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Autore: sallythecountess    28/06/2022    1 recensioni
Alice è una ragazza creativa e stravagante di vent'anni. Sogna di diventare una mangaka e si sta costruendo la sua vita e carriera in Giappone, quando il matrimonio di suo fratello la costringe a tornare a casa, nella piccola città scozzese in cui è nata. Tornare a casa le fa paura, perchè significa affrontare le aspettative deluse della sua famiglia, il fantasma della morte di sua madre, la solitudine e anche Lor, il ragazzo che si è lasciata indietro per cui però non ha mai smesso di provare sentimenti.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo
“Ah ma quindi qualcuno è…” provò a dire Jean, il fidanzato di Cristina, beccando lo chef sveglio e con un sorriso bellissimo, ma la sua compagna sgranò gli occhi e scosse soltanto la testa terrorizzata.
Non si poteva usare la parola “amore” con Lor, perché lui non la usava, la considerava una cosa negativa e diceva di non crederci. Cristina temeva che svelandogli il senso e l’importanza di quei sentimenti che sconvolgevano lui e la rossa, lo avrebbe terrorizzato e spinto ad allontanarsi da lei, e non voleva. Era certa che ci sarebbe arrivato da solo, prima o poi, e che essendoci ormai dentro non ne avrebbe avuto paura. Ma ovviamente non andò esattamente così.
“…è sveglio…?” concluse poco convinto il povero Jean, e Lor scherzando gli fece presente che era strano che loro fossero già in piedi così presto dopo una notte di festeggiamenti sfrenati.
“Abbiamo solo bevuto due birre Lo, niente di sfrenato, le orge e i festini le lasciamo a te…” spiegò Jean punzecchiandolo divertito, ma lui scosse solo la testa.
“…Arrietti, ravviva un po’ questa passione, e che diamine!” provò a dirle per provocarla, ma lei scosse solo la testa, e sedendosi sulle gambe del suo amore rispose piano che stavano benissimo com’erano, facendolo sorridere.
Lor apprezzava molto il rapporto tra Cristina e Jean, perché era molto equilibrato a differenza di quello dei suoi amici con le loro mogli. Non c’erano ricatti e minacce, nessuno usava la parola “amore” per costringere l’altro a fare cose che non voleva, e si rispettavano molto. Era felicissimo che fosse finita con un loro amico comune, che la amava e le dava tutto quello che meritava, perché la cara Cris aveva davvero la fissa per i cattivi ragazzi e Lor aveva dovuto difenderla più di una volta da situazioni sgradevoli.
“Piuttosto tu cerca di conquistare questa ‘Ragazza di Tokyo’ per usare le tue parole…” aggiunse Jean con fare amichevole, e la sua donna concluse serissima
“…e di farla durare, per l’amor del cielo! Perché se non dura con lei…”
“…non c’è speranza per me, lo so. Me lo ripeti da una vita, nonna!” concluse lo chef divertito, prima di illustrare a entrambi il piano che aveva preparato per Amsterdam che gli permetteva di stare un po’ con lei e di farle anche delle sorprese carine.
“…e tra venti minuti arriva il mio taxi. Vedrò Urlen e Roissy per la questione del ristorante che volevano aprire con me, e poi le farò qualche coccola, e magari le passeranno tutte queste insicurezze…” concluse con un sorriso davvero dolce.
Cristina lo strinse fortissimo prima di farlo andare via, e ancora una volta gli ripetè piano “devi essere gentile con lei, è una ragazza insicura che è stata ferita tanto, non avere fretta. Sii dolce e comprensivo, capito?” facendolo ridere. Lo trattava spesso come se fosse un ragazzino idiota, ma era la persona più saggia che c’era nella sua vita e non poteva arrabbiarsi più di tanto.
