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Autore: Melchan    09/07/2022    1 recensioni
[OMEGAVERSE, BAKUDEKU, RACCOLTA]
1. [alpha pro hero!Baku, omega vigilante!Deku] "If you like the right people"
Miele, vento primaverile e qualcosa di indefinito, totalmente suo, una nota fresca e dolce che non aveva mai sentito prima e sapeva, nel profondo, che non sarebbe mai riuscito a ritrovare in nessun altro. Il suo alpha ne era sicuro come mai lo era stato di qualcosa prima di allora.
Genere: Avventura, Omegaverse, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Inko Midoriya, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Eeeeee rieccoci qua! Oggi vi porto due belle notizie: una è la pubblicazione del primo capitolo di questa raccolta bakudeku omegaverse. Visto che spesso mi viene una gran voglia di scrivere re-interpretazioni di trope narrativi omegaverse su questa meravigliosa coppia (okay, sono una fangirl molto di parte, non fateci caso XD), ho pensato di creare un’apposita raccolta di fanfic!
Nel primo capitolo lo spunto narrativo è “omega!Izuku vigilante e prohero!Bakugou”. Nonostante su AO3 si trovino svariate ff che lo trattano, per correttezza sottolineo che la voglia di affrontarlo mi è venuta leggendo la fantastica "Red Rabbit" di GeekGum.

La seconda notizia è che il 15 luglio uscirà “Questo legame impossibile” (potete cliccare sul titolo per vedere la copertina che Cora Graphics ha realizzato per me e volendo il tasto per il pre-ordine del romanzo), il romanzo originale tratto dalla mia “Isn’t it ironic?”. Ironic è una fanfic omegaverse ad ambientazione storico-fantasy che tante di voi hanno apprezzato, lasciandomi commenti fantastici <3 Il mio affetto per quel piccolo universo e le parole stupende che gli avete rivolto hanno fatto sì, dopo anni di continui rinvii, che mi decidessi a scrivere (e soprattutto finire) il mio primo romanzo.
Questo legame impossibile” è quindi una storia a sé, con due protagonisti di nome Robin e Rickard che giustamente non sono più mie trasposizioni di Deku e Bakugou ma personaggi nuovi, con tanto da dire anche senza “il traino” dei loro adorabili musetti (… lentiggini a parte! Erano un dettaglio troppo perfetto anche nel caso del dolce Robin). Ci tengo a sottolineare che la storia (nonché l’ambientazione, che non richiama più - da lontano - il Giappone antico ma il Medioevo inglese) a sua volta ha subito modifiche, migliorie… e soprattutto un NUOVISSIMO elemento di trama che secondo me farà impazzire la maggior parte di voi <3
Isn’t it ironic? resta comunque disponibile su EFP proprio perché il romanzo è un’altra cosa. Spero tanto che questa mia piccola fatica creativa possa incuriosirvi… e adesso vi lascio finalmente alla nuova fanfiction, ci risentiamo nelle note finali!

-*-

THE WAY IT FEELS TO WATCH "FIGHT CLUB" FOR THE FIRST TIME
 

Sometimes in life, a strange genre suddenly gets into the mix.
What genre was your day?
A romantic comedy? A strange, but beautiful fantasy? A sad melodrama?

*
A volte, nella vita, uno strano genere si mette di mezzo.
Di che genere è stata la tua giornata?
Una commedia romantica?
Una strana, ma splendida fantasia?
Un triste melò?

(Goblin)

-*-

If you like the right people

La radiosveglia sul comodino segnava le 12:35 AM, e Izuku era appena rientrato in camera sua dal corridoio sorridendo tra sé.
Sua madre dormiva serena, russando leggermente nel proprio letto, e lui ormai era diventato abilissimo a preparasi e uscire senza fare rumore.

Era di nuovo quel momento, che lui pregustava ogni volta nell’istante stesso in cui cominciava a prepararsi. Tirò fuori da sotto il letto la scatola nascosta dietro mille cianfrusaglie dove teneva gli attrezzi del mestiere, indossò il suo costume verde e fissò sul collo i cerotti per nascondere l’odore. Poi si controllò con attenzione allo specchio posizionato accanto alla porta: doveva essere certo che la parte superiore della tuta gli coprisse bene il volto.

