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Autore: Stillathogwarts    12/07/2022    1 recensioni
Si svegliano una mattina e il mondo è al contrario.
Hanno di nuovo vent'anni e Voldemort ha vinto la guerra, i Mangiamorte sono al governo.
Harry guida la resistenza. Hermione viene catturata e portata a Malfoy Manor, dove scopre che l'unica persona a ricordare come sono andate veramente le cose oltre a lei è Draco Malfoy.
Mentre cercano di capire cosa succede e come procedere, i ricordi di un'altra vita iniziano a riaffiorare nella loro mente.
- DRAMIONE
- STORIA IN 17 CAPITOLI
Genere: Dark, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Disclaimer: I personaggi e il mondo di Harry Potter in generale non mi appartengono. La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


 
1
UPSIDE-DOWN
 
 
 
 
 
Si sveglia una mattina e tutto sembra diverso.
Come sua abitudine tende una mano a cercare la moglie accanto a sé, il fantasma di Astoria che ancora aleggia sul suo letto.
Ma il posto al suo fianco è vuoto.
Ricorda a sé stesso che è vuoto da anni.
Si sente strano, quella mattina.
Come se il corpo in cui si è risvegliato non fosse il suo, come se... fosse tutto sbagliato.
Si guarda allo specchio e ne capisce il motivo.
Il suo riflesso non gli appartiene, non più.
Sembra ringiovanito di vent’anni.
Ha lo stesso aspetto che aveva nei suoi vent'anni, ma con il pallore e le occhiaie che lo avevano contraddistinto durante la guerra.
Corruga la fronte e poi sobbalza, quando la porta si spalanca sonoramente.
Suo padre lo guarda con disappunto. Anche lui sembra avere vent'anni in meno.
Indossa la tenuta da Mangiamorte.
«Che ci fai ancora così? Hai di nuovo trascorso la notte a fare baldoria con quel buono a nulla di Blaise Zabini?» lo rimprovera.
Lui corruga la fronte, perplesso.
Zabini? Non si sono mai piaciuti molto, neanche ai tempi della scuola.
«Vedi di prepararti. Hanno trovato la Sanguemarcio. Hanno trovato Hermione Granger» gli dice ancora il padre.
Un’espressione di pura confusione appare sul volto di Draco quando Lucius lascia la stanza.
Si volta e vede un abito da Mangiamorte che ha tutta l'aria di avere la sua taglia, le misure di quando era più giovane. Una maschera giace sulla scrivania abbandonata.
Piega il braccio sinistro e con esitazione posa gli occhi sull'avambraccio.
Il Marchio è nero.
È vivo, di nuovo.
E lui rabbrividisce.
 
Segue Lucius per i corridoi.
Il Manor è sempre lo stesso, cupo e oscuro.
Si aspetta di vedere suo figlio scorrazzare per i corridoi da un momento all’altro, ma se ha davvero vent'anni sa che non è possibile, che non accadrà.
Pensa ad Astoria; se è vittima di qualche sorta di viaggio nel tempo, sa che lei dovrebbe essere ancora viva in quel periodo.
Allora chiede a suo padre di lei.
«Che affari hai con la moglie di Theodore Nott?» risponde lui alzando un sopracciglio e Draco si irrigidisce.
«Ti senti bene, figliolo?»
No, non si sente bene.
Qualcosa nei recessi della sua mente si smuove; lui era presente a quel matrimonio, tenutosi anni prima.
Ma non può essere giusto, vero?
Lui se la ricorda. Ricorda il giorno in cui gli ha detto per la prima volta che lo amava; ricorda il giorno in cui ha pronunciato quel sì sull'altare e il giorno in cui ha dato alla luce Scorpius, il loro bellissimo bambino; ricorda la notte in cui le ha dovuto dire addio per sempre, troppo, troppo presto nello schema delle cose.
E ricorda il dolore che ne è conseguito.
Non può essere giusto.
 
