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Autore: Jigokuko    19/07/2022    1 recensioni
{FE Three Houses - Post Crimson Flower}

"Se anche dovessi venire sconfitto, la stirpe dei Blaiddyd andrà avanti."

Le parole di Dimitri scambiate con Rhea celavano un segreto.
Prese Fhirdiad e la vita della Purissima, Edelgard ne viene a conoscenza; invece di distruggerlo, lo porta con sé e lo condivide con il popolo sotto mentite spoglie.
Ma commette un grave errore e le sue bugie vengono a galla.

Non si può impedire ad un fulmine di scatenare la propria luce.
Genere: Angst, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Byleth Eisner, Dimitri Alexander Blaiddyd, Nuovo personaggio
Note: Kidfic, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Fulmine Sanguinolento - Il Leone che si credette un'Aquila
 

3

Tapestry of the Starless Abstract


Il passo lento del cavallo le stava facendo venire sonno, ma doveva rimanere vigile quel tanto che bastava per non lasciare Benedikt e cadere giù di faccia.
Faceva così strano vederlo in abiti più comuni e meno sfarzosi, indossava una camicia larga color crema, dei pantaloni attillati neri ed un paio di stivali in pelle marrone – forse non lo aveva mai visto nemmeno senza tacchi alti, anche quella corona con le corna mancava. Le sembrava di averlo più vicino, che fosse più umano, non credeva lo avrebbe preferito così.
Erano partiti al galoppo attraversando Enbarr il più in fretta possibile, poi usciti dalla città l'animale aveva rallentato fino ad andare pianissimo ed in quel momento stavano percorrendo un sentiero nel bosco. Poteva risultare inquietante al buio, ma avere il corpo pressato contro la schiena del principe infondeva a Sera un senso di sicurezza... non aveva niente di cui preoccuparsi se c'era lui.

- Perché siamo partiti così tardi...? Potevamo farlo domani— e poi, a che ti servo io?-
- Ti ho portata con me nel caso non dovessi tornare, non ti avrei mai lasciata là. Ho deciso di iniziare il viaggio adesso per giungere a destinazione tra due giorni, in piena notte.-
- Non... dovessi tornare? Perché?-
- Voglio sapere perché i miei genitori o chi per loro ha deciso di cancellare parte della storia del Fódlan ed il titolo ai Blaiddyd... sento che c'è qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo, ma non capisco perché. È strano da spiegare.-
- Quindi siamo scappati come due ladri solo per una tua "sensazione"? – Qualche secondo di silenzio. – Non cambierai mai, ed io continuo a starti dietro!- Ridacchiò, stringendo un po' di più le braccia attorno ai suoi fianchi.
- Scusami se ti ho rapita...-
- Non c'è bisogno che ti scusi, ti seguirei in capo al mondo.-

Il cammino proseguì per un altro po', finché la stanchezza non prese anche Benedikt e decise di fermarsi a riposare. Scese per primo, attaccò la lanterna ad un ramo ed aiutò Sera a scendere, poi legò il cavallo all'albero.
Si sedette ai piedi di esso ed invitò la ragazza ad unirsi a lui.

- Era proprio necessario mettersi a dormire qui? Non sappiamo cosa vi si nasconda... potrebbero esserci animali, cacciatori o, peggio, i mostri!-
- Non c'è nulla di cui preoccuparsi, – Sbadigliò, poggiando la nuca sulle mani intrecciate. – ti proteggerò. E poi non possiamo sostare negli ostelli, nessuno deve scoprire la mia identità.-
- Hai ragione... ma vivere in quel palazzo lussuoso mi ha abituata un po' troppo bene.-
- "Troppo bene"? Stai peggio di quando vivevi nel tuo villaggio.-
- Eh? Ma che dici?-

Lui non disse niente, si limitò ad afferrarla per le spalle ed a spingerla sul manto erboso fino a distendersi. Successivamente iniziò ad armeggiare con i bottoni della sua camicetta immacolata, facendola agitare.

