With me, Capitolo
Dodicesimo: News
Deb’s Corner:
Salve
ragazze mie. Sono in ritardo, lo so. Ho perso il conto del tempo che passava e
il capitolo è andato a rilento. Cooomunque, non è che qui succeda chissà che
cosa, ma vedrete nei prossimi due/tre capitoli!! ;) In questo, la povera Deb
viene scioccata da Lucy (una delle sue due migliori amiche, argomento trattato
nei MissingMoments, una shottina che ho scritto secoli fa, quando WM era solo
una shot, che si intitola Inseparable).
Spazio ringraziamenti:
Grazie
mille a tutte quelle che seguono la storia e alle 19 che la tengono nei
preferiti.
E
ovviamente alle mitiche 8 che hanno recensito la storia!
_eleNina_: grazie sìs, ti adoro! Lo so bene qual è la tua coppia preferita, ci sto
lavorando (beh, più o meno).. e so anche che la canzone di Jesse ti farà
scompisciare per il resto dei nostri giorni xD
catchme__: grazie mille per i complimenti! Certo, se si farà un film ti chiamerò
xD
nes95: grazie per la recensione, per Dani, Kev e il bambino dovrai aspettare
ancora un pochino, fino al prossimo capitolo! <3
dancermarty95: grazie mille anche a te! Sì, Nick è stato dolcissimo e irresponsabile,
ma rimane comunque adorabile.. come ho già detto a nes, per il piccolo (o la
piccola) di Kev&Dani ;)
Maggie_Lullaby: ciao prima vittima della mia Fic! Volevo 1) ringraziarti tantissimo
perché adoro le tue recensioni (ma questo già lo sai) e 2) scusarmi per averti
praticamente uccisa con l’ultimo capitolo. Leggi questo, ti farà bene.. xD
stellalilly: grazie anche a te per la recensione ^^
Crazy_Me: thank you, mi ha fatto davvero piacere la tua recensione =)
chibi aki: gracias, felice che tu abbia commentato! Adesso finalmente leggerai
anche questo capitolo!
Dedicato a:
A catchme__, senza un vero perché. È così e
basta.
Da
quando ero stata dimessa dall’ospedale, ovvero da circa una settimana, Nick mi
ronzava intorno molto più del solito. Mi davano fastidio tutte quelle
attenzioni; okay, era ancora angosciato per l’incidente, ma stava seriamente
esagerando. Avevo provato anche a discuterne con Denise, ma lei non faceva una
piega neanche quando lui restava a dormire con me. Anzi, a dirla tutta penso
che ne fosse quasi felice.
Era
pomeriggio, e avevo una gran voglia di gelato. Feci per alzarmi dal divano, ma
le sue mani mi bloccarono istantaneamente.
Alzai
gli occhi al cielo.
‹‹Sai,
Nicky, ce la faccio ad alzarmi e andare in cucina›› dissi scocciata.
‹‹Che
ti serve? Finché ci sono qui io non hai bisogno di sforzarti troppo, no?››
rispose.
Ultimamente
aveva sempre un’aria preoccupata che mi faceva imbestialire.
Basta. Questo è troppo!, pensai.
‹‹Mi
serve un po’ di libertà. Non ne posso più, Nicholas!›› strillai.
Abbassò
lo sguardo, ferito.
Beh,
probabilmente gridare in quel modo non era stato per niente carino. Lo guardai,
con aria colpevole. Stavolta ho esagerato.
‹‹Lo
so che ti preoccupi per me, e la cosa mi fa davvero, davvero piacere. Ma non
posso lasciar fare tutto a te! Visto che il dottore ha detto che posso
camminare, vorrei poterlo fare ogni
tanto›› spiegai, sfiorando la sua guancia con la mano del braccio sano.
L’altro
sarebbe dovuto rimanere fasciato ancora per un po’.
Continuò
a fissare il pavimento, senza parlare.
‹‹Senti,
non ti sto chiedendo di andartene via, ma solo di aiutarmi invece che fare da
solo tutto il lavoro. Collaboriamo,
okay?››.
