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Autore: Allen Glassred    25/07/2022    0 recensioni
Ivy è una giovane ragazza, figlia di due Hunters molto famosi. Dopo il brutale assassinio dei suoi genitori da parte di Vanitas, il così detto re bambino e sovrano di Veritas, la ragazza vive insieme al fratello Garry, ed entrambi hanno un solo scopo: trovare ed uccidere l'assassino dei genitori. Ma cosa succederà quando Ivy si troverà faccia a faccia con il re dei vampiri, ora ventenne è più spietato di prima? Quale tremenda verità emergerà dal loro incontro? E cosa succederà in seguito? Ragione o sentimento, cosa seguirà la bella cacciatrice? Vi ho incuriositi? Allora leggete la mia storia, e scoprirete tutto quanto.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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Veritas, circa un anno e mezzo dopo la strage dei Perry.

 

Il giovane dalla chioma argentea non capisce: com’è potuto accadere, si chiede? Lui è un Hunter, il futuro capofamiglia dei Perry. Allora, pensa portando una mano al capo sanguinante, come ha fatto a farsi mettere nel sacco in questo modo?

 

Tutto è successo in un attimo: avendo saputo che dei ribelli avevano oltrepassato il confine infatti, lui ed alcuni altri cacciatori sono andati a controllare la situazione e, in caso ce ne sia bisogno, a mettere al loro posto quei vampiri. Una volta vicini al territorio degli Heinemann tuttavia, hanno subito una vera e propria imboscata: non semplicemente quattro o cinque uomini, ma quello che sembrava essere un esercito li ha aggrediti ed obbligato i suoi compagni e lui stesso a combattere con tutte le loro forze. La situazione era anche sembrata volgere a loro favore, fino a quando qualcosa non lo ha bloccato: un potere sinistro e che non ha mai sentito, diverso da quello che sentì da Vanitas la notte in cui uccise i suoi genitori: il potere del Re bambino è freddo, quest’altro invece è aggressivo ed arde come un… come un fuoco. Non ebbe certo tempo di pensare altro: qualcosa o qualcuno lo colpì violentemente, facendolo svenire fino a questo momento.

 

L’erede di Haruka e Juliette si riprende dalla botta presa, la mano che ha portato al capo è sporca di sangue, l’altra saldamente incatenata alla parete così da impedirgli la fuga. Non ha senso, pensa: se ha una mano libera può spezzare le catene ed andarsene, che razza di rapimento è mai questo? In oltre, dove si trova? Chi c’è dietro tutto ciò? Gli verrebbe da pensare a Vanitas, che voglia finire il lavoro di qualche anno prima? No, pensa: no, questo palazzo non è palazzo Hikari. È pregno di un potere misto a quello della luna blu, certo, ma non è il solo presente. “ Ah… basta pensare, mi devo liberare assolutamente. Devo tornare a casa, Ivy ha bisogno di me… “. Sussurra solamente l’Hunter, facendo per toccare le catene per distruggerle. Ma un dolore lancinante lo costringe a mollare la presa, mentre sul suo palmo compare una vistosa ustione. “ Ma che cosa sta succedendo? Cos’è questo? “. Si chiede semplicemente il ragazzo, mentre una risata fuori luogo interrompe ogni suo pensiero.

 

“ Credevi davvero di poter scappare dalla tua gabbia, topo? “. Chiede qualcuno che, ne è certo, è un uomo. Ma ancora non riesce ad intravedere di chi si tratta: forse perché rimane ancora celato nelle tenebre, forse perché il suo stesso sangue gli offusca la vista.

 

“ E tu chi cavolo sei…? “. Mormora solamente il fratello di Ivy, mentre l’altro fa un passo avanti verso di lui.

 

“ Forse tu non mi conosci ancora, ma io ti conosco. Ti conosco bene, so tutto quanto di te: so della tua famiglia, di come Vanitas abbia ucciso quei bastardi dei tuoi genitori. So della tua relazione con Jeanne Hikari… “. Si ferma un istante, mentre l’altro riesce solamente a volgere lo sguardo altrove: solo sentire quel nome, il nome della sua ex fidanzata, lo ferisce profondamente.

 

“ Io e lei non siamo più insieme, anche se non credo proprio di dover spiegazioni a te o chiunque altro. Chiunque tu sia “. Precisa l’Hunter, provocando la risata sprezzante del giovane dalla chioma corvina.

 

“ Certo: vuoi farmi credere di averla lasciata? Vuoi farmi credere che tra di voi sia tutto finito, quando lei non fa altro che pensare a te? “. Chiede, mentre l’hunter scuote il capo con enfasi, per quanto il dolore glielo permetta.

 

“ Non mi importa cosa faccia quella donna! Per me, la nostra storia è terminata! Non starò mai con la sorella di chi ha sterminato la mia famiglia! “. Si irrita maggiormente l’argento, mentre lo sconosciuto di fronte a lui lo osserva gelidamente: solo ora Garry riesce a vederlo meglio, ora che è giunto a pochi passi da lui. Indossa una divisa da alto ufficiale, che sia dunque una guardia reale? No: la sua divisa suggerirebbe un rango più alto, forse da capitano. Una presa ferrea sui suoi capelli gli fa provare un forte dolore, dato che il punto della stretta coincide con quello della ferita. Ma forse, questo già lo sapeva il giovane dalla lunga chioma corvina che, di lì a poco punta lo sguardo carico d’ira all’hunter.

 

“ Una come Jeanne, tu non la meriti nemmeno. L’hai sporcata, l’hai allontanata dalla sua famiglia, l’hai illusa e in fine l’hai gettata via, solo per il suo cognome. La compatisco: come ha fatto ad innamorarsi di un… uomo simile? “. Fatica persino a pronunciare la parola “ uomo “, come se non considerasse il suo prigioniero come un uomo ma come chissà che altro.

 

“ Si può sapere chi cavolo sei?! Come ti permetti di rivolgerti a me in questo modo?! Aspetta che mi liberi e vedrai, la lezione che ti darò! “. Il suo polso brucia: tanto più si ribella, tanto più le catene stringono la presa e lo ustionano.

 

“ Io? “. Mormora il corvino, mantenendo il suo ghigno crudele ed avvicinandosi, viso a viso, a Garry. “ Sono colui al quale hai portato via la persona più importante: sono il tuo peggiore incubo, sono colui che ti farà a pezzi con queste stesse mani. Oppure ti terrò come cagnolino, sai che divertimento? Sarebbe una vendetta perfetta, molto più divertente che ucciderti subito “. Commenta cinico, mentre finalmente Garry lo riconosce: c’è un solo vampiro oltre a Vanitas, che potrebbe odiarlo a tal punto: Jeanne gliene aveva parlato tempo addietro.

 

“ Dominique Lunettes! “. Lo chiama per nome, mentre l’altro non parla ma sogghigna come a confermare che si, è lui: Dominique Lunettes Hikari, il promesso sposo o meglio, l’ex promesso sposo di Jeanne e capitano delle Guardie Reali. “ Il secondo Principe di Veritas e Capitano delle Guardie, niente meno? Dovete davvero temermi molto, voi vampiri, se persino il Principe si scomoda per venirmi a catturare “. Commenta semplicemente il cacciatore: no, pensa. L’ultima cosa che deve fare è mostrare quanto, in realtà, sia preoccupato. Ma non lo sa: non è ancora consapevole delle abilità dei vampiri, non sa fino a che punto possano leggere persino l’anima delle persone.