- Sta ferma...-
- No, lasciami, cos'hai intenzione di fare?!-
- Shh, non gridare, o attirerai gli animali.-
- Certo che urlo, maniaco! Ti sembra  il momento di fare queste cose in mezzo ad un bo—-
- La maniaca qui sei tu, Sera.-

Il suo busto era completamente scoperto, pelle, seno e lividi in vista. Quelle macchie violacee erano vecchie e nuove, alcune più rosse, altre quasi bluastre. Gli occhi di ghiaccio del principe li fissavano quasi inespressivi e lei faticava a guardarlo in faccia, mortificata per avergli offerto visione tanto aberrante. Tentò di coprirsi e girarsi su un fianco, ma le venne impedito.
Benedikt avvicinò la mano alla sua pancia, ma la ritirò subito dopo.

- Perché non me lo hai detto...? – Il suo tono di voce era cambiato. – Ho sentito per tutto il tempo il tuo respiro pesante, pensavo saresti svenuta da un momento all'altro.-
- Non voglio essere un peso per te, hai già tante cose a cui pensare...-
- I miei capricci sono meno importanti della tua salute.-

Impose le mani a pochi centimetri dalla pelle tumefatta ed esse iniziarono ad illuminarsi di una tenue luce bianca. La magia curativa non era il suo forte, era più portato per quella offensiva, ma voleva aiutarla ad ogni costo, come lei lo aiutava ogni istante della sua giornata.
I lividi si asciugarono diventando più giallo-verdognoli ed il dolore che la ragazza stava provando meno insopportabile. Quel calore la stava facendo rilassare, si sentiva anche più calma, ma forse quell'effetto veniva più dal mago che dalla magia in sé.
Dopo qualche tempo Benedikt mormorò di non poter fare di meglio e l'aiutò a rivestirsi. Si guardò la mano aperta e fece scaturire qualche scarica elettrica che gli solleticò le dita... quella era la sua magia: fulmini azzurri capaci solo di devastare e radere al suolo ogni ostacolo. La chiuse e l'elettricità cessò.
Successivamente attirò Sera a sé e l'abbracciò; le carezzò la schiena, i capelli, i fianchi e lei non poté far altro che chiudere gli occhi e sentire i battiti del suo cuore contro il petto.

- Stai meglio ora? – Annuì, annusando il suo profumo. – Te lo chiedo per favore: non nascondermi mai più una cosa del genere.
Sei ciò che ho di più importante e perderti mi porterebbe sicuramente alla pazzia.-
- Mi dispiace, Benedikt...-
- Quando tornerò ad Enbarr staccherò la testa a tutte loro e le infilzerò su delle picche per esporle alla città.-

Quasi spaventata da quella frase si allontanò immediatamente da lui, pentendosene subito dopo aver visto la sua espressione: pressava le labbra l'una contro l'altra, lo sguardo era basso e delle lacrime minacciarono di fuoriuscire. Vinsero loro.
Piccole gocce salate emersero e percorsero quel viso tanto bello e delicato, facendo commuovere anche lei. Erano solo parole di rabbia, non era il tipo di persona che avrebbe fatto un'atrocità del genere.
Gli posò una mano sulla guancia in un tentativo di asciugarla e lui chiuse gli occhi, apprezzando il dolce tocco.

Dopo aver dormito nel bosco per due notti, la terza iniziarono finalmente a scorgere il Garreg Mach in tutta la sua interezza; altissime guglie fuoriuscivano da uno spesso muro di cinta che lo circondavano rendendolo una fortezza quasi inespugnabile.

- Bene, come hai intenzione di entrare di nascosto?- Mormorò lei, per non farsi sentire dai piantoni.
- Distraendoli e passando per l'entrata, ovviamente.-
- Sei scemo?!- Dovette trattenersi dall'urlare.