Raggiunge le segrete e la vede.
Hermione Granger, spezzata e persa. Ha lo sguardo vacuo, fissa un punto indefinito davanti a sé, ed i suoi vestiti sono sporchi; anche il suo volto lo è. Un misto di fuliggine e sangue rappreso.
Sa che è stata torturata un secondo dopo aver posato gli occhi su di lei.
Anche la Granger sembra nel pieno dei suoi vent'anni, ma lui se la ricorda.
Solo la sera prima erano stati entrambi a cena a casa di Potter.
Ricorda la sua mano ferma sul braccio di Weasley con l’intento di tenerlo calmo, dopo che Scorpius e Rose hanno comunicato loro di avere una relazione.
Ora invece lei è lì, ma sembra il fantasma di sé stessa, della sé stessa passata.
Le sue mani tremano convulsamente.
Non può essere giusto.
«Sanguemarcio» esordisce suo padre e Draco arriccia il naso.
Odia quel termine, lo odia da anni.
Lui non è più quello che era a Hogwarts da tanto tempo ormai.
«I Carrow affermano di non essere riusciti a farti parlare. Vediamo come ce la caviamo noi, sono sicuro che riusciremo a scioglierti la lingua.»
Draco impallidisce; non ha intenzione di torturare la Granger.
Non ha intenzione di stare a guardare mentre qualcuno, suo padre questa volta, lo fa.
Non di nuovo, non può.
Ha appena smesso di avere incubi sulla notte in cui la bacchetta che scagliava le Cruciatus era quella di Bellatrix.
Ha appena avuto il coraggio di chiederle scusa per tutto ciò che aveva fatto in gioventù.
Ha appena ottenuto il suo perdono.
Hermione punta gli occhi in quelli di Lucius, ma è come se non lo vedesse veramente.
«Questo non è giusto» afferma come un dato di fatto e suo padre ride a quelle parole, ma Draco è d'accordo con lei.
«È tutto sbagliato.»
È sempre stato sbagliato, pensa Draco.
Ma poi lei lo guarda e lui capisce.
«Non è andata così» aggiunge fissandolo intensamente. «Tu non sei questo
E in quel momento, Draco è certo che anche lei ricordi.
La confusione sul suo volto è la stessa che ha visto quella mattina nello specchio quando si è svegliato in un mondo al contrario.
Quando si è svegliato nella pelle di ciò che odia con tutto sé stesso.
Nei panni di un Mangiamorte.
Ovviamente, lei ricorda.
È Hermione Granger.
Draco si inumidisce le labbra e poi si volta verso suo padre.
«Ci penso io a lei» gli dice. «Abbiamo dei conti in sospeso dai tempi della scuola, in fondo.»
Lucius ghigna perfidamente e poi annuisce.
«Buon divertimento» risponde prima di andarsene e Draco non riesce a reprimere una smorfia di disgusto.
Lo ha fatto altre volte, nonostante non lo volesse, ha torturato della gente; una parte di lui lo rammenta, ma gli sembra estranea anche se i ricordi sono lì, da qualche parte nel suo cervello e riaffiorano di tanto in tanto.
No, non è andata così.
Si volta e inizia a studiare la ragazza davanti a sé.
Si è portata le mani alla testa e dondola avanti e indietro.
«Sbagliato, sbagliato, sbagliato» farfuglia con gli occhi serrati, mentre silenziose lacrime le rigano le guance.
«Non è andata così. Non è andata così. È tutto sbagliato. Tutto sbagliato. Sbagliato, sbagliato, sbagliato…»
«Hai ragione» conviene Draco, avvicinandosi a lei e piegandosi sulle ginocchia per portare i loro volti alla stessa altezza, per osservarla meglio.
Incatena lo sguardo al suo.
«Questo mondo è sbagliato» sussurra deglutendo.
Gli occhi di Hermione si allargano, mentre la consapevolezza che forse non è completamente impazzita attecchisce dentro di lei.
«Sì?» chiede con voce tremula e il biondino annuisce.
«Sì. Non è andata così» le conferma e la ragazza sospira.
La sensazione di sollievo dura solo un attimo, però.
Cosa sta succedendo, allora? Sembra chiedergli con lo sguardo.
Draco non ha una risposta da dare a quella muta domanda, allora scrolla le spalle e basta.
Hermione riabbassa lo sguardo sul pavimento.
È di nuovo a Malfoy Manor.
E il ricordo delle Cruciatus di Bellatrix brucia di nuovo sulla sua pelle.
Si porta le braccia attorno alle ginocchia e posa una guancia su di esse.
«Ascoltami, Granger» mormora Draco, avvicinando ulteriormente il volto a quello di lei.
Le sue labbra sono a pochi millimetri dall’orecchio della ragazza.
«Ti tirerò fuori da qui», le assicura. «Ti porterò via. Ma ho bisogno del tuo aiuto.»
Gli occhi di Hermione dardeggiano di nuovo nei suoi.
«Dobbiamo prendere tempo», riflette Draco. «Devo capire cosa sta succedendo, se vogliamo avere una speranza di rimettere le cose a posto.»
Lei annuisce lentamente.
«Ho bisogno del tuo aiuto in questo» aggiunge deglutendo. «Granger, devi fare una cosa per me.»
Lo guarda con aria interrogativa.
Cosa potrebbe fare? È prigioniera.
«Devi urlare con tutto il fiato che hai in corpo» le dice in tono asciutto. «Dobbiamo fargli credere che ti sto torturando.»
Hermione deglutisce, ma quando lui le fa un cenno con il capo, lei inizia a gridare.
«Che nessuno la tocchi», ordina prima di lasciare le segrete. «La Sanguemarcio è mia.»
Nell’esatto momento in cui il termine lascia le sue labbra, Draco ritorna a odiare sé stesso.
 
