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Autore: Darty    08/07/2022    14 recensioni
Mentre attendevo in quell’altro universo che il Duca d’Orleans mi ricevesse per costringerlo con la forza o con l’inganno a rivelarmi il contenuto della seconda condizione imposta al Colonnello Oscar François de Jarjayes, mi sono distratta (ed il 14 luglio si avvicina...)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Don't be shy you learn to fly
And see the sun when day is done
If only you see
Just what you are beneath a star


(Nick Drake, Things Behind The Sun)
https://www.youtube.com/watch?v=L1AkYgBTc4M
 

Parigi, mercoledì 15 luglio 1789, tramonto

Lentamente aveva dischiuso gli occhi. Giù dalla strada le grida della folla annunciavano che il Re aveva dato alle truppe l’ordine di ritirarsi da Parigi e da Versailles, aveva congedato Breteuil e richiamato Necker.

Si tastò le costole. La fasciatura che cingeva il torace era asciutta, ma il dolore pungeva un po’.

Sospirò.

Alain aveva avuto ragione.

Ricordò.

“Soldati della Guardia, è necessario che io vi parli! Come sapete, il nostro reggimento domani sarà a Parigi. L’ordine che abbiamo ricevuto è collaborare con le altre truppe e soffocare la rivolta armata con qualunque mezzo. Questo vuol dire sparare sulla folla. Probabilmente ci saranno i vostri amici, i vostri parenti, tra la folla. Se vi dessi l’ordine di aprire il fuoco, sono certa che alcuni di voi non lo farebbero, e io questo lo capisco. Vi parlerò con molta franchezza, vi dirò quello che farò io, ma è una scelta personale. Ho deciso di rinunciare all’uniforme e di non essere più il vostro comandante; e questo perché l’uomo che io amo, l’uomo della mia vita, forse mi chiederà di battermi insieme al popolo in rivolta. E io lo farò… Amici, io ora sono la compagna di André Grandier e come tale seguirò il mio uomo, qualunque cosa faccia. Tutto sommato, la mia è una scelta facile, per voi forse non lo sarà altrettanto, e giuro che mi dispiace. André, ora dimmi quello che devo fare. Lo sai, sono pronta a seguirti comunque!”

Erano passati solo due giorni.

“Ho deciso di rinunciare all’uniforme…”

All’uniforme però avevano rinunciato tutti. E la rinuncia aveva incluso la divisa. Caricate ed imbracciate le armi, indossati abiti civili assai malconci raccattati in caserma, così conciata tutta la compagnia aveva attraversato Parigi per unirsi al popolo in subbuglio.

Comandante … conservare la divisa ci farà diventare un facile bersaglio per tutti, per il popolo che non sa ancora della nostra diserzione e per le truppe di stanza a Parigi, non appena della nostra diserzione si spargerà la voce”, aveva osservato Alain.

Alain aveva avuto ragione.

Si, si erano imbattuti in un manipolo di soldati della Royal-Allemand. Ma loro avevano avuto la meglio. Gli avevano sparato. Colti di sorpresa erano morti. Tutti.

Il bianco dei loro occhi spalancati disvelava il loro stupore. Dove avevano imparato a sparare così bene, quei plebei avvolti in stracci?

Morire così, all’improvviso, sotto quel cielo così limpido e terso. Si può?

Gemette.

Aveva già ucciso. Non era la prima volta. Ma era sempre come fosse la prima volta.

Giù da basso, sentì il vocione di Alain.

Grande e grosso com’era, non si sarebbe detto che nascondesse un cuore di limpido cristallo. Si sarebbe detto che tutti quei muscoli l’avrebbero infranto, quel cristallo fragile. Ma in realtà lo proteggevano, uno scrigno per un tesoro prezioso.

Un colpo di pistola, nel vicolo di sotto, squassò l’aria. La caccia ai nobili era aperta. Era per quello che André non l’aveva mai abbandonata. Perché non finisse con la testa infilzata su una picca.

Rabbrividì. L’odore acre della polvere da sparo era ancora nell’aria.

Ripensò ai cannoni della fortezza puntati sulla folla.

Ai cannoni rubati all’hotel des Invalides puntati sulla Bastiglia.

Un braccio teso ad impugnare la spada, l’ordine di fare fuoco. Ancora. E ancora.

Rivide i veterani che dalle feritoie di una delle torri prendevano la mira con i fucili.

Rimuginò su quelle parole:
“André, ora dimmi quello che devo fare. Lo sai, sono pronta a seguirti comunque!”

Sapeva per certo che il senso di colpa non lo avrebbe abbandonato mai. Perché non le aveva ordinato di mettersi al riparo?

Certo, era una donna indocile.

In tre si erano lanciati su di lei a farle scudo con i loro corpi.

Poi il buio.

Le vene delle tempie pulsarono, si sforzò di non chiudere gli occhi.

Era tutto finito.

Rimbombarono sulle scale i passi pesanti di un paio di stivali. La porta si spalancò.

Un fazzoletto rosso più sgualcito del solito baluginò tra i raggi del sole al tramonto.

La nostra bell’addormentata si è svegliata, amici!”

Qualcun altro ora correva su, facendo scricchiolare i gradini di legno. Un passo lieve ed un passo più pesante.

Alle spalle di Alain fece capolino una testa bionda.

Dietro di lei la sua ombra, salda e diritta.

Sorrise. Si sentiva grato a Dio.

Ti sono debitore”, gli disse André avvicinandosi. Gli mise una mano sulla spalla. Con l’altra mano stringeva quella del Comandante.

Anche il Comandante gli sorrideva. Era un po’ pallida, ma era bella come il sole.

E non era più triste, il suo bel Comandante. Finalmente sembrava felice.

Ti sei preso la pallottola destinata a me.”

Ora ricordava. Si era buttato su di lei, appena dopo André, un attimo prima di Alain. L’aveva salvata lui?

La guardò negli occhi ed arrossì.

Quella era una donna da amare, non solo da ammirare.

Su quello Alain si era sbagliato.

Gerard ne era certo.

 
FIN
 
 
 
 
PS: Perché Lui, mio caro Albert, non gioca a dadi con l’Universo, ma qualche volta gioca a Monopoli e se tiri su l’imprevisto “Andate fino al Parco della Vittoria”, e Parco della Vittoria non è di nessuno, insomma … qualche volta può anche andarci bene.
 
 
 
 
  
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