Ma Benedikt non la stava più ascoltando. Trovò un grosso masso e lo sollevò come se fosse fatto di carta, poi... lo lanciò all'interno delle mura con una facilità che risultò ridicola, sufficiente a far correre i due uomini a guardia del cancello abbastanza lontano da poter entrare indisturbati.
Spinse una delle gigantesche ante in ferro battuto del cancello principale, fece entrare la ragazza e sgattaiolò all'interno anche lui; successivamente la prese per mano e corsero a nascondersi – fortunatamente, durante la sua permanenza, era andato in giro in piena notte così tanto da avere una mappa mentale dei luoghi sicuri da ogni controllo.

Il suo obiettivo era uno solo: trovare Artemiya, farle delle domande e poi andarsene, il tutto senza farsi vedere da suo fratello Hans per evitare che spiattelli tutto ai genitori.
Dubitava che non si fossero accorti della sua assenza a palazzo, ma poco importava, non era la prima volta che se ne andava in giro per il continente senza avvertire, qualche scusa qua e là e tutto si sarebbe risolto.
D'altra parte, Sera era molto meno convinta della riuscita del piano. Sua Altezza era un po' troppo impulsivo, un passo falso e sarebbero stati nei guai – e poi, bussare alla porta di una ragazza a quell'ora assurda?! Allora era davvero scemo!
Il giovane la condusse fino agli alloggi, in particolare quello della capocasa dei Leoni Blu, ma quando si avvicinarono alla porta essa si aprì improvvisamente.
Benedikt si trovò davanti al naso un tizio. Era più basso di lui di almeno dieci centimetri ed inizialmente lo aveva scambiato per una donna a causa degli occhi truccati di azzurro ed il viso delicato. Aveva capelli lilla che scendevano più lunghi sul lato destro della testa, mentre a sinistra erano tirati indietro. Le ciocche che gli si posavano sulle spalle erano invece di un biondo molto chiaro, così come le sopracciglia.
Grossi orecchini a goccia viola gli pendevano dai lobi, rendendo la sua figura ancor più ambigua. Indossava l'uniforme dell'accademia, era uno studente.
Si fissarono negli occhi per qualche secondo, azzurro con violetto, entrambi confusi dalla situazione.

- Chi cavolo siete, voi due?

Sera sparì dietro al principe. Ecco, li avevano già beccati, lo sapeva che era una pessima idea!
E adesso? Doveva assolutamente trovare una soluzione -sperava non violenta-, o chissà come sarebbe andata a finire.
Il tizio continuava a fissarlo con le mani sui fianchi, ovviamente aspettandosi una risposta.

- ... Benedikt von Hresvelg, principe ereditario dell'Impero Adrestiano. Gradirei più rispetto per la mia persona, ora che conoscete il mio nome.

Quel ragazzo sbatté un paio di volte le palpebre facendo ondeggiare le sue lunghe ciglia e, dopo qualche secondo di silenzio, scoppiò a ridere come un matto tenendosi la pancia.

- Oh, diamine, mi verrà un cramp— – E ricominciò a ridere. – questa è la battuta più bella dell'anno!-
- Non è una battuta, ingrato.-
- Seh, se tu sei il principe imperiale io sono un drago!- Si asciugò una lacrima con l'indice.
- Se non la smetti ti tiro un pugno in faccia!-
- Non vorrai rovinare il mio splendido viso, principino?-

A quel punto, Sera prese coraggio e si frappose fra i due, dividendoli prima che Benedikt lo prendesse per davvero a cazzotti, non era la prima volta che minacciava qualcuno e poi lo faceva senza esitazione.

- Basta, per favore...! Se continuate a bisticciare è probabile che ci scoprano, finiremmo tutti e tre nei guai!-
- Se è davvero un principe cos'ha di cui preoccuparsi? Un ordine qui, uno lì e tutto si risolve. Sbaglio?-

La ragazza rivolse uno sguardo al biondo, il quale sembrava stesse per esplodere.

