Questa
storia partecipa alla Challenge Bonbon
esplosivi indetta
sul gruppo Facebook L'angolo
di Madama Rosmerta.
Pacchetto
Genere:
Kidfic.
Personaggi:
Etienne Delacour, Molly Weasley.
Questa
piccola os si colloca dopo il sesto capitolo di Battlefield.
Non credo sia necessario conoscere la long per comprenderla.
Ha
senso? Ovviamente no, ma tanto questo non mi ha mai fermata!
«Mi sa tanto di déjà-vu»
afferma Etienne, vago, un sorriso disimpegnato sulle labbra, dopo che
hanno sedato un litigio tra Louis e Lucy. O meglio, dopo essere
accorsi per evitare che sua sorella spedisse, prima del tempo, quel
piccolo mezzo mangiarane all’altro mondo. «Anche qualcuna
nascondeva una sconfinata ammirazione dietro un’esagerata
aggressività» sostiene leggero.
Molly
inarca le sopracciglia, scettica.
«Ah
sì?» ritorce svagata mentre sono sul pianerottolo in attesa che le
scale permettano loro di accedere al piano superiore.
«Sì,
anche se quella bambina cercava di dissimularlo attentando più volte
alla mia vita» continua lui, spassionato, scrollando le spalle come
se il rischio di finire in una bara fosse qualcosa da nulla. «Cosa
non si fa pur di mentire a se stesse!» sospira teatrale, facendo un
profondo sospiro.
Lei
scuote la testa, senza riuscire a reprimere un sorrisetto divertito.
«Oh,
sono certa che credesse davvero nei suoi propositi omicidi» ritorce
allegra. «E che si sia sempre rammaricata di non essere riuscita nel
suo intento» aggiunge sovrappensiero
Lui
le rivolge un’occhiata eloquente, le iridi azzurre illuminate da
una strana scintilla di perspicacia.
«Lo
capisco sempre quando bluffi» assicura carezzevole, il sorriso che
diventa più ampio.
«Non
ne sarei così convinta».
«Scommetti?»
«Passo»
risponde Molly, all’istante, senza alcun ombra di esitazione. Con
la coda dell’occhio si rende conto che le scale si stanno
finalmente muovendo nella loro direzione. Gli scocca un’occhiata di
rimprovero. «Se c’è una cosa che ho imparato a mie spese, è che
contro di te non gioco più» stabilisce ferrea, storcendo il viso in
una smorfia contrariata. «Bari spudoratamente!» insinua
indispettita.
Etienne
fa un respiro melodrammatico, riempiendosi i polmoni d’ossigeno.
«Nah,
è solo manipolazione» commenta spassionato, chiaramente
compiaciuto. «Croce e delizia della mia esistenza» conviene
realista e sereno.
Come tutto è cominciato
«Allora…»
«Sì?»
Molly
gli rivolge un’occhiata di fuoco, irritata a morte.
Già
ha dovuto rinunciare al weekend a Villa Conchiglia che aspettava da
tutta la settimana –
aveva
persino comprato delle nuove formine di plastica da utilizzare con i
cugini nella spiaggia davanti alla casa – a causa
di un attacco di gastrite che sembra aver colpito tutti i piccoli di
casa.
Ad
eccezione del rompiscatole che ha di fronte.
Perché,
si sa, la fortuna sarà anche cieca ma la sfiga ci vede benissimo!
Persino
i virus vogliono stare lontano da lui,
pensa
tra
sé, imbronciata.
Ovviamente
quando zia Fleur ha chiesto il favore di ospitarlo a casa loro per
evitare che anche lui finisse a fare delle sedute spiritiche sul
water, mamma non ha potuto dire di no.
E
poi ha sbolognato a lei la patata bollente – sarebbe meglio dire
francese?
– raccomandole di essere gentile e di non dare di matto.
Come
se fosse facile!
È
una
mission
impossible
che
manco l’attore preferito di mamma
– Tom
qualcosa
–
riuscirebbe
a portare a termine.
Molly
butta fuori con rabbia l’aria dalle narici, inginocchiata al
tavolino basso posto al centro della
sua
camera. Ha la schiena dritta, la posa impettita e le mani strette tra
loro così da resistere alla tentazione di usarle per altro.
«Vuoi
fare qualcosa?» domanda con grande magnanimità, sfoggiando tutta la
cortesia Purosangue che ha appreso nel tempo, sperando ardentemente
in un rifiuto.
Etienne,
seduto con le gambe incrociate dall’altra parte del tavolo, le
rivolge un’occhiata che non cela l’ironia.
«Del
tipo?» si informa pacato.