Finalmente
si decise a guardarmi.
‹‹E
va bene. Va bene, ti lascerò fare›› sbottò lui.
Mi
passò la stampella e zoppicai fino alla cucina, con Nicky al seguito.
Aprii
il congelatore e presi una vaschetta di gelato.
Sarei
stata felice di sedermi per terra con le gambe incrociate e lo sguardo fisso su
qualche programma idiota in TV, ma non potevo.
Ritornai
sul divano, appoggiando la gamba ingessata sul tavolino e un piccolo broncio.
‹‹Dammi,
la apro io›› disse Nick gentile, togliendo il coperchio della vaschetta e
restituendomela.
Affondo
il cucchiaino nel cioccolato.
‹‹Mi
dispiace›› sussurrai dopo qualche minuto.
‹‹Per
il gelato? Ormai mi sono abituato al fatto di non poterlo mangiare›› rispose.
‹‹Non
per quello, anche se ora che mi ci fai pensare, hai ragione. Ti chiedevo scusa
perché da quando sono uscita dall’ospedale ti sto trattando malissimo..››.
Mi
sfuggì una lacrima. Stavo diventando davvero sensibile; il che sarebbe normale
se io fossi stata una donna nel bel mezzo di una gravidanza, ma dato che tutto
ciò era assolutamente impossibile, non riuscivo proprio a capire perché!
Nicholas
mi strinse a sé, con la solita delicatezza che ormai non mi faceva più
arrabbiare.
‹‹Non
devi preoccuparti di questo, honey.
Sei in una situazione difficile, lo capisco. Pensi che altrimenti mi lascerei
urlare dietro tutto il tempo in quel modo senza mai reagire?››
‹‹Se
vuoi una risposta sincera.. sì Nicky, io penso che non reagiresti›› risposi,
ridacchiando.
‹‹Non
sfidarmi, tanto lo sai come finisce sempre››.
Certo,
vince lui. Anche quando sembra impossibile.
Sbuffai.
‹‹Ti
amo, Nicholas››
‹‹Anche
io, piccola. Non mi interessa quanto mi insulti quando pensi che mi preoccupi
troppo per te›› rispose sorridendo, e mi baciò.
Alla
fine, dopo una quarantina di giorni circa, mi liberai di tutte le fasciature.
Quel
giorno ero raggiante. E Nick lo era almeno quanto me.
‹‹Allora,
come ti senti adesso?›› chiese, mentre tornavamo a casa.
Alzai
le spalle.
‹‹Più
libera. Ero stufa di dover zoppicare in giro con una stampella e un braccio
fasciato›› risposi, storcendo il naso. ‹‹E poi mi mancavano i tuoi abbracci.
Per favore, stritolami adesso!››.
Lui
scoppiò a ridere, e intanto mi abbracciò, sollevandomi da terra, fece una
giravolta e mi lasciò giù, continuando a stringermi.
‹‹Adesso
posso dire di essere felice›› sussurrò, prima di baciarmi sulla punta del naso.
‹‹Mmh,
io però non ho più il lavoro›› dissi triste.
‹‹Neanche
una macchina se è per questo. Penso che dovremmo venir meno al nostro accordo››.
Feci
un verso scocciato.
‹‹Non
c’è proprio nessun altro modo?›› domandai, e lui scosse la testa deciso.
‹‹Vedrai,
ci divertiremo un sacco!›› esclamò qualche giorno dopo.
Mi
aveva letteralmente costretta a salire sulla sua Mustang per trascinarmi chissà
dove e scegliere un’auto.
‹‹Ricordami
perché sono venuta con te›› implorai.
‹‹Perché
altrimenti avrei fatto completamente di testa mia e ti avrei comprato un’auto
meravigliosa che non ti sarebbe piaciuta per niente›› spiegò per la terza
volta, con un sorriso divertito stampato in faccia.
Passammo
la giornata intera guardando auto. E, cosa più assurda, mi divertii anche ad
entrare con lui in tutte le auto che mi piacevano.
