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Autore: AndreMCPro    08/07/2022    0 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
Tempo fa, io e mio fratello ci siamo trovati coinvolti nel compimento di una delle nostre stesse storie. Ma il nostro viaggio non è ancora finito, e così, dieci mesi dopo, qualcosa succede... e siamo richiamati in quel mondo per intervenire.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Herobrine, Notch, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
La Guerra del Cosmo

Cap.8 – Tregua
 
Dopo i dieci minuti previsti finalmente ecco presentarsi ai bordi della voragine, sotto l’ombra della gigantesca pianta generata ad hoc da mio fratello, i due generali con le loro scorte. Io ho provato a teletrasportarmi dentro ma per qualche strano motivo mi sono ritrovato sul punto di partenza, come se qualcosa mi impedisse di entrare.
«Massimo, sei davvero tu?» urla Stefano ancora confuso dalla situazione e dalla gigantesca voragine che tiene separati i due eserciti.
Alle sue parole due fessure, una per lato del tronco, si aprono, e lungo le due radici che fungono da ponte crescono dei rami che sembrano formare una sorta di ringhiera. Due esserini di quelli che ben conosciamo escono dalle fessure. Tutti restano sorpresi da quelle strane creature che li invitano ad entrare. Una volta entrati gli “ospiti”, ecco uscire un terzo cosino che viene nella mia direzione.
«Andrea, adesso puoi entrare anche tu. Mi ha detto di dirti di lasciarlo stare ma io ti do’ un altro messaggio: è nervoso. Parecchio. Entra, rimani a distanza e tienilo d’occhio. Se serve intervieni, ma non dire una parola. Capirà»
«Scusa, ma tu non sei parte della sua coscienza? Perché parli come se fosse un’altra persona?»
«Perché nello stesso momento in cui ci crea diventiamo unici, e anche se per poco tempo abbiamo memorie diverse. Poi le esperienze si riuniscono, ma per ora è tutto. Il mio compito è concluso»
Detto questo quel piccolo essere scompare in una folata di vento, e io mi teletrasporto dentro.
Finisco in una grande terrazza ricoperta di foglie, munita di botola su di un lato, che Massimo chiude dopo il mio passaggio. La terrazza ha una grande tavola centrale formata da alcuni rami, e lo stesso vale per le sedie imbottite di foglie. Le luci magiche che illuminano la stanza le danno una strana aria cupa o forse è colpa di mio fratello, visibilmente infuriato e quindi poco socievole.
«Massimo, solo una cosa… se vuoi fare quello che penso credo che tu debba far passare un po’ d’aria fra queste pareti, sembra ci sia una cappa…»
Il suo sguardo mi raggela il sangue. Io alzo le mani come a dire “è solo un consiglio”, poi mi allontano mettendomi sul lato opposto della stanza, che è munita di due porte laterali da dove probabilmente entreranno i due gruppi. Lui si guarda intorno e annuisce, fa un respiro profondo e la stanza diventa molto più luminosa e sicuramente più adatta a una discussione pacifica. Io intanto ne approfitto per togliermi l’armatura. Era abbastanza comoda, nonostante tutto, ma a tratti sentivo come se non mi stesse troppo bene. E non sto parlando di taglia. Non so nemmeno io di cosa sto parlando, anzi.
L’entrata dei due gruppi mi distrae, e io teletrasporto fuori l’armatura, in fretta e furia, per non allarmare il generale nemico. Quelli subito notano la mia presenza. Le guardie del generale avversario si mettono subito davanti al loro superiore e impugnano le loro spade, ma prima che le possano estrarre Massimo li ferma.
«Voi provate ad estrarre armi qui dentro e vi scaravento fuori nella voragine che ho aperto»
«Se è cosi che ragiona allora possiamo anche andarcene» risponde il generale nemico, anche lui con una mano sull’impugnatura della sua spada. Gli alleati reagiscono di conseguenza e sono pronti a scattare, io alzo le mani per tranquillizzarli ma la cosa li rende ancora più nervosi.
«Sentite, voi avete le vostre guardie del corpo, io ho la mia. È qui solo per sicurezza»
«Sicurezza di chi? Hai anche bisogno di protezione, dopo quello che sei stato capace di fare da solo? Questa per me potrebbe essere un’immensa trappola, non so nemmeno perché sono venuto» risponde il generale avversario seccato dalla situazione.
«Non è qui per la mia incolumità, ma per la vostra. È l’unico essere vivente in grado di frenarmi se dovessi esaurire del tutto la pazienza» risponde mio fratello, in modo pacato ma con lo sguardo di chi ti dice “siediti prima che ti faccio sedere io”.
«Generale Luca, se permette, conosco questi due ragazzi. Se crede che siano di parte si sbaglia. Hanno agito sempre e solo per la pace, e il qui presente Massimo probabilmente è stato in visita anche nelle vostre città» interviene Stefano, lasciando la sua spada nel fodero e facendosi largo tra i suoi.
«Come spia, probabilmente, e adesso vuole darci il colpo di grazia» risponde il generale Luca.
«Io parlo di più di dieci anni fa, generale. Era conosciuto come il Costruttore d’Acciaio all’epoca. Ha portato con sé sviluppo e probabilmente anche molte risate. Non ne ha mai sentito parlare?»
Il generale guarda di nuovo mio fratello e poi dice qualcosa all’orecchio dei suoi. I loro sguardi sono dubbiosi, e continuano guardare Massimo che nel frattempo si siede a capotavola e posa i gomiti sul tavolo, incrociando le mani e fissando i tre senza battere ciglio.