Forse
può sembrare quasi naturale che abbia risposto ma non è affatto
così. Appena arrivato in Inghilterra, si rifiutava di aprire bocca
perché non parlava una parola di inglese e forse se ne vergognava.
Nei
due anni seguenti
ha
appreso perfettamente la lingua, sviluppando anche un buon accento.
Peccato che insieme a questo, abbia anche dimostrato che la timidezza
nascondesse un carattere tremendo e insopportabile.
Teddy,
a confronto, non è poi così male.
Almeno
cerca apertamente lo scontro, non si limita a punzecchiarla e a
tirarsi indietro, ottenendo l’approvazione e la difesa degli
adulti, quando è il momento di passare all’azione e strapparsi i
capelli.
«Quello
che ti pare» concede indulgente, sentendosi una persona
straordinariamente
buona.
Lui
sembra pensarci un momento, aggrottando la fronte in una smorfia
meditabonda.
«Il
gioco che stavi facendo l’altro giorno con Vicky» se ne esce,
infine, sbalordendola.
Molly
sbatte più volte le ciglia, presa in contropiede.
«Poker?»
sfiata frastornata, prima di corrugare le sopracciglia. «Ma se non
sei capace!» esclama con enfasi, sicura.
«Zio
Bill mi ha spiegato le regole e vi ho viste giocare» la contraddice
lui, placido. Poi sfodera un sorriso che sa tanto di provocazione.
«Ma se hai paura di perdere…» insinua infame, lasciando la frase
in sospeso.
Lei
gli rivolge una smorfia di pura pena.
«Cosa
usiamo come fiche?» chiede pratica, drizzando la schiena.
Etienne
scrolla le spalle, placido, prima di tirare fuori dal suo zaino un
pacchetto di Piperille. Lo appoggia sul tavolino, guardandola
con finta ingenuità.
«Possono
andare bene?» indaga cordiale, continuando a sorridere.
Molly
fissa quei dolcetti, sentendo già l'acquolina in bocca. Si costringe
a stringere le labbra, esibendo un’espressione di sufficienza,
prima di alzarsi e recuperare la confezione nuova di Lumache
Gelatinose dalla scrivania.
«Mi
fanno un po’ senso» ammette l’altro, esitante, fissando quelle
caramelle con la bocca storta in una smorfia raccapricciata.
«Ora
non fare la piattola!» lo rimprovera asciutta.
Nell’ora
successiva, si concentra sul gioco nel tentativo di dimenticare la
stizza che il cugino acquisito le suscita. Fa del suo meglio per
evitare di cadere in fallo e commettere qualche
tell,
nascondendosi dietro una maschera di indifferenza.
Al
termine della mano finale, quando ormai le fiche sono quasi
terminate, gongola deliziata quando comprende di avere un full
tra
le dita.
«All
in»
esordisce con finta dolcezza, spostando tutte le caramelle che ha
faticosamente guadagnato al centro del tavolo, elettrizzata per la
certezza di quella vittoria. Aspetta che lui la segua, prima di
lasciarsi sfuggire una chiara nota di soddisfazione. «Sai, non sei
così imperscrutabile come credi. Si capisce subito quando bluffi»
gli fa notare amabile.
Etienne
piega le labbra in un sorriso radioso.
«Intendi
quando ho una buona mano e faccio per grattarmi il mento ma poi mi
fermo?» indaga spassionato, facendole perdere di colpo il sorriso e
sbarrare gli occhi allarmata. «Immagino che sia un tell
fin
troppo semplice da capire» constata d’accordo, rivelandole la sua
combinazione.
Molly
sente la gioia
che
tanto
l’animava, scivolarle via quando scopre che l’altro ha colore.
Serra la mandibola mentre quel mangiarane si accaparra il piatto di
fiche, prima di rivolgergli un’occhiata di fuoco.
Ora,
lei sa pure incassare le sconfitte ed è consapevole che non sempre
sia possibile vincere. Ma quello che non
tollera
sono
le prese in giro meschine e infami da parte di certi mentecatti che
hanno pure la faccia tosta di sorridere con compiacimento.
Quindi,
mandando al diavolo la rigida educazione che zia Joanne ha cercato di
impartirle – mai
perdere il controllo, sapersi dominare dovrebbe essere una priorità
–,
decide di cedere completamente all’istinto e ai suoi geni Weasley.
Ovvero
fare quello che avrebbe dovuto fin dall’inizio: eliminarlo.
Quando
è troppo, è troppo,
sentenzia
il suo cervello, solenne, giustificando in anticipo le sue azioni e
preparandosi alla guerra.
