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Autore: White Gundam    08/09/2009    5 recensioni
Cloud Strife dopo l'ennesimo fallimento per entrare a far parte di SOLDIER decide di abbandonare la Shinra. Senza il coraggio di tornare a Nibelheim e dichiarare il suo fallimento decide di restare a Midgar, dove si comincia a vociferare di un'orgnizzazione chiamata "Dream" in cui il giovane decide di entrare, senza sapere cosa essa sia in realtà...
Genere: Drammatico, Thriller, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Cloud Strife, Zack Fair
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Ed eccomi tornata ad aggiornare^^ Come al solito non so come ringraziarvi delle fantastiche recensioni che mi lasciate ^////^ Mi spronano ad andare avanti con velocità alla mia storia che, nella mia mente, si sta facendo sempre più intricata… Ma andiamo con ordine, in questo chappy porto un po’ avanti la storia… Sperando possa piacervi vi lascio al nuovo capitolo^^

Ah, piccolo appunto, la storia diventa a rating giallo, perché mi sto accorgendo che le scene diventano via via più dure. Fatemi sapere se il rating vi pare adatto. :)

 

 

Capitolo 6

Rimorso

 

 

Quando Cloud si alzò dal letto quella mattina si sentiva distrutto. Aveva passato l’ennesima notte in bianco, fissando il soffitto dell’identico colore. Si sfregò gli occhi con una mano e si diresse in bagno.
Di quei tempi adorava la luce dell’alba che filtrava dalle persiane ricordandogli che la notte era finita, che l’oscurità era tornata a dormire nel suo covo. Gli dava un certo senso di sollievo sentire che le tenebre se ne erano andate.

Entrato in bagno guardò il suo volto riflesso nello specchio: aveva il viso pallido e due pesanti occhiaie si delineavano sotto i suoi occhi azzurro cielo. Rimase a fissare il volto che lo guardava intontito dallo specchio ancora qualche minuto, quindi aprì il rubinetto del lavandino e lasciò scorrere l’acqua; mise le mani a coppa e le affondò sotto il rubinetto, poi si sciacquò il viso. Gli spruzzi d’acqua fredda gli fecero chiudere gli occhi. Sentì le gocce imperlargli il volto come il sudore gelido di quella notte. Un nuovo conato di vomito gli risalì la gola e il ragazzino dovette tapparsi la bocca per non rigettare succhi gastrici dallo stomaco vuoto. Gli rivenne in mente l’uomo e il sangue per terra e le gambe gli cedettero. Cadde in ginocchio sulle fredde mattonelle del bagno e si prese la testa tra le mani.

Gli parve di sentire le grida dell’uomo, che lo pregava di lasciarlo in vita, di non ucciderlo. Lo sentì gridare la sua maledizione per averlo ammazzato e le lacrime ricominciarono a rigargli il volto pallido.

“Io… Io non volevo!”
Gridò a squarciagola il ragazzino, col fiato che gli si bloccava in gola.

“Avrebbero ucciso me se non lo avessi fatto!”
I suoi occhi continuavano ad irrogare lacrime.

“Bella scusa, bamboccio… E invece così sono morto io. Così è più facile, non è vero?”

Si sentì rispondere da dentro la sua testa. Cloud cacciò un urlo, poi sentì dei rumori sulle scale. Qualcuno l’aveva scoperto e stava correndo lì per eliminarlo. Doveva essere un parente dell’uomo che aveva ucciso. Sentì il suo cuore aumentare i battiti e dalla sua gola uscì un grido soffocato.

“Apri… Cloud, apri la porta! Stai male?”

Era la voce di Arìl. Cloud sentì il cuore diminuire i battiti accelerati. Si sforzò di alzarsi in piedi ma le gambe non lo ressero.

“Va beh, apro io col paspartout.”
La sentì dire, risoluta. Cloud sentì la sua testa girare, chiuse gli occhi e se la prese di nuovo tra le mani. Vide l’uomo a terra, coperto di sangue, alzare una mano:
“Adesso tu vieni con me!”

Gridò l’uomo. Cloud gemette e gli rispose urlando:
“No! No, ti prego!”

Sentì delle mani afferrargli la testa e cercò di divincolarsi dalla stretta.

“Calmati, calmati Cloud… Sono le sei del mattino, vuoi svegliare tutta la pensione?”