“…e sii sincero: dille di quella cosa del padre. Trovate insieme un modo per salvarla e farla tornare a Tokyo, se è quello che lei vuole davvero, oppure per farle seguire i suoi sogni un po’ più vicino a te…” aggiunse fissandolo come chi sa benissimo quello che sta dicendo, e lui scosse solo la testa. Era ovvio che lei volesse tornare in Giappone, era la sua vita, ma sarebbe stato bellissimo se gli avesse detto di voler restare con lui.
“Dalle la mia crema di nocciole e la confettura di albicocche e spiegale come si conservano, mi raccomando. E portamela Lor. Portamela a Parigi, per favore!” aggiunse, facendolo sorridere. Sì, gli sarebbe piaciuto molto portarla a Parigi, anche se quella città era una ferita aperta per lui, ma lei avrebbe accettato?
“…ah e ultima cosa: non comprarle solo lingerie, altrimenti penserà che vuoi solo quello e noi non vogliamo che lo pensi…” aggiunse seria, facendolo ridere. Non le aveva raccontato di quando gli aveva dato dello sugar daddy, ma evidentemente era quello che il mondo si aspettava da lui: che fosse un porco, che volesse solo il suo corpo. In realtà erano i suoi occhi e i suoi abbracci a mancargli, ma nessuno sembrava volergli dare il beneficio del dubbio, quindi non volle dirlo.
“…e tu invece fai qualcosa di speciale per il povero Jean! Sconvolgilo, sorprendilo e seducilo un po’, porca miseria!” concluse divertito, per punzecchiarla, ma Cristina ribattè che non erano affari suoi e lo salutò facendogli la linguaccia. Era realmente preoccupata per lui, perché Lor viveva di enormi alti e bassi, e per quanto favolosi fossero gli alti, sapeva farsi davvero male quando cadeva. Aveva sofferto tantissimo anni prima, quando lei si era fatta trovare con un fidanzato dopo averlo illuso che stesse nascendo qualcosa tra loro. Cristina aveva dovuto tirarlo su in tutti i modi possibili, ma solo il tempo aveva lenito il dolore, lasciando purtroppo la ferita ancora aperta. Adesso sperava con tutto il cuore che Alice riuscisse a dargli un po’ di pace, a proteggerlo dai suoi demoni, ma ne aveva anche paura. Anche lei era abbastanza fragile e insicura, a quanto le aveva detto Lor, e Cristina temeva che potesse incasinarlo ancora di più. Una delle cose che le faceva più paura, però, era che le insicurezze della rossa potessero convincere lui ad allontanarsi da lei, e non avrebbe potuto sopportarlo. Perciò mentre Lor sceglieva i cioccolatini migliori da regalarle, Cristina sospirava chiedendosi come sarebbe finita quella situazione, accarezzando i capelli di Jean, che invece era abbastanza ottimista.
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Lor rientrò ad Inverness in tarda serata e corse subito a cercarla. Si erano detti che si sarebbero visti direttamente il giorno dopo, perché avevano l’aereo nel pomeriggio, ma lui non aveva nessuna voglia di aspettare. Alice stava giocando a un gioco di ruolo con Mat e George, chiacchierando di quel viaggio folle in cui era riuscita a trascinarli e che avrebbero fatto poche ore dopo, quando ricevette un messaggio da lui che la fece sorridere.
“Sei da Matias?” le aveva chiesto, ma sapeva già la risposta, perché ne avevano parlato poco prima e Alice aveva risposto di sì mandandogli un cuoricino.
“Scendi un attimo?” aggiunse, mandandola totalmente in crisi.
Alice pensando di non vederlo era totalmente in tenuta casual, tanto che George l’aveva anche presa in giro dicendole che sembrava quasi un ragazzo. Non voleva che Lor la vedesse così, perciò cominciò ad agitarsi e a imprecare contro Mat, colpevole di non avere make up dentro casa.
Matias corse in bagno a cercare qualcosa per aiutarla, ma non aveva proprio nulla, ma George invece era preparatissimo. Nel suo “borsello delle meraviglie” infatti aveva l’essenziale per le sue conquiste improvvise: così oltre allo spray per l’alito e un super deodorante, offrì ad Alice anche un correttore, un burro cacao e un mascara.