 

“ Io dico che qui, se c’è qualcuno che teme sei tu “. Sibila semplicemente il corvino, passando come se nulla fosse una mano sul petto dell’altro, ancora coperto dalla camicia. “ Lo sento da questo… “. Continua poi il discorso, mentre di riflesso il figlio di Haruka e Juliette cerca ancora di liberarsi. “ … dal battito del tuo cuore, dall’odore della paura e dallo scorrere del sangue! “. Conclude il discorso colui che, Garry lo sa, è il cugino di Vanitas e anche di Jeanne. Poi è un momento: non si rende nemmeno conto di come sia successo, sa solo di stare sanguinando al petto, la camicia si è chiaramente strappata. O è stata strappata, questo non può dirlo con certezza, sa solo che il suo rivale lo fissa con una luce blu intenso negli occhi, luce che ben presto viene sostituita da una cremesi. “ Sangue di Hunter… “. Sibila solamente il capitano delle guardie reali, notando il sangue sulle sue dita dopo che, a sorpresa, ha graffiato il rivale senza tante remore. Forse solo per curiosità o forse per chissà che altro scopo, porta un dito alle labbra: incredibile, pensa. Si aspettava di sentire il sapore di un sangue scadente e disgustoso, invece potrebbe esere paragonato a quello di un Hikari.

 

“ Ah! Il promesso sposo di Jeanne, ti conosco… “. Mormora ad un certo punto l’Hunter, riprendendosi e sanguinando al punto ferito, oltre che al capo. “ Hai bisogno di rapirmi, per dimostrare la tua forza? Non sapresti affrontarmi in un duello, eh? Sai che perderesti subito lo scontro… “. Lo provoca, se deliberatamente o meno nessuno può dirlo. Fatto sta che la sua provocazione gli costa piuttosto cara e, per la prima volta si pente amaramente di non aver tenuto la bocca chiusa: non può questa volta, evitare di gridare nel sentire degli artigli affilati affondare nelle ferite già presenti sul suo corpo.

 

“ Cosa? Sai, non ho sentito bene quello che hai detto, Hunter… “. Finge palesemente il suo avversario, affondando ancor più gli artigli affilati nelle ferite precedentemente provocate al cacciatore e facendolo sudare freddo, ma non più gridare: no, pensa. No, non gli darà più questa soddisfazione. “ Sai, io quelli come te li schiaccio sotto i miei piedi. Anzi: solitamente do ai miei uomini il compito di far fuori la feccia come te e la tua razza, ma tu mi hai davvero fatto incazzare: mi hai portato via la donna, ti sei infilato nel suo letto mentre era ancora la mia promessa sposa. Hai osato troppo, ed ora voglio essere io a darti ciò che meriti. Ma credimi, non sarà indolore “. Il figlio della Principessa Veronica decide di dare una tregua al suo odiato rivale, togliendo gli artigli dal suo corpo mentre, di riflesso Garry si accorge di aver ripreso a respirare: il dolore gli ha impedito, per qualche interminabile momento, di fare anche questo. “ Preparati, perché non uscirai mai più da qui. Prima mi divertirò con te, poi ti ucciderò anche solo per aver osato pronunciare il mio nome “. Ghigna malefico il secondo principe di Veritas, mentre Garry riflette: se aveva considerato Vanitas il più crudele tra gli Hikari, beh, allora deve ricredersi: lì davanti a lui c’è un Hikari ben peggiore del Re Bambino e con un potere più aggressivo.

 

“ Come osi?! “. Trova la forza di dire l’Hunter, mentre l’altro gli da da prima le spalle ma sogghigna lievemente: sapeva che avrebbe reagito e non sarebbe stato in silenzio. “ Liberami e combatti da uomo! O hai paura?! “. Chiede semplicemente l’Hunter, il sangue continua a sgorgare da quelle ferite al peto ed al capo mentre il suo rivale lo osserva con la coda dell’occhio.

 

“ Oh si: ti libererò, ma solo per portarti in giro per questo palazzo come cagnolino. E dopo averti fatto soffrire in un modo così indicibile, che mi supplicherai di ucciderti “. Si volta verso di lui un’ultima volta, uno sguardo di ghiaccio che si, per un momento da i brividi a Garry. “ Preparati, perché d’ora in poi vivrai come mio schiavo. Sarai il mio animaletto domestico, il mio passatempo. Ben poca cosa, rispetto a ciò che hai fatto tu “. Sibila, pensando alla cosa che più gli fa rabbia, quella che gli ha fatto decidere di rapire il cacciatore ma che ancora non gli rivela: la gravidanza di Jeanne, il fatto che abbia anche solo pensato di rifilargli il figlio di un Hunter e farglielo crescere come suo. “ Palazzo Lunettes sarà la tua tomba, mio caro: ti consiglio di iniziare ad abituarti all’idea. Non uscirai mai più da qui, nessuno verrà a salvarti. Sei solo, ovunque tu vada e qualsiasi cosa tu faccia, da ora in poi sei mio “. Lo deride malignamente il corvino, prima di voltarsi ed andare via, senza nemmeno attendere la risposta dell’altro.

 

Garry Perry esce dai suoi pensieri, scuotendo il capo: inevitabilmente, con tutto ciò che sta accadendo gli è tornato in mente il rapimento di cui è stato vittima ma del quale solo Lukas ed i suoi genitori, in quanto suoi salvatori, sono a conoscenza. Nemmeno Ivy e men che meno Jeanne conoscono questa storia e, pensa, così deve continuare ad essere. Avrebbe cercato di seppellire questa storia nel suo inconscio, non avrebbe nemmeno più cercato quel bastardo di Dominique per vendicarsi, ma ora ha oltrepassato i limiti: sta facendo del male a Jeanne ed è una cosa che non tollera. È più che sicuro che l’abbia obbligata in qualche modo a sposarlo: non sa cosa sia, non sa come tenga in pugno la sua amata ma, ne è certo, lo scoprirà e la libererà da quelle nozze senza amore. “ Sono un idiota… “. Sibila solamente il cacciatore, osservando distrattamente le rose rosse presenti in giardino. “ Sono solo un imbecille! Se solo allora non l’avessi lasciata! Se solo avessi lottato per noi due, se solo non l’avessi paragonata a suo fratello ed avessi visto solamente la persona che era lei, allora forse… forse le cose sarebbero totalmente diverse. Ho rovinato tutto “. Sibila, per poi sentire una presenza dietro di lui e ricomponendosi un momento: forse pensa, si tratta solo di un domestico venuto ad annunciare l’inizio della cerimonia? Si volge lentamente, ma chi si trova davanti non è alcun domestico. “ Jeanne… “. Mormora solamente, mentre lei lo osserva intensamente. Lui sta per abbassare o sguardo come si vergognasse di qualcosa, ma lei anticipa ogni sua mossa: si precipita letteralmente tra le sue braccia, stringendolo in un forte abbraccio.

