Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Eyeshant    16/07/2022    3 recensioni
Più che una storia, questo è l’inizio di una storia. Avete libertà completa di immaginare come possa procedere ma ci tengo a specificare che non è né una storia di infedeltà né un triangolo amoroso. Diciamo che la dice lunga che non esista un tag per il poly.
Tsukishima sposa la figlia della duchessa Hitoka per dovere e perché la ama. Questo non vuol però dire che smetta di amare Yamaguchi.
Ispirata alla fantastica fanart di Chihiro15_17 su istagram.
Genere: Generale, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi, Yachi Hitoka
Note: AU | Avvertimenti: Threesome
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: vorrei ringrazie la fantastica Chihiro15_17 per l'ispirazione, per i suoi fantastici disegni e per la gentilezza. Me ne approfitto anche per ringraziare e fare gli auguri a Silvanafreesound che è l'unico motivo per cui questa storia è stata pubblicata 




Il colloquio con la duchessa era stato rapido e quasi indolore.

“Ciò le manca nel titolo, è compensato dai suoi guadagni,” disse la duchessa continuando a compilare pile di documenti come se non stesse prendendo la decisione più importante della vita della sua unica figlia.

Tsukishima rimase immobile a fissarla in attesa di un assenso più formale.

La duchessa alzò lo sguardo un istante.

“Ho poca fiducia e ancor meno rispetto per uomini del suo calibro, ma se mia figlia è così sciocca da farsi abbindolare da qualche parola copiata da un romanzetto sdolcinato, posso solo sperare di essermi sbagliata nel giudicarla.”

Tsukishima fece un inchino mordendosi le labbra per evitare di risponderle in un modo non consono al loro differente stato sociale.

 

Il fidanzamento era durato esattamente una stagione in città.

Giusto il tempo necessario per scoprire che l’apparente disinteresse della signorina Yachi Hitoka era da attribuirsi ad una timidezza quasi patologica e non a qualche forma di mal riposto orgoglio nel suo titolo e di tirare dunque un sospiro di sollievo.

La loro unione era stata segnalata nel times con i giusti ossequi e titoli perché Akiteru aveva insistito che fosse consono e Kei non era sufficientemente interessato a questo tipo di cose da avere un opinione. 

Il giorno stesso delle nozze era un giorno tiepido e poco interessante e Kei non ebbe il cuore di impedire ad Akiteru di testimoniare la loro unione con occhi lucidi ed un sorriso emozionato.

 

Yachi, come insisteva ad essere chiamata, era particolarmente bella circondata di fiori nella chiesa e Kei sperò sinceramente che l’incertezza nei suoi occhi fosse per la paura del grande passo e non per la persona che la aspettava all’altare.

Ad un paio di passi dalla congregazione si fermò un istante per offrirgli un sorriso tremolante e Kei le rispose con un’espressione che sperò riuscisse a comunicarle il suo affetto in un modo che non riusciva ad esprimere con le parole.

Yachi fece gli ultimi passi e pochi minuti dopo Kei smise di essere l’eterno scapolo che era stato famoso per essere.

 

La duchessa li accompagnò poco volentieri alla carrozza che li avrebbe portati alla residenza degli Tsukishima.

“Sono solo due giorni di viaggio,” disse mentre gli occhi di Yachi si riempivano di lacrime a lasciare la città nella quale aveva sempre vissuto.

Kei osservò la duchessa e, per la prima volta, vide una crepa nella sua facciata di calcolata indifferenza. 

Silenziosamente, iniziò a pensare in quale stanza avrebbe dovuto ospitare la sua nuova madre quando si sarebbe “ritrovata per caso” nella contea della loro residenza.

Silenziosamente, ma senza nessuna freddezza, Yachi si soffermò a salutare l’adorata cugina, la signora Kyoko Tanaka, fortunatamente non accompagnata dal rumoroso marito.

 

Akiteru era ancora in divisa e presto avrebbe lasciato la città per unirsi al suo reggimento ma Kei si augurò sinceramente che nello spostamento avesse il tempo di unirsi a loro alla residenza almeno per qualche giorno.

Certamente non sarebbe stato lui ad invitarlo.

Kei aiutò la sua sposa a salire sulla carrozza porgendole la mano e i due fratelli si salutarono con una pacca sulla spalla e tante promesse di vedersi prima di San Michele.

 

Il viaggio non era lungo e la strada era sufficientemente ben tenuta da permettere ad entrambi di leggere alla fioca luce del sole dalle finestre.

Yachi provava di tanto in tanto a cominciare una conversazione ma le risposte di Kei non dovevano essere sufficienti e tutti i tentativi finivano in scuse per averlo disturbato.

Al terzo tentativo fallito Kei chiuse il libro che stava solo fingendo di leggere facendo comparire un’espressione sinceramente spaventata sul volto della sua sposa.

Kei sospirò chiudendo gli occhi.

“Sono sinceramente innamorato,” disse pur rendendosi conto che potesse sembrare strano dichiararsi alla persona con la quale poche ore prima si era scambiato voti nuziali.