- È che— uhm... non siamo nella posizione di far presente la nostra permanenza.-
- Oh, ma davvero? E se, per caso, andassi a chiamare una delle guardie?-
- No, per favore...! Non abbiamo cattive intenzioni, lo giuro.-

Lo sconosciuto ghignò, ma in quel momento la porta dietro di lui si aprì. Una testa di grossi boccoli castani fece capolino, seguita da due perle nere d'ebano. Si trattava di una ragazza piccolina, dai lineamenti dolci e di una rara bellezza.

- Che succede qui fuo— – Non appena incrociò lo sguardo con Benedikt sembrò spaventarsi e si affrettò ad inchinarsi. – A—Altezza?!-
- Buonasera, Lady Artemiya, gradirei parlare con voi.-
- Entrate pure.-
- Artemiya, sei matta? Fai entrare così gli sconosciuti nella tua stanza?- Replicò l'altro.
- Non posso negare una visita dal principe.-

La ragazza aprì di più la porta invitando tutti e tre all'interno, poi la chiuse di nuovo e si sedette sul letto. Ci fu un silenzio imbarazzante che durò un bel po', alternato da sguardi fugaci, soprattutto tra il principe ed il ragazzo senza nome. A quanto pare ancora non credeva che lui fosse di stirpe reale, soprattutto dato il suo abbigliamento poco sfarzoso e l'essere accompagnato da una ragazzina ancor più sciatta.
Artemiya sembrava nervosa a vederli così, di certo non si aspettava una visita del genere, né a quell'ora, né vederlo così in astio con il suo amico!

- Altezza, permettetemi di presentarvi Mitja Leclerc; è un mio compagno di classe, nonché amico.-
- Era davvero necessario dirgli come mi chiamo?- Lei gli rivolse uno sguardo sorprendentemente omicida, riuscendo ad ammutolirlo. Benedikt sospirò.
- Questa invece è Sera Mayer, la mia attendente. Ma non sono qui per fare conoscenza, devo chiedervi delle cose importanti, motivo per cui mi sono rivolto a voi a quest'ora assurda.-
- Comprendo... se è davvero così, allora vi ascolto.-

Benedikt rovistò nella bisaccia che si era portato dietro e tirò fuori le pagine trovate in biblioteca qualche giorno prima. Le diede alla capocasa e lei, dopo averci dato un'occhiata, sembrò trasalire, ma cercò di rimanere composta con scarso successo: le sue mani tremavano.

- Ho pensato che voi sapreste completare le informazioni mancanti. Siete una Blaiddyd, queste pagine parlano della vostra famiglia.-
- Come le avete ottenute?-
- Erano nascoste nella biblioteca del castello di Enbarr.-

I suoi occhi neri corsero qua e là non sapendo dove andare; se avesse potuto, sarebbe scappata anche dalla finestra. Tutti quegli sguardi addosso la stavano mandando in completa confusione.

- Io non ne so nulla.

I presenti si sorpresero, più di tutti Mitja. Sera sospirò e Benedikt spalancò gli occhi mostrando incredulità.

- Nulla...? Ma io ho bisogno di queste risposte! Cosa diamine è il Sacro Regno di Faerghus? Perché le informazioni a riguardo sono state cancellate?-
- Non tutto viene scritto nei libri di storia, soprattutto se si parla di qualcosa di superfluo e inutile.- Artemiya gli rispose con tono freddo e distaccato.
- E a te sembra inutile il fatto che un tempo l'Impero non governasse i territori tra l'Ailell e Arianrhod?! "Areadbhar viene brandita dal re o la regina portatore del segno di Blaiddyd", è scritto lì, la tua famiglia è di stirpe reale e tu la definisci un'informazione superflua?- Anche lui cambiò tono, adirandosi.
- Ho già detto di non essere a conoscenza delle vostre risposte. Forse la storia è stata modificata perché inesatta.-
- Mi rifiuto di credere a queste sciocchezze.-
- Areadbhar non esiste, come non esiste nessun Segno di Blaiddyd. Ora vi chiedo di andarvene, non ho altro da dire.-
- No.-
- Benedikt, andiamo... non intestardirti...- A quel punto intervenne Sera, la quale riuscì a fargli cambiare idea.
- Ah, dannazione!-

