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Autore: Hime Elsa    15/07/2022    0 recensioni
Meredith Rose è una ragazza irlandese di origini italiane di 24 anni che lavora in una focacceria gestita dai suoi genitori, occupandosi della preparazione delle focacce. Adora cucinarle ed ha chiamato il negozio "Rose e Focacce" proprio perché adora le focacce ed allo stesso tempo anche le rose, tant'è che la focacceria si distingue per essere abbellita di rose, scelta inusuale essendo un locale rustico.
Da sempre oggetto di bullismo da parte dei suoi coetanei a causa di un handicap di cui non le permette di parlare come gli altri, a causa di ciò non riesce ad instaurare un rapporto sociale con le persone, può solo contare l'appoggio e l'aiuto dei suoi genitori. Le cose iniziano a cambiare quando un certo Micheal viene assunto come fattorino del negozio e tramite questo ragazzo, conoscerà alcuni suoi amici e nuove persone, tra cui Anthony Pitton, un ragazzo dal carattere un po' tenebroso e dal passato tumultuoso. Come lei, anche Anthony si fida ben poco delle persone...
- IL RATING POTREBBE CAMBIARE DIVENTANDO UNA STORIA EROTICA!
- La storia verrà accompagnata da degli artwork disegnati dalla sottoscritta. (solo su wattpad)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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«Non ho capito... vorresti fingerti muta? Sul serio?!»
Uno scioccato Micheal mi domandò questo. Sì, ero serissima.
«Ma perché, scusa? Stephen è uno stupidone ma non offenderebbe mai qualcuno -ti avevo già detto che lui mi difendeva dai bulli a scuola- e Charlotte è la ragazza più buona che io conosca... perché mentire?»
Sbuffai. Se incominciavo a parlare, manco saremmo riusciti ad arrivare in tempo per la festa, così tagliai corto prendendo una lavagnetta magnetica ed una penna e scrissi il motivo di tale scelta.
Micheal lesse ad alta voce.
«Il problema non sono Stephen e Charlotte ma degli altri loro amici di cui tu NON conosci e non posso sapere che tipo di persone siano. Sono stata bullizzata per fin troppo tempo a causa del mio modo di parlare e non voglio ripetere l'ennesima esperienza. Altrimenti giuro che non vengo. Ah, e mantieni il segreto per favore.»
Rimase in silenzio per un po', un silenzio che mi mise a disagio e dopo po' mi rispose con un tono piuttosto duro «Va bene, accetto le tue condizioni. Ma se posso dirlo, continuo a non essere d'accordo. Ricordati che le bugie hanno le gambe corte, non so quanto ti convenga a fare questa farsa...»
Mi suonava come una velata minaccia ma ormai non mi importava. Tanto queste persone le avrei viste per la prima ed ultima volta e se avevo accettato di venire era per fare felice Micheal visto che aveva tanto insistito in questi giorni, per non parlare di mia madre.
Raggiungemmo la casa di Charlotte che aveva un aspetto adorabile, Micheal bussò la porta.
Era davvero teso e sudava copiosamente ma io non ero certo da meno; potevo sentire il mio viso bollire dalla tensione ed il mio cuore a palpitare come non mai.
Potevo seriamente svenire da un momento all'altro.
In mano Micheal aveva il mazzo di margherite che io avevo consigliato di acquistarle per Charlotte. Stava stringendo un po' troppo però il mazzo così posai la mia mano sulla sua per fargli capire di allentare la presa. Lui capì il gesto e mi sorrise ma quando aprì la porta, ritornò ad essere ansioso, me compresa.
Ad aprire la porta fu un ragazzo dai capelli rosso fuoco, con una chioma curata e ben pettinata ed occhi color ghiaccio.
«Micheal?!» urlò felice il ragazzo rosso.
«Stephen?!» urlò a sua volta Micheal.
I due ragazzi si abbracciarono fortemente.
Quindi era lui il famoso Stephen.
«Oh amico mio, da quanto tempo! E' da un anno che non ci vedevamo!»
«Cazzo, vero! Come stai? Ti vedo in forma! Ho saputo da Charlotte che stai svolgendo un nuovo lavoro e che ti trovi bene, mi fa piacere! Oh, delle margherite? Sono per lei, veroooo?»
«Oh, smettila di fare quella faccia che mi imbarazzi! Sì, ovvio che sono per lei... e chi se no?!»