Arìl gli carezzò i capelli con una mano e bagnò l’altra sotto il rubinetto aperto per poi schizzargli in fronte alcune gocce d’acqua fredda. Il ragazzino aprì gli occhi, da cui non avevano smesso di sgorgare lacrime. Alzò il viso ansimando e vide il viso preoccupato di Arìl.
“E’ tutto a posto, stai meglio?”
Gli chiese la giovane barista.

“S- Sì adesso sì.”

Riuscì a biascicare Cloud.

“Vuoi che chiami un medico?”
Chiese ancora la giovane.

“N- No, sto bene.”
Mormorò il più piccolo, afferrando il lavandino per alzarsi e sostenendosi allo stesso per mantenere una posizione eretta.

“Che ti è preso? Urlavi e ti ho trovato qui a terra…”
Il tono della ragazza era preoccupato.

“Niente.”
Sapeva di non essere credibile con una risposta del genere, ma non gli era venuto in mente niente di meglio da dire.

“Scendo un attimo… Ti porto un po’ di acqua e zucchero, ma sei sicuro di non aver bisogno di un medico?”

Cloud scosse la testa, vide Arìl sospirare e scendere le scale.

La ragazza tornò poco dopo e gli fece bere quella mistura dolciastra. Essa gli solleticò le labbra e lui bevve avidamente. Erano giorni che non usciva dalla stanza e quindi non toccava cibo, e gli zuccheri gli avevano solleticato l’appetito.

 

Cloud scoprì che era passata più di un’ora da quando si era sentito male. Arìl l’aveva portato sul letto e lo stava guardando con preoccupazione. Lui ansimava ancora e il cuore non voleva saperne di tornare al suo battito regolare.

Arìl gli si rivolse:

“Che è successo?”
Cloud scosse la testa con forza:
“Nulla.”
Rispose di nuovo, quindi si accorse che il cellulare lampeggiava. Aprì il nuovo messaggio che gli era arrivato, era di Zack e doveva essergli arrivato la sera prima:

Domani alle tre e mezza al Sevent Heven.

Il messaggio diceva così. Cloud pensò di rispondergli che non poteva, che era impegnato; ma in parte non voleva mentirgli ancora su un’altra cosa, e in parte aveva bisogno di vederlo per sentirsi almeno un po’ più sicuro.

Ok

Rispose semplicemente ed inviò il messaggio.

“Avrei bisogno di un piccolo aiuto…”
Mormorò il ragazzino ad Arìl.

“E io sono disposta a dartelo, ma tu, in cambio, dimmi quello che ti è successo.”

Rispose lei, sorridendogli con tenerezza. Cloud annuì, deglutendo e gli racconto della Dream, della droga, di Silver, e dell’uomo anonimo che aveva ucciso. Si stupì a dirle tutto, mentre gli occhi gli si riempivano di nuove lacrime che parevano non finire mai; ma aveva bisogno del suo aiuto per non dover rivelare ciò a Zack.

“Ecco e dovrei vedere un amico… Ma non voglio fargli sapere tutto ciò… Potresti usare ehm… I trucchi per ridarmi colorito al viso? Di modo che sembri che sia tutto a posto?”

Arìl l’aveva ascoltato con immenso stupore, sentendosi anche in parte colpevole della situazione in cui si era cacciato il ragazzino; era stata lei, in fondo, a parlargli della Dream.

A quel punto alzò i suoi occhi a guardare quelli del più piccolo, ma il biondo ritrasse lo sguardo.

“Va bene… Ti aiuterò.”
Assentì in fine, una promessa era una promessa: Cloud le aveva raccontato il tutto e lei ormai doveva aiutarlo in ciò che egli aveva chiesto. Questo era il patto, ed ora doveva rispettarlo.

Gli passò una pesante dose di fondotinta sul viso e armeggiò coi trucchi per evitare che si vedessero le occhiaie.

“A posto.”
Disse infine.

“Però oggi pomeriggio ti accompagno io, non vorrei che ti sentissi male lungo la strada.”

Aggiunse. Cloud non poté che annuire.

 

Alle tre e mezza raggiunsero insieme il Sevent Heven. Appoggiato ad un lato della porta Zack stava aspettando.

Impossibile!

Pensò Cloud:
Zack non è mai puntuale!

Doveva aver scoperto che aveva lasciato la Shinra e avrebbe voluto saperne qualcosa. Il ragazzino si avvicinò, ormai aveva problemi ben più seri a cui pensare. Sentì la testa cominciare a girargli e si sforzò di tenere gli occhi aperti. La scena aveva cominciato a premere di nuovo con forza sulla sua mente. Si sforzò di trattenere un nuovo conato di vomito, mettendosi le mani davanti alla bocca.

