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Autore: ChrisAndreini    17/07/2022    1 recensioni
Leonardo non è mai stato un tipo molto ambizioso. Certo, ha i suoi sogni e le sue speranze e le sue passioni, ma di certo non ha mai pensato che un giorno sarebbe finito in un universo parallelo a lottare per salvarsi la vita in mezzo a principi, cavalieri, spie di città nemiche e disapprovazione dei nobili e paesani.
Ma oh, uno deve sopravvivere come può, e se diventare il cuoco reale potrà allungargli la vita di qualche giorno, vale la pena ricevere occhiatacce.
Dopotutto, la via più veloce per il cuore di qualcuno passa per il suo stomaco, giusto?
Non che Leonardo, dichiaratamente omosessuale, abbia intenzione di fare stragi di cuore, sia mai!
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rainbow Cookies'
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I viaggi in carrozza possono anche essere piacevoli, con la giusta compagnia

 

Uno dei passatempi preferiti della dea Laasya era farsi dei bagni di luce. Si metteva davanti al sole che lei stessa faceva sorgere, e si godeva la luce e la calma dall’alto del luogo dove gli dei vivevano, una specie di monte Olimpo misto ad Asgard situato in un luogo non reale.

Sentite, è complicato spiegare dove gli dei vivevano, perché erano ovunque e da nessuna parte al tempo stesso.

In quel momento preciso, Laasya non era da nessuna parte, e avrebbe preferito restare così per il resto della sua pigra giornata, fino al tramonto.

Purtroppo l’universo aveva altri piani.

O meglio, era Noella ad avere altri piani.

-Senti, Las, io inizio a preoccuparmi!- la dea interruppe la calma della collega e amica fiondandosi senza ritegno nel suo spazio.

Laasya si permise il lusso di roteare gli occhi, ma si calmò immediatamente, mostrando una serena espressione quando si girò verso Noella.

Per essere la dea della neve e del ghiaccio, era fin troppo emotiva.

Ma Laasya era la regina degli dei, era suo compito ascoltare e rassicurare gli altri sei, senza fargli pesare le loro mancanze e i loro problemi comportamentali.

-Cosa ti preoccupa, Noella? Se riguarda le tue figlie, è tutto sotto controllo. La spedizione di Nivern le raggiungerà tra tre giorni, e ne usciranno completamente illese, non preoccuparti. Il ratto dei semidei non è che un minuscolo contrattempo nella Storia- Laasya intuì la preoccupazione di Noella, che si era espressa al riguardo parecchie volte.

-Lo so, ma non posso fare a meno di preoccuparmi, ora che l’oustider si sta dirigendo lì. Non è che mi fidi tanto di quel tipo!- obiettò Noella, scaldandosi, per quanto potesse scaldarsi la dea della neve.

Laasya non capì le sue parole.

Ma non poteva dare a vedere di non capire qualcosa, quindi sorrise, incoraggiante.

-Non hai niente di cui preoccuparti. Andrà tutto come programmato dalla Storia- la rassicurò, ancora, cercando di ricordare chi mai potesse essere un personaggio definito outsider.

…non aveva idee.

Forse Antonio? Ma al momento doveva essere a Jediah, catturato dopo l’attacco alla principessa Opal.

C’erano molte persone che potevano autodefinirsi outsiders, in quel gruppo di gente esaltata che sperava di cancellare la Storia e mai ci sarebbe riuscita.

Nessuno di loro era una minaccia, questo era certo.

-Certo, come era programmato che il principe Daryan facesse partire una spedizione, che la piccola Yu venisse rapita, e che l’outsider fosse avvelenato e benedetto?! Perdonami se inizio a preoccuparmi di Leonardo il cuoco!- Noella non si calmò per niente, e iniziò a iperventilare, gesticolando vistosamente.

Laasya rimase di sasso.

Sbatté gli occhi un paio di volte.

-…Perdonami, Noella, ma… di cosa stai parlando?- chiese infine, mantenendo con estrema difficoltà il sorriso, ma stringendo i denti al fatto che si era vista costretta a fare una domanda del genere.

Noella sgranò gli occhi.

-Leonardo… il cuoco…- spiegò, ovvia.

Laasya scosse appena la testa, dando a vedere che non aveva la minima idea di cosa stesse parlando.

-…di Jediah… ha conquistato il principe. Banchetto della principessa… non ne sai niente? Pensavo lo sapessi? Dice di essere di Lumai. Non sento le preghiere degli altri dei, ma so che ti ha nominato parecchio- Noella spiegò, dimostrandosi come sempre una vera amante del gossip.

Laasya era completamente senza parole.

-Davvero non lo sapevi?- notando la sua immobilità, Noella accennò un sorrisino di scherno, sorpresa e compiaciuta all’idea di essere a conoscenza di un segreto che la grande e potente Laasya non sapeva.

Laasya avrebbe potuto ribattere, controllare, cacciarla via o altro, ma dopo aver preso un profondo respiro per calmarsi, si avviò verso la sfera di vetro al centro della stanza.

Ne toccò la superficie.

-Wow… devi essere davvero disperata…- commentò Noella, sorpresa, intuendo cosa volesse fare.

-Tutti gli dei sono convocati nella sala del trono, immediatamente!- esclamò Laasya, ignorando la dea della neve, e teletrasportandosi nella sala riunioni delle divinità subito dopo aver trasmesso il messaggio.

Il suo trono era al centro. Il più grande e imponente.

Alla sua destra, Omish era già arrivato, e la guardava a braccia incrociate.

-Cosa succede, Laasya? Non tieni mai riunioni di emergenza. E io devo lavorare!- si lamentò, pacato e calmo ma con una chiara irritazione nella voce.

-Per qualche motivo mi aspettavo questa chiamata. Come butta, Lasy? Oi, Ommy- Kalea comparve subito dopo, interrompendo la risposta di Laasya, salutando tutti, e sedendosi scomposta sul proprio trono, alla sinistra di Laasya.

-Oh, mi stavo divertendo a creare un nuovo tipo di fiore. È successo qualcosa?- Flora comparve subito, nella sedia accanto a Kalea, e guardò Laasya preoccupata.

-Beh…- prima che Laasya potesse spiegare, Noella si fece viva, nell’ultima sedia del lato sinistro.

-Spero davvero che discuteremo della salute delle mie figlie, in questa riunione! Non mi hai dato una risposta, alla fine!- si lamentò, irritata.

-Ogni cosa a suo tempo- Laasya si costrinse a sorridere calma, ma dentro di sé stava fumando, e fissava con insistenza la seconda sedia alla sua destra, ancora vuota.

-Ho detto riunione immediata!- borbottò.

-Oh, oh… qualcuno è nei guai!- esordì Veer, apparendo all’ultima sedia a destra, e iniziando a fissare la stessa direzione di Laasya, divertito.

-Se Jahlee non viene entro cinque secondi, giuro che…- Laasya iniziò a perdere la calma, proprio mentre Jahlee compariva sul suo trono, evitando accuratamente lo sguardo della regina degli dei.

-Ehm… sarei nel mezzo di una situazione, nel mio regno… non è che potremmo… non so… rimandare la riunione?- provò a suggerire.

-Oi, Jaji, che mangi?- chiese Kalea, indicando delle briciole che aveva ancora vicino alla bocca.

-Eh… niente? Offerte. Sì… tante offerte, ultimamente, eh eh- Jahlee provò a surclassare la questione.

-Sono i rainbow cookies di Leo? Sarei davvero curiosa di assaggiarli! Non è che puoi condividerne uno?- suppose Flora, guardando Jahlee con occhi da cucciola.

-Laasya, perché ci hai convocato? Non posso lasciare il lavoro troppo scoperto- Omish provò a tornare all’argomento principale.

-Voglio assaggiare anche io i biscotti di Leo!- Kalea lo ricambiò.

-Vogliamo parlare delle mie figlie, per favore?! Leo è quasi giunto alla base dei ribelli, e sono preoccupata!- insistette Noella.

-Già è quasi giunto alla base, sono pronto a scommettere che farà un casino!- commentò Veer, pregustando il drama e guardando Jahlee con superiorità.

-STATE TUTTI ZITTI!- Laasya perse le staffe, e zittì gli altri dei.

Erano proprio dei bambini, alle volte, ed essere gentile non ripagava affatto.

Tutti si girarono a guardarla, sorpresi dalla sua veemenza.

Tranne Jahlee, che continuava a fissare ovunque tranne lei.

-Si può sapere chi è questo Leo?!- chiese infine Laasya, esasperata.

-È colpa di Jahlee!- esclamarono quasi tutti gli dei, Omish escluso, che sembrava confuso quanto lei.

-Non è colpa mia! È mia figlia ad averlo portato qui!- si difese immediatamente Jahlee, agitando le mani davanti al viso.

-Un momento, fammi capire… hai portato un outsider, un outsider vero, qui nei sette regni?!- chiese Laasya, senza credere alle sue orecchie.

Sperava che quella riunione avrebbe chiarito in fretta che era tutto un malinteso, e che stessero parlando di un libro, magari una quinta, o sesta installazione della saga di Zia Carlina. Laasya non si ricordava quanti libri fossero usciti al momento, sapeva solo che a fine saga ne sarebbero stati quattordici.