 

“ Mi sei mancato da morire… “. Mormora solamente la Principessa, mentre da prima sorpreso, di lì ad alcuni istanti anche lui ricambia l’abbraccio e la stringe a sé, in una presa quasi dolorosa.

 

“ Cosa ti ha fatto quel bastardo…? “. Mormora poi, mentre lei si irrigidisce per qualche istante. “ Con cosa ti tiene legata a lui? Perché lo hai sposato? Ti prego, devo saperlo altrimenti divento matto! “. Fa solamente il cacciatore. Fa per dire altro, Jeanne sta per rispondergli ma istintivamente lui posa una mano sul ventre della sua amata. “ J… Jeanne? “. Mormora solamente, mentre questa volta è lei a non guardarlo.

 

“ Non chiedermi nulla, Garry. Ti prego… non voglio che ti faccia del male, non voglio che vi scontriate. Tu sei un uomo sposato, devi rispetto a tua moglie. Non c’è più nulla da fare “. Sussurra semplicemente la bionda, mentre lui scuote il capo.

 

“ Invece si! C’è ancora molto da fare! Non posso permettere che quello… che quell’uomo continui a fare il bello ed il cattivo tempo nella tua vita. Ho capito che c’è sotto qualcosa, non sono stupido. E giuro su Dio, scoprirò cos’è e ti salverò. Fosse l’ultima cosa che faccio “. Giura, mentre lei gli accarezza dolcemente il viso e gli scosta una ciocca di capelli dagli occhi.

 

“ Ora, pensiamo solo a goderci questo tempo insieme. Non chiedo altro “. Sussurra semplicemente, ed è vero: forse pensa, ciò sarà sufficiente per aiutarla ad affrontare l’inferno in cui si è cacciata e dal quale non può uscire.

 

A palazzo Hikari, steso istante.

 

Vincent Hikari si riscuote dalle proprie riflessioni, sentendo un gran baccano all’entrata. Per un momento pensa siano ancora Dominique e Jeanne a discutere, ma in seguito deve ricredersi: no. La voce è differente, in oltre ce n’è una seconda maschile. “ Ma che sta succedendo? “. Si irrita il Re di Veritas, alzandosi dal proprio trono e decidendo di andare a controllare la situazione.

 

Nello steso istante, Herik vola a qualche metro di distanza e finisce contro una parete: a dire il vero pensa, non ha fatto nulla per meritarlo. Era di guardia come consuetudine, quando improvvisamente è stato aggredito da uno di coloro che è costretto a chiamare “ il suo signore “ anche se, di fatto non riconosce affatto la sua autorità come tale: per lui i suoi soli signori, il solo Re e la sola Regina sono Vanitas ed Ivy, nessun altro. “ Ahi, che botta… “. Mormora solamente il bruno, mentre chi lo ha aggredito gli si fionda letteralmente addosso: le zanne affilate sembrerebbero pronte a dilaniarlo letteralmente, quegli occhi da prima celesti sono ora tornati di un rosso incandescente e pare quasi che un lago di lava vi si specchi.

 

“ Chiudi il becco! Miserabile, lurido umano! “. Impreca solamente il corvino, mentre d’altro canto una donna cerca di staccarlo dal marito, prima che sia troppo tardi.

 

“ Signore, per l’amor del cielo! Non siete in voi, lasciatelo! “. Tenta una disperata Nox: non le importa delle conseguenze, on le importa se sarà punita. Adesso pensa, la priorità è salvare Herik dalla furia del suo signore. Ma ciò serve solo a farlo irritare maggiormente: la donna sussulta dallo spavento nel vedere quegli occhi rosso incandescente puntati su di lei, dopo aver ricevuto uno spintone ed essere finita a terra.

 

“ Levati dai piedi! “. Grida infuriato il corvino, pronto ad affondare le zanne nel collo della guardia che, come unico torto ha quello di essersi trovato al posto sbagliato al momento sbagliato. O forse c’è altro: è da un po' di tempo che al suo signore sta antipatico, ma questo lui non lo può sapere. Né può sapere che il motivo è che, secondo lui ronzrebbe un po' troppo intorno alla “ sua “ Mina. Il bruno si sente perduto: nessuno può intervenire in suo soccorso, è solo e ben presto quelle zanne affonderanno nel suo collo, senza lasciargli scampo alcuno né la possibilità di scegliere se è realmente questo ciò che vuole, oppure no. Ormai è rassegnato, ormai non gli resta che chiudere gli occhi. Ma qualcosa cambia radicalmente la situazione.

 

“ Nick, lascialo stare! “. Una voce ben più autoritaria di quella di Nox fa desistere colui che si rivela essere Dominique dall’affondare le zanne nel collo di Herik. “ Se lo ucciderai non placherai comunque la sete di sangue, finiresti solo per sfoltire le mie già poco numerose file di soldati “. Sentenzia Vincent Hikari, mentre a quelle parole suo cugino sembra riscuotersi: l’aggressività lascia nuovamente posto al dolore, un dolore intenso che si concentra alla gola ma che si spande in tutto il corpo. Solo il sangue di sua moglie potrebbe placare quel tormento, lo sa: solo il sangue di Jeanne o di qualcuno ugualmente importante per lui potrebbe porre fine ai suoi tormenti fisici. Ma non a quelli mentali: l’incontro con suo padre passa nella sua tormentata mente come un film in loop, bloccato sulle stesse identiche scene da ormai troppo tempo. Senza dire altro si scansa bruscamente da Herik che, soccorso dalla moglie approfitta del momento per scappare. Ed ancora una volta a Nox non resta che sorprendersi: fino a quel momento aveva considerato Vincent il vero cattivo, il più pericoloso di tutti. Ma ha capito: stava sbagliando. C’è qualcuno di ancor più pericoloso e folle, pensa lanciando un ultimo sguardo al suo signore ed andandosene assieme al marito.

 

Una volta rimasti soli, Vincent decide di avvicinarsi al cugino che, invece, non sembra avere la minima idea di alzarsi da terra. “ Nick… “. Lo chiama solamente, ma la risposta è solo un quasi irreale silenzio. “ Avanti, per amor del cielo: sei il capitano delle guardie, il secondo principe del regno! Non puoi restare lì a terra “. Sentenzia, cercando di farlo alzare ma, tutto ciò che il falso re riesce ad ottenere è una risata indecifrabile. Posando una mano sulla sua spalla riesce a sentire il cugino tremare, ma non ne comprende la ragione: non è un sintomo della sete pensa, c’è sotto altro. Deve essergli successo qualcosa, pensa mentre lo aiuta ad alzarsi.

 

“ Vince… “. Mormora solamente il neo marito di Jeanne, cambiando umore con una velocità che, per la prima volta in tanto tempo spiazza lo stesso Vincent. “ Perchè tutti mi fanno del male? Perché tutti mi odiano così tanto? Maledetti… “. Sibila solamente il corvino, mentre il biondo cerca di fargli muovere qualche passo. Di lì a poco riesce nel suo intento, riuscendo ad arrivare alla sala del trono: lì pensa, nessuno andrà a disturbarli e lui, in quel momento ha bisogno di tranquillizzare suo cugino. In primis non può permettere che la servitù o chi che sia lo veda in quelle condizioni, in oltre… il filo dei suoi pensieri viene bruscamente interrotto. “ Maledetti, maledetti… io li ammazzo. Li ammazzerò tutti, uno ad uno. Chi mi ha separato da mia sorella, chi mi ha portato via ed ha sporcato la mia Jeanne, chi mi a strappato mio figlio… chiunque… “. Sibila, mentre Vincent non lo lascia neppure per un istante: di nuovo, pensa. Sta nuovamente delirando? Purtroppo lo sa bene, succede in certe notti in cui la luna rossa è particolarmente forte ed ha una luminosità superiore: il potere di Dominique è doppio, appartiene sia alla luna rossa che alla luna blu. Quando si verificano queste notti purtroppo, i due poteri contrastano e gli fanno perdere il controllo più del solito.

