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Autore: DvaKyan    30/06/2022    0 recensioni
Italia, 2300. Reina, rimasta orfana durante un’invasione di demoni, viene salvata da due ragazzi, Rory e Spike, che diverranno la sua nuova famiglia. All’età di 15 anni decide di seguirli e di iscriversi all’Istituto di addestramento per diventare più forte, in modo da poter combattere i demoni e vendicarsi della sua famiglia. Seguite le avventure di Reina in questo nuovo mondo che è ormai invaso da demoni quasi ogni giorno. In questa storia tra fantascienza e fantasy, non mancheranno poi storie d’amore e di amicizia.
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Durante il viaggio, guardai spesso fuori dal finestrino. Stavamo per lasciare la vecchia Roma, vedemmo quel che rimaneva del Colosseo. Il fuoristrada poi prese una strada che portò sopra i monti, fuori dalla quella che prima era la regione Lazio, la nuova zona Roma. C’era un’atmosfera così tesa, nessuno osò dire una parola. Ogni tanto io e Mirko ci guardavamo, in segno di solidarietà. Così, i due militari decisero di provare a spezzare quella corda tesa e si presentarono.
Il militare alla guida si chiamava Alexander, sarebbe stato il nostro caposquadra. Era un uomo sulla quarantina, calvo, portava un tatuaggio di un serpente sulla nuca.
«Per tutto questo tempo, saremo un team» Disse, aveva una voce estremamente calma. Riuscì, infatti, a metterci a nostro agio.
«Perciò, tanto vale far conoscenza. Che ne dite?» Disse l’altro militare, il quale si presentò come Leon, un ragazzo di 28 anni di origini tedesche. Ci stava guardando dallo specchietto del mezzo, sorridendoci.
Entrambi ci raccontarono di come sono arrivati a quello che sono adesso. Ci raccontarono della loro frequentazione agli Istituti all’estero, poi i loro primi incarichi come soldati ufficiali, e via dicendo.
«Abbiamo perso il conto di quante invasioni abbiamo affrontato, all’inizio le contavo. Anno dopo anno iniziai a perdere anche i miei compagni; perciò, non persi l’abitudine di tenere quel conto di battaglie che ho affrontato» Disse Alexander «Ma che dico battaglie, queste sono guerre. Guerre continue».
Ci invitò poi a presentarci.
Iniziarono i ragazzi dietro di noi.
«Io sono Ruggero Romani, sono all’ultimo anno» Era il ragazzo biondo, aveva l’aria più timida dell’altro.
«John Yost, piacere. Sono nella sua stessa squadra» Disse indicando Ruggero. Non sembrava un tipo che adorasse socializzare.
«Mirko Sanders, primo anno. Piacere ragazzi»
«Reina Williams, primo anno anche io»
I due ragazzi dietro si guardarono, mentre i due militari ebbero una reazione stupita.
«Allora è vero, ci sarebbero stati alcuni del primo anno» Disse Leon.
«Però non sono primini tranquilli, a quanto ci hanno detto» Aggiunse Alexander «Non temete, farete grandi cose anche voi»
John si avvicinò, sporgendo la testa al centro del nostro sedile.
«Io so chi sei, Reina Williams. È la ragazza che ha attraversato il portale» Disse poi, passando da un umore serio e annoiato a un umore più socievole.
Ruggero spalancò gli occhi.
Non ero più la sorella di Rory e Spike Williams, ma la ragazza che attraversò il portale.
«Seriamente? Sei proprio tu?» Esclamò stupito Leon.
«Te l’ho detto, Leon. Faranno grandi cose questi due ragazzi. Mirko Sanders è figlio di quel Sanders, sai?» Rispose Alexander.
Io e Mirko ci guardammo nuovamente, sorridemmo.
Passammo il resto del viaggio a parlare, man mano riuscimmo a rompere del tutto il ghiaccio. I militari raccontarono alcuni dei loro incarichi, quelli che più rimasero nei loro ricordi. Un po’ perché durarono un sacco di giorni, un po’ per la difficoltà e il rischio che avevano corso.
Raccontarono poi i due ragazzi e soprattutto menzionarono le loro primi missioni fuori città, delle difficoltà che riscontrarono all’inizio.
Io e Mirko raccontammo invece delle invasioni avvenute all’Istituto, quegli eventi che furono più unici che rari. Raccontai del nostro incredibile primo giorno nell’accademia. Raccontai poi della ferita inflitta da quel demone, dissi che mi era addirittura rimasta la cicatrice.
Leon, ascoltando quest’ultima parte, disse: «La tua prima ferita da guerra. Sai che te la ricorderai sempre? È successo anche me una cosa del genere, sulla spalla» Si girò, spostò leggermente la maglietta in modo da farci vedere la cicatrice che era rimasta. «Ogni volta che la vedo, in mente mi ritorna il ricordo di quel giorno. Ero alla prima e vera missione, ero al terzo anno. Ricordo ancora le convulsioni avute a causa del veleno demoniaco, una roba da incubo».
«Io ho una piccola cicatrice sulla nuca, invece. Ho fatto fare un tatuaggio attorno, infatti si nota poco» Intervenne Alexander. Infatti, era un dettaglio che non avevo catturato subito, in quanto la cicatrice si confondeva bene.
 