Ma stiamo tergiversando.

Jahlee aveva portato un outsider nei sette regni?! Era vietatissimo! La prima regola degli dei era di non interferire e soprattutto non isekaizzare persone esterne!

-Come ho detto, è stata mia figlia a portarlo! E appena la salveranno dai ribelli antimonarchici lo riporterà a casa. Mancano giusto un paio di settimane, che si ricarichi la collana, e poi se ne andrà per sempre!- spiegò Jahlee, pratico, cercando di essere propositivo.

Laasya fece un veloce calcolo mentale.

La collana si ricaricava ogni mese. Un mese notoriamente dura quattro settimane.

Ergo…

-…è stato qui due settimane, e nessuno mi ha informata?!- esclamò, furiosa, guardandosi intorno e fulminando con lo sguardo gli altri dei. Questa volta evitarono tutti il suo sguardo, non solo Jahlee.

-Ehm… beh…- il suddetto esitò su una risposta, e venne interrotto prima che potesse formularla.

-In realtà sono quasi due mesi che è qui- annunciò infatti Veer, con nonchalance, divertito all’idea di mettere Jahlee maggiormente nei guai.

Jahlee gli lanciò un rubino in faccia, facilmente schivato.

-DUE MESI?!- esclamò Laasya, illuminando completamente la stanza e quasi accecando gli dei, che si ritirarono sui troni.

Rendendosi conto di quanto poco professionale fosse il suo sfogo, Laasya si calmò.

-Due mesi… e nessuno mi ha informata? Omish?- Laasya si girò verso il suo braccio destro, delusa.

Tra tutti gli dei, era quello con il quale aveva un rapporto migliore, e si fidava ciecamente di lui. Non riusciva a credere che le avesse tenuto nascosto un fatto così importante e pericoloso per il futuro dei sette regni e l’integrità della Storia.

-Io ne sapevo quanto te, Laasya. Non mi sono accorto della sua presenza, o te l’avrei detto. Chiaramente non ha né causato morti inaspettate, né evitato morti programmate- Omish si tirò fuori dalla conversazione, pensieroso.

Beh, almeno non l’aveva tradita.

-Kalea!- Laasya si voltò verso il suo braccio sinistro. Era più imprevedibile, ma ugualmente affidabile. Controllava il presente con grande attenzione, ed era colei che aggiustava la linea temporale per quel tipo di situazioni impreviste.

-Eh… volevo dirtelo, ma era spoiler, e mio figlio mi ha pregato di mettere il filtro anti-spoiler anche nella mia mente, quindi volevo dirtelo, ma non lo sapevo realmente… insomma… eh… sai…- era anche la dea più incomprensibile con la quale sostenere una conversazione, soprattutto se faceva avanti e indietro nel tempo senza riserve.

-No, non so! Poi parleremo di tuo figlio in privato. Flora?- infastidita dalla risposta assurda della dea, Laasya si rivolse alla sua compagna, che le sorrise innocentemente.

-Mi sta simpatico! Vorrei assaggiare i suoi piatti- disse senza essere molto d’aiuto.

Laasya scosse la testa.

-Lasciamo stare Noella che è stata l’unica ad informarmi…- decise di non prendersela con la dea della neve, anche se avrebbe decisamente potuto dirglielo prima, e non essere così acida al riguardo.

-Ringraziami parlando delle mie figlie, per piacere!- Noella tornò all’unico argomento che le interessava, anche se chiaramente c’erano problemi maggiori ai quali pensare.

-Sì, sì, tra poco… Jahlee, perché non me l’hai detto subito?!- Laasya tornò a rivolgersi verso il responsabile di tutto quel casino in primo luogo, che si portò indietro i capelli, a disagio.

-Non volevo scomodarti, tanto se ne andrà presto, e dubito riuscirà a combinare ulteriori casini- provò ad abbassare la gravità della situazione.

-Infatti, ci pensa tua figlia a combinare casini- lo provocò Veer.

-Pensa a tuo figlio che gli ha dato l’artefatto mentale!- ribatté Jahlee.

-Mio figlio sta cercando di risolvere i casini!- lo difese Veer, deciso.

-Veer, non sogghignare, tu lo sapevi e non mi hai detto nulla?!- Laasya chiuse la discussione rivolgendosi con astio verso il dio del fuoco, che però non sembrò in difficoltà.

-Eh… pensavo lo sapessi, Laasya. Non fa che nominarti! Che Laasya la protegga, che Laasya mi protegga, Laasya mi ha sposato. Ero convinto che lo sapessi- alzò le spalle, con nonchalance.

…sposato?

L’OUTSIDER AVEVA DETTO DI ESSERE SPOSATO!!

Era un totale affronto contro di lei!

Non solo aveva mentito dicendo di venire dal suo meraviglioso e puro regno, ma aveva addirittura offeso la sua autorità mentendo sul suo stato civile?!

Laasya prese un profondo respiro, cercando di non farsi offuscare dalla rabbia.

Era un outsider, sicuramente non conosceva le loro tradizioni.

-Lo sai che filtro questo tipo di chiacchiere! Ugh, quante cose ha cambiato?- cercò di fare un punto della situazione, rivolgendosi a Jahlee, sicuramente il più informato sulla faccenda.

Noella gli aveva detto qualcosa, ma non le aveva prestato troppa attenzione, occupata com’era ad avere una crisi.

-Ehh… niente di irreparabile. Ha organizzato il banchetto della principessa… l’ho accidentalmente benedetto… ha stretto un po’ amicizia, ma niente di…- Jahlee parlò molto in fretta, ma Laasya riuscì comunque a sentire cosa stava dicendo.

-L’hai benedetto?!- ripeté, sconvolta.

Quella era la seconda regola!

Ovvero un upgrade della prima.

Mai benedire gli esseri umani!

GLI DEI NON DOVEVANO INTERFERIRE!

-Stava per farsi uccidere! Mia figlia non era ancora arrivata, non potevo lasciarlo morire. Contavo che non avrebbe mai attivato la benedizione!- provò a giustificarsi Jahlee.

-Oh noi! E lo sa qualcuno?- Laasya non aveva mai imprecato in vita sua, ma le uscì una leggera imprecazione. La situazione stava andando davvero fuori controllo.

-Tutta la corte di Jediah- rispose Veer, con un ghigno, anticipando Jahlee, che gli lanciò un altro rubino addosso.

-Smettila di vendermi, Veer! Lo sa anche la tua corte, per colpa di quel gradasso di Victor- rigirò la frittata, dando un po’ di responsabilità anche a lui.

-Ma è colpa tua se Leo è in giro in primo luogo- ribatté Veer.

-E i ribelli stanno nel tuo regno- continuò Jahlee.

-Smettete di litigare, voi due!- li riprese Omish, irritato.

Anche se il litigio era servito a calmare Laasya, che aveva recuperato la compostezza, e una volta giunto il silenzio si rivolse alla sua sinistra.

-Okay, urgono misure drastiche. Kalea, dobbiamo riavvolgere il tempo ed evitare che questi guai intervengano con la Storia!- le ordinò, categorica.

Kalea sembrò parecchio in difficoltà.

-Ma è contro le regole- provò ad obiettare.

Sul serio?! Usava la scusa delle regole dopo tutte quelle che Jahlee aveva infranto?!

-E lo è anche portare un outsider- spiegò Laasya, ovvia, indicando Jahlee.

-Non sono stato io, è stata mia figlia!- insistette Jahlee.

Poco maturo da parte sua buttare la figlia sotto un metaforico carro, ma un’altra loro regola era che i semidei erano intoccabili, quindi Jahlee sapeva che non ci sarebbero state conseguenze contro di lei.

-E tu in quasi due mesi non lo hai riportato indietro!- Laasya cercò comunque una scusa per scaricare la responsabilità su Jahlee.

Dopotutto ad ogni luna piena poteva apparire nel mondo fisico e usare i suoi poteri liberamente. Avrebbe potuto approfittare allora per riportare Leo a casa sua.

-Ma poi mia figlia non sarebbe venuta a prenderlo, e dovevo vedere mia figlia almeno una volta! Tu non hai mai avuto figli, non puoi capire!- si irritò Jahlee.

Gli altri dei gli lanciarono un’occhiataccia.

-È una frase un po’ generalista, non credi?- Omish prese le difese di Laasya.

-Neanche io ho mai avuto figli- così come Flora -Ma se succedesse qualcosa a Payas sarei devastata!- aggiunse poi, pensando al semidio figlio di Kalea.

-Awww, tesoro- che per tutta risposta, le diede un bacio sulla guancia.

Laasya non aveva tempo per queste sdolcinatezze.

Non aveva mai capito l’appeal di avere figli che rischiavano di disturbare la Storia e rendere imperfetto il suo amato mondo.

-Allora, Kalea! Riavvolgi il tempo- ordinò alla dea alla sua sinistra, interrompendo il flirt e tornando al nocciolo della questione.

Kalea esitò appena, lanciando un’occhiata prima a Jahlee, poi a Flora, ed infine tornando a Laasya.

