Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: Robin Stylinson    20/07/2022    0 recensioni
Venerdì 31 gennaio 2020, Rivermountain, Wyoming.
Elisabeth viene assassinata nella sua farmacia e il colpevole sembra aver sistemato malamente la stanza per inscenare una rapina andata male. Il detective Christian Wood si ritrova ad indagare sui segreti di una piccola cittadina sperduta in mezzo alla campagna. Nessuno sembra essere colpevole ma tutti hanno un segreto da nascondere che li collega alla vittima. Si uccide per amore, per soldi e per vendetta, ma Elisabeth per cosa è morta? Forse il passato è tornato a bussare alla porta e la vittima non ha potuto fare altro che aprirgli e pagare il suo debito.
Genere: Mistero, Noir, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La giornata era stata parecchio lunga e travagliata ma era volata in un batter d’occhio. Tutte le sere Wood doveva tornare alla Baita Margherita e tutte le sere doveva imporsi di non fermarsi a comprare nessun tipo di alcolico, tutte le sere doveva rientrare in quella casa che non riusciva a sopportare perché continuava a ricordargli i fallimenti del padre che, poi, erano stati anche i suoi. 
Cercava di risolvere un caso di omicidio in una cittadina che aveva più case che abitanti e per di più lo stava facendo da detective, cosa che ormai non era più. Wood stava provando a districarsi tra le sue infinite domande e le mille risposte, per lo più inutili, che gli dava la gente ma non pareva venirne a capo.
In un momento di sconforto, decise che il giorno seguente avrebbe confessato tutto a Doe: avrebbe ammesso che era stato licenziato, che non era più un detective per colpa dell’alcol e della sua dipendenza, e non solo, gli avrebbe anche rivelato che il posto gli era stato tolto dopo che aveva aggredito il sospettato di un’indagine. Doe avrebbe risposto che i detective sono soliti a queste cose e che nessuno perde il posto per quel motivo, e lui avrebbe risposto che essere ubriachi, gridare assassino e rompere in testa ad una persona una bottiglia di rum vuota, non era proprio nelle mansioni di un agente. Gli avrebbe anche detto che l’uomo che aveva aggredito lo avevano arrestato, ma che il suo superiore non aveva potuto fare niente per tenere Wood nella squadra.
Ormai si era deciso, avrebbe ammesso tutto e avrebbe scelto di farsi chiamare per nome, il cognome Wood era troppo formale, inoltre aveva anche scelto di lasciare tutto, lasciare la Baita Margherita, lasciare il Wyoming e lasciare l’indagine.


 

Lunedì 3 febbraio 2020
Tre giorni dopo l'omicidio

La notte di Wood era stata piuttosto tormentata, piena d’idee e di incubi fino a quando non era suonata la sveglia. Durante la notte aveva avuto un episodio di paralisi del sonno. Forse era stato lo stress, forse erano stati i pensieri della sera precedente ma era stato tremendamente orribile. Quel disturbo del sonno era un mistero: nel momento in cui gli sembrava di essersi svegliato, si ritrova sempre impossibilitato a muoversi, avendo appunto una vera e propria paralisi che, oltre a non farlo muovere, non gli permetteva nemmeno di parlare o addirittura urlare. Wood aveva letto che la paralisi poteva subentrare nella vita di chiunque in modo inaspettato, inoltre questa poteva continuare in modo regolare tutte le notti o in modo anomalo, presentandosi solo qualche volta per poi sparire per sempre. Ma questo non era il suo caso: gli incubi ad occhi aperti erano iniziati da bambino e puntualmente si presentavano dopo un avvenimento poco piacevole, come la separazione dei genitori, la perdita della compagna o il licenziamento. Al contrario di quanto aveva pensato, la morte del padre non gli aveva generato nessun genere di ansia e la paralisi del sonno non era comparsa ma da qualche giorno era tornata a tormentarlo.