«Amico, dimmi che stasera ti dichiari!»
«Chiudi il becco! Non è il momento di parlare di certe cose!»
«Ok, ok, la smetto. Ed in tutto questo mi sto comportando come Scarlet, non sto accogliendo l'ospite come si deve ma shhh, non diciamolo a nessuno. Prego, entra pure!»
Finalmente io e Micheal entrammo ma a sentire il singolare, realizzai che il suo amico non mi avesse proprio notata, questo perché ero dietro a Micheal.
Infatti quando il ragazzo rosso finalmente mi notò, rimase sorpreso.
«E lei chi è?»
«Oh, lei è Meredith Rose, una mia nuova amica! Lavora con me alla focacceria ed è la figlia dei proprietari del locale»
«Ah, capisco... molto piacere, Stephen» e tese la mano per una stretta in segno di presentazione, il tutto mostrandomi un sorriso a trentadue denti.
Un po' incerta, tesi anch'io la mia mano e cercai di sorridere anche se il mio sorriso era forse il più patetico di tutti.
Non aveva modi raffinati, infatti aveva stretto fin troppo forte la mano che divenne rossa.
Micheal notò questo e guardò torvo il suo amico che ormai era già andato nel salone.
«Ti prego di scusarlo, ha dei modi un po' da... come posso dire... da buzzurro?» mi disse Micheal imbarazzato.
Gli sorrisi come per dirgli "non preoccuparti".
Per quanto fosse un tipo un po' caotico e piuttosto espansivo, quel Stephen non mi aveva fatto una brutta impressione... almeno per adesso.
«Ehi, che cazzo fate? Non venite?» urlò Stephen dal salone. Effettivamente non era un gentleman, affatto.
«Un attimo...»
Raggiungemmo il salone e mi ritornò l'ansia, questo perché avrei visto e conosciuto diverse persone, persone che tra l'altro non conosceva neanche Micheal (a parte Stephen e Charlotte) e la cosa mi metteva parecchio a disagio.
C'erano due ragazze bionde e con gli occhi azzurri, davvero molto belle, con capelli voluminosi ed un fisico da urlo. A giudicarle dall'aspetto, sicuro che fossero modelle.
Poi c'era un ragazzo biondo, anche lui con occhi azzurri, probabilmente anch'esso modello. Infine una ragazza dai capelli lunghi castani ed occhi verdi guardò sbalordita Micheal. L'avevo già riconosciuta perché Micheal mi mostrò una sua foto. Era Charlotte. Sembrava che volessero abbracciarsi ma non avevano il coraggio.
All'improvviso Micheal venne spintonato da Stephen, in modo che facesse lui il primo passo. Non si abbracciarono lo stesso ma perlomeno riuscirono a sganciare qualche parola e consegnò alla festeggiata i fiori che apprezzò tantissimo, augurandole buon compleanno.
«Sono bellissime, io amo le margherite!»
«Davvero? W-wow, s-sono contento anche perché le ho scelt-, cioè no, in realtà mi è s-stato suggerito di prenderle, però e-ero indeciso e p-poi... AHIA!»
«Lo sai che Micheal conosce i tuoi gusti e non poteva non azzeccare il tuo regalo» replicò Stephen mentre faceva un pizzicotto sul sedere di Micheal per intimargli di starsi zitto.
Non era propriamente vero dal momento che fu davvero indeciso sul regalo e l'idea delle margherite era mia ma non mi importava: ero comunque contenta per lui.
«Ti faccio presentare i miei amici» disse gentilmente Charlotte a Micheal.
«Volevi dire i NOSTRI» replicò il rosso, imitando il famoso meme di Bugs Bunny versione comunista sovietico.
«Sì, scusa! Lui è Robert ed è un modello proprio come Stephen, poi quelle ragazze in fondo sono le mie amiche: Isabelle e Scarlet, anch'esse modelle!»
Come avevo immaginato.
I ragazzi appena citati si presentarono a Micheal.
«Tu sei Micheal, giusto? Charlotte e Stephen mi hanno parlato spesso di te» disse il ragazzo biondo di nome Robert.
«Un momento, dov'è Anthony?»
Ah, perché, c'è pure un altro?
«Era qui pochi minuti fa... forse è in bagno» rispose pensosa Charlotte.
«Mi avete chiamato?»