-Non mi sembra la scelta migliore. Non cambierebbe il fatto che Leo è finito qui, dopotutto. E Jahlee non potrebbe comunque cambiare quello che farà prima della luna piena. Riavvolgere il tempo è inutile- alla fine scosse la testa.

Laasya dovette fare fronte a tutto il suo poco autocontrollo rimasto per non sbottarle contro.

-Quindi che volete fare?- chiese, diplomatica, ma con irritazione crescente.

-La vecchia manovra d’emergenza- propose Veer -Sarà lungo e complesso, ma se io e Omish ci alleiamo dovremmo riuscire a portarla a termine in fretta e senza conseguenze- fece un occhiolino ad Omish, che sospirò.

-Sarà sfiancante…- borbottò -…ma suppongo sia la scelta migliore. Che sta facendo questo Leo, al momento?- chiese poi, rivolto a Laasya.

-Perché non vediamo?- propose Veer, divertito. Sembrava sapere già tutto e voler solo scoprire la reazioni dei colleghi al riguardo.

-Ma le mie figlie- si introdusse Noella, lagnosa.

-E basta, Noli!- sbuffò Kalea.

Laasya aprì il terzo occhio, e cercò l’outsider, mostrando poi a tutta la stanza i frutti della sua ricerca.

E quello che vide la lasciò sconvolta.

-Ohh… forse è meglio dare loro un po’ di privacy- commentò Flora, prima di tutti.

-E bravo Leo!- la seguì Kalea, divertita.

-Dovrebbe voler salvare mia figlia!- si lamentò Jahlee, privo però di astio.

-Victor non ne sarebbe molto felice- borbottò Veer, senza troppa tristezza, ma anzi con un ghigno.

-Spero che lo distragga abbastanza da non mettere in pericolo le mie figlie!- borbottò ovviamente Noella, infastidita.

-Ma quello… non è il principe Daryan?- osservò Omish, sorpreso.

Laasya era livida.

Che ci faceva quell’outsider intento a sedurre il SUO protagonista! 

Chiuse la visione furiosa, e decise che finché fosse rimasto nei sette regni, gli avrebbe reso la vita un inferno.

Per sua fortuna, quel lasso di tempo sarebbe stato molto poco.

 

Ma cosa stava facendo Leo, con Daryan?

Facciamo un passo indietro, che sono certa che dopo l’ultima uscita di Leo siete tutti curiosi di sapere cosa è successo.

-…Io vengo da un altro mondo!- aveva infatti detto, guardando Daryan dritto negli occhi mentre gli rivelava il suo più grande segreto da quando era finito lì.

Un segreto che pensava che avrebbe portato con sé ritornando a casa.

Un segreto che rischiava di fargli perdere Daryan per sempre, o di spedirlo in prigione.

Quando le parole gli lasciarono la bocca, Leo si era già pentito di averle pronunciate, terrorizzato che potessero portarlo definitivamente alla rovina.

Si coprì immediatamente il viso, spaventato della possibile reazione del principe di fronte a quella ammissione.

E i secondi passarono.

Cinque… dieci… venti… un minuto.

Di puro e totale silenzio.

Si era forse fermato il tempo?

Leo aveva detto qualcosa che non avrebbe dovuto dire e tutto si era bloccato, tipo la censura anti-spoiler di Payas?

Probabilmente Leo avrebbe dovuto aprire gli occhi e controllare, ma aveva troppa paura dell’espressione che avrebbe potuto trovare sul volto di Daryan.

Il silenzio, che iniziava a farsi davvero imbarazzante, fu interrotto quando la carrozza iniziò a muoversi, con un sussulto, e finalmente Leo si tolse le mani da davanti al viso, rendendosi conto che il tempo non si era affatto fermato, e notando l’espressione di Daryan.

Il principe, che lo fissava a bocca leggermente aperta, sobbalzò appena, e si guardò intorno, come svegliato da un sogno.

Poi sospirò, seccato.

-Se era un modo per distrarmi abbastanza da impedirmi di trascinarti a forza fuori dalla carrozza e impedirti di partecipare a questa spedizione, sappi che posso fermarla in ogni momento…- si avviò verso la finestra, e guardò fuori.

Leo lo seguì, senza sapere cosa dire.

Da un lato, il principe gli aveva appena dato la scusa perfetta per ritirare la sua precedente affermazione.

“Mi scusi principe Daryan. Ha ragione, era solo un tentativo disperato…”

Sembrava che Daryan stesso volesse che Leo prendesse quella strada.

Mantenere tutto sul binario giusto.

Quello che voleva anche Giada.

Forse Leo avrebbe dovuto abbandonare tutta la missione e lasciare che facessero tutto gli altri. Alla fine, sebbene il piano di Remington fosse davvero interessante, probabilmente il principe e i cavalieri avrebbero risolto la cosa molto più facilmente.

Tornare a mentire sembrava la scelta giusta, la scelta più facile, la via sicura.

Eppure…

Leo era così stanco…

E Payas non gli aveva forse detto di seguire il suo cuore?

Quale occasione migliore di quella…

-È vero, principe Daryan, vengo da un altro mondo, e le ho mentito su tutta la mia backstory… mi dispiace. E devo assolutamente provare a salvare Giada… cioè, la semidea Yu, perché non posso starmene con le mani in mano quando la mia migliore amica, che mi ha salvato la vita già due volte, è in pericolo…- Leo si scavò maggiormente la fossa, seguendo il suo cuore e aprendosi all’uomo davanti a lui, che rimase fermo sul posto qualche secondo, e poi si voltò nella sua direzione, sorpreso.

Sembrava senza parole.

-Vieni da un altro mondo?- chiese, in un sussurro, il tono impassibile, freddo, impossibile da decifrare per Leo, che si limitò ad annuire, cercando di non dare a vedere troppo la sua agitazione.

Perlomeno Daryan non gli era scoppiato a ridere in faccia, né aveva chiamato qualcuno per scortarlo nelle segrete per via della sua pazzia.

Anche se forse una risata sarebbe stata meglio di quel silenzio soffocante.

-Okay… capisco…- silenzio che venne rotto, questa volta, da Daryan, che si avvicinò a Leo, e si sedette ad un lato della carrozza.

Leo, ancora in piedi, lo fissò trattenendo il respiro, e sperando che continuasse lui a parlare.

Non sapeva davvero cosa fare, né cosa aspettarsi.

Il principe sospirò, e si voltò verso di lui.

-Suppongo che ci aspetti un lungo viaggio verso Valkrest. Spero che sia abbastanza per spiegarmi tutto con dovizia di dettagli- disse poi, facendo cenno a Leo si sedersi accanto a lui. Non sembrava particolarmente arrabbiato, solo leggermente freddo, cosa alla quale Leo era abituato.

Il cuoco sembrava più sorpreso di lui, a dire il vero.

-Mi lascia andare a salvare Giada…?- chiese, incredulo, accennando qualche passo nella sua direzione, ma non osando sedersi, non ancora.

-E ti accompagno, ovviamente. Sembri deciso, e non posso fermarti né rischiare che tu finisca in pericolo- rispose Daryan, ovvio, incrociando le braccia per mostrare la sua irritazione alla prospettiva.

-Anche se… non sono un suo suddito?- gli fece notare Leo, decidendo finalmente si inginocchiarsi accanto al principe, anche se era sempre pronto a scattare in piedi. 

-Sei un mio ospite, Leonardo. Che tu venga da Lumai, o da un altro mondo, non cambia che sei ospite a palazzo, e mia responsabilità- mise in chiaro Daryan, deciso -E comunque… ho svariate domande, e ore di viaggio senza possibilità di fuga mi sembrano ottime per ottenere risposte- si avvicinò appena.

Leo evitò il suo sguardo.

-Mi sembra giusto… cosa vuole sapere? Non sono bravo nei lunghi discorsi, e so che sicuramente se iniziassi a spiegare dimenticherei qualcosa- ammise, torturandosi una ciocca di capelli a disagio.

Purtroppo per lui, si perse il sorrisino intenerito di Daryan, che gli avrebbe senz’altro dato una qualche rassicurazione.

-Cominciamo da qualcosa di semplice… il tuo nome è davvero Leonardo?- il principe partì dalla base.

-Mi chiamo Leonardo Rinaldi… nel mio mondo hanno tutti un cognome, non solo i nobili- rispose lui, col cuore che batteva fortissimo. Non credeva che le altre domande sarebbero state così semplici.

Ma Daryan si mantenne sul semplice, almeno all’inizio.

Leo gli raccontò di quando era stato trasportato lì, della sua famiglia, di sua madre, sua sorella, il suo pessimo rapporto con suo padre, e che sua nonna aveva problemi con gli zuccheri.

Gli spiegò che aveva studiato parecchio la cucina, nel suo mondo, con mezzi più evoluti di quelli del palazzo, e che molte ricette le aveva prese da lì, anche se non tutte.

Gli raccontò della scuola, del suo rapporto con Giada, del suo mondo, in generale.

Daryan faceva domande e ascoltava, completamente impassibile. A volte pensieroso, a volte annuiva, e a volte piegava la testa confuso e chiedeva spiegazioni, quando Leo parlava di qualcosa che non conosceva.