Si alzò di colpo e tutti i pensieri della sera precedente e le figure della notte erano come svaniti, Wood aveva cambiato idea: si sistemò in fretta e furia ed uscì di casa con la sua moto per raggiungere lo sceriffo. Stavolta si erano dati appuntamento a casa della mamma di Rachel, Holly.
Quando Chris arrivò sul posto vide Doe davanti a lui con la sua solita postura eretta ed inconfondibile.
«Lo so, sono in ritardo anche stamattina» disse poi Wood ma lo sceriffo non lo rimproverò.
«Andiamo» concluse poi Doe.
Quando bussarono a casa Child, trovarono solo Holly. Quel giorno i ragazzi erano tornati a scuola, a Blawind. 
«Gradite del caffè?» chiese la casalinga. Gli agenti scossero la testa e Wood iniziò con le domande.
«Signora Child, anche lei è amica di Kelly e Camilla?»
«Mi chiami pure Holly» disse con uno strano ghigno sul volto, sembrava che stesse per scoppiare a ridere. «Comunque no, non sono loro amica» dichiarò con disprezzo la donna.
«C’è un motivo specifico per questa risposta così sprezzante?» chiese Wood.
«No, semplicemente non le ritengo mie amiche, non potrei mai esserlo.»
Wood alzò le sopracciglia e inclinò leggermente la testa come per incoraggiare Holly a continuare a parlare.
«Sono troppo libertine per i miei gusti.» 
Da quell’affermazione Wood capì che immediatamente che le disprezzava. Non aveva mai sentito il termine libertino usato nella vita quotidiana: lo aveva semplicemente letto nei libri di letteratura seicentesca dove la vita dedita al libertinaggio consisteva nell'abbandonarsi ai piaceri, soprattutto quello sessuale, e tal volta con sperpero e spreco di denaro in sesso e divertimenti. Quello stile di vita era condotto per lo più da uomini di commedie del XVI secolo, non da donne sposate e con figli. Wood non sapeva se Holly, con quel termine, intendesse dire "prostitute"  o affibbiare alle due donne uno stile di vita diverso dal suo ma non necessariamente con una condotta disordinata. 
«Ritiene Kelly responsabile della gravidanza di sua figlia?» chiese immediatamente Wood alla donna dopo aver analizzato la risposta che gli aveva dato precedentemente. 
La signora Child arrossì per l’imbarazzo e il disagio che si era creato divenne palpabile. Wood aveva fatto centro: la donna riteneva la madre di Peter responsabile della condizione di Rachel perché, da adulta, avrebbe dovuto insegnare lei al figlio determinate cose, come tenerselo nelle mutande. Il detective immaginava la collera per ciò che era avvenuto, ma non capiva come Holly non riuscisse a farsi un esamino di coscienza e pensare che non era né colpa di Kelly né colpa sua, ma solo colpa dei ragazzi e una scarsa informazione sulla sessualità. Elisabeth aveva preso molto a cuore il tema dell'educazione sessuale e si era offerta di parlare ai ragazzi e alle ragazze più piccoli che frequentavano il liceo di Blawind per informare ed insegnare ai giovani la sicurezza riguardante i rapporti sessuali, ma le mamme di Rivermountain e Blawind si erano opposte ed Elisabeth non aveva potuto fare altro che zittirsi e tornare con la coda tra le gambe verso la sua farmacia. Forse era stato proprio per quello che non aveva voluto dare le informazioni a Rachel riguardo l'aborto. Doe si ripromise di parlarne con Wood una volta salutata Holly. 
«La sera dell’omicidio dove si trovava signora Child?» continuò Wood mentre Doe era sovrappensiero. 
«Ero a casa. Prendo dei sonniferi abbastanza pesanti e mi addormento come un sasso, infatti alle dieci ero già a letto.»
«I suoi familiari potranno confermare la sua versione, immagino.»
«Certamente.»