Il principe, in preda alla rabbia, tirò un pugno contro il muro ed irrimediabilmente una serie di profonde crepe iniziò ad espandersi sotto la sua mano chiusa. In quel momento Artemiya si alzò in piedi come se avesse visto un fantasma ed iniziò ad avvicinarsi lentamente a lui; Mitja si intromise tentando di farla desistere e ripetendole che quel tizio poteva essere pericoloso, ma le sue furono parole al vento.
Con entrambe le mani avvolse il pugno chiuso che ancora era poggiato sulla parete e tirò a sé la mano. Nonostante il colpo devastante, non aveva alcuna ferita sulle nocche e ciò la fece rimanere a bocca aperta.

- Voi... vi capita spesso?-
- Il numero di oggetti che ha rotto involontariamente è prossimo all'infinito.- Le rispose la cameriera.
- La vostra forza deriva dall'allenamento?-
- Sono sempre stato così, io ho studiato come mago.- Stavolta fu l'interessato a prendere parola.
- Questi... – Esitò. – sono gli effetti del Segno di Blaiddyd.-
- Il Segno di Blaiddyd...? Non è possibile, io sono nato senza.-
- Vi dico che è così: nessuno sarebbe in grado di fare questo ad un muro di pietra senza essersi mai allenato in vita sua.-

La ragazza continuava a tenergli stretta la mano tra le sue, spostando lo sguardo tra essa e gli occhi celesti di Benedikt. In quel momento si rese conto anche lei che ci fosse qualcosa di strano in tutta quella situazione: aveva avuto modo di conoscere di persona entrambi i principi d'Adrestia, eppure se non gliel'avessero detto non avrebbe mai pensato che fossero fratelli. Non avevano assolutamente nulla in comune, nessun lineamento, colore di occhi o capelli... zero.
E più guardava il maggiore, più dubbi nascevano in lei. Senza contare quella neonata scoperta: la forza devastante del Segno di Blaiddyd, il Segno del Re, quello andato perduto vent'anni prima durante la battaglia alla pianura di Tailtean, perché lei faceva parte di quel ramo della famiglia incapace di ereditarlo.
Non l'aveva suo nonno, non l'aveva sua madre, non l'aveva lei, ma il principe ereditario dell'Impero sì. Perché?

- Principe, perché siete venuto al Garreg Mach appositamente per chiedermi informazioni riguardo alla mia famiglia?-
- È partito tutto per caso, dopo una serie di eventi, com'è stata casuale la mia scoperta. Volevo solo capire perché sembra sia stata fatta una damnatio memoriae nei vostri confronti.-

A quel punto Artemiya gli lasciò la mano e fece un passo indietro chinando il capo. Mitja si fece avanti e le poggiò le mani sulle spalle in segno di conforto; Benedikt pensò che anche lui fosse a conoscenza di qualcosa. Sera, invece, ascoltava in silenzio la conversazione.