Mi
fece girare tutta Los Angeles, e guardare ogni singolo modello in esposizione.
Porsche,
poi Mercedes, Audi, Volkswagen, Volvo, Chevrolet, Cadillac, Mini, BMW.. E Dio solo sa che altro.
‹‹Ma
non c’è qualcosa di meno.. costoso?›› gli chiesi.
‹‹Beh,
se dobbiamo andare contro il patto, tanto vale che ci impegniamo›› rispose,
alzando le spalle. ‹‹A me piacevano le BMW››.
Sapevo
a che cosa si riferiva.
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info: http://www.bmw.it/it/it/newvehicles/mseries/m6convertible/2006/allfacts/_shared/img/engine_performance_weight.jpg }
‹‹No,
non se ne parla!›› esclamai.
Lui ridacchiò.
‹‹Quindi
immagino che non dovrei neanche nominare le Cadillac..››
‹‹Esatto,
Nicky caro›› cinguettai.
‹‹E
la Carrera 4? Quella a cui hai detto che ha “un bel musetto”?›› domandò con uno
sguardo strano.
Oh,
quella. Nick mi ha seriamente presa
per pazza. Ma era vero, quell’auto aveva davvero un cofano carino. Era favolosa,
se non fosse che era costosissima e che era una Porsche.
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info: http://www.automotriz.net/2003/galeria/images/1024x768-Porsche-911-Carrera-4-01.jpg }
‹‹No,
mi terrorizza il solo fatto di doverla guidare. Piuttosto la Volvo c30!››
dissi. ‹‹Era bella, ma.. non so, c’è qualcosa che non mi convince molto››
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info: http://www.dg-auto.it/Volvo%20C30.jpg }
‹‹Mmh,
e cosa mi dici delle Mini?›› domandò.
Le Mini. Semplicemente
le adoro, ecco cosa ne penso.
‹‹Mi
piacevano un sacco. Tutti i modelli e tutti i colori›› annunciai.
Mi
fece un gran sorriso.
‹‹Benissimo!
Avrai una Mini Cooper››
‹‹Odio
non potermela comprare da sola. Io..››
‹‹Tu
niente, ragazzina. Te la regalo io..
per Halloween›› mi interruppe.
‹‹Ragazzina
a chi? Razza di..››.
Mi
impedì di nuovo di finire la frase, posando le sue labbra sulle mie.
Cercai
di non rispondere al bacio, ma dovetti arrendermi dopo neanche due secondi. La
sua dolcezza era totalmente disarmante.
‹‹Non
si fanno regali ad Halloween!›› mi lamentai, ma lui mi zittì con
un’occhiataccia.
‹‹Io
li faccio. E dato che mi hai concesso di non rispettare il patto per una volta,
lasciami fare le cose in grande stile!››
‹‹Tu
mi hai praticamente costretta a farlo, non è che te lo abbia proprio permesso››
cercai di spiegargli, ma lui fece evidentemente finta di non sentirmi.
Più
o meno due giorni dopo, tutti i giornali parlavano del fatto che Nick aveva
intenzione di regalarmi un’auto nuova, visto che l’altra era andata mezza
distrutta nell’incidente, con relative foto di noi due nelle concessionarie di
LA.
‹‹Accidenti,
io neanche li avevo visti i fotografi!››
‹‹Ormai
mi ci sono abituato, dovresti farlo anche tu..›› aveva detto semplicemente lui.
E
così, un paio di settimane dopo, eccomi girare per le strade di Los Angeles con
la mia nuova Mini Cooper fiammante. Ha un colore che piace sia a me che a
Nicky, blu elettrico.
{more
info: http://img.kijiji.it/f6/e1/f6e1b67f16d2121e39f84c64a41beb21_big.jpg }
E
come se non fosse già tutto perfetto, ho trovato anche un lavoro come personal
shopper, in un negozio favoloso del centro.
Ci
ero capitata per caso con Nick una volta, e credo che fosse anche merito suo se
mi assunsero.