 

“ Tu non hai un figlio, Nick. Non hai figli e non devi ammazzare nessuno: ricorda il patto con Jeanne. Non rovinare tutto “. Lo ammonisce, mentre l’altro sente un moto d’ira a quella frase.

 

“ Luca! Avrebbe dovuto essere mio figlio! Mio, Vince! Sarebbe dovuto essere il mio erede, invece quella sgualdrina ingrata ha dato un figlio prima ad un Hunter che a me, che ero il suo promesso sposo! Quell’uomo mi ha portato via ogni cosa! E tu mi dici di non ammazzarlo?! Me ne frego del patto con Jeanne! “. Inizia a gridare, mentre Vincent lo afferra per i polsi per evitare che faccia qualsiasi tipo di sciocchezza.

 

“ Ora calmati! Non sei tu a parlare, la luna rossa massimizza ed esaspera i tuoi desideri, i tuoi poteri si scontrano! Ti devi concentrare e calmarti! “. Lo ammonisce severamente, mentre il corvino punta lo sguardo nuovamente incandescente in quello di lui, le zanne affilate nuovamente in vista.

 

“ Perchè!? Perché tutti mi odiate e mi ostacolate?! Cos’ha quell’uomo che io non ho, eh?! “. Riprende la propria sfuriata, per poi scuotere il capo. “ Mio padre che mi abbandona, mia sorella e mia moglie che corrono dietro ad un umano da nulla! Non ne posso più, voglio solo mettere fine alla sua esistenza con le mie stesse mani! “. Riprende a gridare, prima che un intenso dolore alla gola lo faccia ammutolire. “ Merda… non ora… “. Sussurra solamente, mentre suo cugino non distoglie lo sguardo da lui: lo capisce. Le sensazioni che prova, sono forse le stesse che prova lui: suo padre lo ha privato dell’amore di sua madre, quando fu preso dai ribelli non lo cercò mai neppure una volta. Sua sorella preferisce stare con Vanitas nonostante porti in grembo quello che è suo figlio, anche se ancora gli sembra assurdo che non sia venuta a reclamare il suo sangue per nutrire il nascituro. Eppure pensa, cos’ha quel pazzo più di lui? Lui non porta su di sé il peso di una maledizione, lui non ha sterminato la famiglia adottiva di Ivy. Lui non le ha fatto nemmeno un decimo di ciò che le ha fatto Vanitas, eppure lei continua a sceglierlo e questo, deve ammetterlo, gli fa davvero rabbia. Se questa è la sensazione che si prova ad avere come rivale uno della loro stessa specie pensa, come ci si deve sentire a competere con un volgare Hunter che, a dispetto della sua natura è riuscito a sfuggire alla morte e non solo, ha quasi ucciso a sua volta il suo secondo in comando?

 

“ Io non ti odio, brutto stupido “. Sibila solamente il falso re, mentre l’altro lo osserva con gli occhi ancora iniettati di cremesi. “ Io e te siamo simili, molto più di quanto tu creda: riesco a capire ciò che provi, cosa credi? È lo stesso che provo io, ogni volta che vedo il trono della regina vuoto quando invece, dovrebbe esserci seduta la madre di mo figlio “. Fa semplicemente, mentre il dolore impedisce a Dominique di dare una risposta. “ Che ti prende? “. Chiede ad un certo punto Vincent, capendo che il cugino sta davvero male. “ Dove ti fa male? “. Chiede: non sente odore di sangue né ne vede sui suoi abiti, quindi non è una ferita fisica.

 

“ Fa freddo, Vince… “. Sussurra semplicemente il corvino: i suoi occhi passano da cremesi a blu brillante, mentre l’area circostante ghiaccia istantaneamente. “ E fa male… tanto male… “. Mormora, mentre l’altro comprende: ha sete. Ha sete ed ha bisogno di sangue: non c’è tempo per andare a cercare Jeanne pensa, chissà in quale area del palazzo si è rifugiata pur di non farsi trovare. E lui non può certamente rimanere con le mani in mano, non può vedere la seconda persona più importane della sua vita soffrire in quel modo.

 

“ Hai bisogno di sangue e ti serve subito… “. Sussurra semplicemente il falso Re, mollando la presa sui polsi del cugino e slacciando i primi bottoni della camicia. “ So che non sarà il massimo e che preferiresti il sangue di tua moglie, ma… “. Scosta i capelli dal collo, mettendolo in mostra e rendendo chiare le sue intenzioni. “.. .intanto, puoi bere il mio sa… “. Non finisce la frase: senza quasi rendersene conto si ritrova a terra, bloccato dalla presa di Dominique sulle sue spalle.

 

“ Vince… “. Mormora solamente il vicecapo dei ribelli, mentre l’altro si riprende un momento dall’iniziale sorpresa ed annuisce.

 

“ Bevi. Sai che il mio sangue è tuo, puoi berne quanto vuoi “. Sentenzia, prima di sentire qualcosa cadere sul suo viso. “ Nick? “. Lo chiama solamente, stupendosi: non ha mai visto Dominique piangere, non è mai capitato. Neppure alla morte di sua zia Veronica, neppure alla scomparsa misteriosa di suo zio Antoine ha memoria di aver mai visto il cugino piangere come invece, pare stia facendo ora. Non può saperlo, ma la ragione di tali lacrime è lo stesso Antoine: anche se non lo ha ammesso apertamente infatti, suo cugino sembrerebbe essere rimasto profondamente shoccato dal ritorno di quel padre che, per anni ed anni, ha creduto morto. Il biondo vorrebbe domandare altro, ma tutto ciò che riesce a fare è sussultare quando, improvvisamente sente le zanne del corvino affondare nel suo collo. Istintivamente fa per portarsi una mano alla bocca, ma Dominique blocca i suoi movimenti con una presa ferrea sulle sue braccia, bevendo quel sangue che, lentamente, sta forse iniziando a calmare un po' quel dolore lancinante. Non appena la presa si fa meno ferrea, istintivamente Vincent porta una mano tra i capelli del suo più fedele sottoposto, passando le dita tra di essi come volesse pettinarli. Il veleno afrodisiaco sembra fare effetto e, di lì a poco lo paralizza quasi totalmente ma a lui non interessa: è tranquillo, come ha detto poco prima lui e Dominique hanno un legame profondo e molto stretto ed anche il sangue dell’uno appartiene anche all’altro, come hanno giurato quel giorno in cui si sono conquistati il titolo di capo e vice capo dei ribelli, quando hanno unito le forze e giurato di farla pagare a chi li ha banditi dal regno ed ha fatto loro del male. Solo dopo un po' di tempo, nemmeno Vincent sa quanto esattamente, sente di essere nuovamente libero di muoversi: Dominique si stacca lentamente dl suo collo seppur non togliendosi da sopra di lui, guardandolo intensamente e mentre alcune altre lacrime scendono involontariamente dai suoi occhi. Eppure, stavolta non è una cosa che lo riguarda direttamente: il fatto è che di nuovo, quasi senza rendersi conto, ha finito per vedere i ricordi di Vincent e questo, volente o nolente l’ha lasciato non poco turbato. “ Ehi… “. Sussurra solamente il fratello minore di Vanitas ed Ivy, portando una mano sul viso del suo sottoposto e guardandolo intensamente. “ Perchè stai piangendo ora? “. Chiede, mentre il corvino scuote il capo ed asciuga rapidamente le lacrime.