Era estremamente calmo e tranquillo.

E sebbene la conversazione stesse andando molto meglio di quanto Leo avrebbe mai potuto sperare, il suo battito era molto più veloce del normale.

Non riusciva a capire come sarebbe andata a finire, e non aveva la minima idea di cosa stesse pensando Daryan, in quel momento, quindi non sapeva ancora quanto ancora a lungo potesse sperare nella sua clemenza.

Inoltre… Leo gli stava raccontando tutta la storia della sua vita, praticamente, ma non aveva ancora accennato, neanche di sfuggita, al suo orientamento sessuale.

Continuava ad essere terrorizzato all’idea di essere discriminato per quello, anche se Daryan sicuramente sapeva che Leo aveva quelle tendenze, dopo il bacio al compleanno della principessa.

Ma comunque… non voleva vedere il disgusto nello sguardo del principe.

Principe che al momento si limitava ad annuire e continuare con le sue domande.

-E come hai scoperto della spedizione per andare a recuperare la semidea?- dopo molte domande sul mondo di Leo, il principe tornò con i piedi al presente, indicando vagamente i loro dintorni.

Ecco, questa domanda era molto complessa, dato che coinvolgeva altre persone.

Leo aveva parlato di sé stesso, fino a quel momento, ma non aveva accennato a nessun semidio al di fuori di Giada, né al suo incontro con Victor.

Decise di mantenersi sul vago.

-Mi è stato detto da una persona- ammise, senza fare nomi.

-Chi?- indagò Daryan, sospettoso.

-Mi dispiace, principe Daryan, ma non penso di poterglielo dire- Leo fu più diretto, e si rifiutò di rispondere, senza guardare il principe negli occhi.

-Leonardo, capirai la mia insistenza. Mi sono offerto di aiutarti, ma non posso lasciarti andare in un luogo pericoloso senza sapere quale sia il tuo piano, sempre che tu ne abbia uno. Potresti anche finire in una trappola- Daryan provò a farlo ragionare.

E conoscendo i precedenti di Leo, aveva ragione a preoccuparsi.

Rimasero qualche secondo in silenzio.

Leo iniziò a riflettere su cosa dirgli, e nel frattempo tirò fuori un po’ del cibo che aveva confezionato per il viaggio. Aveva preparato dei panini e preso dei biscotti, che potevano sempre servire. Prese un panino per sé, e ne porse uno verso il principe, che lo osservò per qualche secondo prima di prenderlo in mano.

-Posso assicurarla che ho un piano, su questo non si deve preoccupare- Leo rassicurò Daryan della sua competenza, prima di prendere il primo morso.

-E questo piano sarebbe…- Daryan lo incoraggiò a parlare.

Leo rimase in silenzio, e mangiò il panino il più lentamente possibile.

-Le ricordo che ho comunque la benedizione di Jahlee, non posso essere ucciso- Leo cercò di chiudere l’argomento.

-Leonardo…- si lamentò il principe, avvicinandosi a lui e squadrandolo con preoccupazione.

-Senta… è un piano, e non l’ho elaborato io, quindi sicuramente funzionerà, non deve…- Leo iniziò a torturarsi l’orecchino che Remington gli aveva prestato, e questo attirò l’attenzione di Daryan su tale orecchino.

Essendo buio, prima il principe non l’aveva proprio notato.

Interruppe Leo, sollevando la mano verso il gioiello e avvicinandolo a sé per vederlo meglio.

-E questo da dove è uscito? Non te l’ho mai visto addosso prima d’ora- osservò, non nascondendo un certo sospetto nella voce.

-Eh… è parte del piano- disse Leo, arrossendo vistosamente nel vedere Daryan così vicino a lui.

-Un momento… questo è l’orecchino di Victor! L’artefatto della mente che permette di leggere i pensieri. Chi te l’ha dato? Il piano è del principe Victor?! In tal caso non ti permetterò di andare. È palesemente una trappola! Tu non lo conosci, ma il principe Victor è…- riconoscendo il gioiello, Daryan si agitò parecchio, e afferrò il braccio di Leo con fare protettivo, come se temesse che il cuoco sarebbe corso fuori dalla carrozza in quel momento finendo in pericolo.

Il cuore di Leo saltò nel petto.

Possibile che il principe non si rendesse conto di quanto gli stesse mandando dei messaggi sbagliati, comportandosi in modo così accorato e preoccupato?!

Ah, non era colpa sua.

Era un mondo eteronormativo, sicuramente non poteva capire che il suo comportamento era troppo affettuoso e attento per un semplice amico… sottoposto… cuoco. Non amico. 

Cos’erano, loro due?

Non era importante.

Leo doveva rassicurare Daryan, prima che andasse in iperventilazione.

-Lo so, lo so. Il principe Victor è una persona tremenda che spero di non dover mai più incontrare. Non è stato lui a darmi questo artefatto, ma…- Leo esitò un momento, ma alla fine decise di essere onesto -…il semidio, Remington. Lui e Gia… Yu sono migliori amici, e…- Leo iniziò a spiegare, pronto ad illustrare il piano nei minimi dettagli.

Ma venne interrotto da due voci che gli parlarono nello stesso momento.

“Mi hai chiamato? Sei riuscito a liberarti del principe?”

-Il semidio Remington?! Quando è successo? Non lo vedo a palazzo dal compleanno di Opal!- osservò Daryan, ancora più preoccupato.

-Calma, calma, uno alla volta…- si lamentò Leo, tenendosi la testa.

Sia Daryan che Remington si zittirono.

Daryan lo fissava confuso.

Si guardò appena intorno, come a chiedersi se ci fosse qualcun altro, con loro.

Poi, mentre Leo tirava un sospiro di sollievo, mentale e fisico, entrambi ricominciarono a parlare, o meglio, urlare, nello stesso momento.

“HAI PARLATO AL PRINCIPINO DI ME?!”

-SEI COLLEGATO MENTALMENTE AL SEMIDIO?!- 

Erano molto scioccati.

Leo si prese la testa, infastidito.

Certo che era davvero fastidioso quel collegamento mentale.

-Non mi urlare in testa, per favore- borbottò Leo a mezza voce, rivolgendosi a Remington.

-Mi scusi, principe Daryan, può aspettare solo un istante?- sollevò poi un dito in direzione del principe, in tono più gentile, chiedendogli un po’ di tempo per risolvere la disputa con Remington prima di tornare al loro discorso.

“IO TI URLO IN TESTA QUANTO MI PARE! COME HAI OSATO?! ERA UN SEGRETO!” continuò Remington, facendogli venire mal di testa.

-Pensava avessi rapporti con Victor! Non volevo che fraintendesse- si giustificò Leo, rabbrividendo al solo pensiero di essere associato a quella carogna di Victor.

-Leonardo…- Daryan provò ad attirare la sua attenzione, preoccupato.

Senza pensarci, Leo gli prese il panino, ancora non toccato, dalle mani, e glielo mise in bocca per farlo stare zitto e farlo mangiare, continuando a concentrarsi completamente su Remington, e perdendosi il rossore sul volto di Daryan quando si ritrovò ad essere imboccato così.

“Fraintendere?! E quindi gli hai rivelato tutto il nostro piano?! Perché non volevi che il tuo ragazzo pensasse che hai rapporti con un altro?! ANDIAMO, LEONARDO!!” si lamentò Remington, sentendosi tradito.

-NON È IL MIO…- Leo si interruppe, e arrossì vistosamente nel notare lo sguardo confuso e sorpreso di Daryan, che mangiava lentamente il panino, ma continuava a fissare Leo senza perdersi neanche una sillaba.

Grazie agli dei non ascoltava anche la parte di Remington, perché altrimenti Leo si sarebbe seppellito.

-Senti, Remington… non gli ho detto tutto il piano, solo che tu mi hai dato l’orecchino, e comunque possiamo fidarci di Dar… del principe Daryan. Lui…- Leo cercò di mettere una buona parola sul principe, che si imbronciò appena quando sentì il cuoco parlare a Remington con tutta questa confidenza.

“L’amore ti annebbia la mente” sbuffò Remington.

-Oh, sta zitto!- la voce di Leo si fece molto più acuta, e il suo volto divenne molto più rosso dei suoi capelli. Sembrava un pomodoro.

-Leonardo, ti sta…?- il principe, che aveva finito di mangiare e sembrava essersi calmato appena, si avvicinò a Leo preoccupato.

Leo gli mise una mano sulla bocca per zittirlo e per allontanarlo, perché altrimenti sarebbe esploso.

Fortuna che non era finito in un anime, altrimenti, tra le supposizioni e la vicinanza, gli sarebbe sicuramente uscito un quintale di sangue dal naso al momento.

E ci mancava poco comunque.

“Se non vuoi che si preoccupi, parlami mentalmente, idiota!” lo riprese Remington.

Effettivamente aveva ragione. Ma continuava ad essere difficile per Leo parlare solo mentalmente, soprattutto quando c’era una persona così vicina a lui con la quale avrebbe preferito parlare in quel momento.

