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Autore: Jigokuko    29/07/2022    1 recensioni
{FE Three Houses - Post Crimson Flower}

"Se anche dovessi venire sconfitto, la stirpe dei Blaiddyd andrà avanti."

Le parole di Dimitri scambiate con Rhea celavano un segreto.
Prese Fhirdiad e la vita della Purissima, Edelgard ne viene a conoscenza; invece di distruggerlo, lo porta con sé e lo condivide con il popolo sotto mentite spoglie.
Ma commette un grave errore e le sue bugie vengono a galla.

Non si può impedire ad un fulmine di scatenare la propria luce.
Genere: Angst, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Byleth Eisner, Dimitri Alexander Blaiddyd, Nuovo personaggio
Note: Kidfic, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Fulmine Sanguinolento - Il Leone che si credette un'Aquila
 

4

The Frozen Tears of Angels


I quattro stabilirono un piano per il giorno dopo: Mitja avrebbe ospitato Benedikt nella sua stanza per la notte, mentre Artemiya avrebbe fatto lo stesso con Sera. Successivamente, i due studenti si sarebbero dati malati per saltare le lezioni e così decidere come andare ad Itha a soli pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico senza destare alcun sospetto.

- I tuoi capelli sono proprio belli, e con un po' di accorgimenti potrebbero esserlo ancor di più.

Artemiya non aveva potuto fare a meno di toccare con mano quei corti ricciolini che incorniciavano il viso abbronzato della cameriera, quasi estasiata dalla forma dei boccoli. Avevano un colore simile, ma i suoi erano molto più grossi e spessi, quelli di Sera erano invece sottili come delle molle.

- Davvero? – La diretta interessata se li toccò, arrossendo un poco. – Purtroppo non ho molto tempo per curare la mia persona, i miei compiti vengono prima.-
- Mi spiace che tu debba farti carico di così tante responsabilità... sembri davvero giovane, quanti anni hai?-
- Alla Luna dell'Arpa ne compirò diciotto.-
- Siamo quasi coetanee, io ne avrò diciassette alla prossima Luna del Pegaso.-
- Il penultimo mese dell'anno... Benedikt li compie il successivo.-
- Dal modo in cui ne parli sembri tenerci tanto, sei davvero innamorata di lui come hai detto prima?-
- ... Sì, con tutto il cuore, ma temo che il mio sogno di rivelarlo al mondo non potrà mai realizzarsi. Io sono solo una ragazzina di campagna che a malapena sa leggere e scrivere, mentre lui è uno stupendo principe di rara bellezza che un giorno erediterà un Impero. La mia paura è continuare a servirlo dopo il suo aver sposato un'altra donna... probabilmente non reggerei il colpo.-
- Dev'essere dura... in ogni caso, tifo per voi. I romanzi dove il principe di turno sposa una popolana o viceversa sono i miei preferiti perché l'amore tra i due è sempre sincero ma travagliato, le storielle tra nobili sono noiose e prevedibili.-
- Spero di vivere una storia degna di un romanzo, allora... Benedikt è sempre sincero con me e si è sempre fatto avanti per primo, eppure quella paura rimane sempre insita nel mio cuore. Se dovessero combinargli un matrimonio lui non avrebbe alcun potere per rifiutare, finché è principe deve sottostare agli ordini della madre.-
- Sentendo queste storie sono quasi contenta che il mio casato sia decaduto, così sarò molto più libera di sposare chi vorrò in futuro.-
- Intendete il ragazzo di prima?-
- N—no! – Artemiya arrossì di colpo, poggiandosi le mani sulle guance. – Mitja è un caro amico, non un fidanzato...!-
- Capisco... sembrate molto affiatati.-
- Forse è perché ci conosciamo sin da quando eravamo bambini. È sempre in viaggio per il continente insieme a suo padre e spesso veniva a trovarmi, se non lo avessi convinto ad iscriversi qui probabilmente starebbe ancora vagabondando con lui.-

Mitja stava conducendo Benedikt nella sua stanza. Era piuttosto distante da quella di Artemiya e, soprattutto, la strada in un punto era sorvegliata da alcune guardie, perciò dovettero fare ancor più attenzione per non farsi vedere.
Entrambi tacquero per tutto il tragitto, ma appena la via fu sgombra il più basso iniziò subito a parlare.

- Sappi una cosa: Artemiya si fida di te, ma io assolutamente no; rimani uno spocchioso principe per quanto mi riguarda, un passo falso e ti taglio la gola mentre dormi.

Il biondo dovette trattenersi dal dirgli qualcosa del tipo "tagliala pure, tanto la ferita si chiuderà in tempo zero", ma probabilmente lo avrebbe reso ancor più sospettoso agli occhi di quello strano tizio. E soprattutto, se fosse stato intelligente, sarebbe passato direttamente alla decapitazione; con quella aveva dubbi sulla propria sopravvivenza, meglio non rischiare.