Beh, l’importante è che
mi paghino,
pensai, almeno Nick non avrà più scuse
per i suoi regali, e non dovrò sentirmi in colpa per mangiare sempre dalla sua
famiglia.
Andava
tutto alla grande, il lavoro, l’amore.. e, sì, anche la famiglia.
Mamma
e papà, infatti, stavano ricominciando a frequentarsi. Non appena lo seppi,
rimasi di stucco.
Me
lo aveva confidato Lucy al telefono.
‹‹Sai,
Deb, non vorrei passare per una pettegola..››
‹‹Lucy››
la rimproverai. ‹‹Ti ho chiamata per sentire un po’ di gossip su Wyckoff, è
ovvio che devi sembrare una ficcanaso!››
‹‹Okay,
va bene, hai ragione. Andrò subito al sodo: penso che i tuoi vogliano tornare
insieme!›› disse.
Per
poco non mi lasciai sfuggire di mano il cordless.
Nicholas,
che passava di lì, si avvicinò, notando la mia espressione.
‹‹Deb?
Deb, sei ancora lì? Ehii, c’è qualcuno??››.
Lui
afferrò la cornetta.
‹‹Emh,
Lucy.. sono Nick››.
Pausa
durante la quale probabilmente la mia amica lo salutava allegramente e gli
diceva che era bello sentirlo dopo tutto quel tempo, e lo rimproverava
scherzosamente di avergli portato via la sua migliore amica (come sempre).
‹‹Sì,
Deb è ancora qui. Ma che le hai detto, sembra.. sotto shock›› chiese.
Altra
pausa, stavolta più lunga, dove Lucy spiegava la situazione, mentre Nicky
annuiva ogni tanto.
‹‹Wow,
accidenti.. Ora capisco la faccia di Deb. Ti faccio richiamare più tardi, okay?
Ciao Lu, si, anche io ti voglio bene››.
Riattaccò.
E poi tornò a squadrare la mia espressione.
‹‹Piccola?››
‹‹Si?››
risposi.
‹‹Tutto
bene, vero? Insomma, è una bella cosa, no?››
‹‹Credo..
credo di si››
‹‹E
allora perché sei rimasta così? Non sembri contenta›› disse, con le
sopracciglia aggrottate, cercando di capire il fatto che non saltavo dalla
gioia.
‹‹Non
lo so, io ero convinta che si odiassero! Nick, quando ero bambina li sentivo
litigare dalla mia cameretta. Tutte le santissime notti. Ero quasi felice che
si fossero separati. Non lo sanno quante lacrime ho versato per causa loro,
neanche tu lo sai!›› esclamo.
Lui
restò in silenzio, perciò, continuai.
‹‹Pensavo,
anzi, ero certa che i miei genitori si odiassero, mi hanno traumatizzata, mi
hanno fatto credere che il matrimonio fosse una cosa orribile, e adesso si
rimettono insieme come se niente fosse? Beh, grazie tante di avermi rovinato la
vita per niente!››.
Si
avvicinò ancora di più e mi strinse a sé.
Era
come se mi fosse esplosa una bomba dentro. Insomma, in fondo ero felice per
loro, che si stavano rifrequentando e in qualche modo pensavano di riprovarci,
ma dopo che tutta la mia vita era stata scombussolata più volte, non potevo
certo congratularmi con i miei per l’ottimo lavoro svolto con la loro unica
figlia.
Allacciai
le braccia attorno al suo collo e iniziai a singhiozzare sommessamente.
‹‹Su,
honey, non piangere più. Io..››
‹‹Non
dirlo. Non dire che mi capisci, perché non è vero. Puoi solo immaginare come mi
sento, ma non è come subirlo in prima persona››
‹‹Lo
so›› fece semplicemente. ‹‹Volevo solo dirti che io sono qui per te, che ti amo
e che ci sarò sempre. Perché..››
‹‹Inseparable, lo so, la canzone, noi..››
lo interruppi.
Lui
sorrise e cominciò a canticchiare.
‹‹..You know when the sun forgets to
shine, I’ll be there to hold you through the night, we’ll be running so fast we
can fly tonight..››.