 

“ Niente: non è niente “. Mormora solamente, prima che il suo capo afferri la sua mano nella propria e lo guardi intensamente, capendo che invece c’è qualcosa ma che Dominique non vuole dirglielo. E lui certo, detesta essere tenuto all’oscuro delle cose anche se, in verità, ha già un sospetto: è successa una cosa che già in precedenza è capitata, ne è certo.

 

“ Hai visto le mie memorie, vero? “. Chiede a bruciapelo, mentre l’altro sostiene il suo sguardo come se nulla fosse, per poi annuire.

 

“ Non intenzionalmente “. Precisa, mentre Vincent mantiene quello sguardo serio. Da prima non proferisce parola, in seguito annuisce lievemente dato che, di fatto sono ancora entrambi a terra.

 

“ Ho capito: non sono arrabbiato per questo, davvero “. Inizia il discorso, per poi proseguire di lì a poco. “ A differenza tua, che scatti non appena vedo un tuo ricordo. Sai, non credo sia molto corretto da parte tua “. Precisa, mentre il secondo principe di Veritas rimane immobile, lo sguardo fisso su Vincent come stesse cercando di capire qualcosa. “ Però adesso, credo sia tempo di ricambiare il favore, no? Non puoi essere il solo a vedere le mie memorie e lasciare me a bocca asciutta “. Sentenzia, riuscendo persino ad ammutolire il cugino: per la prima volta pensa, non riesce ad intuire il piano di Vincent. Dallo scorrere del suo sangue sta leggendo mille emozioni, le stesse emozioni che provocano odori differenti e confusi e si rendono, in questo modo, del tutto indistinte. La situazione cambia nel giro di pochi minuti: il capitano della guardia reale si accorge della mossa del suo re, che quasi senza che se ne accorgesse gli ha tolto uno dei guanti mentre, di lì a poco tempo i suoi occhi si iniettano di un’intensa luce blu.

 

“ No! Vince, aspetta: sai che non mi piace che qualcuno legga le mie memorie… “. Mormora solamente, ma il biondo lo osserva con un’espressione che non ammette repliche.

 

“ Te l’ho detto: tu hai visto le mie, ora devi lasciare che io veda le tue. In oltre hai bevuto tantissimo sangue, ora anche io ho sete: non vorrai deludere il tuo re? “. Chiede semplicemente e, per la prima volta in vita sua anche Dominique Lunettes è costretto ad obbedire a qualcuno: a lui, a Vincent. Il solo ed unico a cui da cieca fiducia ed assoluta obbedienza. Sta per dire qualcosa, ma un dolore lancinante alla mano gli fa cambiare idea: quello pensa, è forse il punto più doloroso per ricevere un morso. Ma non gli interessa: se è Vincent a farlo, non gli interessa di provare dolore. Cerca di rimanere quanto più calmo possibile, mentre l’altro inizia lentamente a bere il suo sangue: certo non nelle stesse quantità in cui il cugino ha bevuto il suo, ma abbastanza per poter vedere parte delle sue memorie.

 

Tutto è ormai pronto per le nozze di Ivy e Vanitas: finalmente tutti sono riuniti, Dante ha deciso di rompere una tradizione e di accompagnare il suo Re all’altare. Ed ora lo guarda commosso, come se a sposarsi fosse suo figlio. “ Dante, non ti metterai mica a piangere ora? “. Chiede semplicemente il re bambino, mentre il maggiordomo asciuga rapidamente alcune lacrime.

 

“ Oh, no! No signore, non sto piangendo, figuratevi “. Dice solamente, seppur il suo sguardo lo contraddica, così come i suoi occhi decisamente lucidi. A quelle parole Piere gli si avvicina, mettendogli una mano sulla spalla e sorridendo lievemente.

 

“ Coraggio, è ora di accompagnare il vostro re all’altare “. Fa, mentre l’altro annuisce.

 

Nello stesso momento anche Garry raggiunge Ivy: la osserva qualche momento e senza parlare, trovandola a dir poco stupenda. E pensa a quanto tutto ciò sia incredibile: fino a quasi un anno prima sua sorella era una giovane ragazza da proteggere, ora eccola lì pronta a sposarsi, diventata una donna nel giro di poco tempo e soprattutto, una futura madre ed una regina per il regno di Veritas. “ Sei… sei bellissima “. Mormora solamente l’argento, mentre a quelle parole Ivy sorride lievemente: sa che dovrebbe trattenere l’emozione, sa che deve stare attenta o il trucco cadrà nuovamente, ma non può farci nulla: per la prima volta tutto sembra andare bene. Sta per sposarsi ed ha accanto tutta la sua famiglia, presto sarà incoronata e tra qualche mese nascerà il suo bambino. E seppur la paternità di quest’ultimo sia incerta, una parte del suo cuore sente, è sicura che quel bimbo sia di Vanitas: sa benissimo che i bimbi vampiro necessitano del sangue del padre per accrescere la loro forza ed il loro potere, ma in questi mesi lei non ha mai desiderato una sola volta il sangue di Vincent. Anzi: è semplicemente aumentato il desiderio di bere quello di Vanitas e, deve ammettere, questo rafforza molto la sua convinzione. La voce del fratello la riscuote dai suoi pensieri.

 

“ Sono così felice che tu sia qui, fratello “. Sussurra solamente la corvina, mentre lui la prende tra le braccia e la stringe forte a sé.

 

“ Se dovesse succedere qualsiasi cosa, se per qualunque ragione mi accorgerò che stai soffrendo, sappi che verrò a prenderti e ti porterò via personalmente. Tienilo bene a mente, sorellina “. Le assicura, mentre lei ricambia l’abbraccio per poi annuire.

 

“ Non ho dubbi “. Mormora, mentre poco più in là Allen e Kevin stanno osservando la scena.

 

“ Sono così belli “. Mormora solamente l’argento, mentre l’altro annuisce con un lieve sorriso.

 

“ Vero, hai ragione: hai davvero due nipoti meravigliosi “. Fa, mentre l’altro lo prende istintivamente per mano. A quel gesto apparentemente normale, il giovane dalla chioma viola rimane tuttavia sorpreso. “ Kevin? Che fai…? “. Chiede solamente, mentre il suo signore guarda dritto davanti a sé per poi, di lì a poco, decidersi a prendere parola.