Perfetto. Giusto sua madre sarebbe stata in grado di riconoscerlo.

A quel punto, prese dalla scatola anche il piccolo teaser d’emergenza che portava sempre con sé durante le ronde. Se lo sistemò alla cintura e a quel punto aprì finalmente la finestra della camera.
Lo investì l’odore dei gelsomini. Anni prima Inko li aveva sistemati in modo che incorniciassero la porta d’ingresso, situata proprio sotto la finestra di Izuku, e il loro profumo era qualcosa gli sussurrava dolcemente casa ogni volta che lo sentiva, la bocca che si piegava da sola in un sorriso.
Alzò il capo e puntò le iridi verdi verso il cielo: nel suo quartiere sonnacchioso riusciva a scorgere le stelle che lo punteggiavano, senza nubi o luci eccessive che le oscurassero. Il caldo dell’estate era temperato dall’ora tarda, e anche se avrebbe comunque sudato un po’, Izuku sentiva che si trattava davvero di una notte perfetta per una ronda lunga e soddisfacente.

Si issò sul suo balconcino, socchiuse dietro di sé la finestra quanto bastava per farla sembrare serrata dalla strada e saltò giù con fare agile ed esperto, ritrovandosi sul praticello del giardino. Tanti, troppi aspetti dell’essere un omega non facevano altro che complicargli la vita, ma almeno il suo secondo genere portava con sé un ottimo istinto difensivo e una flessuosità superiore sia a quella degli alpha che dei beta.
La natura voleva rendergli più facile fuggire da predatori (da alpha) sgraditi, ma Izuku aveva capito che si trattava di un’abilità sfruttabile anche per l’obiettivo opposto. Le scuole potevano ancora rifiutarsi di addestrare eroi omega, convinti che fossero troppo deboli e vulnerabili per affrontare un mestiere tanto pericoloso, ma lui aveva imparato sul campo a impiegare tutto ciò che aveva a disposizione per realizzare il suo obiettivo: combattere e mettere nel sacco i criminali, difendendo chi ne aveva bisogno.

L’omega inspirò l’aria pregna di estate a pieni polmoni.

Che nottata fantastica per andare a caccia di villain!
 
*

Che nottata d’inferno per andare a caccia di villain.
Katsuki digrignò i denti, dando vita a piccole esplosioni per passare dal tetto dove si trovava a quello seguente.
L’estate spesso portava con sé umori agitati e il caldo dava alla testa a chiunque, criminali compresi. Molti di loro finivano per commettere più malefatte del solito, ma quella notte sembrava che tutti se ne fossero rimasti a casa a grattarsi la pancia, dannati loro! Katsuki era diventato un eroe per darsi da fare e bruciare il culo a quanti più infami possibili, non per girovagare come un idiota qualsiasi.
La sua parte alpha sembrava battere i piedi dentro di lui e mugugnare per la noia.

“Era da anni che un vigilante non portava così tanti cittadini dalla sua parte! Sul web sono sempre più numerosi i siti e le fanpage dedicati a Gribbit…”
“TSK!”

Katsuki si allontanò con un balzo dal balcone sul quale se ne stava appoggiata quella stupida radio, dove gente ancora più stupida diceva un mucchio di assurdità! Ai tempi del liceo l’avrebbe fatta esplodere, ma come eroe professionista non poteva permettersi certi numeri.

“MALEDETTI IDIOTI!” sbottò tra sé.
Quanto si doveva essere suonati per diventare fan di un maledetto pazzo che giocava a fare l’eroe senza licenza?! Gribbit poi, che razza di nome! In agenzia aveva sentito un paio di colleghi parlarne.
“Hanno fatto una crasi tra green, il colore del suo costume, e rabbit, coniglio, per via di quelle orecchie!”
A Katsuki sembrava una vera stupidaggine, il tipo di nomignolo che avrebbero potuto inventarsi delle ragazzine ridacchianti. E forse erano proprio loro a costituire la maggior fanbase di quel maledetto Gribbit… la cosa non lo avrebbe stupito per niente.

