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Autore: sasdavvero    10/07/2022    0 recensioni
“Non ti piace l’aria o anche la pioggia?”
“Entrambe,” Hawks richiuse la finestra e si sedette di fianco a lui.
“Oh? Un motivo in particolare?” Dabi non sembrava molto interessato alla conversazione, guardava il cellulare con un fare annoiato, come al solito, eppure, quando Hawks poggiò la testa sulla sua spalla, lui cambiò di mano il telefono e avvolse il braccio vicino a lui alla sua vita.
Come se fosse un’azione automatica.
Probabilmente ormai lo era, e Hawks non sapeva che pensare di questa cosa.
O meglio, non sapeva se sarebbe stato meglio se fosse stata automatica o meno.

[Possession!AU-stand alone]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dabi, Hawks
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'DabiHawks Possession AU'
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“Ugh,” mormorò Hawks entrando in casa.

“Ah, benarrivato," lo salutò Dabi dal divano.

“Già, fortuna,” Hawks si tolse il cappotto e lo appese in entrata, camminò alla finestra serrata e alzò le tapparelle, aprendo la finestra.

La luce improvvisa e il vento che tirava fecero imprecare Dabi.

Non che ci fosse tanta luce o troppo vento, era più quell'atmosfera bianco-grigia un po' sommessa, portata dalle nuvole che annunciano pioggia.

“Che minchia fai? Tieni chiuso, coglione.”

“Macché, serve cambiare aria a volte, Dabi. Anche se, beh, l’aria di pioggia non è troppo buona.”

“Non ti piace l’aria o anche la pioggia?”

“Entrambe,” Hawks richiuse la finestra e si sedette di fianco a lui.

“Oh? Un motivo in particolare?” Dabi non sembrava molto interessato alla conversazione, guardava il cellulare con un fare annoiato, come al solito, eppure, quando Hawks poggiò la testa sulla sua spalla, lui cambiò di mano il telefono e avvolse il braccio vicino a lui alla sua vita.

Come se fosse un’azione automatica.

Probabilmente ormai lo era, e Hawks non sapeva che pensare di questa cosa.

O meglio, non sapeva se sarebbe stato meglio se fosse stata automatica o meno.

“Mi si inzuppano le ali ed è più faticoso volare,” decise di ignorare la sua testa, rispondendo invece alla sua domanda.

“Uhuh, figo.”

Gli diede uno sguardo, Dabi fissava il telefono e basta. “Almeno fa’ finta di ascoltare.”

“Mhm, vero.”

“Sei una testa di cazzo.”

“Ovviamente,” ma aveva un mezzo sorrisetto sul volto e ad Hawks scappò una lieve risata.

“Heyyyy Dabiiii.”

“Che?”

“Guardami.”

Dabi gli diede un’occhiata.

Sorrise. “Madonna oh.”

“Madonna che?” Hawks gli mostrò il suo sorriso più convincente.

“No, torna con la faccia di prima.”

“E che faccia avevo?”

Sorrideva ora più divertito. “Perso a guardarmi, stupido idiota.”

“Uhhh, pesante,” Hawks alzò la testa e si avvicinò a lui, “stai perdendo colpi, Lanterna.”

“Lanterna?” quasi avrebbe riso. “Che razza di soprannome è?”

Hawks mise il broncio, circa, labbro inferiore portato in fuori, sbatté velocemente le palpebre. “È pewché swei wa wuce dewwa mia wita uwu.”

Dabi fece una faccia disgustata. “Me ne vado se continui così.”

L'espressione del biondo si ruppe in una risata mentre si avvicinava di più. “Aw, eddai Dabi, sappiamo entrambi che non dureresti un giorno senza di me.”

“Beh, ho ben due mani, pensa un po' te— cristo, che cazzo mi tiri i capelli a fare?”

“A farti stare zitto.”

“Ci sono modi migliori per farmi stare zitto.”

“Mhm,” sentiva il suo respiro sulle sue labbra. “Beh, già, ne conosco qualcuno, mh?”