“Li ho dimenticati dall’ultimo cosplay…” spiegò nervoso, mentre Mat rideva a crepapelle per quella situazione e Alice lo ringraziava.
“Fermati!” le intimò George mentre stava per uscire, e le sciolse i capelli, glieli cotonò con le mani e provò a darle un po’ di colore alle guance con dei pizzicotti. Le disse di mordersi le labbra per arrossarle un po’ e mentre Matias li fissava confuso, ma anche divertito, aggiunse serio “ e apriti la felpa e vedrai che non guarderà altrove!” facendola ridere.
“Preservativi non gliene presto, se li paga lui!” concluse, mentre Matias rideva di lui vergognosamente.
Alice scese nervosissima, perché non si sentiva assolutamente a suo agio, ma anche perché aveva troppa voglia di vederlo. Non le aveva detto che l’avrebbe raggiunta, voleva farle una sorpresa, e il cuore le schizzò in gola trovandoselo davanti. Era ancora più bello del solito: vestito casual, con una polo verde acqua che sottolineava il suo petto ampio e l’addome magro, evidenziandogli allo stesso tempo i bicipiti. Il verde esaltava i suoi occhi, e Alice pensò solo “sei troppo bello” ma non disse nulla e dovette trattenersi molto quando lui aprì il finestrino e le fece cenno di salire.
“Porto doni…” provò a dirle, ma lei si strinse forte contro il suo petto e non riuscì a respirare per qualche istante.
“…da quando mi fai queste sorprese?” sussurrò, stretta contro il suo petto e Lor accarezzandola chiese solo se l’avesse disturbata, ma con un tono dolcissimo.
“…sembro scocciata?” chiese fissando i suoi piccoli e languidi occhi nocciola nei suoi, e lui sorrise piano e la strinse di nuovo con molta forza, spiegandole che aveva voglia di vederla e di darle i suoi regalini.
Alice ignorò totalmente i pacchetti, e rimase a fissarlo negli occhi per qualche istante.
“…non potremo avere privacy nei prossimi due giorni ad Amsterdam, se non rubando qualche momento di tanto in tanto…” spiegò dolce e un po’ dispiaciuto, mentre lei aveva preso a far scorrere le mani lungo la sua schiena.
“...perciò mi andava di stringerti ancora un po’ prima di fingere di essere solo amici…” concluse languido, ma Alice prese a baciarlo e cinque minuti dopo entrambi avevano deciso di abbandonare i due amici e di dedicarsi un po’ a loro due. George commentò solo che il suo deodorante funzionava sempre, facendo ridere il cugino.
Alice tenne stretto Lor per tutta la notte, baciandolo, mordendolo, graffiandolo, accarezzandolo e giocando con i suoi capelli.
“Non ti arrabbiare…” aveva detto piano e con dolcezza, perché i suoi capelli ricci ormai erano totalmente sconvolti, ma lui ridendo aveva risposto che aveva totalmente perso il controllo di quelle ciocche e della sua testa, facendola ridere.
“Mi preoccupa fare finta di essere solo amici…” le aveva detto piano, fronte contro fronte sui cuscini e lei aveva sorriso e lo aveva baciato ancora.
“…non penso che ci riusciremo…”aveva concluso dolce, facendolo ridere.
“Non ci riusciremo affatto” spiegò divertito, addormentandosi con le dita nei capelli arancioni di lei.
Nota:
Ciao a tutti! Allora mille domande in questo capitolo: che ne pensate del rapporto tra Cristina e Lor? Delle sue preoccupazioni anche? E di questi due teneroni che si fanno le sorprese? E (ultima, giuro) dell'amicizia tra Ai, george e Mat? Siete curiosi di sapere cosa combineranno i nostri eroi ad Amsterdam? fatevi sentire, vi aspetto
   
 
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