“Guarda che mi offendo se continui a pensare così”

Meglio non distrarsi.

“Già, meglio! Allora, che avevi intenzione di fare con Daryan? Perché sta ancora lì? Dove sei? Il piano è ancora in corso? Non ti ho sentito per quattro ore pensavo fosse andato tutto in malora!”

Quattro ore? Erano rimasti a parlare così a lungo?! Il tempo era davvero volato parlando con Daryan.

“Meno sdolcinatezze e più risposte!”

“Sì, sì. Il principe Daryan ha deciso di accompagnarmi, e lo so che non è contemplato nel piano e devo stare da solo, ma almeno non mi ha costretto ad uscire e mi ha dato fiducia. Ho finito per rivelargli di essere di un altro mondo ma pare che l’abbia presa bene, e… pensavo che potrei chiedergli aiuto per la missione di salvataggio” spiegò Leo, molto velocemente.

Remington rimase in silenzio qualche secondo, e per un attimo Leo pensò che il collegamento si fosse interrotto.

“…Yu mi ammazza” commentò poi in un sussurro che Leo non era certo di aver capito bene.

“Allora… può aiutarci?” Leo finse di non sentire, e sorrise appena, speranzoso, e lanciando un’occhiata di scuse verso Daryan che… oh dei! Leo gli stava ancora tenendo la mano sulla bocca.

E il principe non sembrava fare nessun tentativo per liberarsi, anche se fissava Leo ad occhi sgranati.

Leo tolse la mano immediatamente, facendogli numerosi segni di scuse ma non parlando ad alta voce.

“Aiutarci può aiutarci, in effetti… puoi fare da tramite?” dopo alcuni secondi di contemplazione, Remington rispose alla domanda di Leo.

“Certo” il ragazzo si mise a disposizione, felice alla prospettiva di non essere più solo nella missione.

-Il semidio Remington vuole parlarti. Farò da tramite- Leo sorrise al principe Daryan, e finalmente riuscì a parlare.

-Suppongo sia lui il responsabile della tua fuga da palazzo. Avrei anche io qualche domanda da fargli- Daryan incrociò le braccia, e lanciò un’occhiataccia verso la testa di Leo, come se sperasse di raggiungere Remington in quel modo.

“Anche il principe ha delle domande da farti” gli riferì Leo, mentalmente.

“Domanda per domanda, e parto io” borbottò Remington, irritato.

-Domanda per domanda, e parte lui- ripetè Leo, imitando il tono.

“Ehi, non imitare il mio tono!” si lamentò Remington.

-Non devo imitare il suo tono- ripeté Leo, che aveva preso il compito molto seriamente.

“E non devi neanche ripetere tutto quello che dico!” esclamò Remington, imbarazzato.

-E non devo ripetere tutto quello che dice- si segnò Leo.

“Mi stai prendendo in giro?!” Remington era esasperato.

-Non ti sto prendendo in giro!- si difese Leo.

Daryan si portò una mano alla bocca, e distolse lo sguardo per un attimo.

Se Leo non l’avesse conosciuto bene, avrebbe detto che si stava sforzando al massimo per non riedere, ma Leo lo conosceva bene, e Daryan aveva spesso quel tic, soprattutto quando Leo faceva una qualche stupida gaffe. Sicuramente, come Remington, era solo esasperato per il suo comportamento da idiota assoluto.

“Lasciamo stare…” Remington sospirò.

-Lasciamo stare…- ripetè Leo agitando una mano per chiudere il discorso.

-Già, andiamo al punto… cosa vuole chiedermi il semidio Remington?- Daryan calmò le non-risa e mise su il suo migliore tono di affari.

“Che vuoi chiedere a Daryan?” chiese Leo, mentalmente.

“Una richiesta molto molto semplice…”

-Una richiesta molto molto semplice…-

“…bloccare completamente la missione di salvataggio da lui organizzata”

-…bloccare completamente la missione di salvataggio da lei organizza… aspetta, cosa?!- Leo era estremamente sorpreso della richiesta.

“Mi hai sentito!” Remington era sicuro di sé.

-Per quale motivo dovrei fare una cosa del genere?- chiese il principe Daryan, inarcando le sopracciglia.

“Già! Perché dovrebbe fare una cosa del genere?!” ripeté Leo, sconvolto.

“Per lo stesso motivo che mi ha spinto a chiedere aiuto a te, e non osare ripetere questa parte! Daryan non deve sapere qual è questo motivo, solo che è la scelta migliore per il benessere del suo regno, e del mio” Remington non diede risposte.

Leo iniziava a dubitare che seguire il suo piano fosse la scelta giusta.

Rimase in silenzio, senza sapere bene cosa dire a Daryan.

-Non ho la minima intenzione di cancellare dei piani organizzati nei minimi dettagli, specialmente se non vengo informato dell’alternativa, e se tale alternativa mette in pericolo Leonardo- Daryan parlò prima che Leo riuscisse a trovare qualcosa da dire.

Ripeté le parole del principe al semidio.

Ci furono alcuni secondi di silenzio.

Poi Leo sentì Remington sospirare nella sua testa.

“Leo, ho deciso di essere onesto con te, ma non osare aprire bocca e rivelare quello che sto per dirti, o l’intero destino dei sette regni potrebbe essere in pericolo” il suo tono era mortalmente serio, a Leo vennero i brividi.

Annuì appena.

Poi si ricordò che Remington non lo poteva vedere.

“Sì, dimmi tutto” 

“Sai come nella Storia è tutto segnato, eventi passati, presenti e futuri?” cominciò Remington, dando un po’ di contesto.

“Sì, Giada mi ha accennato qualcosa. Ne parlava come se fosse un libro” Leo annuì, pensando alle poche informazioni che ricordava, ovvero che Daryan avrebbe sposato Dotty, l’avvelenamento, e l’importanza della cucina a corte.

Lanciò al principe un’occhiata triste.

Daryan piegò la testa, confuso.

“Ecco… nella Storia… Yu non viene catturata. Nella Storia tu non ci sei, quindi tu stai cambiando la Storia” continuò a spiegare Remington, facendo fatica a trovare le parole.

“Sì, beh, il destino degli isekaizzati. Ma non è un problema, giusto? Cambiare il libro non deve essere poi così grave” Leo non capiva il perché di tutta quella serietà.

“Okay, mettiamo che hai ragione, questo non cambia che stiamo operando su terreni sconosciuti, e… teoricamente, il ratto dei semidei finisce quando la spedizione di Nivern arriva e recupera tutti i semidei rapiti. Miracolosamente non c’è nessun danno collaterale, ma molti ribelli vengono catturati. Questo è come dovrebbe andare, ma ora c’è una spedizione che è arrivata in anticipo, e due semidei catturati in più. Siamo su un binario sconosciuto, e facendo scatenare una lotta, non sappiamo come le cose possono evolversi. Con il nostro piano l’unico che rischia qualcosa sei tu, ma se permettiamo alla spedizione del palazzo di attaccare… non sappiamo quante persone potrebbero restare ferite, o rimetterci la vita” Remington parlò senza che Leo lo fermasse, e dal canto suo, il cuoco era sempre più pallido mano a mano che il racconto proseguiva.

Non aveva messo in conto la possibilità che qualcuno si facesse male, ma era più che probabile, conoscendo i ribelli antimonarchici.

Lo avevano attaccato, dopotutto. Lo avevano attaccato e se non fosse stato per la benedizione di Jahlee, Leo sarebbe morto. E in quella spedizione c’erano Chevel, adesso il principe Daryan, e… grazie al cielo Alex non era stata arruolata, ma non significava che gli altri cavalieri fossero pedine sacrificabili.

E quella missione era stata organizzata solo ed esclusivamente per colpa sua.

Perché lui era stato avvelenato, rischiando di morire per la seconda volta, e la sua migliore amica era stata rapita per salvarlo.

Era vero che se qualcuno doveva rischiare la morte, in quel momento, quel qualcuno doveva essere Leo.

-Leonardo… stai bene? Che ti ha detto?- la voce di Daryan lo riportò alla realtà, e si rese conto che il principe gli aveva messo le mani sulle spalle, e lo guardava con preoccupazione sempre maggiore.

-La prego, principe Daryan, mi lasci provare a salvare da solo la semidea, e non mandi la sua spedizione a recuperarla- Leo gli supplicò, prendendogli le mani tra le sue.

-Cosa? Ma perché?! Dimmelo, Leonardo!- Daryan indagò, avvicinandosi.

Leo scosse la testa.

-Non posso dirglielo, e non voglio mentirle. La prego, si fidi di me- Leo gli strinse le mani, e lo guardò con i suoi più riusciti occhi da cucciolo.

Daryan esitò appena, e poi scosse la testa.

-Non posso, Leonardo. La semidea Yu ha chiesto espressamente il nostro intervento, e che tu non venissi coinvolto- si allontanò.

Leo sentì un nodo allo stomaco.

Capiva i sentimenti di Giada, e a parti invertite anche Leo avrebbe probabilmente cercato di non coinvolgerla.

Ma sapeva anche che lei se ne sarebbe infischiata dei suoi desideri, come Leo stava facendo in quel momento.