«E ci riconferma anche che era a conoscenza della gravidanza di sua figlia.»
Holly annuì.
«Non sapeva nulla riguardo ad un eventuale aborto che aveva deciso Rachel?»
«Assolutamente no.»
Doe e Wood erano al punto di partenza, non sapevano più da che parte sbattere la testa, anche l’alibi di Holly sembrava essere veritiero. Dopotutto, non aveva nessun motivo per fare del male ad Elisabeth, ma al contrario poteva averne per nuocere a Kelly o al figlio, cosa che per fortuna non era accaduto, non sembrava una madre che voleva occultare a tutti i costi la gravidanza della figlia per evitare qualche tipo di scandalo. 
Dovevano anche cercare di capire che cosa nascondevano Camilla e Kelly e perché non gli dicevano la verità. Erano state loro a commettere l’omicidio? Se sì, perché? Wood continuava a chiedersi che movente si potesse avere per uccidere una farmacista. 
Wood decise di riprovare a parlare con Kelly, dopotutto se era la pettegola del paese qualcosa doveva pur sapere e se anche non sapeva nulla riguardo all’omicidio, sicuramente avrebbe avuto qualche segreto da raccontare e sapeva anche che non avrebbe resistito all’idea di raccontarlo a qualcuno. 
Doe seguì senza obiezioni Wood e si ritrovarono nuovamente davanti all’Emperors. Durante la loro camminata, lo sceriffo informò l'uomo di ciò che era successo lo scorso inverno e del no categorico delle mamme ad avere come materia a scuola "educazione sessuale" perché, a detta loro, avrebbe incentivano gli adolescenti a fare sesso, e a Wood venne da ridere, perché non vi era affermazione più sbagliata: i giovani facevano già sesso ma senza le dovute precauzioni.
I due agenti entrarono e trovarono Kelly nella stessa postazione del giorno precedente.
«Buongiorno sceriffo. Buongiorno Wood.»
«Possiamo fare ancora due chiacchiere?» chiese Wood cercando di ammiccare. Sapeva di essere affascinante e sapeva perfettamente che Kelly sarebbe caduta ai suoi piedi se solo lui ci si fosse messo d’impegno, così sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, e anche il primo da quando era atterrato in Wyoming.
Kelly abboccò immediatamente ricambiando il sorriso e gli occhi le presero a luccicare.
«Potete chiedermi tutto quello che volete» continuò la donna.
«Conoscevi qualcuno che potesse fare del male ad Elisabeth?» le chiese Wood dandole del tu per entrare più in confidenza. 
«Sicuramente Rachel potrebbe essere una sospettata.»
«E perché?
«Beh, il mio Peter è un bravissimo ragazzo, lei un po’ meno. Sicuramente voleva abortire perché è incinta di qualcuno che non è mio figlio, ed è anche per questo che non gli aveva detto di aspettare un bambino.»
Bingo!
Wood aveva ottenuto la risposta alla domanda che gli girava nella testa da un po’ e non aveva nemmeno dovuto chiedere, la pettegola della città aveva fatto il lavoro al posto suo. 
«Spiegati meglio, Kelly» continuò poi Wood guardandola dritto negli occhi soddisfatto per ciò che gli era appena stato detto.
«Beth è amata da tutti in paese e con amata intendo contesa. Gli amici di mio figlio hanno sempre fatto di tutto per conquistarla e corteggiarla. Infatti è anche per questo che Caroline e Lauren la odiano.» 
Caroline e Lauren erano le altre due ragazze che vivevano in quel posto dimenticato da Dio. La prima era la figlia di Andrea, un uomo divorziato che per vivere e mantenere la figlia, andava a lavorare e più di cento kilometri casa, invece la seconda era la figlia della farmacista, Elisabeth, vittima di un omicidio che stavano cercando di risolvere. 
«E se il bambino di Rachel non è di Peter, di chi potrebbe essere?»
