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Autore: TsukikageShawn    06/07/2022    2 recensioni
Fase 1 - Ambientato dopo la sconfitta di Faker, non tiene contro degli avvenimenti successivi.
Cosa sarebbe successo se Rio si fosse svegliata dal coma come Merag, dimenticandosi la sua vita umana?
Tre anni fa mi sono posta questa domanda, da cui è nata questa fanfiction.
Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli, per Yuma e Astral sembra ci sia il via libera per recuperare le carte numero restanti. Ma i bariani tramano nell'ombra per ottenere il loro potere, e il destino ha giocato loro un brutto scherzo facendo ritornare Merag dalla parte opposta. Cosa farà l'ex bariana, tornerà alle sue origini o troverà negli umani la sua nuova famiglia? E soprattutto, come affronteranno questa nuova minaccia Yuma e Astral?
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Il segreto della Luna Rossa'
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Capitolo 16

 

Merag si voltò verso la vetrata, la luna mostrava solo tre quarti della sua grandezza e lo spazio stellato splendeva come sempre. Tra quelle luci si nascondeva Barian, troppo lontano per essere visibile dalla Terra. Sospirò tristemente, muovendo lo sguardo prima verso il soffitto colorato, poi verso Jessica che dormiva beatamente.

La invidiava. L'astrale era così tranquilla e serena, nonostante fosse lontana dalla sua casa e senza poter contattare le persone che le stavano a cuore. Non aveva ricordi della sua missione, ed eccola pronta a crearne una nuova senza perdersi d'animo.

Ripensando a quella giornata piena di emozioni, l'unica immagine che la sua mente accettasse era quella di Thomas, ormai onnipresente nei suoi pensieri. In lei ardeva il forte desiderio di conoscerlo fino in fondo, e capire se quel giovane fosse veramente chi lei pensava.

«Merag sei ancora sveglia?» domandò l'ospite senza aprire gli occhi.

«Si… Cosa sai sulla reincarnazione?»

«Non molto, pensavo fosse uno dei limiti della magia prima di conoscerti. C'è qualcosa che ti turba?»

«Thomas. Sono così confusa quando è accanto a me, però mi sento al sicuro.»

Merag prese la sua bambola e la strinse al petto. Quel semplice gesto istintivo la fece sentire meglio, Gwen aveva una strana influenza positiva sulla sua psiche, come se fosse incantata. Sistemò il cuscino sotto la sua testa e chiuse gli occhi.

«Solo lui ti fa questo effetto?»

«No, c'è un'altra persona…»

 

Gli eventi mondani non le erano mai piaciuti. Tutti si conciavano in modo vistoso e si atteggiavano da frivoli, facendo a gara su chi fosse il più bello della serata. Purtroppo era costretta a partecipare, essendo la sorella dell'imperatore leader di Barian. Seduta su una poltrona di cristallo nella sua enorme camera, scartava tutti i capi che la sua ancella le proponeva di indossare.

«Vorrei qualcosa di meno appariscente, non sono la stella di questa serata.»

«Principessa dovete indossare un abito che valorizzi il vostro status, siete la donna più importante del pianeta.»

Sospirò reggendosi il capo con un braccio, purtroppo non poteva darle torto.

«Jeiha siamo sole, puoi darmi del tu.»

«Tua madre la pensa diversamente, non approva più la nostra amicizia.»

«Vecchia pazza, ignorala più che puoi. Ha perso la testa da quando Nash è il grande capo, essere riconosciuta come sua madre le ha fuso il cervello.»

«Ai suoi ordini grande capo donna.»

Merag non si degnò di trattenere le risate. Jeiha era l'unica vera amica che le era rimasta dalla promozione di Nash, nessuna del suo gruppo di lunga data si comportava più normalmente in sua presenza. Non riusciva a capire il senso di eccitazione che provavano nei suoi confronti; in fondo non aveva fatto chissà che salto di qualità, sempre nobildonna era - sempre con un titolo che non le si addiceva per niente.

«Va bene, torniamo serie. Che ne dici se indosso quel abito?»

«Ci condannano a morte. Lo prendo subito.»

Jeiha cacciò fuori dall'armadio di cristallo un abito dorato ricamato, modello a sirena molto aderente con una scollatura profonda, che avrebbe mostrato a tutti la sua formosità. Aiutò la principessa ad indossarlo e le acconciò i capelli, imitando le possibili reazioni di Nash quando avrebbe visto sua sorella.

Merag si avviò alla sala da ballo da sola, la sua ancella non poteva partecipare e non aveva nessuna intenzione di trovarsi un accompagnatore. Si fermò davanti ad un portone, dove Nash istruiva Arito e Girag sul comportamento da tenere al gala in loro onore.

«Buonasera imperatori» li salutò con fare ironico.

«Ciao Merag, bellissima come sempre» risposero Arito e Girag.

