Breathe

Respira.
Tua madre te lo dice sempre, quando vede che sei in ansia: “Respira, Jamie.”
Stavolta non è diverso.
Il sudore gronda dalla fronte, il cuore batte all’impazzata, ti tremano le gambe e sei terrorizzato, ma va bene così.
Devi solo respirare.
D’altronde, il tuo nervosismo è normale, la tua ansia è perfettamente giustificata: hai solo diciotto anni, ti sei appena diplomato ad Hogwarts e stai per esordire come cercatore in prima squadra dei Tornados, la squadra per cui tifavi fin da bambino, quando sognavi di diventare uno di loro e imploravi tuo padre di portarti alle loro partite.
Il tuo sogno si è realizzato James, sei lì.
È la partita più importante della stagione, vincendo questa sarete un passo più vicini alla vittoria del campionato, staccando i Falcons di tre punti.
E tu dovrai essere protagonista, dovrai trovare il boccino prima del cercatore avversario.
Respira.
L’allenatore parla, senti che sta caricando la squadra, distrattamente vedi i compagni attorno a te applaudire, qualcuno di loro ha il fuoco negli occhi, altri guardano in basso. Sono tutti concentratissimi.
Devi concentrarti anche tu.
Respira.
L’allenatore ti prende da parte, ha captato il tuo nervosismo. Anche lui ti dice di respirare, di divertirti, di goderti ogni attimo su quella scopa, che sei un bravo cercatore e, sebbene entrato da riserva a causa dell’infortunio del primo cercatore, devi comunque fare la tua bella figura, onorare il nome che porti e aiutare la squadra a vincere.
Sai che lui voleva solo aiutarti, ma ottiene l’effetto opposto: sei più nervoso di prima.
Respira.
Dai una sbirciata dalla tenda, verso gli spalti: vedi Violet, la tua fidanzata, con indosso la prima maglietta dei Tornados che hai indossato e che hai voluto regalarle, ci sono i tuoi genitori con tuo fratello e tua sorella, che per l’occasione si sono pitturati la faccia con i colori della squadra, ci sono i tuoi nonni, gli zii e la gran parte dei cugini, tutti agghindati con sciarpe e bandiere, perfino i tifosissimi di altre squadre che credevi non avresti mai visto tifare per squadre diverse dalla loro.
La loro presenza in qualche modo ti tranquillizza.
Loro ti ricordano di respirare.
L’arbitro vi richiama all’ordine, è ora di entrare in campo.
Monti sulla tua scopa, il capitano ti rivolge uno sguardo d’intesa.
“Vinciamola” mima con la bocca, serio.
Tu, semplicemente, annuisci.
Senti come se la spavalderia che ha sempre caratterizzato la tua personalità ti avesse momentaneamente abbandonato.
Vi librate in volo tutti e quattordici: ora ci sono solo avversari e compagni.
Lo stadio esplode in un boato che fino a questo momento hai solo ammirato dagli spalti o dalla panchina.
Senti distrattamente urlare il tuo nome.
“JAMES! JAMES! JAMES!”
Dall’alto hai una visuale perfetta, c’è una bellissima brezza che ti scompiglia i capelli e il mantello della divisa.
Vai alla ricerca del boccino a bordo della tua Nimbus 9000 platinum.
Voli, ami volare, è la sensazione più bella del mondo.
Sei libero.
Stai respirando.