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Autore: Ronnie8437    08/09/2009    2 recensioni
Edward ha lasciato Bella da un anno. Come se la starà cavando la nostra eroina? Avrà dimenticato il suo unico amore immortale, oppure è ancora legata ad un amore irrazionale e pericoloso?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sarà come se non fossi mai esistito, Bella.

 

Mi svegliai di soprassalto, le lacrime che scorrevano copiose dai miei occhi arrossati per il pianto e per la costante perdita di sonno. Era solo un sogno, un mero ricordo di quel giorno orribile. Un anno era già passato da allora, e nonostante tutto lui era ancora presente in me.

Va al diavolo, Edward Cullen! Non sai mantenere neanche una stupida promessa!

Non riuscivo a smettere di piangere. Da dodici mesi non facevo altro, le mie giornate scorrevano sempre uguali, patetiche, monotone, ripetitive.

Ricordavo a malapena il giorno del diploma, un paio di mesi prima. Ero solo grata che finalmente quella tortura fosse finita, così avrei potuto smettere di presentarmi al mondo esterno come una persona normale, relativamente felice e affidabile. Ora potevo finalmente lasciarmi andare, non dovevo rendere conto a nessuno delle mie azioni. Anche Charlie, mio padre, aveva rinunciato a farmi reagire al mio lutto personale. Si, perché quando Edward, il mio unico amore, la sola ragione della mia esistenza, mi aveva lasciata nel bosco, una parte di me era morta. Ero solo un guscio vuoto che continuava a vivere per inerzia. Mangiavo solo quando il mio stomaco si ribellava furioso, ma subito dopo aver ingoiato un boccone di qualcosa smettevo immediatamente, in preda a conati violenti. Passavo la giornata a ciondolare in vestaglia e ciabatte per casa, non ascoltavo più musica, non guardavo la televisione, non navigavo su internet, non usavo il cellulare. Passavo dal letto al divano e viceversa, con piccole soste in cucina e in bagno.

Guardai la sveglia sul comodino. Vedevo una lucina rossa annebbiata. Cercai di scacciare le lacrime, ma non riuscivo a vedere nulla lo stesso. Mi alzai e andai alla finestra, spalancandola.

“TI ODIO!” urlai alla notte stellata. La luna era poco più che un quarto, splendeva pallida su tutto il buio. Singhiozzavo violentemente, tremando. Sapevo che nessuno avrebbe mai risposto al mio grido di dolore. Edward mi aveva abbandonata, non sarebbe più tornato…mai più.

D’improvviso un movimento al limitare del bosco attirò la mia attenzione. Solo quando si avvicinò al lampione, riuscii a riconoscere il mio migliore amico.

“Bells, cosa ti ho fatto per farmi odiare?” disse sarcastico Jacob Black arrampicandosi agilmente sull’albero che fronteggiava casa mia.

“Jake…” sussurrai tra un singhiozzo e l’altro, allontanandomi dalla finestra. Con un agile salto, lui balzò nella mia stanza. Il gesto ormai non mi faceva più soffrire. Edward era talmente silenzioso quando entrava in camera mia, mentre Jake dopo otto mesi faticava ancora a non centrare il bordo del letto.

Senza aggiungere una parola, mi strinse contro il suo petto bollente. Mi sciolsi in lacrime, nonostante una piccola parte di me cercasse di riprendere un certo contegno. Dopotutto, Jake stava con Leah Clearwater da quasi sei mesi, e sapevo che Leah era gelosissima. Ma in quel momento avevo bisogno di sfogarmi e piangere fino a riaddormentarmi, e Jake era l’unico, oltre a Seth Clearwater, capace di sentirmi frignare senza prendermi in giro. Senza lasciarmi andare, Jake si avvicinò al letto e ci si sdraiò sopra, trascinandomi con sé. Mi accarezzava dolcemente i capelli, mentre mi sussurrava una canzoncina rilassante nelle orecchie.  Non so quanto tempo dopo mi addormentai.

Mi risvegliai molte ore dopo, era ancora scuro. Ero di nuovo sola nella stanza. La sveglia segnava le ore 21.30.

Cavoli, ho dormito quasi venti ore. Sentivo la testa scoppiarmi. Mi alzai lentamente dal letto e mi accorsi di un bigliettino sul cuscino.