 

“ Basta “. Sentenzia, per poi proseguire la frase di lì a poco. “ Sono stufo: non ne posso più di seguire l’etichetta e le regole imposte da altri. Sono stufo di nascondermi “. Fa, stringendo maggiormente la presa sulla mano dell’altro e ricordando la loro conversazione, avuta solo la sera precedente.

 

“ Ascolta, se è per ieri sera ti chiedo scusa: forse ho esagerato, non dovevo gridare e dire quelle cose, ma… “. Ma non fa in tempo a terminare la frase: Kevin lo interrompe prima, puntando il suo sguardo deciso in quello dell’altro, dovendo abbassare lievemente il capo essendo un po' più alto del suo sottoposto.

 

“ No, invece: avevi ragione tu. Avevi ragione su tutto: non stiamo facendo nulla di male, se agli altri non sta bene si voltino dall’altra parte. Me ne frego delle loro reazioni, me ne frego di tutto: la sola cosa importante sei tu “. Per la prima volta in vita sua Allen rimane in silenzio ed immobile, come se attendesse una chissà quale prosecuzione della frase. “ Oggi non sarai solo il mio sottoposto: da oggi, quando sarai al mio fianco camminerai a testa alta e come mio pari. E se qualcuno avrà qualcosa da dire, lo venga a fare con me e lo rimetterò in riga “. Assicura, mentre l’altro non può fare a meno di rimanere decisamente sorpreso e felice al tempo stesso.

 

“ Aspetta, vuoi forse dire che… insomma, che sei davvero pronto a compiere quel passo? A rendere tutto pubblico…? “. Parla quasi in un sussurro, mentre Kevin annuisce e, di lì a poco gli posa una mano sul viso.

 

“ Non sono mai stato così sicuro di una cosa come che con questa: si, voglio che tutti lo sappiano. Voglio urlarlo al mondo intero, che nessuno abbia più il minimo dubbio. Che nessuno possa mettere in dubbio che tu sei solo mio e di nessun altro, che se osassero toccarti se la vedrebbero con me “. Sentenzia risoluto, mentre finalmente attira a sé l’altro giovane e lo stringe forte a sé. “ Ti amo, mio stupido assistente: sei la sola persona dopo Juliette, a cui posso dire queste parole “. Sussurra solamente, senza più aver paura di confessare i propri sentimenti e shoccando in positivo l’altro, che una volta sciolto l’abbraccio posa una mano sul viso dell’altro e sorride lievemente.

 

“ Da quanto tempo aspettavo di sentirtelo dire… “. Mormora quasi in modo impercettibile, mentre l’altro finge di offendersi lievemente.

 

“ Beh, e tu? “. Chiede, mentre Allen non sembra da prima capire cosa stia dicendo. “ B… brutto idiota che non sei altro! Io ti dico che ti amo e tu non dici niente? “. Fa, dandogli un lieve pugno sul capo e mentre l’altro rimane da prima sorpreso.

 

“ Ma che cosa… ? “. Fa per dire, ma in seguito sorride lievemente. Alzandosi in punta dei piedi si limita a dare un bacio sulla guancia a Kevin, sorridendo lievemente.

 

“ Ma io te l’ho già detto, o hai scordato chi dei due si è dichiarato per primo? “. Chiede, ricordando di come effettivamente, sia stato lui a rischiare tutto dichiarando i suoi sentimenti al suo signore. Lui gli fece intendere che la cosa non gli dispiacesse, ma non gli ha mai detto di amarlo a sua volta. Mai, fino a questo giorno per lo meno.

 

“ Eh… oh insomma! “. Borbotta solamente il capofamiglia degli Knight, capendo di aver ricevuto il così detto scacco matto ed attirando il viola a sé ancora una volta. “ Comunque, quello ti pareva un vero bacio? “. Chiede accigliato, facendo avvampare violentemente l’altro.

 

“ E.. ehi! Siamo in un corridoio, un po' di… contegno… “. Arrossisce vistosamente, sia per la vicinanza che per la frase. Una lieve risata interrompe il momento romantico tra i due, seguita da un applauso.

 

“ E finalmente! Era ora, ragazzi! “. Sentenzia Hans Delacour, affiancato da Anna che si limita invece a sorridere lievemente. Kevin non sembra troppo in imbarazzo, a differenza di Allen che invece diventa rosso come un peperone.

 

“ L… Lord Hans, Lady Anna! Ecco… io… “. Borbotta, mentre Hans si avvicina e gli da una lieve pacca sulla spalla.

 

“ E basta con queste formalità! Io sono Hans, lei è mia moglie Anna. Credo che sia il momento di dare un taglio a tutti questi salamelecchi “. Ride, mentre a quelle parole Kevin lo guarda stranito.

 

“ Un momento! Ma tu da quand’è che hai capito…? “. Chiede, ed a quel punto Anna decide di farsi avanti.

 

“ Da quando lo hanno capito anche Pierre e Joe, mio caro “. Fa, mandando ulteriormente in confusione l’altro. “ Tutti se ne sono accorti, ci chiedevamo solo quando avreste trovato il coraggio di ufficializzare la cosa. Era ora che lo faceste! “. Esordisce in fine, congratulandosi con i due. “ L’amore è la forza più grande che esista ed è bellissimo, in tutte le sue forme. Non dovete temere il giudizio degli altri: sbagliato è chi giudica senza conoscere di che cosa parla, non di certo voi due “. Conclude il discorso la donna, trovando il consenso del marito che, annuendo lievemente, si avvicina e posa una mano sulla spalla di Allen.

 

“ Coraggio, abbiamo un matrimonio a cui assistere ora! E un’incoronazione: ancora non posso credere che la nostra Ivy stia davvero per diventare regina “. Si commuove lievemente, stessa cosa che capita a Kevin di lì a poco.

 

“ Grazie, per averla cresciuta al mio posto. Per esservi presi cura di lei e Garry, dopo che mia sorella e mio cognato furono uccisi. E… “. ma non termina la frase: Hans rimane in silenzio qualche momento, solo in seguito decide di prendere parola.

 

“ A proposito di questo, della notte in cui morirono Haruka e Juliette: devo parlarvi di una cosa importante, dopo le nozze “. Fa, mentre Kevin lo osserva seriamente e, forse, intuendo già di che cosa si tratta. “ Ma ora, raggiungiamo la sala della cerimonia “. Conclude, prendendo a braccetto la consorte ed avviandosi, seguito da Allen e Kevin, al grande salone di Villa Veghner.

 

Nella sala della cerimonia è ormai tutto pronto: Vanitas è teso come una corda di violino, Dante non smette un momento di piangere lacrime di commozione. Jeanne e Mina hanno preso posto come damigelle d’onore, il testimone dello sposo deve ancora arrivare dato che, di fatto, deve anche accompagnare all’altare la sposa. “ Io non sono nervoso, non sono nervoso… “. Balbetta semplicemente Vanitas, facendo sorridere lievemente Pierre che, essendo proprio seduto davanti a lui non può fare a meno di udire tali parole. Sta per dire o fare qualcosa, ma finalmente ha inizio la marcia nuziale e, proprio in quell’istante il cielo inizia ad imbrunire, preparandosi così al tramonto. Ivy è tenuta a braccetto dal fratello, ovviamente entrambi sono emozionati e la cosa si nota, malgrado cerchino di nasconderlo.

