuor mio che la realtà può superare la fantasia ben più di una volta nella vita. Niente di strano, dunque.

Mi costrinsi a muovermi verso di lui. Avevo l’impressione di barcollare a ogni passo, anche se qualcun altro avrebbe detto che avevo marciato quasi in tono minaccioso. Ogni volta che puntavo il piede per terra era come se cedesse, come il ventre morbido di una bestia che ha appena partorito.

Mi fermai solo quando fui abbastanza vicino a lui. Legolas non aveva mai abbassato lo sguardo: la sua consueta deferenza nei miei confronti era del tutto scomparsa. Non mi aveva salutato, né accennato a un inchino. Non mi era corso incontro a braccia aperte, non mi aveva lasciato via di scampo. Ora mi fissava senza dir nulla, anche se gli leggevo nel cuore un sincero sentimento di amore.

Mi sfidava apertamente, come se avesse un conto in sospeso con me che ci teneva a concludere.

Pensavo di sapere quale fosse.

Non era il momento giusto per affrontare certi discorsi. Avevo solo voglia di abbracciarlo.

- Perchè la tua veste è così tanto rattoppata?- gli chiesi, per sviare l’attenzione.

Non sfuggiva mai nulla ai miei occhi, così tersi e obiettivi. Sotto quei vestiti laceri poteva nascondersi qualche ferita, che era mio preciso dovere curare; oppure qualche privazione che era mio preciso dovere sanare.

Lo colsi di sorpresa. Legolas tentò di mascherare l’agitazione: forse non voleva perdersi in resoconti ora. Non voleva raccontare di come era stato sconfitto, di cosa aveva sofferto o di come si era rimesso in piedi dopo aver rischiato di morire. Comprensibile.

Nemmeno io, al suo posto, avrei desistito.

Insistetti. Era pur sempre mio figlio, carne della mia carne, sangue del mio sangue, e io dovevo sapere se stava bene. Se era tutto intero.

- Sto bene.- replicò – Non preoccuparti.-

Ma io possiedo la mente più acuta di una donnola in cerca di cibo:

- Lasciati controllare da un guaritore.-

- Sto bene, ho detto.-

Quella sicurezza mi lasciò senza fiato.

Lo guardai e nei suoi occhi rividi mia moglie. Sua madre. Come non l’avevo mai vista prima o non l’avevo mai voluta vedere.

Fiera ed indomita, testarda e con un’immensa voglia di essere molto più di quello che ci si aspettava da lei.

Lei era Legolas, e Legolas ora mi recava in dono parte di quell’anima che nonostante le nostre differenze avevo amato più di ogni altra cosa.

Qualcosa era accaduto, in lui; o forse fuori. Poco importava.

Forse non avrei mai saputo che cosa fosse realmente successo a mio figlio, ma l’unica cosa di cui ero certo era che fosse tornato.

Come se ogni cosa si fosse infine rimessa al suo posto.





***Nda***
Ciao! Come promesso, ecco un nuovo capitoletto: ricordate, questo è solo l'antipasto!
Finlmente rivediamo Thranduil (in tutto il suo splendore...), ma diavolo, si deve confrontare con un Legolas che non è più il figlio che conosce! Come la prenderà?
I personaggi, credetermi, crescono con me ad ogni pagina, per quelllo che a volte mi serve un po' più tempo per analizzarli e descriverli: vorrei dar loro tutto lo spazio di cui necessitano, e a volte non è facile fare delle scelte, lasciare un po' di mistero, insomma, centrifugare tutto insieme! 
Aspetto le vostre recensioni e suggerimenti, vi voglio bene!
A presto

  
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