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Autore: sissir7    30/06/2022    0 recensioni
Jimin è il rivale di sé stesso, un ballerino che ancora non mette la testa apposto, e al suo fianco c'è Jungkook, un ragazzino che ha tra le mani non solo anelli d'oro, ma tutta Seoul, e cerca di dargli ogni cosa al suo angelo, tutto quello che ha. Il destino però ha inserito in quello di Jimin anche Yoongi, il produttore più freddo e affascinante di Seoul, che in realtà ha alla spalle tenebre che Jimin, nella sua noiosa e perfetta vita, brama di assaporare.
Non si tratta di scegliere, si dice sempre Jimin, si tratta di zittire i rumori di fondo fastidiosi e monotoni per finalmente trovare l'armonia adatta alla sua anima.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome
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“Non sembra passarsela così male.”
Il polpastrello dell’indice percorreva il bordo del calice di vetro finissimo creando un sibilo quasi fastidioso.
Il poco vino scuro rimasto sul fondo faceva presumere che quella serata era appena finita dopo un' elegante cena in quel ristornate
semivuoto all’ultimo piano di un grattacielo futuristico che tagliava il cielo scuro su una Seoul viva.
Erano quasi le due di notte quando Jungkook, a quelle parole che avrebbero dovuto essere rassicuranti, sbuffò insoddisfatto.
Stretto in quaella t-shirt nera stonava tra la clientela che sembrava essere appena uscita da una fiaba di principesse.
“Dovresti esserne se non felice, almeno rasserenato.”
Continuò quella voce profonda eppure rassicurante, una di quella voce scure ma anche avvolgenti e per niente minacciose.
Abbinata a quegli occhi grandi color mogano, facevano di Kim Taehyung uno dei più bei ragazzi che si può solo sperare di avere
la fortuna di incontrare.
Perché se lo si vedesse solo in foto, si metterebbe in dubbio la sua esistenza.
“Non è per quello che sbuffo. È perché ne ho abbastanza di questa pagliacciata.”
“No, è perché ti annoi senza di lui. Perché la tua vita non ha calore umano senza lui. Sei solo.”
Jungkook lo uccise con lo sguardo.
“Tieni.”
Disse poi, facendo scivolare piano sulla tovaglia bianca e ricamata una busta gialla che il castano prese velocemente e infilò nella tasca interna
della giacca rossa di velluto che indossava.
Se l’aggiustò con fare solenne schiarendosi la voce.
“Ora se non ti spiace, io andrei.”
“Fermo.”
Il moro era più piccolo di lui, ma aveva una presa sulla sua persona, una sorta di incantesimo su di lui che gli faceva abbassare la testa
ed eseguire gli ordini, sempre.
Da sempre.
Era una cosa innata in Jungkook, nel tono che usava, nel suo corpo statuario, nella sua aura; se parlava tu eseguivi quello che diceva.
Taehyung, fermo come ordinato, aspettava gli ordini con il labbro inferiore morso dai denti e una speranza nel cuore: che lo facesse rimanere.
Che scegliesse lui, almeno quella sera.
“Stavo pensando che…”
Il moro fece spallucce sembrando tutt’altra persona, completamente rilassato.
“…che potresti dare un avvertimento a quel Yoongi. Fai tu. Niente di troppo plateale o grave, lo sai come lavoro.”
Qualcosa dentro il maggiore si congelò.
Perché continuava a sperare di poter far innamorare quel ricco fighettino egecentrico non lo sapeva neanche lui.
Sperava anche che prima o poi si arcogesse di quello che rischiava per lui, che tutti i favori loschi e pericolosi che gli ha fatto in passato
li faceva solo per lui, che avrebbe sempre rischiato per lui.
Ma ora si stava proprio scocciando di assecondarlo dopo che non aveva raccolto nessun frutto.