Un ragazzo molto alto dai capelli neri come l'ebano e dagli occhi azzurri (seriamente, è il raduno delle persone con gli occhi azzurri?!) spuntò all'improvviso, arrivando dal balcone.
«Hey, dov'eri amico??»
«Ho ricevuto una chiamata e ho preferito uscirmene fuori per ascoltare in tranquillità... nulla di grave, state tranquilli» grattandosi i capelli un po' contrariato.
Non ero certa che stesse dicendo la verità ma una cosa la devo dire: era davvero bello. Aveva un fisico atletico, camicia blu tra l'altro neanche tutta abbottonata, un pantalone stretto nero che delineava con maestria le sue gambe muscolose.
Lo osservavo da lontano, incantata, come se fosse un principe d'azzurro. Ed in tutto questo mi accorsi che nessuno degli invitati si era accorto della mia presenza, a parte Stephen.
«Dulcis in fundo, quello è Anthony, anche lui è un modello!»
«Lo immaginavo» rise Micheal un po' imbarazzato perché a differenza di tutti i ragazzi presenti nella sala, aveva un fisico esile e per nulla atletico.
«Piacere, io sono Anthony. Tu dovresti essere Micheal, giusto?»
Il suo tono non sembrava particolarmente amichevole e Micheal se ne accorse.
«Oh, non farci caso!» si intrufolò a caso Stephen. «Diciamo che il nostro Anthony non è molto friendly con gli sconosciuti e lo ha fatto anche con me la prima volta, quindi è tutto normale, puoi stare tranquillo!»
«Chiudi quella bocca»
«Eccolo che ricomincia. Ora basta stronzate, è il momento di mangiare, sto morendo di fame!»
«Oh, non avete ancora mangiato?»
«Certo che no, aspettavamo te!» rispose dolcemente Charlotte. «Sarebbe stato scorretto iniziare a mangiare senza di te!»
«Già, per colpa tua stavo morendo di fame» scherzò il rosso facendo un pizzicotto sulla guancia di Micheal, beccandosi il secondo della serata.
«Ma ora basta parlare, si mangiaaaa!» urlò Charlotte dando il via alle danze, o meglio al cibo.
Fu così che incominciarono a mangiare patatine e popcorn, chiacchierando tutti con Micheal perché attratti dalla curiosità.
Di me non notarono affatto la mia presenza e non sapevo se essere rincuorata o meno.
La me asociale ne era contenta dal momento che non volevo neanche andarci a questa festa ma allo stesso tempo mi sentiva ferita: davvero ero così invisibile?
Ero passata dall'essere notata per la mia disabilità ed essere presa in giro fino a diventare un fantasma.
Vedevo Micheal divertirsi con Stephen e chiacchierare amabilmente con Charlotte e non potevo non essere così gelosa.
Perché lui aveva degli amici e ne stava comunque facendo dei nuovi. Io non solo non ne ho mai avuto uno prima di Micheal ma dovevo essere pure esclusa di punto in bianco.
Potevo pure io farmi avanti e fare cenno per capire agli altri che c'ero, ESISTEVO ma mi sentivo bloccata, paralizzata addirittura. Forse avevo bisogno di qualcuno che mi spintonasse per fare il primo passo, un po' come aveva fatto Stephen con Micheal.
Ma io non avevo nessuno al mio fianco e Micheal ormai si stava godendo appieno la festa.
All'improvviso mi vennero in mente tutti gli insulti che beccavo a scuola, per la mia disabilità. Perché in un momento simile?
Incominciavo ad avere le allucinazioni ed immaginare Micheal e tutti gli altri che finalmente mi stessero notando ma non per accogliermi, per prendermi in giro. Stavo vivendo un incubo ad occhi aperti e non me ne stavo redendo conto.
Me ne andai da quella stanza, rifugiandomi in un corridoio. Non era carino gironzolare altrove nella casa di uno sconosciuto ma sentivo il bisogno di calmarmi e stare da sola.

Le lacrime incominciarono a scendermi sul viso senza accorgermene e mi resi conto di essere un totale disastro nel socializzare con gli altri. Lo avevo sempre saputo in realtà ma direi che quella serata mi diede la più assoluta conferma.
Mi avevano ignorata, o peggio non mi avevano proprio notata e da un lato condannavo Micheal per essersi dimenticato di me ma allo stesso tempo la colpa era anche mia: avrei potuto farmi avanti, semplicemente parlando, cosa che non avevo fatto perché stupida qual ero, avevo deciso di fingere muta. E questo fu il risultato.
