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Autore: Darty    12/07/2022    11 recensioni
E' la notte del 12 luglio. Il mio pensiero va a loro due.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just don't leave
Don't leave

And true love waits
In haunted attics
And true love lives
On lollipops and crisps

Just don't leave
Don't leave

Radiohead - True Love Waits
https://www.youtube.com/watch?v=z2hZ9CTLICs
 
 
(…)
“André, Io una volta sono stata innamorata di Fersen, anche se sapevo chiaramente che tu mi volevi molto bene, che mi amavi. E’ mai possibile che tu adesso mi voglia ancora bene André?”

“Certo Oscar, io ti voglio bene da sempre”.

Aveva posato le mani sul suo petto. Alla stoffa ruvida di quella divisa si era quasi aggrappata, come a cercare di trarne forza.

 “André! Oh André! Anch’io, anch’io ti voglio bene, ti voglio bene.” Lo disse tutto d’un fiato senza riuscire a trattenere le lacrime.

Io questo l’ho saputo da sempre, Oscar. L’ho saputo da sempre, davvero

Aveva risposto così, semplicemente, stringendo le mani di Oscar fra le sue, mentre lei, piangendo, chinava il volto sul suo petto.
Avrebbe voluto piangere di gioia anche lui. Ma doveva pensare a lei. Tanto fragili sembravano, e tremanti, le sue mani fra le sue. Continuò a guardare dritto davanti a sé, perché l’aveva sempre saputo, davvero.

Adesso niente può più dividerci”.

Oscar aveva alzato la testa. Ed André aveva chinato la sua. Si guardarono per pochi istanti, perché in realtà si erano visti da sempre.

Le lasciò quelle mani fragili, ma solo per abbracciarla stretta, cingendola fra le sue braccia, mentre lei si era alzata sulle punte per donargli un bacio.

Continuava a tenere aggrappate le sue mani al suo petto, mentre lui la baciava. Sentiva il cuore di André battere saldo e veloce sotto le sue dita.

Sapevano di buono i baci di André. Erano morbide e lievi le sue labbra, ed altrettanto esigenti. Il cuore accelerava, mentre il fiato quasi le mancava, ma era nella pausa fra un bacio e l’altro che l’aria sembrava mancarle davvero. Non avrebbe mai smesso di baciarlo.

Lui teneva gli occhi chiusi mentre la baciava. Ringraziava Iddio di poterla vedere ancora, così bella la sua Oscar, con gli occhi lucidi d’amore. Ma aveva chiuso gli occhi, per assaporare meglio le sue labbra umide e tenere.

Era una notte calda. Fu mentre avevano le fronti appoggiate, e prendevano la rincorsa per baciarsi di nuovo, che le videro.

Centinaia di lucciole.

Quella sarebbe stata la loro cerimonia nuziale. Il frinire dei grilli, al posto dell’organo.

Le lucciole, al posto di ori e candele.

Un prato, verde e fresco, al posto della navata di una chiesa.

Il ruscello vicino a loro sembrava regalare qualche stilla d’acqua, rubata da una brezza leggera.

Quella sarebbe stata la loro benedizione.

André si tolse la giubba e la posò sul prato. Prese Oscar per mano e la fece sedere.

Poi dalla sacca attaccata alla sella del suo cavallo afferrò un mantello ed il diario, che sempre portava con sé. Strinse fra le dita il piccolo nastro di raso blu che usava come segnalibro. Lo legò a cerchio con un nodo.

Si avvicinò nuovamente ad Oscar. E si mise in ginocchio. Sgranò gli occhi, Oscar, che non capiva.

Vuoi sposarmi Oscar?”

Oscar non rispose. Chiuse gli occhi. Lacrime silenziose iniziarono a scendere di nuovo. Si maledisse, per la sua incapacità di proferire parola. Perché avrebbe voluto urlarlo, il suo “Sì”, ma il suo cuore scoppiava di gioia e riusciva solo a piangere. E a sorridere. Contemporaneamente.

Lo prendo come un sì” rispose André ridendo. Le afferrò con gentilezza la mano sinistra e le infilò l’anello di raso blu all’anulare.

Con questo anello io ti sposo”.

Infine, André prese il mantello e lo accomodò sulle spalle di Oscar.

Sei pallida, ora devi riposare.”

Lei lo fissò sorpresa. Poi lo attirò a sé. Posò di nuovo le mani sul suo petto e sulla maglia leggera della sua uniforme. Chinò il capo e sussurrò con un filo di voce.

“André, ora sono tua moglie e noi siamo insieme, e quando siamo insieme io sento di vivere.”

Oscar … io

André io voglio vivere!”

 
* * *
Un viaggiatore, che si era perso nel bosco, li intravide quella notte.

Il corpo muscoloso di uomo e quello esile di una donna, la pelle più scura di lui e quella diafana di lei. Riccioli neri e capelli biondi.

Lui le sussurrava parole d’amore, promettendola che l’avrebbe amata per sempre. Temeva di averle fatto male e le chiedeva scusa, mentre l’abbracciava stretta baciandole la fronte.

Lei brillava di luce propria, più luminosa della luna, con quei capelli chiari e la pelle bianca.

Lo abbracciava stretto il suo uomo, con la stessa forza con cui lui cingeva lei. Non l’avrebbe lasciato andare, mai più.

Sembrava una dea guerriera che avesse appena vinto la guerra, perdendo una battaglia.

Il viaggiatore aveva sentito una storia. Decise che qualcosa poteva essere ancora cambiato. Prese il suo Guarneri, accarezzò le sue effe asimmetriche ed iniziò a suonare.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
  
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