- Non conosco i veri motivi di tutto ciò, ma ho sempre pensato che l'Imperatrice volesse umiliarci. La vita di mio nonno fu salva solo perché si arrese alle sue nuove leggi, ma questo fece decadere il nostro casato, come tutti quelli che appoggiarono il re durante la guerra. I nobili servono solo a custodire le reliquie ed evitare che cadano in mani sbagliate, mentre il sud prolifera e si arricchisce sempre di più.
Il Rosso Adrestiano non è nient'altro che il sangue delle vittime brutalmente uccise da Edelgard von Hresvelg ed il suo esercito. – Vedendo il principe a bocca aperta, si spaventò e fece per indietreggiare nuovamente, scontrandosi però con il petto del ragazzo dietro di lei. – Mi— Mi dispiace, non volevo infangare il nome di vostra madre— perdonatemi, io— io—- Si morse il labbro, quasi sull'orlo del pianto. Era terrorizzata.
- Se avete qualcosa da dire, non sarò di certo io a tapparvi la bocca. So bene che non tutti nel Fódlan amano l'Imperatrice, non posso uccidervi perché voi provate legittimo rancore. Parlate, ditemi tutto ciò che volete.-
- E chi me lo dice che non le farai del male dopo aver appreso tutto? Artemiya ti ha già detto troppo, non avrebbe dovuto rivelare nemmeno un'informazione, se qualcuno parla della guerra di vent'anni fa o del Regno viene condannato a morte! Sei qui solo per tagliarle la testa, non è vero? Perché è una Blaiddyd? Non posso credere che il principino ereditario di tutto il dannato continente non sappia nemmeno della storia di sangue che ha unificato i suoi territori, se non ti mettono nemmeno al corrente di tutti i loro sotterfugi, beh... scordati il trono.-
- Vorrei dire io una cosa: – Sera si fece finalmente avanti, guardando Mitja negli occhi. – so che può sembrare ovvio da parte mia dirlo considerata la mia posizione, ma il principe che avete davanti non farebbe mai una cosa del genere. Benedikt è un uomo dal cuore puro e dalla bontà assoluta, sepolta sotto una spessa maschera di sarcasmo e rispostacce, ma io ho avuto il privilegio di vedere la sua vera essenza tante volte... fino ad innamorarmene. Non avrei mai voluto rivelare questo segreto, ma se ciò può portare entrambi a fidarvi di noi, sono subito pronta a farlo. – Rivolse un'occhiata al diretto interessato, il quale sembrava avere lo sguardo perso nel vuoto. – È vero che siamo qui per pura coincidenza, non avevamo idea della storia che si nasconde dietro qualche pagina trovata in una biblioteca polverosa, ad Enbarr siamo cresciuti nell'ignoranza e nessuno si è mai permesso di farsi sfuggire una parola a riguardo... ed ora ne capisco il motivo, condannare a morte? Perché? Perché nascondere una grande vittoria come la conquista di un continente?-
- Grazie Sera, basta così.
Io... vorrei saperne di più a riguardo, se davvero porto il Segno di Blaiddyd, allora forse potrei essere coinvolto in questa assurda storia. Non farei mai del male a chi è a conoscenza delle risposte che non ho mai avuto. Quindi ve lo chiedo per favore, Lady Artemiya, ditemi di più. Se dovessi cercare di farvi del male, offrirò a voi la mia testa.-

Benedikt arrivò addirittura ad inginocchiarsi davanti a lei con il capo chino pur di dimostrare che stesse dicendo la verità. A quel punto Artemiya si liberò da Mitja e si inginocchiò anch'essa, gli prese il viso tra le mani e lo alzò in modo da poterlo guardare negli occhi. In lui scorgeva il gelo più puro, un freddo capace di uccidere, ma anche di alleviare il dolore delle ferite.
La neve del nord, il ghiaccio limpido.
Era davvero un adrestiano?

- Dimitri Alexandre Blaiddyd, questo è il nome completo del Re dei Leoni, il Re delle Tempeste, colui che sfidò l'Impero mentre imperversava il temporale, colui che fu pronto a marciare dalla capitale per tentare di proteggerla. Quel giorno vi dissi di non conoscerlo perché temetti la morte, così come prima ho detto che Areadbhar ed il Segno di Blaiddyd non esistono. In questo credevo, pensavo fossero scomparsi, ma se voi possedete davvero quel sangue, allora è possibile che la Macellaia sia ancora da qualche parte.
Se volete venire a conoscenza di tutto ciò che è stato nascosto, però, dovrete venire ad Itha e parlare con mio nonno.-

 

   
 
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