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Autore: _Aislinn_    08/09/2009    4 recensioni
"Bastarono pochi istanti e la mia vecchia camera si trasformò in un mondo splendente e colorato, dove una dolce e piccola fata volava avvolgendo ogni cosa con la sua travolgente spensieratezza."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio piccolo miracolo

Il mio piccolo miracolo


Non avevo mai creduto nel Paradiso, almeno finché non era arrivata Bella nella mia eterna ed inutile esistenza.
Lei era riuscita a convincermi che persino esseri come noi potessero possedere un’anima.
Lei mi aveva mostrato che nulla era impossibile, e l’aveva fatto nel modo più altruista e amorevole. Arrivando a donare la sua vita per quel piccolo miracolo…
Un miracolo dai dolci boccoli ramati e dalle guance rosee che sgambettava felice e spensierata sul pavimento di quella che era la mia vecchia camera, nella casa dei mie genitori.
Lì, su quel tappeto dorato, muoveva le sue manine acciuffando le posate d’argento di Esme. Torturandole, piegandole, battendole a terra con una forza superiore a quella di un qualsiasi bambino della sua età.
Rideva del suono che il metallo produceva ad ogni colpo, e il timbro di quella risata mi arrivava cristallino fino al cuore, facendolo vibrare di argentine note. Uno scampanellio di fata. Una magia…
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, era perfetta nel suo vestitino nuovo, dono di Alice. Un piccolo angelo senz’ali, una creatura incantata che dirigeva un insolito concerto con cucchiai e forchette ormai del tutto inutilizzabili.
Come se potessero servire in una casa di vampiri.
Mi era impossibile non osservarla, spinto da un bisogno irrinunciabile, adoravo ogni suo più piccolo movimento. E pensare che all’inizio volevo mettere fine alla sua vita. Che terribile errore avrei commesso!
Un abominio… Mi sarei privato di una delle gioie più incredibili che un uomo possa provare, mi sarei privato di una delle persone più importanti della mia vita.
Mia figlia, una parte di me.
La parte migliore.
Sorrisi nel vederla arrabbiarsi con un cucchiaio ormai ridotto a un ammasso di metallo incomprensibile, la vidi lanciarlo a terra ancora più forte e non riuscii a trattenere una risata.
Al suono della mia voce alzò su di me i suoi splendidi occhi color del cioccolato. Fu come rivedere gli occhi umani di Bella ancora una volta. Mi persi in quello sguardo tenero e curioso, lo sguardo vivace di una bambina la cui comprensione andava oltre quella di qualsiasi altro suo coetaneo.
Come mi vide le piccole labbra di rosa si aprirono in un sorriso estatico, due fossette comparvero sulle guance paffute. Batté le manine una contro l’altra felice, allungando poi le braccia verso di me.
Mi accorsi di sorridere anche io mentre mi inginocchiavo, per riuscire a raggiungere almeno in parte la sua altezza. La presi tra le braccia e lei felice posò le sue manine calde sulla pelle del mio collo freddo, battendo più volte e lasciandosi andare a dei gridolini e a delle risatine felici.
Sembrava estasiata del suo nuovo gioco, ed io ero rapito da ogni suo più piccolo particolare. Da ogni suo gesto. Da ogni suo sospiro.
La lasciai giocare con i miei capelli, scompigliarli, tirarli quanto voleva.
Gioivo di quei piccoli gesti come mai mi era capitato nella mia eterna esistenza, solo un’altra persona era stata capace di scaldare così un cuore ormai morto; credevo nessuno ci sarebbe mai più riuscito. Eppure ogni volta che quelle manine paffute si posavano sulla mia pelle fredda, che quegli occhi profondi si specchiavano nei miei mi sentivo colmare da un amore immenso, che non conosceva confini. E una melodia antica danzava nella mente, al ritmo del piccolo cuore che batteva nel fragile petto di quella creatura così innocente e ormai così vitale per me . Una melodia che rammentava il battito lontano d’un cuore giovane, ora muto e antico. Il mio cuore… Si, mi sembrava quasi di sentirlo danzare con quello del tesoro che stringevo tra le braccia.
Abbandonai ogni riserva e lasciai che mi avvolgesse con il suo incondizionato affetto.
Le sue manine vagavano sul mio viso, fermandosi sulle labbra con cui presero a giocare, per poi spostarsi alle guance dove si fermarono. E improvvisa una scarica di immagini mi arrivò alla mente.
Io e lei, mentre la facevo volare per poi riprenderla tra le mie braccia…
