Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Shireith    26/06/2022    2 recensioni
L'Organizzazione è stata sconfitta. Una sera, Ai informa Conan che l'antidoto è pronto.
Lei sa che lui lo prenderà. Lui non sa che lei (forse) non lo prenderà.
Conan è Shinichi. Ai è Shiho senza Sherry, quello che sarebbe stata senza Sherry: ma Sherry c'è stata.
Ai Haibara? Una bugia. Una via di fuga. Le fughe sono belle proprio perché la temporaneità è la loro caratteristica; fuggire sempre è peggio che non essere mai scappati.
Shiho, Shinichi, il dopo.
‣ Sette spaccati scritti per la #CoAiWeek2022
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Hiroshi Agasa, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'CoAi Week(s)'
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Spaccato terzo


03. fear & hope

 Svegliarsi una mattina in un corpo che non gli apparteneva era la più grande paura di Shinichi. L’Organizzazione esisteva ancora, oppure l’avevano sconfitta ma Ai non era riuscita a trovare un antidoto, oppure l’aveva trovato ma non aveva funzionato: gli scenari cambiavano, ma la conclusione era sempre la stessa, la sua paura più grande che diventava certezza.
 Le paure e le ansie di Shinichi, non di Conan. Mai sarebbero state di Conan. Se fosse stato solo Conan Edogawa non avrebbe avuto motivo di piangere una vita passata perché quella non c’era mai stata, e quindi le paure e le ansie erano di Shinichi – Shinichi che esisteva, non Conan che non esisteva. Era Conan che esisteva grazie a Shinichi, non viceversa: esisteva e sarebbe continuato a esistere anche se il mondo si fosse completamente dimenticato di lui. Quello che si vede alla luce del sole non sempre è la verità.
 Ai, per Shinichi, era un’amica. Un’alleata. Una ragazza che si era trovata incastrata in una situazione più grande di lei.
 La loro condizione faceva sì che Shinichi non dimenticasse mai che erano due intrusi, i bambini di troppo, eppure faticava a immaginare Ai fuori di un corpo che non fosse quello di sempre, come se persino ai suoi occhi non fosse che una bambina maturata prima del dovuto. L’aveva vista due volte nelle sue vere sembianze ed era strano accostare quei lineamenti – gli stessi solo più maturi, e ciononostante diversi – alla persona che conosceva. Nondimeno, aveva sempre dato per scontato che lei, proprio come lui, non aspettasse altro che l’occasione che lasciarsi le seccature dell’infanzia alle spalle.
 Chi, al suo posto, non avrebbe voluto tornare a essere Shinichi Kudo? Il detective liceale dalle cui labbra pendevano tutti, adulti compresi, mentre per il piccolo Conan erano più le volte che doveva dissimulare le sue piene capacità per non destare sospetti.
 Ma Ai – lei cosa aveva prima?
 
*
 
 «Kudo-kun? Mi stai ascoltando?»
 «Eh? Ah, sì, sì. Devo… bere molto, dormire e rimanere qui almeno fino a domani nel caso di eventuali effetti collaterali.»
 La sfuriata che minacciava di sfuggire ad Ai le morì sulle labbra quando si rese conto che, nonostante l’espressione trasognata, Conan aveva ascoltato tutto quello che aveva detto.
 «Tieni.»
 Conan prese il farmaco tra pollice e indice con delicatezza, come se temesse di romperlo, e lo osservò incredulo. «Tutto qui?»
 «Ti aspettavi dell’altro?»
 No.
 Forse?
 «È solo che… aspettavo questo momento da sempre e ora non mi sembra vero.»
 Ai annuì seria, quasi… malinconica? «Lo è. Tutto sta per tornare come prima.»
 Si volse, sicura di aver detto tutto, ma la voce di Conan la spinse a rimanere nella stanza. «Non proprio come prima.»
 Quello che aveva sempre sperato, che tutto tornasse come prima. Shinichi che gironzolava per la sua immensa casa, Shinichi che risolveva casi senza doverne attribuire il merito agli altri, Shinichi che si metteva in mostra alle partite di calcio, Shinichi che andava e tornava da scuola con Ran.
 Ciò che non aveva messo in conto prima d’ora era che non c’era più un prima, un contesto immutato a cui tornare come se il passato fosse slegato dal presente. Shinichi voleva tornare al passato, ma la condizione cui faceva ritorno era il presente, cambiato da quei mesi che non poteva cancellare come tracce lasciate sulla neve.
 «Tutto sarà diverso da come lo era prima.» Piegò le labbra in un sorriso nostalgico. «Non pensavo che l’avrei mai detto, ma mi mancheranno i ragazzi.»
 Genta, Mitsuhiko e Ayumi – come se non dire i loro nomi rendesse il tutto meno reale.
 Ai non disse nulla che facesse intendere se voleva rimanere con loro o tornare nel suo vecchio corpo e ricominciare da zero. Shinichi avrebbe voluto aiutarla, ma sapeva che quella era una decisione che spettava solo a lei, tanto più che i sentimenti dell’amica a riguardo rimanevano per la maggior parte un’incognita.
 «Qualsiasi cosa tu decida di fare, spero ti renda felice», fu l’ultima cosa che le disse prima di rinchiudersi in una camera vuota e ingoiare l’antidoto.
   
 
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