Mi guardai allo specchio e constatai che avevo un aspetto orrido se paragonato alle ragazze che erano presenti in sala: loro ben vestite e truccate, magre ed alla moda (si vedeva lontano un miglio che erano delle modelle benché Charlotte non lo fosse), io che invece indossavo una 46 italiana, poco trucco ormai sbavato a causa delle lacrime ed un vestito di colore rosa adornato con un fiocco sul petto, il tutto fin troppo semplice perché cucito da me (non ero una sarta professionista) ed era addirittura il migliore che avevo nell'armadio.
Mentre mi guardavo allo specchio per calmarmi mentalmente, stava arrivando un ragazzo, era quello con i capelli neri e gli occhi azzurri.
Non mi ricordavo bene il suo nome ma mi pareva che fosse Anthony.
Mi guardò un po' sorpreso ed anche un po' sospettoso, come se stesse per dirmi "e tu chi sei e cosa ci fai qui...?" giustamente, loro manco mi avevano notata, a parte Stephen fuori alla porta.
Stava per dire qualcosa fino a quando qualcuno gridò il mio nome, era Micheal.
«Sei per caso tu Meredith?» mi domandò il giovane.
Feci sì con la testa.
«Perché stavi gironzolando nel corridoio?»
Questa domanda mi mise totalmente in imbarazzo, tant'è che mi sembrava più un rimprovero che una domanda legittima.
A salvarmi da quella situazione fu Micheal che mi trovò finalmente e mi raggiunse. Aveva una faccia estremamente desolata e intuii che si sentì in colpa per quello che era successo.
«Scusami Meredith, sono stato davvero un cafone. Invece di presentarti a tutti gli altri, ero troppo concentrato a stare con Charlotte e ti ho ignorata bellamente... non avrei dovuto...»
Oggettivamente parlando, la colpa era un po' di tutti e mi dispiaceva che se la stesse prendendo solo lui. Speravo che anche gli altri lo avessero fatto ma almeno mi sentii già meglio grazie alle scuse di Micheal.
«Già che ci sei, lei chi è?»
Ad interromperci fu di nuovo Anthony che sembrava piuttosto seccato, per qualche astruso motivo.
Perché lo stava domandando se lui ormai sapeva il mio nome?
«Lei è Meredith Rose, è una mia carissima amica!» rispose sorridente Micheal in contrasto all'espressione piatta dell'altro.
«Uhm...» fece lui.
Che vuol dire "uhm"?!
«Non so cosa stesse facendo da sola nel corridoio senza il permesso di Charlotte ma per ora evito conclusioni affrettate»
Cosa stava insinuando?! Pensava davvero che io stessi cercando di rubare qualcosa di nascosto??
«Ehi, aspetta... c'è un malinteso!» provò a spiegare Micheal ma venne subito interrotto dal suo interlocutore che lo urtò per passare dal momento che il corridoio era molto stretto.
«Fammi passare che devo andare in bagno»
Che sgarbato...
«Che stronzo» disse Micheal a bassa voce. «Accusarti di essere una ladra, ma che modi sono?!»
Il problema è che quell'Anthony non aveva tutti i torti ma negli atteggiamenti era stato sicuramente pessimo.
«Senti un po', comunque...» riprese a parlare Micheal. «Sei ancora sicura con questa farsa? No, dico davvero eh»

Capii subito a cosa si stesse riferendo e feci no con la testa.
Non avevo voglia di parlare e soprattutto ci avrei messo troppo tempo, così presi la mia lavagnetta e scrissi qualcosa.
Ho deciso di mostrare agli altri ciò che sono veramente, non voglio nascondermi né mentire. Ti chiedo solo di spiegare tu la situazione perché non ho voglia di parlare e quindi vorrei utilizzare la lavagnetta per comunicare.
«Va benissimo! Sono contento che tu abbia preso questa decisione!» mi abbracciò Micheal.
«Ora andiamo dagli altri che ti stanno aspettando e... oh, fanculo a quell'Anthony»
Raramente diceva parole scurrili ma per averne dette due in meno di due minuti, intuii che fosse piuttosto arrabbiato con quel tipo nonostante la diretta interessata ero io.
Ritornammo nel salone dove c'erano tutti gli altri.