«Si, ricordo di quel ragazzo. Ha aiutato a costruire molte delle nostre città, è stato molto utile è non ha chiesto niente in cambio. Anzi, ha invitato i pochi che lo hanno conosciuto a fargli visita a casa sua... ovvero Enderia. È uno dei vostri»
«Io non sono di nessuno. Non sono nemmeno di Enderia, se è per questo, ma avevo bisogno di una casa per il tempo della mia visita. L’allora capo villaggio Sparklez e il suo amico e scienziato Sethbling ci aiutarono nel momento del bisogno ospitandoci e curando mio fratello. Ci sentimmo in obbligo a ricambiare il favore… ma possiamo dire che ne perdemmo  il controllo» e fa’ un sorriso, appena accennato «Da allora abbiamo cercato di viaggiare e aiutare chiunque accettasse il nostro aiuto indipendentemente dalle nazioni» poi il silenzio. Uno delle guardie del corpo dice qualcosa all’orecchio del suo generale poi lasciano le spade e anche Luca si fa avanti.
«Stiamo parlando di eventi che sono accaduti più di dieci anni fa. Tempi di grandi cambiamenti, ma di pace. Ascolterò quello che avete da dire e riferiremo»
«Prima di iniziare vi invito a posare le vostre armi sugli appositi ripiani» risponde Massimo, invitando tutti e sei a fare come dice. Poi stende le braccia indicando a mano aperta le sedie «Accomodatevi»
La discussione ha inizio, e per circa mezzora i due gruppi si accusano e si difendono senza che Massimo batta ciglio, e in un paio di occasioni sono costretto a intervenire e tenere calmi gli animi. Poi lui interviene
«Da quello che ho capito ognuno di voi accusa gli altri di aver inferto il primo colpo. Vi rendete conto che le versioni sono discordanti, giusto?»
«Ovvio, loro mentono!» risponde secco Stefano, esasperato, e Luca ribatte altrettanto. Gli animi si accendono di nuovo, ma Massimo li interrompe con un semplice commento.
«E se fosse tutto vero?»
«Cosa? Ci stai accusando di aver attaccato per primi?» risponde secco Luca, anticipando Stefano che è sorpreso anche lui dall’affermazione.
«Ma che stai dicendo, Massimo?» gli chiedo, avvicinandomi al tavolo e posando le mani su di esso.
«Non è esattamente quello che intendo. Ho dei sospetti, ma dovrei parlarne con il vostro re il prima possibile»
«Non esiste! Non posso permettere a uno qualunque di avere un’udienza con il mio re! Anche se hai detto di essere un emissario del re Sparklez io non ho alcuna prova che tu…» ma prima che Luca concluda la frase Massimo fa’ un rapido movimento, prende qualcosa sotto il mantello e sbatte il palmo della mano sul tavolo, mettendo a tacere tutti. Poi toglie la mano.
«Vi basta?» chiede, guardando i due generali.
«Ma quella… Erano state ritirate tutte all’inizio della guerra!» risponde Stefano, incredulo.
«Conosco quella spilla. È la spilla reale, solo le persone più vicine al vostro re ne hanno una»
«Ne esistono sette. E ne avete due in questa stanza» e con un cenno mi fa’ capire che la devo mostrare. Sposto il mantello, che la copre.
«Allora, ho abbastanza credenziali per avere un’udienza con il tuo re?»
Ancora incredulo Luca accenna a un si, ma poi scuote la testa. «Io non posso lasciare il fronte, ma non posso nemmeno mandarvi da soli»
«MandarMI. Andrò solo, mentre mio fratello tornerà ad Enderia per parlare a Spark» risponde Massimo fissandomi. Io gli imbruttisco, ma lui accenna un gesto con la mano dicendomi di aspettare e distogliendo il suo sguardo dal mio.
«Forma una scorta e fa’ venire con me uno dei tuoi comandanti qui presenti»
«Perché loro?» gli chiedo.
«Se li ha al suo fianco si fida ciecamente  di loro, visto che affida la sua stessa vita a questi due ragazzi»
«Due ore» Risponde Luca. «Dammi due ore per organizzare la scorta, poi partirete»
«Mi troverete qui, ma da adesso in poi nessun attacco, non voglio che ci siano spari o lame che si incrociano. Niente. Se succede qualcosa venite qui dentro e ne discutete, chiaro? Questa è una tregua, e se uno dei due non la rispetta se la vedrà con me. Tutto chiaro, Stefano?» e si volta verso i nostri.
«Va bene, terrò buoni i miei, ma…»
«Nessun “ma” ne’ “però”. Superate la voragine e io lo saprò. Io vengo a sapere sempre tutto, ho i miei mezzi, e lo sai. Ora andate»
I sei si alzano. Sorprendentemente, i generali si danno la mano, stringendo così un patto di non aggressione.
«Propongo di lasciare le nostre due spade in questa stanza» inizia Stefano. Le due spade vengono consegnate loro, e i due generali, sotto lo sguardo attento di mio fratello, le piantano sulla tavola.
«Che questo tavolo sia il fodero delle nostre spade fino a quando non potremmo posarle nella bacheca delle nostre case» continua Luca, per poi voltarsi verso Massimo «Ci vediamo più tardi» ed uscire per la strada di ingresso.
«Massimo, io non ti lascio andare da solo nella tana del lupo»
«Tu invece torni a Enderia, ti assicuri delle condizioni di Spark e mentre sei lì voglio che ti metti alla ricerca di Seth, o che per lo meno cerchi di capire perché se n’è andato. Vai nel suo laboratorio, cerca qualche traccia, ok? In quanto alla tana del lupo, meglio per lui che stia buono e a cuccia perché non sono in vena di giocare. Ora va’ da Stefano, avrà sicuramente mille domande da farti»
  
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