«Non lo so, ma so che lei è una poco di buono» concluse poi Kelly sostenendo lo sguardo di Wood. 
«Le altre due ragazze sono fidanzate?»
«Lauren è single, a lei interessa solo studiare per poter entrare al college e lasciare questo posto, e anche Caroline non è fidanzata ma ha una cotta pazzesca per Jo, il figlio di Adrian, te lo ricordi? Adesso è il pastore della città. Ha anche un altro figlio, Glenn, che è il gemello di Jo ma sono totalmente diversi.» "Eterozigoti" pensò Wood che stava riuscendo nel suo intendo e Kelly non poteva tenere a freno la lingua.
«Secondo te possono essere stati dei ragazzi ad uccidere Elisabeth?»
Kelly sembrò sorpresa da quell’affermazione ma continuò dicendo che lei non poteva saperlo perché era da Camilla, come gli aveva già detto il giorno prima.
«Sì, mi ricordo. Ieri abbiamo parlato con la tua amica e ci ha detto che in realtà siete state tutta sera nella stanza della regia. Adesso lo sceriffo ed io dobbiamo andare, ma grazie infinite per la chiacchierata Kelly.» Wood le fece l’occhiolino ed uscì dal negozio senza salutare seguito a ruota da Doe che si congedò con il solito gesto del cappello.
I due agenti si scambiarono uno sguardo d’intesa e s’incamminarono verso un punto a caso del paese mentre Wood, durante il percorso, si era voltato diverse volte per lanciare uno sguardo all’Emperors e tenere sotto controllo la situazione. 
Quando i due furono abbastanza lontano dal negozio, ma non troppo per vedere che cosa succedeva, decisero di appostarsi dietro all’angolo di una casa cercando di non farsi vedere da nessuno.
Erano passati solo pochi minuti da quando Wood e Doe avevano lasciato il negozio di Kelly e solo una manciata di secondi da quando avevano deciso di nascondersi per cercare di spiare le mosse della donna quando la videro uscire di corsa dall’Emperors.
Dove era diretta?
Con ogni probabilità, stava correndo al cinema. 
Kelly aveva il passo spedito, Doe e Wood cercavano di starle dietro ma allo stesso tempo di non farsi vedere.
Come previsto, Kelly era andata alla sala proiezioni ma non fece in tempo ad entrare perché Camilla le corse in contro sul marciapiede. La fortuna era dalla parte degli agenti: grazie alla tempestività della seconda donna ad uscire dal cinema, Wood e Doe riuscirono ad assistere a tutta la scena nascosti dietro un piccolo muretto senza destare nessun sospetto. 
Le due donne iniziarono a litigare a bassa voce e questo impedì agli agenti di sentire ma ormai le avevano smascherate e non c’era più tempo da perdere. Lo sceriffo e il detective lasciarono il loro nascondiglio e si diressero verso le due donne.
«Ormai sappiamo tutto» disse di prepotenza Wood come per accusarle dell’omicidio di Elisabeth.
«Ci hanno scoperte» continuò poi Camilla rivolgendosi a Kelly. «Nessuno doveva sapere che eravamo amanti!» concluse poi a bassa voce.
Doe e Wood rimasero spiazzati da quell’affermazione. Si sarebbero aspettati di tutto, ma mai che Camilla e Kelly fossero amanti. 
«Scusate, ho capito bene?» chiese Wood per accertarsi di non aver sbagliato.
Le due donne si scambiarono uno sguardo confuso, poi Kelly continuò: «Non avevi appena detto di sapere tutto?»
«Sì, vi stavo per incriminare per l’omicidio di Elisabeth perché ci avevate mentito. Cosa c’entra questa storia?»
«Sicuramente non c’eravamo concordate su cosa dire in caso qualcuno venisse ucciso in città!» sbottò Camilla.
Kelly cercò di tranquillizzarla e iniziò a spiegare a Wood cosa fosse successo realmente quella sera. 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Robin Stylinson