“Senti, non sono la mafia okay? Non do avvertimenti,non faccio dispetti, non mi  comporto male con chi non conosco. Sarò anche il capo di un club non prorpio pulito legalmente, ma abbiamo dei limiti.”
“Sei l’unico di cui mi fido. Sei l’unico che conosco.”
“Mi dispiace.”
Disse assertivo alzandosi e abbottonandosi la giacca.
“Taehyungie”
A quel nomignolo gli si sgranarono gli occhi e rise divertito.
“Fare gli occhioni e il labbruccio non mi convincerà questa volta. Stammi bene.”
Neanche due passi che Jungkook gli era affianco a tenerlo per il polso.
“So che lo reputi un capriccio da maniaco del controllo, lo so. Ma non so cosa altro fare. Sto davvero…uno schifo, hyung. Ho paura.
Ho una paura immensa che Jimin non tronerà e come hai detto tu, sono solo. Dolorosamente solo.”
Quelle paole gli fecero male più di quanto volesse.
Se aesse avuto il coraggio, gli avrebbe risposto che non lo era mai stato, che avrebbe dovuto aprire gli occhi e vedere chi gli era semrpe stato di appoggio in tutto, chi gli ha guaradto sempre le spalle, chi lo riportava a casa ubriaco asscurandosi che stesse bene.
Strinse le mascelle preso un po' dalla rabbia un po' dalla tenerezza che non voleva provare verso quel bastardo.
“Ti darò tutti i soldi che vuoi. Il triplo, il quadruplo, non mi interessa. Aiutami a riportare Jimin a casa.”
Quello era il colmo.
Aiutare di chi ti sei innamorato ad avere un lieto fine con un altro.
Strattonò via la mano di Jungkook e smeplicemente scosse la testa mentre sentivano entrambi gli occhi di alcuni fissarli.
“La ricompensa che vorrei non si può comprare.”
Sussurrò, e se ne andò via con quel passo elegante che da sempre lo distingueva.
Il minore sbattè il pugno sul tavolo con un’espressione amareggiata.
Non gli piaceva perdere. Affatto.

“Taehyung!”
Il marciapiedi era umido per la leggera pioggia improvvisa e nella penombra di quella strada la giacca di velluto rosso si fermò al suono di quell’inconfondibile voce.
Alzò la mano per fare segno ai due omoni vicino a lui di fermarsi e aspettarlo mentre lui si incamminava verso un Jungkook un po' affannato
per la corsa.
“Non demordi eh?”
“Ti darò qualunque cosa tu voglia.”
Calò il silenzio tra i due mentre poche macchine passavano.
“Devi solo dirmi cosa.”
Sembrava proprio diperato quel ragazzino, neanche troppo più piccolo di lui, ma era cresciuto nella bambacia, ricco, bello.
Non sapeva cosa era doversi fare la pelle dura per sopravvire, che sciocco che era.
Eppure in quella bellezza accecante che aveva e in quella ingeniutà, Taehyung vedeva qualcuno capace di amare e prendersi cura dell’altro,
qualcuno responsabile, anche molto intelligente e fastidiosamente dolce quando gli chiedeva qualcosa con quei sioi occhi scuri e le labbra
un po' arricciate.
Gli scappò un sorriso ma non lo poteva evitare, mai potrebbe evitare di sorridere per Jungkook.
“Non puoi darmi ciò che voglio. È già di qualcun altro.” disse serio, ritornando in sé dicendosi che non doveva cedere.
“Apetta, cazzo, hyung!”
“Modera i toni!”
“Allora tu asocltami!”
“No tu ascoltami razza di viziato narcisista, non mi volgio immischiare in questa cosa è chiaro? Finiscila.”
Non voleva trattarlo così, ma voleva stragli il più lontano possibile d’ora in poi.
“Ti prego. Ti supplico.”
E quando lo vide inginocchiarsi, Tae perse un battito.
“Jungkook, alzati…c-cosa”
“Non capisco cosa intendi quando dici che qesta cosa è di qualcun altro ma lo posso corrompere. Lo sai che con i soldi si può fare tutto.
Hyung, ti prego.”


Mai aveva sentito la voce di quel ragazzo suonare così dolce ma allo stesso tempo tremante.
Gli porse la mano e il minore la prese e si alzò.
Gliela lasciò subito.
Deglutì dicendo controvoglia quella parola.
“Te.” 
Lo disse quasi scocciato, pronto ad andarsene e chiudere quella storia nascondendo così il grande imbarazzo che in realtà stava provando.
Il moro capì subito.
“Va bene.”
“Non credo tu abbia capito cosa intendo se”
“No, hyung, Ho capito benissimo. Domani sera, Hotel Venus, 24esimo piano, la suite Gold.”
Le labbra di Taehyung erano ancora semiaperte.
Incredulo, non sapeva se accettare.
“Jungkook, sei un’idiota! Insomma, l’ho detto perche pensavo ti saresti tolto di mezzo, dannazione.”
Fece una falsissima risata nervosa e il moro non se la beveva.
“Non mi tolgo d mezzo fin quando non ottengo ciò che voglio e tu lo sai benissimo. Io sarò li domani, dalle nove in poi. Mi trovi lì. Se non verrai allora, va bene, la finiamo qui e risolverò la cosa da solo.”
Guarda di che razza di stronzo mi dovevo invaghire, pensò l’altro.
“Aspetterai per un bel po' allora, baby.”
Pronunciò con una punta di malizia, non facendo crollare la sua facciata di chi ha il controllo mentre dentro gli tremava ogni globulo rosso in circolo.
Un lato della bocca di Jungkook si alzò mentre lo fissava deciso.
Tae per poco non gli cadde ai piedi per quanto era sexy.
Mi inginocchierei io ora e molto volentieri, pensò.
   
 
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