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Autore: sallythecountess    29/06/2022    1 recensioni
Alice è una ragazza creativa e stravagante di vent'anni. Sogna di diventare una mangaka e si sta costruendo la sua vita e carriera in Giappone, quando il matrimonio di suo fratello la costringe a tornare a casa, nella piccola città scozzese in cui è nata. Tornare a casa le fa paura, perchè significa affrontare le aspettative deluse della sua famiglia, il fantasma della morte di sua madre, la solitudine e anche Lor, il ragazzo che si è lasciata indietro per cui però non ha mai smesso di provare sentimenti.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo
Alice impazzì per i suoi doni, ma li aprì soltanto il mattino dopo, perciò il caro chef non potè vederla con tutta la lingerie che le aveva regalato. Mangiarono insieme i cioccolatini e i macarons (che Alice detestò, ma senza confessarlo), provò il profumo nuovo che le piacque moltissimo, ma impazzì letteralmente per le action figures che le aveva regalato. Aveva dimostrato di sapersi occupare di lei, ma anche di aver pensato tantissimo a lei e questo l’aveva resa felicissima.
Si separarono dopo poco, perché c’erano molte cose da sistemare e un vero e proprio rapimento da organizzare, ma entrambi rimasero a pensare alla sera precedente.
Alice fu costretta a discutere molto con suo padre, perché non voleva che lei “s’immischiasse” nel famoso viaggio del fratello, e la lite assunse toni molto accesi quando Neil le ruggì che “una ragazza per bene penserebbe a cosa fare della sua vita, invece di andarsene in giro a sbevazzare insieme a un gruppo di maschi”.
Non voleva litigarci, si era detta che non lo avrebbe fatto, ma quelle parole la ferirono troppo, così ruggì “Io non sono come mi vuoi tu, puoi fartene una ragione?”lasciandolo senza fiato. Alice aveva le lacrime agli occhi, e stava fissandolo con lo stesso sguardo severo di sua madre, facendolo totalmente rabbrividire.
“Non puoi metterla così,è troppo comodo dire sono così, prendere o lasciare. Non metto in dubbio chi sei, ma le tue scelte…” provò a dirle, calmando un attimo i toni, ma Alice scuotendo la testa rispose che le sue scelte la rendevano la persona che era, facendolo sbuffare.
“ Puoi ancora cambiare, rimediare…” provò a dirle, ma lei scuotendo la testa rispose “Non voglio cambiare, vorrei essere accettata per quello che sono, da mio padre almeno. Però credo sia davvero troppo difficile…” facendolo brontolare per molto tempo.
Pianse per quel loro confronto così rigido, perché sentiva nettamente che suo padre non era in grado di amarla ora che aveva mostrato di essere troppo diversa da quello che si aspettava. Scrisse a Lor che sospirò soltanto leggendo delle ennesime cazzate di Neil, e provò a farla sorridere, senza successo. E poi giunse nonna Tess a consolarla, con i suoi abbracci e le sue parole giuste, che le fecero tornare il sorriso.
Si rividero davanti a tutti al Rochefort, e Mike pensò che fossero davvero i peggiori bugiardi del mondo quando Alice lo salutò con una pacca sulla spalla. Non aveva un’idea precisa di cosa stesse succedendo, ma sapeva che non erano così distanti come volevano far credere.
“Sia chiaro che io non approvo questa idea. Vi assecondo, ma penso che sia una cosa stupida…” spiegò con il suo solito tono di biasimo, ma stranamente non fu Lor a mandarlo al diavolo, ma Roy che era entusiasta di passare qualche giorno fuori di casa, libero dalle responsabilità. Il più felice di tutti, però, giunse in quel momento: George era euforico e si trascinava dietro un sorridente Matias, che era particolarmente indifferente a quello che stavano per fare, ma era felice di passare del tempo con quelle persone a cui teneva.
“perché ci siamo incontrati qui e non in aeroporto?” chiese il dottore felice e Alice spiegò che c’era da inscenare un rapimento, per salvare le apparenze e convincere la sposa che l’idea del viaggio fosse del maledetto chef, facendo ridere tutti.
