Trenord,
alzo lo sguardo
e il tuo tabellone mi dice “cancellato”.
I giorni dei 90 minuti di ritardo
sono un ricordo passato.
Adesso, manco ci provi.
Se ci risparmi gli antichi disagi
è per far spazio a dei disagi nuovi.
Genere: Demenziale, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Trenord,
alzo lo sguardo
e il tuo tabellone mi dice “cancellato”.
I giorni dei 90 minuti di ritardo
sono un ricordo passato.
Adesso, manco ci provi.
Se ci risparmi gli antichi disagi
è per far spazio a dei disagi nuovi.
Trenord,
non pensi mai ai tuoi pendolari, purtroppo.
Non dico d’esser sempre in orario,
che lo so, è chieder troppo,
ma se c’è un guasto straordinario
sarebbe almeno intuitivo
se siamo in una zona mal servita,
organizzare un bus sostitutivo.
Trenord,
ma tu, manco un rimborso,
o uno sconto sull’abbonamento.
Una goccia di rimorso,
un biglietto di scuse, mi accontento.
Almeno riconosci i tuoi peccati,
che quelli che non pagano il biglietto
te li sei un po’ cercati.
Trenord,
ti prenderei a botte.
Coi tuoi ritardi ci riempirei un romanzo.
Per non arrivare a casa a mezzanotte
dovrò accorciar la pausa pranzo
e sgobbare come un mulo.
Trenord,
ma vaffanculo.