Raccoglie una manciata di informazioni.
Scopre che Potter è vivo, ma che Voldemort e i Mangiamorte hanno vinto la Battaglia di Hogwarts e sono saliti al potere.
Il Prescelto e i pochi membri dell’Ordine superstiti si nascondono da quel giorno, mettendo in atto attacchi mirati di tanto in tanto.
Li definiscono la Resistenza, di questi tempi.
Il Consiglio Oscuro, costituito dai Mangiamorte di rango più alto, è a capo del governo; si riuniscono nella Torre Nera e prendono le decisioni in merito al mondo magico.
Draco ha un posto in quel Consiglio.
Un ricordo si sblocca nella sua mente e rammenta il motivo per il cui il mondo babbano è stato lasciato fuori dal piano di conquista di Voldemort; la minaccia delle armi nucleari. La loro magia sarebbe stata inutile contro di esse.
Un accordo internazionale, per assicurarsi che gli altri Stati non interferissero con il loro operato nel Regno Unito.
A loro non importava del resto del mondo.
E al resto del mondo non importava di loro.
I neo-Mangiamorte di rango più basso pattugliano le strade in gruppi, organizzano ed eseguono spedizioni alla ricerca dei ribelli.
I Servitori dell’Oscuro, così si fanno chiamare.
Apprende che i Nati Babbani catturati vengono uccisi o resi schiavi.
E lo stesso vale per i traditori del proprio sangue.
Ricorda che quello è stato il destino di Ginevra Weasley, tenuta in ostaggio a Zabini Manor da circa un anno.
Si chiede quanto debole debba essere Potter al momento per non aver cercato di salvarla; o se la sua prigionia faccia parte di un piano.
Rabbrividisce per l’orrore quando l’eco delle risate di Blaise che racconta del modo in cui la tratta si leva dai meandri della sua mente.
La conosce ora, sono quasi amici nella vita reale.
Inizia a rammentare più elementi di quella vita, ed è come se fino a quel momento ne avesse vissute due parallele.
Come il fatto che dalla Battaglia di Hogwarts non ha pensato ad altro se non a trovare lei.
Trovare la Granger, portarla al Manor prima che qualcun altro mettesse le mani su di lei, ma non è come se la volesse per farle del male; ne è sicuro… lo sente.
Non capisce ancora a che gioco stia giocando l’altro sé stesso e non gli importa, perché lui non ha alcuna intenzione di seguire il suo schema.
Ma inizia a temere di perdere la presa sulla sua mente, la sua lucidità, di soccombere a quella realtà orrenda.
E allora cerca di restare concentrato sul pensiero di suo figlio.
È quella la mia vita, ripete a sé stesso.
Io non sono questo.
Devo tornare da Scorpius.


 
   
 
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