 

“ Devo dire che il tuo abito da sposa ed il velo di Sharon donano molto alla nostra futura regina, non trovi anche tu? “. Chiede Pierre a Joe, che annuisce senza togliere gli occhi di dosso alla giovane ormai regina del regno: non avendo potuto entrare a palazzo Hikari e recuperare l’abito da sposa di Luna infatti, Joe ha deciso di dare ad Ivy il proprio in virtù del discorso fatto quel giorno stesso: per lei ormai, sono diventati tutti una grande famiglia ed Ivy è come una figlia, nessuna se non lei avrebbe potuto indossare quell’abito.

 

“ E’ splendida, Pierre “. Sussurra solamente la matriarca della famiglia Veghner, osservando Garry ed Ivy passare di fianco a loro e sorridendo lievemente. “ Ti prometto che lo scoprirò… “. Sussurra poi con determinazione la rossa, puntando lo sguardo davanti a sé e mentre il marito lascia che termini la frase. “ Scoprirò di chi è il bambino che Ivy porta in grembo, anzi: darò la conferma che è di Vanitas, in un modo o nell’altro. Non so ancora come esattamente, ma lo farò “. Promette con risolutezza, mentre il marito posa una mano sulla sua ed annuisce, con un lieve sorriso.

 

“ Non ho il minimo dubbio “. Fa, mentre la cerimonia ha finalmente inizio: molto presto, il regno di Veritas avrà finalmente entrambi i suoi regnanti seppur, purtroppo, non siano ancora sul loro legittimo trono. Almeno, per il momento.

 

La cerimonia si svolge nel migliore dei modi e senza nessun intoppo: sotto una luna blu più luminosa che mai, Ivy diventa finalmente regina del regno di Veritas, prendendo finalmente quel posto che è suo sin dalla morte della madre. L’incoronazione si svolge senza alcun intoppo così come le nozze, tra la commozione generale. Al ricevimento e dopo i primi balli di rito, Garry e Mina si avvicinano a Jeanne: non la vogliono lasciare sola, entrambi hanno capito che la principessa ha bisogno più che mai di sentire di non essere sola, capiscono che ha dei traumi profondi e, anche se ancora non ne sanno molto a riguardo, entrambi e per diversi o forse comuni motivi giurano di scoprirli quanto prima e di salvarla da quelle nozze senza amore. “ Sono bellissimi “. Sussurra solamente la giovane principessa, mentre il suo sguardo è puntato su Ivy e Vanitas. “ Guardateli: fino a qualche tempo fa si odiavano a morte, ora eccoli lì: sposati ed in attesa di un bambino. Come cambia la vita, eh? “. Mormora solamente, mentre Garry nota solo una cosa: Jeanne non ha mai scostato le mani dal ventre, mai nemmeno un istante e, d’altro canto, Mina la sta osservando davvero preoccupata.

 

“ Avete ragione, principessa “. Rompe il silenzio Mina, guardando i due neo sposi con un sorriso lieve sul viso. “ Sono bellissimi “. Concorda, mentre nel frattempo Ivy e Vanitas non si sono allontanati un solo istante. Mai, nemmeno dopo il primo ballo di rito.

 

“ Maestà, non credete che ora, anche gli altri gentiluomini vorranno ballare con me? “. Chiede con un lieve sorriso la sposa, mentre a quelle parole lui la stringe maggiormente a sé.

 

“ E che aspettino, allora. Perché io non ti lascio più, mia bellissima regina “. Risponde semplicemente lui, come se nulla fosse. “ Ancora non ci credo: sei davvero mia moglie, la regina del regno. Se è un sogno, che nessuno mi svegli “. Mormora solamente il corvino, mentre a quella frase lei ride lievemente.

 

“ Se vuoi ti do un pizzicotto, così capisci che è tutto reale “. Propone per scherzo, facendo lievemente accigliare il neo marito.

 

“ Preferisco i morsi “. Fa con lieve strafottenza, facendo sussultare lei. “ Ma per quello, ci sarà tempo stanotte “. Conclude, facendo avvampare violentemente lei e mentre l’aria si fa lievemente fredda.

 

“ Oddio, ma la smetti? Così mi farai ghiacciare tutti quanti “. Fa in imbarazzo, mentre lui ride lievemente.

 

“ Però, stai imparando bene a controllare il tuo potere. Non credo ghiaccerai qualcuno “. Ride ancora, divertito dall’imbarazzo della neo moglie e mentre lei mette un lieve broncio che, a guardarla bene, la fa davvero assomigliare al maggiore.

 

“ Si, sto imparando ma è ancora molto instabile e... “. Fa per dire qualcosa, ma un terremoto fa sussultare tutti i presenti: non è molto forte, ma abbastanza per creare confusione. Vanitas stringe istintivamente Ivy a sé, così come fa Garry con Jeanne. Mina riesce a sorreggersi ad Hans, che punta lo sguardo al giovane re per qualche istante.

 

“ Maestà, tutto bene? “. Chiede, mentre a quelle parole Vanitas annuisce: il terremoto si quieta lentamente, ma è seguito da un altro subito dopo.

 

“ State calmi, va tutto bene: presto cesserà tutto, non andate in panico “. Sentenzia solamente Vanitas, ed effettivamente dopo un po' tutto si quieta. I primi ad avvicinarsi alla coppia sono Kevin ed Allen, che ancora si tengono per mano decisamente sconcertati.

 

“ Ivy, stai bene? “. Chiede semplicemente suo zio, mentre lei annuisce con una mano ancora posata sul ventre.

 

“ Si, ma che è successo? “. Chiede semplicemente, mentre un’insolita luna arcobaleno sorge in cielo.

 

“ Succede che un altro pilastro è caduto “. Sibila Vanitas, mentre per un istante i suoi occhi si tingono di un blu intenso. “ Il pilastro del legno… “. Continua, mentre Dante si avvicina preoccupato a sua volta, seguito da Garry.

 

“ Volete dire che anche Re Ryan… il reggente del clan della luna bordeaux, è… “. Non termina la frase, ma il proseguo è evidente: seppur si tratti di una luna minore, la caduta di un nuovo pilastro non porterà certo nulla di buono.

 

“ Ace si sta muovendo rapidamente. Ed ho l’impressione che non sia solo “. Sentenzia semplicemente il Re bambino, mentre Ivy, Garry e Jeanne si guardano sorpresi: conoscono le Lune Demoniache, conoscono i ranghi e conoscono i relativi re/pilastri.

 

“ E perché mai Ace dovrebbe fare una cosa simile? Insomma, andiamo! Lui è il primo pilastro, la sua è la prima luna demoniaca mai comparsa: ha già una forza inimmaginabile, perché dovrebbe fare questo? E chi lo starebbe aiutando? “. Chiede preoccupato il giovane dalla chioma argento, mentre Vanitas stringe lievemente i pugni.

 

“ Non mi stupirebbe che alcune Lune minori si fossero unite a lui, per evitare la morte o per salire di rango: se le luna maggiori scompaiono, saranno le minori a prendere il loro posto. Ed alcuni re dei clan delle lune minori desiderano ardentemente che ciò accada, da molti anni. Ma non hanno mai osato sfidare la potenza di noi Upper Rank. Non fino a questo momento: non fino a quando non hanno avuto una luna maggiore al loro fianco “. Sibila, mentre a quelle parole Ivy stringe la presa sul suo braccio e, in seguito scuote il capo.