Yachi lo guardò con occhi e bocca spalancati per la sorpresa e Kei si rese conto di non averle mai espresso i propri sentimenti così apertamente e sospirò di nuovo alla propria mancanza di tatto.

“Ma non sono un uomo di molte parole,” aggiunse spiegandosi, “ti prego di non fraintendere il mio silenzio per mancanza di interesse.”

Yachi finalmente sorrise come era solita fare prima che ci fosse l’ombra di un matrimonio nella loro relazione e Kei si rese conto quanto gli fosse mancato quello sguardo che l’aveva fatto innamorare in primo luogo.

“Questa contea è famosa per la sua natura incontaminata,” disse Yachi, “vorrei poterla dipingere.”

Kei annuì.

“Darò ordine di procurare tempere.” 

Yachi invece di scusarsi sorrise di nuovo e iniziò a parlare delle sue preferenze in tempere e pennelli.

Kei rimase in silenzio ma non sentì il bisogno di riaprire il libro poggiato sulle sue gambe.

 

L’arrivo alla residenza Tsukishima era stato accompagnato da un rilassato silenzio tolto il rumore dei cavalli ormai stanchi nonostante il cambio la sera prima.

“Mi dispiace che la nostra prima notte di nozze sia stata in una carrozza,” disse Kei improvvisamente facendo arrossire la sua sposa.

Yachi si morse un labbro giocando con uno dei fiocchi che adornavano la sua larga gonna.

Il matrimonio non era stato consumato nonostante il linguaggio del corpo di Yachi indicasse che era pronta, seppur poco entusiasta, all’idea.

Yachi aprì la bocca un paio di volte alla ricerca di una risposta, ma prima che potesse trovarla la carrozza si fermò e la sportello aperto da un servo.

“Signor Tsukishima,” disse il servo con un inchino e un istante dopo con un inchino ancora più profonda “signora.”

Kei scese ignorando il servo e prestò la mano a Yachi per permetterle di scendere.

La residenza era ancora più bella di come la ricordasse e provò un moto di soddisfazione nello sguardo rapito della figlia di una duchessa ai delicati dettagli della facciata.

D’altronde la loro conoscenza era nata proprio da un comune interesse per l’architettura che l’aveva distinta in un mare di ospiti anonimi ad una festa alla quale Akiteru lo aveva trascinato. 

“Benvenuta,” disse chinandosi per poter studiare ancora meglio la sua espressione soddisfatta. 

Yachi si girò a guardarlo come se fosse sorpresa di essersi distratta ad osservare la sua nuova casa.

Kei  le porse il braccio invitandola a seguirlo all’interno dove, con tutta speranza, avrebbe continuato a stupirla. 

L’androne era ampio e pieno di quelle cose che nel corso delle loro vite, generazioni di suoi antenati avevano collezionato in decenni di viaggi e commerci. Alcune di queste cose erano, secondo lui, di cattivo gusto, ma Akiteru, pur rinunciando al suo ruolo come erede, aveva insistito che i cimeli della loro famiglia fossero preservati. 

Yachi sembrava sufficientemente impressionata e Kei notò con piacere il suo sguardo sembrasse posarsi con maggiore attenzione su quegli oggetti suscitavano ammirazione anche in lui.

La mano di Yachi rimase posata delicatamente alla piega del suo gomito e Kei non riusciva a decidere se concentrarsi di più sul suo sguardo rapito o sul tenue calore attraverso i vestiti.

Il rumore di passi svelti dal corridoio est riuscì a distrarlo in tempo da osservare la scena dell’arrivo del signor Yamaguchi.

Il sorriso sulla sua faccia era splendente seppur un po’ esitante. 

Yachi ci mise qualche istante a registrare la presenza di un’altra persona nell’atrio e Kei fu testimone di uno scambio di sguardi pieno di imbarazzo e attrazione e si sentì sorridere a sua volta all’interazione silenziosa. 

“Signor Yamaguchi,” disse “permettimi di presentarti mia moglie, lady Yachi Tsukishima.”

Yamaguchi offri un inchino al limite del troppo profondo.

“Yachi, questo signore è Tadashi Yamaguchi, mio fratello in tutto meno che in nome.”

Yamaguchi rise candidamente.

“Almeno hai smesso di dire che sono il fratello che non hai mai avuto.”

“No, quello lo dico solo davanti ad Akiteru.”

Yachi si coprì la bocca e rise al loro scambio di battute un po’ incerta sul decoro.

“Lady Yachi Tsukishima,” disse Yamaguchi finalmente rivolgendosi alla sposa, “non so esprimere quanto felice io sia di questa unione. È da quando Tsukishima mi ha scritto la prima volta per parlarmi di quanto brillante Lei sia stata alla festa del colonnello Tanaka che lo sto esortando a rendere le sue intenzioni di matrimonio chiare. Se l’avesse fatta attendere anche solo più di quarantotto ore, sarebbe stato uno stolto.”

“La prego, signor Yamaguchi, mi chiami semplicemente Yachi,” rispose arrossendo.

“In tal caso devo insistere che Lei mi chiami Tadashi.”