Per poco svenni dallo spavento perché Stephen mi si piazzò davanti all'improvviso con una faccia frustata e desolata.
«SCUSACI TANTO! SIAMO STATI DEGLI STRONZI» urlò lui.
«Parla per te!» si lamentò una ragazza bionda dai capelli molto mossi.
«No, Stephen ha assolutamente ragione» ribatté un'altra ragazza bionda. «Siamo stati dei cafoni! Però adesso è arrivato il momento di rimediare a questa brutta figura!
Ciao, io sono Isabelle, molto piacere!»
«Io invece sono Charlotte; Micheal mi ha parlato molto di te!»
Divenni rossa dopo aver sentito quella frase.
«Io invece sono Robert» disse l'altro ragazzo, anch'egli biondo.
«E quello lì invece è Stephen» indicò poi.
«Coglione, già mi conosce»
Per poco quel Robert non dava un pugno a Stephen che però venne il tutto evitato da Isabelle che continuò con le presentazioni.
«E quella laggiù invece è Scarlet»
Silenzio generale.
«Scarlet, non essere maleducata!» rimproverò Charlotte.
Ma si può sapere che le avevo fatto? Era la prima volta che la conoscevo!!
«Sì, ciao, piacere» rispose finalmente Scarlet con un tono seccato.
«Non farci caso, fa così con tutti...» cercò di apparare Stephen ed io ci stavo quasi per credere fino a quando Scarlet non lo rispose per le rime «Ma che stronzate!»
«Ugh, non la pensare... tu ti chiami Meredith, giusto?»
Feci di sì con la testa ed incominciai a scrivere sulla lavagnetta. Mi guardarono piuttosto attoniti e quella Scarlet non perse il tempo di schernirmi. «Ma tu guarda, ha la lavagnetta metallica per bambini, che soggetto...»
«Chiudi il becco Scarlet» zittì Robert.
Piacere, io sono Meredith Rose! Scusatemi se ho girovagato nel corridoio di casa vostra senza il vostro permesso. Spero che voi possiate essere gentili con me...
«Oh, ma tranquilla! Prima di tutto questa è casa mia e miei ospiti possono fare ciò che vogliono» mi tranquillizzò Charlotte. «Poi, se sentivi il bisogno di stare da sola, è più che comprensibile... certi momenti capitano a tutti»
Il fatto che Charlotte avesse compreso ciò che avevo provato in quel momento mi fece commuovere. Micheal aveva ragione, i suoi amici erano davvero gentili; Stephen era un po' buzzurro come aveva detto Micheal ma aveva davvero un buon cuore, Charlotte era una persona dolce. Anche Robert e Isabelle, pur non essendo amici di Micheal, mi avevano trattata con garbo. Solo Scarlet (ed aggiungiamo anche Anthony) era stata piuttosto scortese.
«Però non capisco» disse Stephen «perché non parli? Sei muta?»
Arrivò la fatidica ma comunque legittima domanda e Micheal rispose al posto mio, come gli avevo chiesto prima.
«Vedete... Meredith non è che non parla... parla ma molto lentamente rispetto a noi. Ciò le provoca imbarazzo e disagio, soprattutto con gli estranei per paura di essere schernita. Perciò si è voluta portare con sé una lavagnetta metallica per poter comunicare con noi»
«Quindi ha un... handicap?»
«Sì, in un certo senso...»
«Non sentirti comunque a disagio con noi» mi disse Isabelle «alcuni di noi possono essere un po' troppo esuberanti» palese riferimento a Stephen «altri un po' scontrosi e suscettibili» e Isabelle cambiò il suo tono di voce da dolce ad acido ed ovviamente era una frecciatina rivolta a Scarlet «ma per il resto siamo brave persone! Puoi fidarti di noi!»
Mi sembrava piuttosto sincera e decisi di parlare ma solo in quell'istante, giusto per ringraziarla.
«Grazieeee milleeee»
«Oh, che voce carina che hai!» rispose Stephen.
«Concordo, è davvero adorabile!» replicarono in coro Charlotte ed Isabelle.
Divenni rossa come il fuoco: non ero abituata a certi complimenti e mi domandavano se mi stessero prendendo in giro. Micheal però mi dette una pacca sulla spalla, come per dire "fidati di loro".

E finalmente potevo anch'io godermi il party.
   
 
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