“…quando in realtà è della damigella della sposa il merito, ma…ok!” concluse Lor, fissandola con tantissima dolcezza da far pensare a Mike “è un vero casino!”.
E così fecero tutto nel migliore dei modi: usarono l’auto di Roy, e mentre Dug usciva tranquillo lo incappucciarono e rapirono.
"Ma cosa...?"Chiese Dug sconvolto, una volta liberato dal cappuccio in auto e Lor sornione rispose "Sorpresa. Andiamo al tuo addio al celibato..."
 Dug spaventato come un coniglietto cominciò allora a fargli tonnellate di domande, ma lui decise di non rispondere, e continuò a fissare con sguardo d’intesa la sua partner, che stava cercando di ammutolire Dug.
Alice era certa che non le sarebbe piaciuta quella situazione, invece stava impazzendo per i suoi occhi addosso, così decise di provocarlo dicendogli via messaggio che aveva indossato uno dei suoi regali francesi. Lor provò un brivido fortissimo per quel messaggio, e non potè evitare di mordersi il labbro fissandola. Si provocarono un po’ via messaggio, ignorando totalmente di essere in pubblico, ma presto giunsero in aeroporto ed ebbero altri problemi.
 Dug, sconvolto e disperato, aveva continuato a fare mille domande a cui nessuno si era degnato di dare una risposta, e impazzì vedendo l’aeroporto. Emily era molto arrabbiata con lui, perché la fioraia aveva sbagliato la tonalità degli addobbi del fiore che lui e gli altri dovevano mettere all’occhiello, ma non era solo quello. Avevano un po’ di pensieri i nostri sposi, e lui voleva soltanto farla stare tranquilla, ma quando Lor si diresse verso il gate del volo per Amsterdam, iniziò a scalciare come una ragazzina.
“Ragazzi, grazie davvero per il pensiero, ma non esiste. Mi uccide se vado ad Amsterdam. Davvero, non mi lascia soltanto, mi uccide proprio, quindi grazie ma no.”
Provò a supplicare lo sposo terrorizzato, ma il suo testimone scostando gli occhiali con fare teatrale rispose “Abbiamo pianificato tutto nei dettagli amico mio. La mia vice, Ai, ti illustrerà il piano...”
Alice sorrise e con fare lamentevole disse “Emily, Lor lo ha rapito, gli ha messo un cappuccio in testa e solo in aereo ha scoperto dove stavamo andando. E' rimasto per tutto il tempo in hotel e si è rifiutato di venire con noi, e le foto lo dimostrano. Non puoi avercela con lui, è stato Lor a fare tutto, è stato lui a rapirlo e a costringerci a partire. D’altronde tu non gli avevi scritto di non poterlo portare all’estero e lui si è aggrappato alla tua lista…”
“Non lo ha scritto?” chiese, perplesso, ma anche confuso, perché quei due insieme sembravano complici da morire e non si era reso conto che fossero così uniti.
“No, controlla pure…” rispose Lor porgendogli la famosa lista, lasciandolo per un attimo a controllare con attenzione.
“Ucciderà anche voi, lo sapete vero? Vi odierà a vita e passerà i prossimi anni cercando un modo per vendicarsi…” concluse perplesso, ma i due amanti si strinsero nelle spalle all’unisono.
“Possiamo vivere con il suo odio, no Lor?” rispose Alice divertita e lui spiegò che tanto lo odiava da sempre, ci era abituato.
“Non mi ha mai perdonato di avervi mollato da soli con la sua amica durante il vostro primo appuntamento…”spiegò, fissando Alice, che però non ricordava quello che era successo e non aveva capito molto. La cara rossa, infatti, aveva totalmente dimenticato che qualche anno prima per farlo ingelosire aveva accettato di uscire seminuda con un idiota, ma poi incontrandolo in giro insieme a Dug, Emily e la tizia con cui era uscito erano finiti a litigare brutalmente per poi fuggire insieme, dimenticando tutti.
“Ma se anche volessi appoggiare il vostro piano…dove prenderemmo queste foto che mi scagionano?”Chiese lo sposo esasperato e sua sorella rispose “Le faremo! Anzi, iniziamo”dicendolo tirò fuori il cappuccio con cui lo aveva coperto prima, glielo mise in testa e iniziò a fotografarlo in aeroporto.