Kei alzò gli occhi al cielo stanco della conversazione.

“Non ho aspettato più di un giorno, Yamaguchi, te lo assicuro.”

Yamaguchi gli sorrise un po’ maliziosamente.

“Dalla festa o dalla mia lettera?”

 Kei esitò giusto un istante a rispondere, ma la pausa fu sufficiente per far di nuovo ridere entrambi.

“Taci, Yamaguchi.”

Yamaguchi si prese il suo tempo per finire di ridere prima di dire un “Scusa, Tsukishima,” così poco sentito che Kei si sentì in dovere di lanciargli un’occhiataccia.

Un lungo momento di silenzio seguì questo scambio, ma Kei notò con piacere che sembrava un silenzio rilassato pieno della possibilità di future conversazioni.

Una delle cameriere passò dall’ingresso e li salutò con un inchino prima di dirigersi verso le cucine e Kei osservò il sole all’orizzonte dal portone ancora aperto.

“È presto per la cena, permettimi di mostrarti il salotto che ho fatto preparare per te.”

Yachi annuì e Kei fece per incamminarsi quando colse gli occhi di Yamaguchi che gli stava lanciando uno sguardo significativo. 

Kei si fermò a fissarlo sperando di capire dal movimento delle sopracciglia cosa volesse dirgli senza successo. 

Yamaguchi sospirò e disse: “Forse la signora preferirebbe rinfrescarsi prima.”

Yachi arrossì ma non negò e Kei si maledisse per la propria mancanza di delicatezza. 

“Certamente,” disse rivolgendo un cenno grato a Yamaguchi, “mi scuso.”

Yachi fece un gesto delicato con la mano per accettare le scuse e Kei fermò un’altra cameriera per chiederle di accompagnare la signora alle loro stanze e assisterla.

Si diedero appuntamento per il té e Yachi li salutò con un inchino che i due uomini ricambiarono.

Entrambi la guardarono percorrere il salone in silenzio e Kei pensò che circondata dalle sue cose, fosse ancora più bella.

“Mi sei mancato alla cerimonia,” disse Kei senza nemmeno voltarsi a guardare Yamaguchi.

“Sono quasi convinto che questa casa non possa rimanere in piedi senza che io ci sia dentro,” rispose Yamaguchi guardandolo con la coda dell’occhio, “ma sono sinceramente dispiaciuto di non esserci stato.”

Yachi era ormai in cima alla scalinata e scomparve dalla loro vista.

“La signora è anche più bella di quanto tu non l’abbia descritta nelle tue lettere,” disse Yamaguchi avviandosi verso il salotto, “temevi che potessi rubartela?”

Kei lo seguì in silenzio.

“Ma deve essere stata la sua mente a rapirti. Non vedo l’ora di godere della sua cultura.”

“È certamente una donna eccezionale,” disse Kei, “ricordami di dare disposizioni per farle arrivare tempere dalla città.”

“Dipinge?”

“Insieme ad altre cose. Posso dirti solo che ha la voce di un angelo. Per il resto dei suoi talenti non voglio rovinarti la sorpresa.”

Yamaguchi rise. 

“Sei perso,” disse appoggiando una mano sulla sua spalla in quel modo familiare riservato a pochi dei suoi conoscenti, “non ti avevo mai visto così.”

Kei annuì. 

“L’ho sposata per un motivo.”

In fondo al corridoio, la porta del salotto era aperta e un servo li aspettava impettito pronto a ricevere disposizioni. 

Yamaguchi lo guardò come se stesse cercando di capire se li potesse sentire da quella distanza.

“Sembra meritevole di ricevere il tuo amore,” disse stringendo la mano ancora sulla sua spalla.

“E glielo darò,” disse Kei altrettanto piano, “tutto quello che mi avanza da te.”

Yamaguchi abbassò lo sguardo mordendosi il labbro e Kei vide il dubbio scolpirsi nella sua espressione.

Kei si spostò dando le spalle alla porta e al servo coprendo Yamaguchi dalla sua vista. 

In mezzo ad un corridoio, alla luce del sole, non poteva fare molto, ma si permise di fare un passo per avvicinarsi e appoggiare una mano sul petto del suo più caro amico. 

Il suo cuore stava battendo forte e Kei pensò che anche il suo stesse per esplodere.

“Passo una buona parte del mio tempo lontano da casa,” disse ormai sussurrando, “ti sarei grato se l’amore che non riesco a darle io possa imparare a darglielo te.”

Yamaguchi alzò lo sguardo e studiò la sua faccia, ma non sembrava sorpreso.

La mano sulla sua spalla scese appena e Yamaguchi sfruttò il gesto per sistemare le linee della sua giacca.

“Non credo possa esistere amore più dolce del tuo,” disse Yamaguchi. Il rossore delle sue guance, giusto per un momento, coprì le sue lentiggini pallide per via della brutta stagione. 

Kei sapeva che in pochi giorni la sua passione per la pesca le avrebbe scurite e sarebbe stato di baciarle una ad una.

“Permettimi di dissentire.”

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Eyeshant