A vedere quella scena il più grande si avvicinò con un balzo e strinse Cloud in un abbraccio. Il ragazzino rimase immobile, rigido come un pezzo di legno tra le sue braccia. Zack lo strinse a sé carezzandogli le spalle e portandogli con una mano il viso contro al suo petto. Cloud si ritrasse, facendo un passo indietro:
“Zack, perché fai così? Sto bene.”
Disse, sforzandosi di mantenere un tono calmo. Zack scosse la testa:
“No.”
Rispose, con apparente calma:
“Non stai bene, stavi per vomitare.”

Cloud guardò verso terra:
“Un attimo di nausea, sono venuto coi mezzi pubblici, ora sto’ bene.”

Zack cercò di abbozzare un sorriso, indeciso se dargli corda o insistere. Non voleva impicciarsi negli affari di Cloud, ma sembrava che quella volta la faccenda fosse seria.

“Cloud, vai dentro e prenditi qualcosa da mangiare. Occupa un tavolo, noi ti raggiungiamo tra poco.”
Disse una ragazza dai capelli corvini e gli occhi azzurri. Zack prima non l’aveva notata, intento a cercare con lo sguardo il suo amico. Vide Cloud annuirgli ed entrare al bar, probabilmente desideroso di fuggire dalle domande che lui avrebbe potuto porgli.

Zack sospirò e si passò una mano a rimettersi a posto una ciocca ribelle dei suoi capelli neri.

“Ciao… Tu devi essere l’amico di Cloud, vero?”
Gli chiese la ragazza. Zack annuì, il suo volto era preoccupato.

“Oggi non stava per niente bene…”
Cominciò Arìl, poi abbassò la voce:
“… E’ nei guai, Zack.”

Il ragazzo dai capelli corvini sentì il sangue gelarglisi nelle vene. Ciò che temeva era vero. Tuttavia, per la prima volta in vita sua, non riuscì a proferire parola. Si limitò a estrarre di tasca il cellulare e a farle vedere quel messaggio che lui guardava ormai da giorni.

“Temo che non si trattasse di un sogno.”
Riuscì ad aggiungere in fine:
“Non mi ha mai scritto di un incubo, e poi si comporta in maniera strana.”
Arìl deglutì, gettò un’occhiata all’entrata del bar quindi scosse la testa:
“No.”
Rispose. Zack la fissò negli occhi.

“Dimmi quello che sai.”
Le disse.

“Io voglio aiutarlo.”

 

 

 

 

E per oggi mi fermo qui che sennò scrivo un poema epico XDXDXD (stavo rischiando di andare fin troppo avanti in un solo capitolo XP ). Questo capitolo era un po’ più Angst dei precedenti, ma spero vi sia piaciuto comunque. Spero mi facciate sapere cosa ve ne pare ma intanto passo a rispondere alle vostre stupende recensioni ^_^

 

 

@Lirith: beh, povero Angeal, doveva salvare Zack che stava precipitando XD Poi il mio scusa era rivolto direttamente a Cloud (lo so, son malata XD), noto che non ti è troppo simpatico il biondino XD Comunque è ben ragazzino piccolo nella mia fanfiction, è il Cloud di FFVIICC non di FFVIIAC ç.ç (vabbeh la pianto di rompere và XD). Per il resto grazie mille per la recensione… Cercherò di accontentarti appena posso, promesso^^

 

@Mix: i tuoi complimenti mi fanno arrossire ^////^ con la tua recensione il mio ego è salito alle stelle XD anche perché sentirmi dire che scrivo divinamente da una persona della quale sono io a pensare ciò è stupendo!!! ^//^ Spero ti sia piaciuto molto anche questo mio capitolo, anche se Zack compare solo nella parte finale^^

 

@HolyAerith: e sono contenta di non potermi liberare di te XD sono la più felice del mondo a non poterlo fare XD i tuoi commenti mi fanno sempre tantissimo piacere, grazie per le tue recensioni ^____^

 

@Kairih: immagino che questo capitolo ti sia piaciuto parecchio (parlo del paragrafo finale XD)^^ Scusa se ancora non ti ho recensita ç___ç e spero di essermi almeno fatta un po’ perdonare col famoso ultimo paragrafo… Perdonata? *.*

 

@Erenwen: anche se oggi son sicura che non hai avuto il tempo di recensirmi, due parole volevo dirtele personalmente lo stesso :P piaciuto il capitolo dove è comparsa tanto la nostra adorata Arìl? :D

 

   
 
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