Dabi sorrise, e forse Hawks capiva quel Perso a guardarmi che trovava tanto bello.

Dio santo.

Portò una mano alla sua nuca e lo spinse vicino, le loro labbra si toccarono, spingevano le une contro le altre ma non cercavano di più, ancora e ancora e ancora e nessuno cercava di più.

Dio, che bello.

Dio.

Dabi gli strinse la vita e lo tirò in piedi, non smise di baciarlo, mano al suo viso, Hawks era…

Stava bene.

Bene.

Bene.

“Vieni con me,” sussurrò il moro, e Hawks si lasciò trascinare fuori dall'appartamento di Dabi, lui gli teneva la mano mentre camminavano giù per le scale e Hawks sentiva le sue guance tingersi di rosso.

Non ne capiva il motivo.

Non capiva perché proprio in quel momento.

Perchè per un gesto così semplice.

Fuori qualche goccia già cadeva dal cielo, sempre di più, sempre di più, Hawks non capiva che ci facessero sotto la pioggia in un vicolo conciato come quello.

“Dabi, rientriamo dai, che sta già piovendo.”

Dabi scosse la testa. “Voglio fare una cosa.”

“Del tipo?”

Sorrise. “Ti ricordi? Cinque anni fa, quell'evento lì?”

Hawks scavò nella sua memoria offuscata. “L’Hero Gala, dici?”

Dabi annuì. Gli lasciò la mano e la porse davanti a lui, teneva l'altro braccio piegato dietro la schiena. “Vuoi concedermi questo ballo, Hawks?”

Hawks non—

Non capiva, non capiva, il suo cuore in gola, le guance in fiamme, dio, perché Dabi gli faceva questo effetto?

Ma—

Sorrise, divertito, imbarazzato, gli scappò una lieve risata mente prendeva la sua mano e annuiva.

La pioggia batteva più forte ora, ma a nessuno dei due importava, a quanto pareva, già fradici come non mai, Hawks portò una mano alla sua spalla e strinse la sua, mentre sentiva quella di Dabi appogiarsi dolcemente alla sua vita, dio, dio, era così gentile, così gentile, dio—

Non erano migliorati da quella volta, cinque anni prima.

Per niente, ancora erano abbastanza scoordinati, ancora a volte si calpestavano i piedi con un po' troppa forza, ancora, ancora, non c'era nessun tipo di musica, solo il soave battito della pioggia sulla terra, su di loro, eppure sorridevano, eppure volteggiavano ridendo tra le gocce, un po' impacciati alle volte, ma non era importante nemmeno quello.

Non era importante nemmeno quello.

Eppure, eppure, quando Hawks rallentò un poco, quando mosse la mano dalla sua spalla al suo viso, il suo viso, così freddo, fradicio, sfregiato, lui…

Sentì la stessa identica spinta della volta prima.

E questa volta, quando si avvicinò, occhi socchiusi e labbra un po' sporte, Dabi strinse la mano sulla sua vita e lo baciò di nuovo, di nuovo, con calma, senza nessun tipo di fretta, di ansia, solo, loro, sotto la pioggia alle sette di sera, il tramonto non arriva nel vicolo già molto poco illuminato, ma onestamente, nemmeno quello era importante.

Erano importanti solo loro.

Solo loro.

Solo loro.

E si baciarono per un tempo infinito e si baciarono per un tempo che ancora non era abbastanza, di più, di più, di più, senza un di più, senza un dopo, no?

Quello non serviva, in quel momento.

Non serviva, e Hawks sorrideva tra le sue labbra mentre lo baciava e Dabi sorrideva tra le sue mentre lo baciava e—

Oh.

Oh.

Sono davvero fottuto, uh.

(Lo era, da un certo punto di vista.

Hawks lo sapeva bene.

Non poteva dire gli importasse.

Nonostante la sua testa che già iniziava ad urlare, Hawks…

Sentiva che almeno in quel momento, anche se solo in quel momento…

Andava bene.

Andava bene.

Andava bene.)

   
 
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