Nel
momento in cui solleva le iridi dalle fiche che si è ingiustamente
guadagnato, Etienne se la vede arrivare addosso con la foga di una
bestia assassina assetata di sangue e all’urlo ti
sventro come un pesce!
Dopo
essere ruzzolati sulla moquette e avergli morso il braccio –
sperando ardentemente di avergli fatto tanto
male
–, Molly non esita nemmeno un istante e continua a punire quel
manipolare ingrato da strapazzo. Tuttavia, quello che non ha
considerato, presa com’era dalla rabbia, è che l’altro risponda
. Anche se, se proprio vogliamo essere oneste, più che azzuffarsi,
lui sta cercando di scrollarsela di torno nel modo più educato
possibile.
«Mollami!»
ordina Etienne, fomentato, con una punta di isteria nella voce,
mettendole le mani sul viso per spingerla via.
Lei
socchiude gli occhi castani, cercando di evitare quelle zampe da
ranocchio, per nulla intenzionata a fermarmi.
«Te
lo sogni, mangiarane!» strepita in risposta, ignorando il dolore al
fianco quando, nel tentativo di ribellarsi e ribaltare le posizioni,
picchia contro lo spigolo di legno della scrivania. Ingoia quella
sofferenza, la rabbia che si infiamma ancor di più nel dare la colpa
a quel disgraziato per quello che è appena successo. «Ora ti mostro
cosa succede quando la gente viene perculata!» urla nevrotica, il
viso che assume un colorito rossastro simile ai suoi capelli,
afferrandolo per una di quelle ciocche quasi bianche con il proposito
di fargli scontare tutte le pene dell’inferno e renderlo calvo a
vita.
«Si
stanno proprio divertendo» osserva Audrey, bonaria, dalla cucina del
piano inferiore, alzando gli occhi dalla cheesecake ai frutti di
bosco che sta preparando come merenda e alludendo al rumore che sente
provenire dalla camera della figlia. «E dire che pensavo che, a
Molly, Etienne non piacesse affatto» considera lieve, scrollando le
spalle con disimpegno.
Percy,
seduto al tavolo e intento a leggere qualche rapporto per il
Ministero, si limita a annuire distratto.
«Sono
certo che diventeranno amici» considera sovrappensiero, la mente
concentrata a cercare di decifrare quello che pare essere scritto da
Troll di Montagna.
«Sappi che te la farò pagare!» minaccia Molly, con veemenza, una volta che gli adulti si sono effettivamente accorti della carneficina che stava avvenendo nella cameretta. È talmente infuriata con quel miserabile che la fissa con due occhi vacui e leggermente spauriti, che non si calma nemmeno quando suo padre l’afferra per le spalle, trattenendola, così da impedirle di continuare la sua missione di salvare il mondo. Anzi, scalpita come una pazza, rischiando di prendere il genitore nell’inguine e farlo gemere per il dolore. «Perché posso anche perdonare ma non dimentico!» promette sanguinaria, rancorosa come la morte.
"Come
è cominciato?"[...]
"Non
so dire l'ora, il luogo, lo sguardo, o le parole che hanno posto le
basi.
È
stato troppo tempo fa. Mi ci sono trovato in mezzo prima di
accorgermi
che
fosse
cominciato."
Orgoglio
e pregiudizio
Vorrei
poter dire qualcosa per giustificarmi ma alla fine sono sempre le
solite scuse, quindi ve le evito. L'unica cosa che posso dire è che
avevo questa os non so da quanto tempo sul pc ed esitavo sempre a
pubblicarla perché mi sembrava, e mi sembra tuttora, un po' ridicola.
Però
se non l'ho modificata in tutti questi mesi, dubito di farlo in
seguito e quindi va bene così.
(Si
nota che è palese resa, vero?)
Non
ho grandi spiegazioni da fornirvi perché questa os è senza troppe
pretese. L'unico scopo era quello di divertire e spero che sia stato
raggiunto.
Quanto
a Molly, l'unica cosa che mi sento di dire per difenderla è che
tutte abbiamo commesso degli errori nella nostra vita. Però, alla
fine, l'importante è redimersi.
Niente,
vi auguro buon weekend.
Un
abbraccio,
Blue
Ps:
la cosa pazzesca – che mi ha fatto morire dal ridere – è che
prima ho ideato il titolo, poi ho trovato la citazione. Rimango
sempre sbalordita dalla casualità e dalla grandezza dell'universo!
Grazie
universo!
(Giuro
che non sono ubriaca, sono così al naturale. Il che non è mai un
bene)
Tell: sono dei piccoli gesti, volontari o meno, che fanno capire all’avversario quando si ha una buona mano.