Videogiochi > Animal Crossing
Segui la storia  |       
Autore: Milkyna    26/07/2022    0 recensioni
Tom avrebbe potuto avere una vita tranquilla, normale. Avrebbe potuto sposarsi con Filomena e fare il padre di famiglia, avrebbe potuto vivere grazie al suo emporio. E invece no, il destino prima l'ha gettato a terra e poi l'ha sollevato fino a fargli toccare le stelle. Peccato che le ombre non siano mai scomparse dal suo cammino...
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Filomena, Nook, Nuovo personaggio, Volpolo
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Furry, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tom era ancora profondamente addormentato nel suo caldo lettino a castello, nonostante fosse ormai mattina e il sole novembrino brillasse piuttosto vivace nel cielo.

All’improvviso Billy, lo scoiattolino che dormiva sotto di lui, si arrampicò sulle scalette del letto e scosse Tom per le spalle.

“Tom, Tom! Svegliati!”

“Mhmm…”

Il tanuki si girò verso il muro e continuò a dormire.

“Dai, Tom! Oggi arriva un nuovo bambino!”

Quelle parole instillarono una scintilla di curiosità nel cucciolo dal pelo castano, così aprì gli occhi e si stiracchiò.

“Davvero? Chi l’ha detto?” domandò.

“La signorina Susan. La direttrice Laura ha detto che fra un’ora sarà qui.”

Dopo essersi lavato, vestito e aver fatto colazione, Tom si recò insieme agli altri ospiti dell’orfanotrofio nel salone principale dell’edificio, in attesa che arrivasse il nuovo compagno.

C’era un notevole fermento tra i ragazzini, con tentativi di indovinare la specie e l’età del nuovo arrivato, e anche aspettative sugli sport da praticare assieme a lui.

Dopo qualche minuto, si udì un suono di tacchi e i trenta ospiti del Raggio di Sole si acquietarono istantaneamente.

Laura aveva un’aria sorridente, e come sempre era impeccabile nel suo tailleur blu notte e l’ombretto lilla.

Dietro di lei c’era Susan, la quale teneva per la zampa un cucciolotto arancione dall’aria vispa.

Laura si pose dietro al microfono dell’aula riunioni, e cominciò a parlare:

“Cari ragazzi, oggi siamo qui riuniti per accogliere tra di noi il qui presente Volpolo. Lui viene da Citadelle, ha otto anni e spera di diventare vostro amico. Per favore, fate del vostro meglio per aiutarlo a inserirsi. Le lezioni riprenderanno dopo pranzo. Buona giornata a tutti!”

Tom si focalizzò su Volpolo: era un kitsune dall’aria sorprendentemente angelica, il ché era piuttosto singolare, dato che nei libri di fiabe che aveva letto i kitsune erano volpi dai ghigni malefici e il pelo arruffato. Volpolo non era niente di tutto questo: aveva due graziose orecchie color crema, gli occhi stretti e neri, il musino appuntito. Indossava una maglia a maniche lunghe nera e un paio di jeans. Sembrava talmente piccolo e indifeso da far venire voglia di abbracciarlo.

Dopo un po’, la folla si disperse e i ragazzi si dedicarono a sistemare le loro stanze, mentre Susan aiutava Volpolo a sistemarsi, in una camera vicina a quella di Tom e Billy.

Il giorno dopo, agli alunni delle elementari venne chiesto di rappresentare un cartellone con un albero dai colori autunnali.

Vennero fatti spostare i banchi, e la maestra stese a terra un cartellone bianco, sopra il quale aveva tracciato a matita un grande albero con la chioma che andava gradualmente a perdere foglie.

Alla spicciolata, i dieci alunni dai sei agli undici anni si disposero attorno al cartellone, ognuno con diversi fogli bianchi, sopra i quali avrebbero disegnato e colorato le foglie da incollare sull’albero.

Tom aveva già iniziato a disegnare, quando si sentì toccare la spalla:

“Scusami, mi presteresti la gomma?”

Era Volpolo, il bambino nuovo.

“Oh… Certo.”

“Grazie.”

Il ragazzino dal pelo arancione cancellò alcune nervature, e Tom ne approfittò per osservare la sua foglia: era veramente bravo, preciso per essere un bambino di soli otto anni, il ché gli diede da pensare che potesse amare il disegno.

“Sei bravo!” gli disse infatti, e Volpolo sorrise.

“Grazie, mi è sempre piaciuto molto disegnare.”

Il cane procione gli sorrise di rimando ed i due ripresero con il loro lavoro.