-Vuole solo proteggermi, ma il mio piano è molto meno rischioso!- insistette Leo -La prego, cerchiamo di risolverla con il minor numero di danni collaterali- 

-La Storia seguirà il suo corso, e se prevede dei danni collaterali…- Daryan abbassò lo sguardo, in estrema difficoltà -…non c’è molto che possiamo fare-

Leo si rese conto che Daryan era convinto che tutto quello che stessero facendo in quel momento fosse previsto dalla Storia. Non aveva idea che Leo non ne faceva parte.

Il cuoco fu tentato di dirlo, di ammettere di essere una falla nel sistema perfetto degli dei…

“NON CI PROVARE NEMMENO! IL PRINCIPE DARYAN NON PUÒ SAPERLO PER NESSUNA RAGIONE!” gli arrivò un urlo nella testa, che lo fece irrigidire.

Calmo, Remington, Leo non ne aveva la minima intenzione.

Non voleva turbare il principe, né voleva essere guardato con altri occhi.

“Ecco, bravo, stai zitto!”

-E se la Storia prevedesse che io vada da solo? Non sarebbe il caso di seguirla?- cercò di rigirare le parole di Daryan contro di lui.

Nonostante l’oscurità della carrozza, a Leo sembrò che Daryan impallidisse.

Non rispose, e guardò un punto lontano, riflettendo sulla questione.

-Si fidi di me, principe Daryan. Mi dia un giorno, e se non torno, mandi pure la spedizione che aveva…- Leo provò a offrire una soluzione, ma Daryan sobbalzò, e gli afferrò di scatto il polso, bloccando la sua affermazione.

Aveva detto qualcosa di male?

“Diamine! L’avevi quasi cappottato!” si lamentò Remington.

-No! No! Assolutamente no! Non posso mandarti lì dentro da solo e rischiare che… rischiare di…- il principe sembrava in difficoltà tremenda.

Leo non lo capiva.

-Perché?- chiese, confuso.

Non aveva la minima idea di cosa Daryan pensasse di lui.

A volte sembrava tenere a Leo come se fosse più di un semplice cuoco che lavorava per lui.

A volte sembrava detestarlo, e lo trattava peggio degli altri.

A volte… a volte a Leo sembrava che potesse ricambiare i suoi sentimenti.

Quando lo vedeva così preoccupato, e protettivo, e quasi geloso dell’attenzione che Leo attirava.

Leo gli aveva rivelato quasi tutto ciò che c’era da sapere su di lui, e allo stesso tempo gli sembrava che fossero ancora due completi sconosciuti.

Voleva sapere cosa passasse per la mente del principe. Lo voleva con tutto il cuore.

Ma non poteva creare un legame senza il consenso del principe.

Un momento…

-Perché? …Leonardo, io…- Daryan iniziò quella che sembrava una confessione, ma Leo lo interruppe, esternando la consapevolezza che gli era appena venuta in mente.

-Un legame mentale!- esclamò, entusiasta.

Daryan lo guardò come se fosse impazzito.

-Un… cosa?- chiese, con voce incerta. Sembrava essere stato interrotto nel mezzo di una frase che gli costava davvero tanto ammettere, quindi la voce usciva con difficoltà.

-L’orecchino, può creare legami mentali. Possiamo crearne uno, posso entrare da solo, e se ho difficoltà ti avverto… la avverto, ed entrate a fare un bordello e a salvarci tutti! È un’ottima strategia!- Leo si sentiva determinato. 

“Sorprendentemente… è davvero una buona idea” osservò Remington, stupito.

Daryan guardò Leo qualche secondo.

Poi sospirò, e lo lasciò andare.

-Suppongo… suppongo che sia effettivamente un buon piano. Ed eviterebbe di rischiare uomini… ma… potremmo sempre mandare qualcun altro. Mi dici il piano e lo facciamo eseguire da un altro mio uomo, magari Chevel, o…- Daryan iniziò a mostrare segni di cedimento, ma continuava a cercare in tutti i modi di proteggere Leo.

-No, devo essere necessariamente io. Deve essere una persona con i capelli rossi, e sono l’unico- il cuoco scosse la testa, pensando al piano.

“Esatto” gli diede man forte Remington.

Daryan sospirò ancora, più profondamente, rassegnandosi definitivamente.

-D’accordo… d’accordo… hai il mio permesso per creare un collegamento mentale per tenermi aggiornato su come procede la tua missione, ma se smetto di sentire informazioni la spedizione andrà come previsto. Decido di affidarmi a te, anche per evitare possibili feriti- Daryan cedette, a denti stretti.

Non sembrava affatto felice della decisione.

Leo però non era più in sé dalla gioia, e lo abbracciò di scatto, sollevato da essere riuscito a convincerlo, alla fine.

Daryan si irrigidì completamente al contatto.

-Lo crei così il legame?- chiese, a bassa voce.

-Oh, no. Devo guardarla negli occhi… cercherò di non essere invadente, ma devo ammettere di non essere molto esperto. Prima ho creato un legame per sbaglio… ma l’ho rotto subito, glielo giuro- Leo lo lasciò andare, e iniziò a balbettare, imbarazzato per l’incidente di quattro ore prima.

“Ha accettato?” chiese Remington, che non aveva capito molto bene gli ultimi sviluppi.

“Sì, ha accettato” rispose Leo, molto soddisfatto.

-Devo avvertirti, Leo, non credo che i miei pensieri saranno di tuo gradimento, ma preferisco sottopormi al tuo biasimo e tenerti comunque al sicuro, pertanto puoi creare questo collegamento quando vuoi- Daryan gli diede il permesso.

Leo smise di pensare a Remington, e si concentrò completamente sul principe, confuso dalla sua affermazione.

Perché mai i suoi pensieri avrebbero dovuto essere soggetti a biasimo da parte di Leo? Leo li aveva sentiti, prima, e gli erano sembrati non solo innocui, ma anche molto dolci.

“Oh no… mi sembra di capire dove questa conversazione andrà a parare, meglio che me la svigno. Chiamami quando arrivi” Remington, più intelligente e percettivo di Leo, decise di lasciargli libera la mente e permettergli di avere un po’ di privacy.

Leo a malapena lo sentì.

Si avvicinò a Daryan, aggrottando le sopracciglia.

-Dubito fortemente che potrei mai trovare qualcosa di male in quello che pensa, e comunque non cambierebbe l’opinione che ho di lei, principe Daryan- lo rassicurò Leo, che non capiva sempre cosa pensasse Daryan, ma sapeva con assoluta certezza che fosse una brava persona.

Gentile, intelligente, empatica.

Anche divertente, a volte.

-Leonardo…- Daryan esordì, ma poi non continuò, e si limitò a sospirare, abbandonando la testa contro la carrozza. Sembrava davvero stanco di essere lì.

E dopo tutte quelle ore, Leo non poteva biasimarlo.

Avevano parlato a lungo, e Daryan era stato davvero gentile, e attento, e… così comprensivo.

Leo ancora non riusciva a credere di avergli rivelato tutto di lui, e che fosse stato davvero così facile, dopo tutte le paranoie che si era fatto.

-Principe Daryan, posso farle una domanda?- chiese Leo, appoggiando la testa accanto alla sua.

Daryan rimase ad occhi chiusi, e annuì.

Leo lo vide solo perché erano davvero vicini.

-Non è arrabbiato?- chiese Leo, in un sussurro, che Daryan sentì solo perché, anche in questo caso, erano davvero vicini.

-Arrabbiato? Perché dovrei essere arrabbiato?- sembrò non capire la domanda di Leo, che per il ragazzo era davvero semplice e ovvia.

-Le ho mentito per tutto questo tempo. Non sono chi dicevo di essere, e le ho tenute nascoste un sacco di informazioni. Non è una bella cosa- spiegò Leo, imbarazzato, e davvero felice che Remington se ne fosse andato dalla sua testa.

-No, non è una bella cosa…- ammise Daryan.

Si girò poi verso Leo, e lo guardò dritto negli occhi.

Leo cercò di non creare un contatto. Non voleva sentire i suoi pensieri, al momento, anche se Daryan gli aveva dato il permesso.

Ma voleva sentire le sensazioni che Daryan provava uscire direttamente dalla sua bocca.

-…ma non mi interessa, perché sei tu, Leonardo- accennò un piccolo sorriso.

-Io?- Leonardo non sapeva che pensare.

-Sono un po’ deluso, lo ammetto, e mi sento un po’ preso in giro, non lo nego, ma più penso a tutta questa storia, più mi viene da ridere, perché una parte di me lo sapeva fin dall’inizio che non potevi assolutamente essere di questo mondo, ma mi sembrava troppo bello per essere vero, e avevi risposto bene a tutte le mie domande, e… credo di averti sottovalutato. Quindi è soprattutto colpa mia- Daryan si lasciò sfuggire una risatina amara.

-Sono stato molto fortunato, soprattutto con la tratta di schiavi, e Lumai, e altre cose- Leo sminuì la sua abilità.

-Sei così imprevedibile, Leonardo…- commentò Daryan, sollevando una mano, e accarezzando dolcemente la guancia di Leo, che subito si piegò verso di lui, incoraggiando quel tocco affettuoso.