Stava ancora mugugnando tra sé, perso in pensieri rancorosi verso quello stupido coniglio con le sue pose da eroe improvvisato, quando nella notte risuonò un allarme. Katsuki lasciò perdere tutto il resto e filò subito verso quel suono angosciante.

Grazie alle sue esplosioni ben calibrate, nel giro di un paio di minuti si ritrovò a planare verso una gioielleria nella zona commerciale del quartiere. La serranda protettiva era regolarmente abbassata, ma una parte era stata bruciata come burro fuso e adesso brillanti, bracciali e orecchini giacevano sparpagliati sul marciapiede antistante il negozio.

“Questa mezza cartuccia deve avere un quirk capace di fondere i materiali resistenti” pensò subito l’alpha. L’unico problema era che la mezza cartuccia in questione non si trovava dove avrebbe dovuto, ovvero intento a intascare i preziosi e pronto per essere atterrato dal grandioso Dynamight.

No, quel pezzo d’infame era occupato a rotolarsi per terra, abbarbicato a qualcuno. Qualcuno con una tuta verde e un mucchio di lentiggini sul lato del viso dove la sua tuta era stata strappata.
Il criminale che aveva combinato quel macello diede un sonoro calcio nella pancia al suo avversario, imprigionandolo poi sotto di sé. “Maledetto coniglio!” gridò, caricando poi un pugno diretto probabilmente al suo naso (grazioso, registrò una parte di Katsuki).
Il criminale non riuscì mai a portare il colpo a segno.

Dynamight gli fu addosso e lo colpì con un’esplosione dalla sua mano destra, calibrata appositamente per farlo svenire senza fare danni reali.

Mentre Gribbit tossiva a terra, Dynamight legò il criminale assicurandosi che una volta sveglio non potesse fuggire. A quel punto toccò al coniglio ritrovarsi addosso l’eroe alpha più biondo e incazzoso del Giappone.
“Ma guarda un po’ chi si vede, non pensavo che fosse il momento giusto per una caccia al coniglio!” ghignò Katsuki dando un’occhiata da vicino al ragazzo sotto di lui. L’idea di ammazzare animali indifesi, se non per necessità, lo aveva sempre disgustato… ma nel caso di Gribbit era prontissimo a fare un’eccezione.
I suoi sensi da predatore ed eroe addestrato catturarono subito i particolari fondamentali:
A: chi stava sotto di lui in quel momento era basso e maschio;
B: si era già ripreso abbastanza da cominciare a divincolarsi;
C: sembrava non aver alcun odore riconoscibile che stabilisse il suo secondo genere, il che per un alpha potente come Katsuki era oltremodo irritante, visto che gli impediva di identificare al meglio il suo opponente…
D: … in compenso, sul lato scoperto del suo collo era ben visibile un grosso cerotto, di quelli che servivano a mascherare il proprio afrore e di conseguenza anche il genere secondario.
Senza pensarci un secondo, Dynamight strappò di netto il cerotto.
“NO!” gridò Gribbit. Ma era già troppo tardi.

Katsuki gli avrebbe detto di non fare casino e lasciarsi ammanettare, se non voleva che gli facesse esplodere il culo.
Glielo avrebbe detto subito, per poi girarlo di schiena e legarlo.
Lo avrebbe fatto, davvero, se solo avesse potuto.
Peccato che non ci riuscì. In compenso, appena tolto quel maledetto cerotto seppe che non avrebbe mai scordato quel momento. L’istante in cui l’odore del dannatissimo Gribbit gli si impresse nel cervello per sempre, lasciandolo atterrito con e l’inguine duro come la pietra.

Miele, vento primaverile e qualcosa di indefinito, schifosamente e totalmente suo, una nota fresca e dolce che non aveva mai sentito prima e sapeva, nel profondo, che non sarebbe mai riuscito a ritrovare in nessun altro. Il suo alpha ne era sicuro come mai lo era stato di qualcosa prima di allora.