Mentre
cantava, mi asciugò le lacrime con i pollici.
Sorrisi.
E in effetti, stava dicendo la verità; lui mi era sempre stato vicino, fin dal
mio primo giorno negli Stati Uniti. Magari non proprio fisicamente, ma le
e-mail, i messaggi e le telefonate erano la stessa cosa.
Era
sempre stato fantastico.
Mi
alzai sulle punte dei piedi e gli diedi un bacio, smettendo di piangere.
Restammo
abbracciati ancora per un bel po’, finché Joe non si vece vedere.
‹‹Buongiorno
piccioncini!›› esclamò allegramente. ‹‹Oh, non è un buon momento?›› aggiunse
subito dopo, serio.
Nick
parlò da sopra la mia testa.
‹‹Più
o meno.. che succede?››
‹‹Kevin
e Danielle. Ci hanno invitati a cena da loro sabato prossimo. Avete impegni?››
Mi
voltai verso Joe.
‹‹No,
va benissimo››.
Lui
mi osservò attentamente.
‹‹Hai
pianto? Che c’è, Mr President ti ha mollata?›› chiese con un sorriso.
Ridacchiai.
‹‹Scemo››
dissi, insieme a Nicholas.
‹‹Mmh,
in effetti non può essere. Altrimenti non ti rimarrebbe appiccicato in quel
modo›› commentò. ‹‹Allora, cosa è successo?›› domandò ancora.
‹‹Senti,
perché non torni in un altro momento?›› fece Nick, lanciandomi uno sguardo
vagamente ansioso.
‹‹Ma
perché non posso parlare con Deb senza che tu ti metta in mezzo ad ogni parola?››
si lamentò il maggiore.
‹‹Scusami
se sto con lei e mi preoccupo di quello che le succede!››
‹‹Okay,
basta così. Nicky, è tutto a posto, davvero›› dichiarai.
Annuì
e se ne andò.
‹‹Aah,
finalmente. Quando è stata l’ultima volta che abbiamo parlato senza mio
fratello tra i piedi?››.
Scossi
la testa.
‹‹Non
ne ho idea, e non parlare male di lui››
‹‹Sì,
okay, lo so, lo so, “Nicky è il mio ragazzo, lo adoro e bla bla bla”. Allora, che
ti succede? Perché avevi quella faccia prima?››
‹‹Emh..
perché ho chiamato Lucy per sentire un po’ di gossip sul New Jersey, e lei mi
ha detto che pensa che i miei si vogliano rimettere insieme›› racconto.
‹‹E
tu non ne sei contenta?›› domandò, anche lui incuriosito.
‹‹Ho
fatto un po’ fatica ad accettare la cosa. Insomma, non ho avuto una vita facile
per causa loro, ho sempre pensato in modo sbagliato sul matrimonio, e adesso
che loro si stanno riconciliando..››.
Lui
sospirò.
‹‹Adesso
tu non sai più cosa pensare. Sai dove hai sbagliato? Nel dare troppo retta ai
tuoi genitori. Scusami se te lo dico, eh, ma non hanno fatto un buon lavoro con
te, piccola!››
‹‹Lo
so, Joey›› acconsentii.
Dopo
aver straparlato di tutta la faccenda restammo a parlare ancora per molto
tempo.
‹‹Caspita,
è già ora di cena, tra poco mamma sfonderà la porta urlando “Joseph, è pronto,
muovitii! Oh, ciao Deb cara, vuoi cenare con noi?”››.
Risi
della sua imitazione.
‹‹Cielo,
se ti sentisse Denise ti ucciderebbe! Dai, ci vediamo, ciao Jos, sei il
migliore amico che abbia mai avuto›› dissi.
‹‹Attenta,
mio fratello potrebbe sentirti!›› rispose, fingendosi terrorizzato.
Scoppiai
a ridere.
‹‹Piantala
Joey, per stasera credo di aver riso abbastanza››.
Lo
abbracciai e lo lasciai andare a cena.