Daryan però la ritirò subito, e lo stomaco di Leo sprofondò.

Che gli era saltato in mente?! Non poteva fare così con il principe.

I loro rapporti dovevano restare professionali e solo platonici.

Ed ecco che Leo subito si buttava al primo accenno di gentilezza e affetto.

-Chiedo perdo…- iniziò a scusarsi, ma il principe lo interruppe.

-Leonardo, posso farti un’ultima domanda?- chiese, in tono mortalmente serio.

Leo annuì, senza sapere cosa aspettarsi.

Il principe restò in silenzio qualche secondo che sembrò un’ora, pesando le parole che voleva utilizzare.

-Sei… sei davvero sposato?- chiese poi, con voce leggermente tremante.

Leo era senza parole.

Era l’ultima domanda che si sarebbe aspettato.

Perché non credeva che la voce del suo matrimonio fosse arrivata anche al principe Daryan.

Era convinto che fosse girata solo tra le cuoche, e che al massimo la sapesse qualche cavaliere, tipo Alex.

Ma il principe…

Il principe credeva che Leo fosse sposato?!

Leo valutò l’idea di mentire e dire di esserlo.

Dopotutto aveva coltivato la bugia per evitare di ammettere la propria omosessualità, che comunque non aveva intenzione di rivelare, e dire di essere sposato al momento poteva tirarlo fuori da ogni possibile sospetto del principe che Leo volesse provarci con lui.

Ma allo stesso tempo… si era detto che sarebbe stato onesto, e non voleva mentire su quella cosa.

Era un’argomento davvero troppo importante.

E non voleva che il principe pensasse di aver baciato un uomo sposato.

Anche se probabilmente la parte peggiore era che Leo fosse un uomo, prima di tutto, ma comunque…

Prima che Leo potesse decidere cosa rispondere, il principe Daryan continuò.

-Non che io voglia indagare troppo sulla sua vita. Non avevo neanche intenzione di farla, questa domanda, ma ho pensato che… insomma, non avevi detto di essere sposato, prima, e magari… non so… volevo solo… lascia perdere, non devi rispondere. Non so neanche se lo voglio davvero sape…- iniziò a balbettare, chiaramente in difficoltà.

Leo non l’aveva mai visto in difficoltà.

-No- pertanto alla fine vuotò il sacco. Gli si stringeva troppo il cuore a sentire Daryan così abbattuto a causa di quella bugia.

Il principe si ammutolì.

-Non sei sposato?- ripeté, per essere sicuro.

Leo scosse violentemente la testa.

-No, non sono sposato. Non sapevo che fosse così importante il matrimonio nei sette regni, per questo ho mentito, ma se l’avessi saputo, non avrei mai finto di essere sposato- spiegò, molto imbarazzato dalla sua bugia.

-Quindi Lauren… è la tua fidanzata, o… una persona che ti piace?- chiese Daryan, in tono mite, senza guardare Leo negli occhi.

-Lauren?- Leo si era dimenticato di aver usato quel nome per la sua finta ragazza. Diamine, Daryan sapeva anche quello?! Ma quanto chiacchieravano le cuoche di quel castello?!

-Lauren è un’attrice di un gruppo che seguo, ho preso i nomi di quelle persone anche per i miei finti fratelli. Non ho… non ho nessuna ragazza che mi aspetta a casa. Non sono impegnato- Leo si trovò a sottolineare, sperando di non essere arrossito troppo, anche se probabilmente non gli era più fisicamente possibile.

Aveva già tutto il sangue del corpo concentrato sulle sue guance.

Fortuna che era molto buio.

Anche se sia Leo che Daryan si erano ormai abituati e vedevano abbastanza bene, dopo tutte quelle ore.

-Non sei impegnato…- ripeté Daryan, come se non ci potesse credere.

Restarono in silenzio alcuni secondi.

-E… se posso chiedere… perché hai mentito?- lo incalzò poi il principe, questa volta più sicuro di quello che diceva.

Ecco, questa era una domanda più difficile.

Leo cercò di mantenersi sul vago.

-Perché una cuoca aveva confessato i suoi sentimenti, e… non sapevo come rifiutarla. Non volevo ferirla, ma non mi piaceva in quel senso- spiegò Leo, torturandosi una ciocca di capelli, a disagio.

-E la prima scusa che ti è venuta in mente è di dire che eri sposato? Perché non le hai detto la verità?- chiese Daryan, confuso.

-Beh, perché… cioè, ci ho provato, a rifiutarla gentilmente, ma lei insisteva, mi aveva chiesto almeno un appuntamento, e io… non potevo dirle il motivo vero, quindi…- Leo si coprì la bocca, pentendosi di come aveva formulato quella frase.

-Perché, qual era il motivo vero?- incalzò Daryan, avvicinandosi appena, e tornando a guardarlo.

Il cuore di Leo stava per lasciare il suo corpo.

Era pronto ad uscire e andarsene a Nivern, per raffreddarsi un po’ dato che con tutto quel battere forsennato iniziava a surriscaldarsi come la batteria di un vecchio computer dopo ore di attività.

Leo non sapeva che rispondere.

Aveva davvero paura della possibile reazione di Daryan al “vero motivo” che l’aveva spinto a rifiutare con decisione Anna.

Ma alla fine… aveva fatto trenta, tanto valeva fare trentuno.

-Premetto che nel mio mondo questa cosa è normale. Cioè, ci sono un sacco di persone come me, e non è strano o illegale…- mise immediatamente le mani avanti, anche se stava dicendo una bugia, dato che per molti era strano e in alcuni paesi era illegale, ma erano problemi loro, non di Leo, che non faceva niente di male per il solo fatto di essere sé stesso.

Daryan si allontanò appena, preoccupato.

-D’accordo?- lo incoraggiò a continuare, anche se non sembrava convintissimo.

Ma Leo ormai aveva deciso.

-Quindi, insomma… il punto è che non potevo ricambiare i sentimenti di Anna, perché io… e probabilmente lei già lo sospetta e la disgusta, ma giuro che è normale nel mio mondo… insomma, io sono gay!- alla fine lo ammise, e si coprì il volto con le mani, imbarazzato, e temendo le ripercussioni.

Daryan non commentò.

Era rimasto probabilmente troppo sconvolto e disgustato per commentare.

Gah, perché Leo gliel’aveva detto?!

Che imbarazzo!

Forse poteva cavarsela dicendo che fosse uno scherzo?!

-Scusa, Leonardo, ma… che significa?- la domanda di Daryan lo colse del tutto alla sprovvista.

Wow, era un mondo così eteronormativo che non sapevano neanche che i gay esistevano?!

Forse era un problema di lingua.

-Sono omosessuale- spiegò meglio Leo.

Daryan scosse la testa, comunque confuso.

-Sodomita? E così che venivano chiamati nel medioevo, giusto?- rifletté Leo, ricordando ciò che aveva studiato e letto al museo dell’inquisizione.

-Sodomita?- Daryan sembrava ancora più confuso.

-Insomma, mi piacciono gli uomini! Sono attratto solo dagli uomini. E nel mio mondo questo è normale! Non mi torturi!- Leo si spiegò meglio, e probabilmente il cuore era davvero fuggito dal petto per andarsene a Nivern, perché aveva smesso di pompare sangue, che era rimasto tutto nella zona della sua faccia.

Daryan sembrò capire.

-Ah…- commentò, e non guardò Leo -E hai pensato di dire che sei sposato, piuttosto?- chiese poi, comunque confuso.

-…beh, era meglio che sembrare un deviato!- si giustificò Leo, che non capiva come interpretare la reazione del principe.

Si sentiva… strano.

Non sapeva dove la conversazione sarebbe andata a parare.

Ma Daryan non sembrava né sorpreso, né disgustato o inorridito.

Sembrava… confuso.

Ma non un confuso negativo, un confuso… confuso.

-Okay…è inusuale, lo ammetto, ma da qui a considerarti deviato… insomma, credo che la cuoca avrebbe capito. Sono in molti a preferire solo la compagnia maschile, o femminile. Perché pensavi di essere considerato un deviato? E perché nel tuo mondo le preferenze sessuali hanno un’etichetta?- Daryan lo fissava come se Leo avesse iniziato a parlare in arabo.

E le parole che uscirono dalla sua bocca furono arabo per Leo, che diventò improvvisamente la rappresentazione umana del meme di Pikachu.

-…scusa, questo mondo non è eteronormativo?- chiese Leo, che iniziava a non capirci più nulla.

-Eterocosa?- chiese Daryan, piegando la testa.

-Tipo che… tutti sono attratti solo dal sesso opposto. Per procreare eccetera- spiegò Leo, che ormai non aveva più sangue per deambulare, dato che era tutto concentrato sulle sue gote, quindi rimase completamente immobile.

-No… la maggior parte della popolazione è attratta da entrambi i sessi… beh, da ogni sesso, diciamo. Anche se ovviamente ci sono eccezioni, tutte le persone sono ben accette. La dea Flora e la dea Kalea sono in una relazione aperta da millenni, e la dea Flora non ha mai avuto compagnia di uomini, da quanto io sappia- spiegò Daryan, che continuava a non capire quanto Leo fosse sconvolto da quella notizia.