Negli occhi scuri una muta richiesta.
Sorrisi, alzandomi da terra con un’irrefrenabile voglia di giocare. Di sentire la sua risata argentina.
Bastarono pochi istanti e la mia vecchia camera si trasformò in un mondo splendente e colorato, dove una dolce e piccola fata volava avvolgendo ogni cosa con la sua travolgente spensieratezza.
Non confidavo si potesse riuscire a provare un sentimento così potente… Nella mia sciocca presunzione avevo creduto non ci fosse amore più forte di quello che provavo per Bella, ma ciò che saggiavo in questo istante era sconvolgente e totalmente destabilizzante. Era talmente potente da fare quasi male e così struggente da farmi desiderare di versare lacrime che sapevo di non poter piangere. Un amore differente, ma di un’intensità unica. Che amalgamandosi a ciò che sentivo per Bella colmava le mie giornate di beatitudine. E non riuscivo a smettere di desiderare che non finisse mai.
Io e la mia bambina, i nostri giochi accompagnati dalle sue risate.
Il mio mondo, la mia eternità.
Scatenai un altro seguito di risate, facendola danzare nell’aria un’ultima volta, prima di prenderla tra le braccia e stringerla perdendomi nella bellezza di quel piccolo miracolo. Aveva le guance rosate dall’emozione, gli occhi accesi d’entusiasmo, e un sorriso estatico sulle piccole labbra. Era stupenda. Era mia figlia…
Scosse birichina il capo facendo danzare i boccoli ramati e battendo le manine sulle mie guance fredde e dure, come se fosse il gioco più bello del mondo. Continuò a sorridere spensierata per poi posare il capo sulla mia spalla con un timido sbadiglio.
Era l’ora della nanna, eppure sembrava non voler dormire. Con la piccola mano posata sul mio collo continuava a parlarmi in quel suo modo così particolare, raccontandomi con i suoi occhi gli avvenimenti di solo qualche istante prima.
Era incredibile riuscire a vedere il mondo attraverso di lei… Era tutto così scintillante…
Ad un altro piccolo sbadiglio seguì la mia voce, che intonava una ninna nanna.
La ninna nanna della mia bambina che protestò debolmente battendo la manina sul mio mento; non sembrava gradire quel tentativo di aiutarla ad abbandonarsi al sonno e tralasciare i giochi.
Ma non alzò il capo dalla mia spalla.
Posando la mia guancia sui suoi soffici capelli, inspirai il suo profumo e permisi ad esso di entrarmi dentro e divenire parte di me.
Iniziai a camminare per la stanza, perdendomi in mille pensieri. Il mio canto si faceva sempre più basso. Quando la manina calda ricadde molle sul mio petto capii che l’angelo che avevo tra le braccia dormiva.
Senza pensare mi sdraiai sul divano, antico compagno di solitarie notti, con lei adagiata sul petto. La avvolsi in una copertina, regalo di Rosalie, affinché non prendesse freddo.
Posai un delicato bacio sulla testolina bronzea, beandomi dei piccoli respiri di quel corpicino così prezioso e raro. E una tenerezza infinita mi avvolse in calde volute, mentre la osservavo dormire. Così come tante volte avevo fatto con la mamma quando era ancora umana.
Con delicatezza presi la sua piccola mano e la portai a contatto con il mio volto, osservando i colorati sogni del mio angelo e sentendomi in pace; così come mi capitava quando ascoltavo i mormorii nel sonno di Bella, in quel tempo che mi sembrava ormai così lontano.
“Pa-pà…”
Mi irrigidii, troncando il respiro in gola, credendo di essermi immaginato quelle semplici sillabe a rompere il silenzio… Eppure il mio udito non poteva ingannarmi. Riportando la paffuta e piccola mano sul mio petto osservai il serafico volto abbandonato nel sonno, le piccole labbra increspate in un sorriso. Rimasi immobile per un tempo che mi sembrò infinito, incredulo… Sommerso da un sentimento troppo potente persino per una creatura leggendaria come me.
L’amore per il mio piccolo miracolo.
La mia anima, mia e di Bella.



Angolo dell'autrice
Altra piccola One-Shot sulla Twilight Saga.
Mi è dispiaciuto che la Meyer non abbia approfondito il rapporto tra Edward e Renesmee, è una delle cose che più mi è mancata in Breaking Dawn. Un paio di giorni fa me lo sono ritrovato in mano mentre sistemavo la camera e... Ne è uscito tutto ciò! Spero che possa piacervi.
Il disegno è stato preso in prestito dal sito Deviantart.
Grazie a coloro che leggeranno e/o commenteranno.
Un abbraccio

Paola


   
 
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