 “Quanto devo rimanere con questo coso che punge?”ringhiò lo sposo spazientito, e Lor mettendosi in posa accanto a lui con un sorriso smagliante ribatté “finchè non abbiamo finito le foto false. E' tutto calcolato, e devo dire che tua sorella è stata un genio a pensarci!”a Lor scappò uno dei suoi soliti sguardi languidi, e lei sorridendo gli fece soltanto un occhiolino.
“Già Ali, sei un genio del male. Se ti applicassi così anche per le cose serie non saresti...” rispose Dug divertito, ma immediatamente si accorse dall’espressione di Alice di aver detto una cosa sbagliata.
“ Non sarei cosa?Un meraviglioso casino? E poi dove sarebbe il bello? Non tutti possono essere come voi nella vita, perfettini, inamidati, eleganti e sempre con la risposta giusta. Servono anche i pazzi e la gente come me, per tenere in equilibrio il mondo, altrimenti sarebbe una galassia di contabili…sai che rottura.”
Rispose lei, offesa da quel commento, ma facendo finta di niente e Matias rise fortissimo immaginandosi la galassia di contabili, ma non lo disse.
Erano vicini in aereo, insieme a Mat e George, e questo gli permise di farsi qualche coccola distratta, ma spinse anche il cugino dello chef a chiedere perché diavolo si vedessero di nascosto, facendo innervosire entrambi. Nessuno dei due rispose davvero, ma Lor spiegò che era fondamentale che non venisse mai fuori la cosa durante il viaggio, facendola sospirare perché aveva totalmente frainteso.
Alice stava ancora chiedendosi cosa diavolo avessero loro due, se fosse una relazione o una storia di sesso occasionale.
“…una storia di tenerezza occasionale, al massimo…” si disse, perché era evidente che non fosse il sesso il fulcro del loro rapporto, ma non riusciva a capire cosa fosse. Dopo aver conosciuto Cristina, infatti, i dubbi sul loro rapporto la stavano ossessionando ancora di più, ma non aveva il coraggio di chiedergli “se lei è la donna a cui tieni di più al mondo, io che diavolo sono per te?” ma non lo fece. Si godette il suo profumo, e fu molto attenta a non toccargli i capelli per non farlo irritare. Morì però quando lui le cercò distrattamente la mano, e non riuscì a dire nulla quando gliela prese e cominciò a giocare con le sue dita. Chiacchierarono di cose da fare e provare per tutto il viaggio, ridendo e scherzando sereni. George le chiese di disegnargli un tatuaggio e Alice accettò, tirando fuori il suo blocco degli schizzi e mostrando quelli che aveva creato per se stessa, che furono ovviamente approvati dallo chef, che impazziva per il suo modo di disegnare.
“…insomma ormai hai altri amici, ti abbiamo perso…” gli disse piano Dug giungendo di spalle e Lor pensò solo “grazie a Dio è arrivato ora!” perché Alice stava disegnando e non c’era nessun contatto tra loro.
Lor recuperò rapidamente da bere, e raggiunse i suoi amici che lo presero un po’ in giro, come sempre, ma che gli erano davvero grati per aver organizzato quel viaggio, che però si rivelò essere l’inizio della fine della loro amicizia.

Capitolo
Lor ovviamente assegnò le stanze a tutti, gestì la tabella di marcia e spiegò che avevano un impegno per cena, da un suo storico amico che aveva “preparato una cena giapponese in suo onore” facendola sorridere. Lor era in stanza con Matias, mentre lei era sola, ma era evidente che sarebbe stato molto semplice passare la notte insieme, perché Matias non avrebbe fatto domande, perciò si pregustavano entrambi la serata.
Karl Rottman era stato l'insegnante preferito di Lor da sempre, e li accolse tutti con moltissimo affetto. Aveva visto crescere quello scapestrato biondino, fisicamente e lavorativamente e non aveva smesso di accarezzare il sogno di aprire insieme un ristorante ad Amsterdam o a Parigi. Il famoso chef era rimasto molto sorpreso quando gli aveva chiesto un menù asiatico su misura, ma lo accontentò seguendo tutte le indicazioni.