Per un istante anche Gribbit si ritrovò a fissarlo a bocca aperta con i grandi occhi verdi sgranati, immobile sotto di lui.
Senza pensare, Katsuki ringhiò leggermente. Non in modo minaccioso, ma in quel tono basso e roboante che comunicava a un omega come l’attenzione dell’alpha che aveva davanti fosse tutta indirizzata a lui.
Gribbit si ritrovò a emettere un guaito lieve ma perfettamente udibile nel silenzio della notte giapponese intorno a loro, interrotto solo dal frinire dei grilli.

L’aria cominciò a tingersi pian piano dell’odore di omega eccitato. Se l’alpha interiore di Dynamight fosse stato dotato di coda avrebbe scodinzolato come un matto, e Katsuki sentì il proprio ghigno allargarsi mentre d’istinto fiutava l’aria per cogliere al meglio quel profumo delizioso.  
A Gribbit non servì altro.
Un secondo era steso sotto la mole immensa dell’alpha, quello seguente uno dei suoi pugni scattò verso il suo naso, e a differenza del colpo tentato dal criminale di poco prima, il suo andò a segno. Katsuki grugnì per il dolore e l’omega ne approfittò per rifilargli un altro colpo, questa volta allo stomaco. A quel punto riuscì finalmente a rotolare lontano da lui.
“Tipico comportamento alpha” mugugnò tra i denti mentre metteva quanta più distanza possibile tra loro. “Pensate sempre che tutti non vedano l’ora di prostrarsi davanti a voi, ma vi sbagliate di grosso.”
Si tirò su e poi rivolse un sorrisetto impertinente e allegro a un tempo all’alpha che lo stava maledendo a pochi metri di distanza. “I miei saluti, Dynamight. Ti direi che mi ha fatto piacere incontrarti dal vivo, ma temo la cosa non sia reciproca!” ridacchiò.
“Brutto…” iniziò Katsuki, ma prima che finisse la frase Gribbit era già sparito, dandosela a gambe con una velocità da lepre perfettamente in linea con il suo soprannome.

Katsuki si ritrovò così a grugnire sdraiato sull’asfalto, gli occhi involontariamente puntati sul cielo stellato sopra di sé. L’odore dell’omega aleggiava ancora nell’aria, pizzicandogli il naso come se anche lui si divertisse a stuzzicarlo.
“Dannato omega” borbottò tra sé. E se un minuscolo sorriso gli piegò la bocca, ripensando a quel coniglio verde maledettamente sveglio, oltre che attraente, nessuno lo avrebbe mai saputo.

-*-

Note di Melchan:
Spero che questa prima storia vi sia piaciuta, sarei davvero felice se mi faceste sapere cosa ne pensate nei commenti! So che il finale è aperto, ma ciò che volevo era più che altro creare un piccolo universo contenente una versione alternativa dei nostri amati personaggi. Spero di avervi restituito la magia che regala a me immaginarli in questo tipo di situazione <3

Ah, dimenticavo: il titolo della fic è una citazione da una sceneggiatura di Jamie Mathieson, che per intero recita “Life would be so much simpler if you liked the right people, people you're supposed to like. But then I guess there'd be no fairytales.”
Il nome della raccolta invece viene da una delle ff bakudeku probabilmente più apprezzate su AO3, "Bluebird" di EtherealBeing. Devo ancora finirla, ma la frase (rivolta da Deku a Bakugou):
“You look the way it feels to watch Fight Club for the first time and think it’s the best thing ever.”
Traduzione (fatta da me medesima, infatti l’originale rende mille volte di più):
“Tu assomigli al guardare Fight Club per la prima volta e pensare che sia la cosa migliore mai esistita.”
… Penso sia qualcosa di talmente bello e preciso, di talmente perfetto per il loro rapporto, che ho voluto rendergli omaggio in questo modo. Spero vi sembri un titolo azzeccato per questa raccolta quanto lo appare a me ^^

Grazie ancora per aver letto e alla prossima ff,
Mel
  
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