Arrivammo a destinazione che erano le 7 di sera e c’era un buio pesto nel luogo dove saremo rimasti a dormire. Nelle vicinanze era presente una base operativa, ma era talmente piccola che non ci si poteva dormire tutti quanti. Potevamo solo usufruire delle docce e del bagno, oltre della cucina.
Oltre alla nostra squadra, erano presenti altri 2 team. Ognuno dei quali era guidato da due militari, come il nostro.
Alexander ci guidò verso uno spazio libero, iniziando a montare la tenda. Si sentiva un freddo terribile, infatti i membri delle altre squadre accesero il fuoco.
«Questa zona di montagna è spesso soggetta all’apertura di portali, quasi ogni giorno. Spesso anche più di una volta al giorno, non mi stupirei se si aprisse qualcosa in questo momento» Iniziò a spiegarci, mentre continuava con il suo lavoro «Perciò di notte, si dovrà fare la guardia a turno. Ovviamente non da soli, una persona a squadra, sempre accompagnati da un militare. Perciò restate sempre in allerta e pronti per tirar fuori le vostre armi.» Indicò la tenda, appena finita di montare. «E questa sarà la nostra casa».
Ci guardammo fra noi ragazzi, poi Leon prese dal retro del fuoristrada due sacchi a pelo, di quelli enormi. Entrò nella tenda, posizionandoli. Mi vennero in mente i momenti passati a dormire con Rory e Spike su uno di quelli. Leon ci disse che potevamo mettere i nostri borsoni dentro.
«Appena sarete pronti, avrete un primo compito importante. Ossia preparare la cena» Disse Alexander.
«Preparare la cena?» Domandò perplesso John.
«Anche quello è uno dei compiti che faremo a turno, pranzo e cena. La colazione non serve, ognuno penserà per sé. In ogni caso, i primi sarete voi» Disse Leon.
Eseguimmo gli ordini e andammo in cucina, una volta posati i bagagli.
 
La cucina era spaziosa, completa di ogni cosa. C’erano un sacco di elettrodomestici, 4 fornelli e un forno abbastanza grande. In un mobile trovammo un sacco di piatti, bicchieri e posate. Tutto perfettamente in ordine.
«Immagino dovremo anche pulire alla fine» Disse John.
«In effetti non ce l’hanno detto questo» Rispose Mirko.
Mirko poi controllò le dispense, mentre io trovai un ricettario cartaceo sul bancone. Lo sfogliai, mentre Ruggero guardò con me.
«Dici che dovremo seguire uno di questi? O possiamo inventarci qualcosa noi?» Disse.
Alzai le spalle, poi dissi: «Penso di sì, son piatti semplici e veloci. Non ce n’è nessuno di complicato».
Mirko controllò l’altro quaderno, dov’era presente il regolamento della cucina. C’era scritto che la dispensa veniva fornita ogni due settimane; perciò, si doveva stare attenti a non finire le scorte.
«Siamo 3 squadre, composta ognuna da 6 persone. Diciotto persone, una dispensa davvero ben fornita» Disse John, si avvicinò posizionandomi dietro di me. Era più alto di Rory, quasi quanto Spike.
«Io direi che, come primo giorno, meritiamo tutti quanti una bella spaghettata, ci sono un sacco di pacchi. Non li finiremo mai in una settimana» Propose Mirko. Proposta che piaceva a tutti.
Con un ottimo lavoro di squadra, riuscimmo a portare al termine il primo compito del nostro speciale addestramento.
   
 
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