- Cos'hai contro i nobili? Ci conosciamo da venti minuti e già stai diventando noioso.-
- Non sopporto il loro ostentare ricchezza. Quando l'Imperatrice vinse la guerra promise di eliminare le classi sociali, ma tutto è rimasto come prima o peggio: il Faerghus sta morendo ed il Leicester sopravvive solo perché più florido e coltivabile. Ops, ho parlato di argomenti proibiti. Vuoi uccidermi?-
- Questo è l'ultimo motivo per cui potrei farlo, onestamente.-
- Quanto sei antipatico, si vede che sei un nobile.-
- Smettila, Comediaminetichiami.-
- Mitja, te l'ho già detto.-
- Non che m'importi.-
- E allor— uff, di benedetto non hai proprio niente.-

Mitja accelerò il passo a braccia incrociate, seccato da quel tizio troppo altezzoso. Probabilmente era anche stupido.
Non somigliava a nessuno dei reali dell'Impero -e lui poteva dirlo di certo, li aveva visti entrambi in volto-, anche le sue abilità differivano dalle loro e, addirittura, si portava dietro una mostruosa forza che poteva provenire da un posto soltanto: il nord. Quindi, a meno che l'Imperatrice non avesse avuto un'ambigua relazione con un portatore del Segno di Blaiddyd – addirittura il Re, Coso non era figlio neanche suo.
Restava da capire da quale buco l'avessero pescato e perché non sapesse nemmeno di avere quel Segno dal potere devastante.

- Eccoci.

Aprì la porta della stanza e lo fece accomodare all'interno. Lo osservò guardarsi intorno con curiosità, chiedendosi se davvero fosse sincero.

- Tu puoi prendere il mio letto, io mi farò andare bene la poltrona.-
- Ho dormito per due notti in un bosco appoggiato al tronco di un albero, la poltrona mi basta.-
- Oh, il principe si è sacrificato? Allora avrà bisogno di un comodo e caldo materasso. Dormi lì, insisto.-
- Mh? – Benedikt aggrottò la fronte. – Prima mi tratti come feccia e poi insisti per lasciarmi il letto; cosa stai tramando?-
- Niente, non posso cercare di ingraziarmi un reale? Oppure il mio gesto è solo di pura gentilezza?-
- Allora proverò a fidarmi, grazie per il posto comodo. Goditi la poltrona.-
- Prima consegnami le armi che hai, non si sa mai.-
- Te l'ho detto, sono un mago, non ho bisogno di armi.-
- Perché non me lo dimostri?-

Benedikt si avvicinò a Mitja, il quale ormai si era spiaggiato sul divano, poi aprì la mano con il palmo rivolto verso l'alto. Dapprima non successe nulla, ma dopo qualche secondo da essa iniziarono a generarsi luminose scariche elettriche blu. Corsero all'impazzata lungo la mano e si concentrarono tutte in un'unica sfera di energia, piccola ma dall'aria potente, capace anche di smuovergli le ciocche bionde ed i vestiti come se nella stanza stesse soffiando il vento.
L'altro lo osservava con un sorriso stampato sulle labbra ma senza parlare, finché il principe non decise di serrare le dita ed essa scoppiò come una bolla di sapone. Contro ogni pronostico, invece di esplodere e fare danni, i rimasugli si ricongiunsero al loro evocatore.
Il ragazzo si mise ad applaudirgli fingendo disinteresse, ma ciò che provava era tutto il contrario. Quei fulmini avevano una potenza spropositata a dir poco e lui non sembrava curarsene – come biasimarlo, era stato allevato in quel modo.
Ma ciò che sapeva era che il Segno di Blaiddyd ampliava solo la forza fisica, non la magia. Allora come faceva ad averne così tanta? Artemiya gli aveva detto di essere negata con essa e così anche la sua intera famiglia.
Si aspettava una fiacca saetta da parte sua, mai e poi mai una forza del genere, questo era assolutamente stranissimo. Il suo sguardo volò per un attimo verso l'armadio a doppia anta chiuso; se ci avesse guardato dentro sarebbe stato in pericolo, seriamente.

Il mattino dopo non tardò ad arrivare -anche perché erano andati a dormire davvero tardi- e, messi in atto gli accordi ed aspettato il momento giusto, i quattro si erano ritrovati nella stanza di Artemiya, pronti ad organizzare il loro "piano di fuga" che fuga non era, o almeno per metà del gruppo.
La giovane Blaiddyd, sfruttando una serie di "per favore", lagne ed occhioni dolci era riuscita a convincere uno dei cavalieri a guardia del Garreg Mach ad organizzare tempestivamente una carrozza con la scusa di essere molto preoccupata per il nonno, perché ad Itha faceva sempre freddissimo e non potersi prendere cura di lui la faceva stare male.
Certo, era una pessima attrice, ma il suo aspetto a dir poco adorabile aveva decisamente giocato a suo favore. Disse di avere Mitja come accompagnatore per essere più sicura, omettendo un importante dettaglio: Benedikt e Sera.
I due li avrebbero seguiti a cavallo da lontano, alla prima sosta in un paese avrebbero regalato l'animale a qualcuno e, fingendosi bisognosi mendicanti, si sarebbero infilati nella carrozza con loro.