“Bells, vorrei stare qui con te e cercare di farti sorridere, ma Leah sta già rompendo. E poi tu dormi, quindi non ti accorgerai nemmeno che sono sparito. Spero di poter tornare prima che ti svegli.

Ti voglio bene, piccola. Cerca di sorridere un po’, sei più carina quando smetti il broncio.

Jake, il mio dolce e tenero Jake. Sapeva tutto ovviamente dell’abbandono e della mia sofferenza, ma non per questo aveva mai insistito perché dimenticassi Edward e i Cullen. Anzi, mi lasciava sfogare quando sapeva che ne avevo bisogno. Gli altri Quileute invece tendevano ad allontanarsi appena mi rabbuiavo un po’.

Se non fosse stato per Jake e Seth non avrei nemmeno cercato la loro compagnia, ma i miei due angeli custodi erano convinti che stare in mezzo a loro avrebbe potuto farmi bene.

Mi incamminai lentamente verso il bagno, controllando ogni gesto. Mi sentivo dolorante e il mal di testa mi provocava la nausea. Mi guardai allo specchio. Mi venne da piangere nel guardare come il tempo e la tristezza, uniti al digiuno forzato, avessero modificato il mio aspetto. Avevo le guance infossate, la mandibola e gli zigomi erano ben visibili sotto la pelle. Gli occhi arrossati erano cerchiati da due borse nere enormi. Il mio colorito già pallido era ancora più cadaverico. Avevo dovuto restringere tutti i miei vestiti. Dopo quasi un anno di digiuno, avevo perso tanti chili, forse troppi. A malapena riuscivo a reggermi sulle gambe.

Avrei compiuto a breve 19 anni, avrei dovuto essere felice con il mio amore al mio fianco e una vita rosea. Invece ero spenta, scheletrica, morta dentro. Dovevo cercare di cambiare le cose. Se avessi continuato a non mangiare, sarei morta sul serio nel giro di pochi mesi. Avrei provocato troppo dolore a Charlie, a mia madre Reneè, al suo nuovo marito  Phil. Decisi di scendere in cucina, per costringermi a mangiare qualcosa. Dovevo prendere un analgesico, ma non potevo farlo a stomaco vuoto. Passai davanti al salotto, in cui tenevo le foto dei miei genitori: mia madre e Phil, che vivevano a Jacksonville; mio padre che aveva deciso di trasferirsi da Sue Clearwater.

Quando Harry Clearwater era morto per un infarto, circa sei mesi dopo che i Cullen erano andati via da Forks, papà era stato molto vicino a Sue e ai figli. Col passare del tempo, i due avevano scoperto di provare qualcosa l’uno per l’altra e così avevano deciso di provare a convivere. Era solo un mese che vivevano insieme e già parlavano di matrimonio.

Feci colazione lentamente, cercando di contrastare i conati sempre più violenti. Alla fine vinsi io, riuscii a finire i cereali. Andai in bagno e ingoiai un analgesico, prima di tornare a sdraiarmi.

Sentii un brivido di freddo e mi accorsi che la finestra era ancora aperta. Mi alzai e feci per chiuderla, ma mi bloccai di colpo. Seth era sul ramo, pronto ad entrare. Mi allontanai e lo accolsi nella mia stanza.

“Ciao, cucciola. Come stai?” mi chiese stringendomi forte al suo petto bollente. Era una caratteristica dei Quileute, o per lo meno di quelli che si trasformavano in lupi.

“Insomma. Mi scoppia la testa.” Risposi con gli occhi chiusi. Il calore era sopportabile, se confrontato col gelo della notte.

Seth mi fece sdraiare sul letto e mi fece accoccolare sul suo petto, stringendomi a sé. Era strano vedere come Seth e Jake si prodigassero per farmi stare bene. In teoria, avrei dovuto essere una loro nemica. I lupi e i vampiri erano nemici giurati da sempre, ma evidentemente a loro due non importava che avessi frequentato una famiglia di “succhiasangue”, come amava chiamarli Jake.

“Stai mangiando qualcosa?” mi chiese dolcemente.

Annuii, incapace di proferire parola. Il solo pensiero di Edward mi faceva piangere. Sentivo il mio corpo scuotersi per i singhiozzi e Seth abbracciarmi, cullandomi dolcemente.

“Andrà tutto bene, piccola. Andrà tutto bene.” Mi sussurrò dolcemente, prima che scivolassi nuovamente tra le braccia di Morfeo.

  
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