Lor aveva fatto un vero e proprio interrogatorio ad Alice, per capire cosa far cucinare a Karl e lei era letteralmente senza fiato. Così mentre tutti mangiavano e si complimentavano, la rossa seduta di fronte a Lor si era di nuovo persa nelle sue meditazioni. Era bellissimo con il suo completo nero attillato, la camicia bianca perfettamente stirata che metteva ancora più in risalto le sue spalle possenti e quegli occhi, quei due smeraldi penetranti e sensuali. Continuava a fissarla profondamente negli occhi, come quando facevano l'amore, e Alice si sentiva ardere sotto quello sguardo. Era un dannato dongiovanni , ma sapeva guardarla in un modo unico.
 “Miss Alice, non gradisce il piatto?”chiese lo chef allarmato, e lei sorridendo scosse soltanto la testa e rispose “Tutto molto meglio di quello a cui sono abituata io. Direi mille volte meglio. Sono solo un po’ lenta…” provò a dire per giustificarsi, e poi per non ferire i sentimenti di nessuno si ingozzò di ravioli, compiacendo entrambi gli chef. Uscendo dal locale, dopo aver mangiato molto più di quanto pensava possibile, sprofondò di nuovo nelle sue paranoie. Aveva parlato al suo amico chef di lei? E perché? Era stato carino, comunque, era sempre carino e dolcissimo, e questo le faceva davvero perdere la testa, ma c’erano troppe domande nel suo cuore in quel momento e assaggiare la cucina giapponese gliene aveva messa un’altra, non da poco. Il matrimonio era vicino, e una volta passato lei sarebbe tornata a Tokyo, e Lor da Cristina o da chiunque altro volesse.
“Non ti è piaciuta la sorpresa?” le chiese a bassa voce, raggiungendola per strada, e facendola rallentare per prendere le distanze dagli altri.
“Certo che sì! E’ stato molto bello da parte tua, grazie!” ribattè convinta e si scambiarono un sorriso molto tenero.
“Perché sei così pensierosa allora?” aggiunse sospirando, perché non riusciva a capire cosa avesse in testa, ma qualcosa era cambiato da quando era tornato da Parigi. Alice provò a minimizzare, spiegò che aveva soltanto mangiato troppo ma Lor facendole l’occhiolino ribattè “non provarci. Sei letteralmente trasparente, non puoi nascondere nulla…” facendola ridere.
“Pensavo a che succederà dopo il matrimonio…” provò a dirgli fissando la strada, e lui si sentì una morsa allo stomaco fortissima.
“Ci penso anche io, spesso…” ribattè, pensando alla questione di Neil, ma anche a lei che va via, ma non si rese conto dell’effetto che quelle parole avevano avuto su di lei. Alice si era girata a fissarlo confusa, ma anche speranzosa, e rendendosene conto aveva solo avvicinato la mano a quella di lei, sfiorando il dorso della sua mano destra.
“…ma abbiamo tempo, ok? Ce ne preoccuperemo più avanti, non stasera. Godiamoci questa straordinaria città e tuo fratello ubriaco, perché non lo vedremo più così!” concluse, sorridendole, e Alice con il cuore in gola annuì soltanto.
“Qualunque cosa accada, però, voglio che tu sappia che non cambierà quello che tu sei per me…” aggiunse, spingendola ad afferrare la sua mano tanto forte da farlo tremare per un attimo. Lor voleva parlarle, dei suoi sentimenti, della situazione con Neil, provare a farle capire qualcosa, ma aveva il cuore sottosopra e non riusciva a trovare le parole.
“Che tu voglia volare via a inseguire i tuoi sogni, o restare a cercare qui una tua dimensione, non cambierà assolutamente niente…” provò a dire confuso e Alice senza fiato gli strinse solo la mano. Non aveva idea del perché Lor stesse mettendo in discussione la possibilità che lei partisse, ma si chiese se fosse una buona idea. Dopotutto vivere a Tokyo era il suo sogno da sempre, no? E allora perché aveva sempre tanta ansia quando pensava di dover tornare? Perché l’idea di iniziare quello stage che voleva con tutta l’anima la svegliava in piena notte soffocandola? Sarebbe stato più semplice, forse, abbandonare tutto, fare contento suo padre e restare, ma a quel punto avrebbe dovuto abbandonare totalmente i suoi sogni e forse non si sarebbe mai perdonata per quello. Provò a spiegare a Lor quello che stava pensando e lo chef le sorrise con moltissima tenerezza in cambio, spiegandole che era sicuramente più comodo restare, per non confrontarsi con la paura del cambiamento e del fallimento.