Nash la squadrò basito prima di riprendere l'autocontrollo e richiamare l'attenzione dei due neo-imperatori. Continuò il discorso finché un paggio oltre la porta annunciò il suo ingresso. Il leader bussò alla porta e quella si aprì su una terrazza che affacciava sulla sala da ballo. Nash varcò la soglia salutando i suoi sudditi, seguito da Arito e Girag che si sporsero eccitati sulla ringhiera. Infine entrò Merag, zittendo tutti con la sua presenza. I quattro scesero le scale per aprire le danze, invitando tre fanciulle e un fanciullo. Volteggiarono per la sala seguendo la musica, presto raggiunti da altre coppie.

«Sei davvero un bel uomo Jeiha» sussurrò la principessa al suo partner.

«Sapevo mi avresti riconosciuta, non hai idea di quanto siano comodi gli abiti maschili.»

«Ti invido, non sopporto i tacchi alti.»

«Se non li porti non ho nessuna scusa per massagiarti i piedi ogni sera.»

Merag raccontò all'amica la reazione del fratello al suo abito e insieme cercarono di trattenere le risatine. Danzarono insieme per ore, prima di doversi separare a malincuore. Nash richiamò la sorella ed insieme risalirono le scale della terrazza, dove il leader avrebbe tenuto un discorso in onore di Arito e Girag, i nuovi imperatori che lo avrebbero aiutato a guidare il mondo bariano in una nuova era di pace e prosperità. Alla fine del discorso, si unirono nuovamente alla folla per riprendere le danze. La principessa prese Jeiha per mano e l'allontanò da un gruppetto di donne che facevano a gara per corteggiarlo. Si lasciarono la sala da ballo alle spalle, scorrazzando per i corridoi del palazzo reale.

«Sei arrivata giusto in tempo, non so per quanto sarei resistita.»

«Non ti libererai così facilmente di me.»

«Non ho intenzione di farlo.»

Le due donne raggiunsero la torre più alta del palazzo, una stanza sigillata piena di roba stravagante. Merag sbloccò la porta con un incantesimo.

«Di chi sono questi oggetti interessanti?» domando Jeiha estasiata.

«Le guardie li hanno confiscati con la riforma sulla sicurezza, probabilmente non sono originari di Barian. Nash sta cercando un esperto, nessuno si è ancora fatto avanti.»

«Un posto curioso dove restare sole, non trovi?»

«Mi piace sperimentare.»

Si sedettero su un divanetto di cristallo, dove Merag si tolse subito le scarpe. Jeiha subito iniziò a massaggiarle i piedi doloranti, senza aspettare una sua richiesta. La principessa si lasciò coccolare per la prima volta dalla sua ancella, approfittando di quel momento solo per loro. Senza neanche rendersene conto, i loro vestiti finirono sul pavimento e si lasciarono trasportare dalla passione.

Il mattino seguente Merag si risvegliò tra le braccia di Jeiha, ancora incredula dell'avventura trascorsa insieme.

Si sentiva confusa, ma al sicuro da tutto e tutti.

 

Merag dormì tranquilla per la prima volta dopo il suo risveglio, senza incubi o brutti scherzi giocati dalla soggezione. Jessica si era rubata tre quarti del letto, lasciandole solo un piccolo spazio dove si era rannicchiata con la sua bambola.

L'astrale, però, non stava dormendo. Dal computer, apparso nuovamente dal nulla, esaminava i parametri vitali della bariana grazie a dei sensori attaccati al suo braccio. Sorrideva soddisfatta osservando lo schermo luminoso, prendendo appunti silenziosamente. Non aveva idea di quello che stesse sognando l'amica, ma vederla così tranquilla e serena era davvero soddisfacente. Per un giorno non avrebbe dovuto avere a che fare con i suoi incubi senza senso. Dopo aver terminato le sue analisi, ripose il materiale e iniziò a curiosare nella stanza in punta di piedi. Merag le aveva detto di averla messa sottosopra un paio di volte, ma confusa come era poteva esserle sfuggito qualcosa di importante. Infatti, spostando leggermente il suo armadio cadde sul pavimento un quaderno dalla copertina arancione. Si voltò di scatto verso l'amica, che fortunatamente non aveva sentito niente.

Lo raccolse lentamente, ma quando provò ad aprirlo le diede la scossa. Jessica lo lasciò cadere e con la pantofola riprovò ad aprirlo invano. Era protetto da un incantesimo impercettibile anche per un'esperta come lei. A malincuore dovette svegliare Merag, che alla notizia non si arrabbiò.

«Forse non le piaci» scherzò la bariana, sollevando senza problemi il quaderno.

«Può essere, molti oggetti sono protetti da incantesimi del genere.»

Al terzo tentativo di apertura, questa volta da parte di Rio, il quaderno si lasciò sfogliare senza problemi.

«Ma non c'è scritto niente» si lamentò Jessica.

«Non le vedi queste scritte?»

«Scritte? Io vedo tutto bianco… Dev'essere quell'inchiostro speciale, chi scrive può decidere chi può e non può leggere. Cosa dice?»

«Non capisco, non dovrebbe essere qui. Questi sono gli appunti di Natasha.»

«Natasha?»

 

 

 

 

 

Capitolo 16 - Non si può dormire in pace

   
 
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