Quindi anche gli dei erano queer?!

…Leo, il simbolo di questo mondo è una bandiera arcobaleno, potevi fare due più due.

E per tutto quel tempo Leo si era nascosto come un imbecille?!

Pensando di essere l’unico di quel mondo attratto dal suo stesso sesso.

Pensando che avrebbero potuto torturarlo se avessero scoperto la sua sessualità!

Oh dei! Leo avrebbe potuto flirtare con il principe fin dall’inizio! E il principe forse… 

Leo ripensò a tutti i momenti in cui gli era sembrato che il principe tenesse a lui, e visti sotto la luce della suo nuova consapevolezza, gli sembrarono molto più romantici di quanto avesse pensato prima.

Santo piripillo!

Si erano baciati!

E Daryan poi aveva scoperto che Leo aveva detto di essere sposato!

Forse era per quello che poi era stato freddo?!

Forse non era disgustato da Leo, ma…

Leo azzardò un’occhiata verso Daryan, che lo stava guardando intenerito.

-Tutto bene?- gli chiese, accennando un sorrisino, notando che Leo si era girato a guardarlo.

-Sì? No? Non lo so? Sono confuso. Lei… anche lei è attratto da… tutti i sessi?- si ritrovò a chiedere Leo, la voce ridotta a un pigolio, senza riuscire a credere che fosse davvero possibile.

Un mese e mezzo sprecato così!

Il sorrisino di Daryan si allargò.

-Beh… sì, direi di sì. Al momento sono attratto da un uomo, in particolare- ammise, e Leo sentì distintamente il cuore lasciargli il corpo.

Traditore! Torna immediatamente qui!

-Ah… eh… ahah… bene…- Leo non sapeva più cosa dire.

La sua mente era totalmente nel pallone.

-Allora… ricapitolando…- Daryan tornò piuttosto serio -…vieni da un altro mondo?- chiese.

Leo annuì.

-E non sei sposato-

Leo annuì.

-Nè hai nessun compagno che ti aspetta nell’altro mondo-

Leo annuì.

-E ti piacciono gli uomini- 

Leo annuì.

-Un uomo in particolare, al momento?- chiese Daryan, in tono leggermente più incerto.

Leo annuì, anche lui leggermente più incerto.

-Un uomo… in questa carrozza, magari?- la voce di Daryan era un sussurro, ma Leo non poteva non sentirla, perché, domanda dopo domanda, si erano avvicinati sempre di più, e al momento i loro volti erano a pochi millimetri di distanza.

I loro respiri si mischiavano.

Leo annuì.

E, proprio mentre iniziava già ad arricciare le labbra e a chiudere gli occhi, Daryan scoppiò a ridere, congelandogli il sangue nelle vene.

Che?!

L’aveva preso in giro?!

Leo non se lo aspettava così crudele!

Provò a ritirarsi di scatto, probabilmente sull’orlo di un infarto, ma venne fermato sul posto quando il principe lo strinse in un forte abbraccio, continuando a ridere.

Leo non l’aveva mai sentito ridere così, e se non fosse stato a sue spese, l’avrebbe anche trovato decisamente adorabile.

Ma era a sue spese, quindi si lasciò abbracciare giusto perché era troppo scioccato per scansarsi.

Si sentiva preso in giro.

-Non c’è bisogno di ridermi in faccia…- borbottò, palesando la sua offesa.

-Fidati, o rido, o spacco tutta la carrozza per la frustrazione- commentò Daryan, stringendolo più forte e continuando a ridacchiare tra sé.

-La offende così tanto essere apprezzato da me?- pigolò Leo, depresso.

-Offendere? Leo, non sono mai stato così felice e frustrato in tutta la mia vita!- esclamò il principe Daryan, separandosi da Leo, ma mantenendo le mani sulle sue spalle.

Leo era sempre più confuso.

Quella conversazione era una montagna russa emozionale, e sebbene Leo apprezzasse le montagne russe, di solito, quella non gli piaceva per niente.

-La prego mi spieghi, perché non sto capendo!- pretese Leo, cercando di fare l’offeso, ma troppo disorientato per riuscirci del tutto.

-Ho creduto per giorni di essermi innamorato di un uomo sposato di Lumai, e ora, nel giro di quattro ore, non solo scopro che tale uomo non è di Lumai, ed è single, ma ricambia anche il mio affetto… non sono mai stato così felice, e frustrato, in tutta la mia vita. Da un lato… tu sei praticamente un sogno che diventa realtà, dall’altro… dei, tutti questi giorni sprecati, quando bastava parlare e chiarire queste piccole incomprensioni- Daryan si spiegò.

Il cuore di Leo tornò al suo posto per battere più forte di prima.

-Lei… è… in_inna…-Leo non riusciva neanche a parlare.

Probabilmente il cuore era stato davvero a Nivern nel frattempo, perché l’aveva congelato sul posto.

Daryan gli prese le mani tra le proprie.

-Sì, Leonardo. Effettivamente è poco consono dichiarare i miei sentimenti in tale modo. Avrei preferito invitarti per un tè e offrirti un regalo per richiedere formalmente di poterti corteggiare. E avrei di gran lunga preferito guardarti bene negli occhi mentre pronunciavo parole scelte con cura, ma mi ha colto l’entusiasmo del momento, io… non riesco a crederci, mi sembra di stare sognando- il volto di Daryan era disteso, e i suoi occhi sembravano brillare in quella oscurità.

Anche Leo pensava di stare sognando.

Era troppo bello per essere vero.

Liberò una mano da quella di Daryan, e si tirò un pizzicotto per controllare.

Faceva male, quindi era sveglio.

-Possiamo sempre farlo, appena finiamo qui! Organizziamo un tè, faccio un dolce, e passiamo del tempo insieme, come primo appuntamento- propose. La voce, che fino a pochi secondi prima era tremante e piena d’ansia, era interrotta da piccole risate che non riusciva a trattenere.

Il ragazzo che gli piaceva provava lo stesso.

Daryan ricambiava i suoi sentimenti.

Il Natale era arrivato in anticipo, quell’anno.

-Certo! Ordinerò la migliore marca di tè, e poi possiamo andare a fare una gita ai laghi arcobaleno. Volevi andarci, vero? Li osservavi dalla carrozza, durante la nostra gita al tempio- propose Daryan, entusiasta quanto lui.

-Te lo ricordi?- Leo era sorpreso.

-Ricordo tutto quello che mi dici- affermò Daryan, con sicurezza.

Awwwww!!

-Oh, sarebbe stupendo!- Leo non riusciva a smettere di sorridere e ridacchiare tra sé, troppo felice per contenere la sua gioia.

Approfittò della mano libera per prendere il volto di Daryan, e questa volta fu lui ad incoraggiare il suo tocco, e ad appoggiarsi alla sua mano, facendosi accarezzare.

-Principe Daryan, posso baciarla?- chiese Leo, avvicinandosi speranzoso.

-Solo se smetti di carmi del lei, e se mi chiami Daryan, Leonardo- acconsentì Daryan, avvicinandosi a sua volta.

Leo eliminò le distanze tra loro, e si scambiarono il loro primo, vero bacio.

Senza che nessuno dei due fosse ubriaco, senza che nessuno dei due vomitasse dopo, e senza nessuna paranoia o ansia che fosse qualcosa di sbagliato.

Erano due giovani innamorati rinchiusi nel loro piccolo angolo di solitudine, che nessuno poteva invadere.

Non esistevano conseguenze.

Non esisteva il futuro.

Non esistevano gli dei, che proprio in quel momento si erano collegati e avevano osservato la scena, alcuni divertiti, altri confusi, una di loro furibonda.

No, non esisteva niente, oltre a loro.

E neanche la consapevolezza sopita che suggeriva a Leo che presto sarebbe tornato a casa, per sempre, abbandonando quell’amore appena sbocciato, sarebbe riuscita a rovinare quel momento.

Quelli sarebbero stati problemi del futuro.

Adesso bisognava solo pensare al presente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Questo capitolo!!

OHHHH QUESTO CAPITOLO!!!

Non vedevo l’ora di arrivarci!! E spero davvero, davvero tantissimo, di essere riuscita a renderlo come speravo, perché veramente sono troppo felice di essere arrivata qui. Lo attendevo dall’inizio della storia.

Scommetto che nessuno si aspettava che tutti i segreti venissero alla luce così presto, ma, che dire, alla fine non manca molto alla fine.

E nei prossimi libri ci saranno altre trame.

Ovviamente non tutto è stato risolto.

Giada è ancora rapita, Laasya non sembra affatto felice che ci sia un outsider che seduce il suo “protagonista” e Leo si è dimenticato di dire che teoricamente ha ancora intenzione di tornare a casa entro due settimane.

Insomma, non è tutto rose e fiori.

Ma chissene, si stanno baciando!!

So che lo scorso sondaggio è stato solo tre capitoli fa, ma stanno succedendo un sacco di cose, quindi ecco un nuovo sondaggio: SONDAGGIO

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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