Dopo due giorni di impegno, l’albero autunnale fu terminato e collocato sopra una parete all’ingresso del Raggio di Sole.

Il tronco era stato dipinto con della tempera marrone, mentre le foglie mostravano le trame più disparate: c’era chi le aveva colorate con un leggero tratto di pastello, chi aveva calcato col pastello a cera, chi aveva usato i pennarelli, chi gli acquerelli…

I dieci bambini batterono le mani nell’osservare il loro operato e ricevettero i complimenti anche dai ragazzi più grandi.

“Ottimo lavoro, bambini. Oggi pomeriggio vi aspetta il club di lettura.” li informò la direttrice Laura, prima di andare nel suo ufficio.

Tom ricevette di nuovo un colpetto sulla spalla:

“Siamo stati bravi, vero?”

Il tanuki sorrise, trovandosi davanti di nuovo quel simpatico volpacchiotto.

“Sì sì, bravissimi!”

Tom e Volpolo si sedettero vicini mentre la maestra Jolie, una giovane e gentile antilope, leggeva la fiaba che aveva tra gli zoccoli.

Avevano fatto amicizia e si sorridevano spesso, commentando a bassa voce qualche passo del racconto.

Ad un tratto, però, la narrazione prese una piega inaspettata:

“E la mamma prese tra le braccia il suo piccolo Echo e gli sussurrò con tenerezza di non avere paura, che il temporale sarebbe passato presto e sarebbe potuto tornare a nuotare nel mare assieme agli altri delfini. Echo la guardò con i suoi occhi cerulei e le lacrime smisero di scorrergli sulle guance. Allora le diede un piccolo bacio e l’abbracciò stretta.”

“Che cosa vuol dire ceruleo?” aveva chiesto uno degli alunni.

“Significa azzurro come il cielo.” rispose Jolie, con dolcezza.

Tom aveva altri pensieri; lui non aveva memoria di sua madre, non ricordava il calore del suo abbraccio, il tepore dei suoi baci, il suono della sua voce.

“Mi sarebbe piaciuto conoscere lei e papà…” aveva sospirato, facendo dondolare le zampe giù dalla sedia.

Per Volpolo era tutta un’altra storia.

Sentire parlare di una madre amorevole, per quanto fittizia, era per lui un trauma non indifferente.

La sua era sparita, l’aveva abbandonato come una scarpa vecchia, e anche quando vivevano insieme i momenti di affetto madre-figlio erano stati veramente risicati.

Gli era venuto da piangere e Jolie se n’era accorta.

“Tutto bene, Volpolo? Stai male?” gli aveva chiesto, alzandosi dalla cattedra per andare a consolarlo.

“La mamma mi ha lasciato da solo! E’ stupida!” aveva gridato, e c’era un tale dolore in quelle parole, una tale rabbia, da aver fatto restare annichiliti tutti i presenti, maestra compresa.

Jolie l’aveva abbracciato:

“Oh, tesoro, sono sicura che la tua mamma non avrebbe voluto fare così, ma non ha avuto scelta…”

Le lacrime seguitavano a scendere dagli occhi del piccolo.

“Ti senti meglio?” gli domandò, con sincera partecipazione.

Volpolo annuì, e non poté fare a meno di notare quanto calore in più avesse quella maestra rispetto alla sua madre scapestrata.

Nel corso delle settimane Volpolo fece amicizia con vari ospiti dell’orfanotrofio, grazie anche al supporto di Tom.

Gli piaceva giocare a calcio, disegnare e mostrare le proprie creazioni, ed anche cantare le canzoni in compagnia.

A Tom faceva piacere vederlo così ben inserito, e anche vedere che la tristezza dovuta all’abbandono della mamma stava lentamente acquietandosi.

La sera, prima di andare a dormire, a Volpolo piaceva entrare nella stanza di Tom e Billy a raccontare storie buffe e divertenti, disegnare loro i ritratti, oppure semplicemente augurare loro la buonanotte con un abbraccio di gruppo.

Una sera, poco prima della Festa dei Giocattoli, Billy sorprese entrambi con un annuncio importante:

“Fra una settimana verranno a prendermi. Avrò una mamma e un papà!”

La felicità riflessa in quel topolino color menta di cinque anni era tangibile, quasi come se fosse composta di materia solida.

I due bambini più grandi, seppur immalinconiti da quella futura partenza, gli accarezzarono i capelli castani:

“Siamo tanto contenti per te!”

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Animal Crossing / Vai alla pagina dell'autore: Milkyna