“…ma non penso sia la strada giusta per te, e per quanto sarei contento di saperti a Inverness, temo che lo rimpiangeresti per sempre” tirò fuori, sospirando perché era un’amara verità con cui da tempo cercava di fare i conti.
“Farei contento mio padre, però. Magari diventerei…com’è che aveva detto? Una ragazza perbene, o una cosa simile…” osservò divertita, ma Lor ruggì letteralmente “che si fotta Neil!” sorprendendola.
“Avere dei desideri non fa di te una cattiva persona, né una ragazza non rispettabile. E’ quasi eroico che tu sia riuscita a coltivare dei sogni e delle speranze nella tua famiglia. Insomma pensa ai tuoi fratelli: entrambi si sono accontentati di una vita già scritta, si sono fatti bastare il posto in società che tuo padre ha scolpito per loro, senza domande o dubbi. Hanno fatto tutto giusto: gli studi, la società, la moglie e la villetta vicino a quella di papino. Dug non è mai stato più a nord di Edimburgo, dannazione. Eppure non era questo che voleva, anzi ne aveva una paura fottuta. Voleva viaggiare, vivere e conoscere il mondo. Gli avevo giurato che lo avremmo fatto insieme, che lo avrei portato in Grecia e negli altri luoghi dove ho studiato…” spiegò, pieno di risentimento e Alice chiese solo “…e poi che cosa è successo?” facendolo sorridere amaramente.
“…quello che lui chiama ‘amore’ è successo. Una specie di incubo, una minaccia continua. Emily voleva una famiglia, una villetta e un maritino benestante e pulito da sfoggiare al braccio e Dug lo è diventato senza farsi troppe domande. Si è innamorato profondamente, e ha deciso che avrebbe fatto ogni cosa per tenerla accanto, ed ora ha persino paura di prendere un aereo perché potrebbe costargli il cuore e quel desolante futuro che però lui desidera più di ogni altra cosa…” aveva tirato fuori, senza sapere neanche lui bene perché, per poi pentirsene poco dopo perché non aveva mai detto a nessuno quello che pensava della coppia di futuri sposi. Ebbe paura che lei potesse giudicarlo in quel momento, ma lei era semplicemente molto triste per suo fratello.
“…eppure a Neil questo sta bene, capisci? Gli sta bene che suo figlio viva nel terrore di contrariare una donnetta, ma non che sua figlia si costruisca un futuro diverso da come lui lo immaginava per lei. Quindi, tornando al punto di partenza di questo discorso stupido, che si fotta Neil. Hellen sarebbe stata orgogliosissima della donna che sei!” concluse con un sorriso e lei sussurrò solo “speriamo…” ma poi furono interrotti e il loro discorso rimase in sospeso, perché George voleva convincerli ad andare a fumare e Alice rispose solo “Cazzo, sì!” per tirarsi su di morale dopo quel discorso così strano con lui. Fu una nottata delirante, ma estremamente divertente, anche se per ore furono costretti a risollevare il morale a Dug, convinto che la futura moglie non volesse più vederlo e stare con lui. Bevvero molto e malgrado Dug si divertirono davvero tanto, troppo probabilmente, perché Lor fu costretto a mettere a letto la piccola Alice collassata e a rinunciare ai suoi piani romantici con lei, per affrontare un discorso molto più doloroso con qualcuno che era in corridoio a parlare a vuoto con una segreteria.

Nota:
Ciao a tutti! Eccomi tornata e domani vi posterò qualche altra cosina! Allora che ne pensate di questa situazione? Dei discorsi tra Ai e Lor e del gruppo di amici? Fatevi sentire se vi va!
   
 
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