 

“ D’accordo, ma perché una Luna superiore dovrebbe desiderare la distruzione delle altre? Senza contare che in uesto modo, si rischia la distruzione del mondo intero. Non ha senso! “. Sentenzia la regina, mentre a quella frase Dante prende parola e cerca di tranquillizzarla, per quanto possibile.


“ Se il potere dei pilastri viene assorbito da un altro re, il mondo non corre pericoli. Tuttavia, c’è una ragione per cui i poteri sono stati divisi in dodici… “. Ma a quel numero Vanitas scuote il capo con enfasi.

 

“ Tredici “. Fa, mentre Dante rimane al momento in silenzio. “ La tredicesima Luna, quella comparsa la notte in cui i Perry morirono, sta acquisendo molto potere seppur il suo Re non si sia ancora mosso. Sta aspettando il momento giusto, non so cosa stia tramando ma credetemi, non ci coglierà impreparati “. Sentenzia risoluto, per poi guardare il cognato, la sorella, la moglie ed il maggiordomo. “ In quanto alle motivazioni di Ace, beh… “. Esita un istante, come stesse cercando le parole giuste. Parole che solo di lì a poco riesce a trovare. “ … il primo pilastro sta facendo tutto questo, con il solo scopo di distruggere il clan della Luna Blu “. Conclude la frase con un pizzico d’ira. “ Ma non temete: giuro sulla Luna Blu, giuro sulla memoria di mia madre che lo fermerò a qualsiasi prezzo: non gli permetterò mai di invadere il regno e di prendere il mio potere. Il suo fuoco non è invincibile “. Mormora, mentre Jeanne prende parola di lì a poco.

 

“ E se Dominique ne sapesse qualcosa? “. Chiede così, improvvisamente: quell’idea è balenata nella sua mente, così ha deciso di esprimere i suoi dubbi a voce alta. “ Insomma, lui appartiene per metà al clan della Luna Rossa. E se sapesse qualcosa che noi ignoriamo? Se fosse in contatto con Ace, o se lo fosse Vincent? Se così fosse, lui ne sarebbe senza dubbio al corrente. No? “. Chiede, ed a quelle parole Garry le si avvicina.

 

“ Potremmo accusarlo di alto tradimento! “. Sentenzia, mentre Vanitas annuisce a quelle parole.

 

“ E così annullare il suo matrimonio con mia sorella e non solo: avendo collaborato con Vincent, un usurpatore, e con i ribelli, la sua sentenza non potrebbe che essere di morte “. Commenta, riflettendo su quanto appena sentito.

 

“ Ma finché è Vincent il re, Dominique rimane intoccabile in tutti i casi. Dobbiamo essere molto prudenti “. Fa semplicemente Hans, intervenendo nella discussione ed interrotto poco dopo dalla stessa Mina.

 

“ Oh, io non credo che quel bastardo sia così intoccabile: c’è un modo per fermarlo, c’è un modo per fermare tutti i Pilastri e chi come loro detiene il potere delle Lune. Non so ancora come, ma credetemi: troverò il modo. Fermeremo quella canaglia a tutti i costi “. E guarda Jeanne risoluta, annuendo con determinazione. “ Ve lo giuro: anche se non ci avete voluto dire i motivi per cui avete accettato, sappiamo tutti che queste nozze sono state celebrate senza amore. Sappiamo tutti chi è vostro marito, ma posso farvi questa promessa: farò tutto quanto è in mio potere per fermarlo “. Sentenzia, mentre a quelle parole Jeanne annuisce grata.

 

“ Ma prima dobbiamo fermare Vincent “. Fa semplicemente la bionda, riflettendo qualche istante. “ Dobbiamo ridare il trono a Vanitas ed accertare che il bimbo nel grembo di mia sorella è suo: in questo modo potremo cacciare l’usurpatore e tutti i suoi sottoposti avranno ciò che meritano “. Fa e, per la prima volta dopo mesi, vede una luce in fondo al tunnel di sofferenza in cui si è cacciata. Tutti quanti annuiscono con risolutezza, facendo ognuno una promessa comune seppur nessuno oda le parole dell’altro o sappia ciò che pensa: il falso regno di Vincent ha ormai i giorni contati. Di lì a poco tuttavia, Jeanne si allontana dal gruppo con amarezza.

 

“ Jeanne, dove vai…? “. Mormora solamente Garry, mentre lei lo osserva e mentre lui, di riflesso, stringe la presa sul suo polso come non volesse lasciarla andare.

 

“ Devo rientrare, anche se non vorrei: non posso mettere nei guai mia madre e Nox “. Fa semplicemente la bionda, mentre lui la attira istintivamente a sé e la stringe forte, così forte che per un momento le toglie quasi il respiro.

 

“ Ti giuro che me la pagherà, per averti messo le mani addosso. La pagherà con la vita “. Sussurra al suo orecchio l’argento, mentre lei lo guarda stranita: vorrebbe dissuaderlo, vorrebbe chiedergli di non affrontare Dominique. Non ora per lo meno, non ora che non ne ha le forze necessarie. Poi il suo sguardo torna su Mina, che le si avvicina e le prende le mani nelle proprie.

 

“ Qualunque cosa succeda, di qualsiasi cosa abbiate bisogno io sono qui “. Fa semplicemente la cacciatrice, mentre Jeanne annuisce con gratitudine. Mina le lascia qualcosa di misterioso tra le mani, guardandola intensamente. “ Presto sarete libera: scopriremo cosa c’è dietro queste nozze forzate o daremo a vostro marito ciò che si merita, ma in entrambi i casi voi sarete libera. Ve lo garantisco, ma fino a quel momento proteggete voi stessa e… “. Posa lo sguardo sul ventre, coperto dal largo mantello, della bionda. “ Mi raccomando “. Conclude solamente la figlia di Pierre e Joe, mentre Jeanne l’abbraccia con gratitudine.

 

“ Grazie… “. Sibila solamente, per poi staccarsi di lì a poco. Anche se non vuole, purtroppo sa di non aver altra scelta se non tornare a casa.



Salve miei fans, coem state? Ecco qui il nuovo capitolo, che ve ne pare? Finalmente Vanitas ed Ivy si sono sposati! Siamo alle porte del capitolo cinquanta * autrice emozionata mode on *, ma molte cose sono già state rivelate: Garry ricorda di come l'odiato rivale lo rapì e torturò, fino a quando Lukas ed i genitori non lo salvarono ed ai quali il cacciatore ha però imposto il silenzio. D'altra parte abbiamo Vincent e Dominique, che stringono un legame sempre più forte: diventato cavaliere del falso Re, oltre ad essere capitano delle guardie reali Dominique diventa il suo più agguerrito difensore. Cos'altro avrà in mente di fare a Mina, Jeanne e Garry? Attaccherà nuovamente Luca? Ormai anche Antoine si rende conto che il figlio è irrecuperabile, ma è davvero più pericoloso di Vincent? E come mai Ace Baskerville sembra odiare così tanto Vanitas? Cos'è successo tra il primo ed il secondo pilastro? Seguitemi e lo scoprirete!
   
 
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