Inizialmente il cavaliere era stato titubante a permettere a due sconosciuti di sedersi con una -seppur decaduta- nobile nella medesima carrozza, ma la ragazzina aveva insistito parecchio sul voler aiutare "quei poveretti", perciò aveva permesso loro di salire dopo un'approfondita perquisizione. Il principe si stupì: bastava legare i capelli in una crocchia ed indossare abiti normali per diventare improvvisamente un popolano della più bassa lega? Ironico.
Dopo un paio di giorni finalmente giunsero a destinazione e lo capì dal totale cambiamento dei paesaggi; tutto era diventato grigio, arido, coperto di neve o fango, ma soprattutto povero. Quel luogo era il completo opposto della sempre soleggiata Enbarr, del suo cielo azzurro ed il caldo torrido.
Eppure Benedikt sembrò apprezzare tutto ciò. I suoi primi passi sulla neve furono magici, quasi gli dispiacque rovinare il manto bianchissimo con le impronte delle scarpe, ma il suo lieve croccare era tremendamente soddisfacente. Nonostante fossero già alla prima Luna dell'anno, faceva molto più freddo che durante il peggior inverno della capitale imperiale, per questo Sera si stava congelando, abituata com'era a temperature ben più alte.
Per sua fortuna Mitja aveva lo stesso problema, motivo per il quale, prima del viaggio, si era munito di un vestiario adatto, perciò la ospitò sotto il suo pesantissimo mantello di pelliccia, mentre gli altri due sembravano resistere senza particolari problemi.
Il castello di Itha era proprio davanti a loro, più simile ad una fortezza che ad una reggia vera e propria – Artemiya spiegò che quell'architettura era tipica del Faerghus. Interamente costruito di pietra, esso era posto su un'altura lievemente al di sopra della città semideserta di cui doveva essere il fulcro.
Benedikt era rimasto stupito dalla desolazione a cui aveva assistito negli ultimi giorni; abituato com'era alla folla frenetica, quel luogo gli trasmetteva solamente tristezza.

Artemiya fece loro strada portandoli all'interno. Anche lì era tutto di pietra, con le pareti decorate da arazzi blu e sul pavimento tappeti del medesimo colore. Parecchie armature riempivano l'ambiente, con le lance inforcate sembravano in procinto di prendere vita ed infilzare chiunque avesse osato proseguire.
Dopo aver percorso un lungo corridoio il quartetto si trovò al cospetto di due troni poco raffinati, dietro di essi quello che sembrava uno stendardo strappato, altre due armature incrociavano le spade proprio davanti ad esso.
Un uomo era seduto sulla sinistra, con le mani sui braccioli, la testa china e gli occhi chiusi, i capelli biondi gli incorniciavano il viso. Non appena udì i passi alzò il capo ed agì con sorpresa ritrovandosi davanti sua nipote, un tizio che ogni tanto gli bazzicava in casa, una ragazzina sconosciuta e... Dimitri— no, non Dimitri, il principe d'Adrestia, si erano incontrati l'altro giorno.

Mimi...? Perché sei qui? E con loro?-
- Avrei dovuto avvisare, ne sono consapevole, ma è successo tutto all'improvviso e ho pensato che la soluzione migliore fosse tornare immediatamente ad Itha.-
- Ti è successo qualcosa di grave?-
- Non sono qui per me— a dire il vero potrebbe riguardarmi, per il momento preferisco però starne fuori. La persona che ha bisogno di te è proprio lui, – La nipote rivolse uno sguardo all'interessato. – Benedikt, il principe. Ma in privato, e nessuno dovrà ascoltarci.-

Rufus alzò lo sguardo oltre i presenti ed in lontananza vide uno dei pochi soldati che ancora lavoravano sotto il suo comando. Sospirò e, dopo essersi alzato, invitò il quartetto a seguirlo.
Li condusse nel suo studio, un'ampia stanza con una finestra che dava su un balcone, una scrivania in legno massiccio, alcune librerie ricolme di manoscritti ed uno stendardo, stavolta integro, affisso al muro.
Era di colore blu, con un cavaliere in sella ad un grifone ricamato in argento e sotto di esso un simbolo; Benedikt lo riconobbe come il Segno di Blaiddyd che aveva visto sui libri ad Enbarr.
Il vecchio rimase in silenzio a scrutare il principe per un bel po', con tutta l'aria di una persona al contempo spaventata e che non credeva ai suoi stessi occhi. Solo in un secondo momento gli chiese il motivo della visita, facendosi raccontare tutto ciò di cui era venuto a conoscenza nell'ultimo periodo -ma omise la storia delle ferite che guarivano in fretta e del possibile Segno in suo possesso- e, ad ogni parola, ogni dettaglio aggiunto dai presenti, l'uomo sembrava essere sempre più incredulo.
Se quel ragazzo non era Dimitri tornato dall'inferno, allora chi era? La Dea era finalmente giunta per punirlo?

- Voi c'eravate quando si svolse questa guerra, siete l'unico che può darmi le risposte che cerco, perché mia madre ha fatto tutto questo? Cancellare parte della storia del Fódlan? A che scopo?-
- Per quale motivo vi preme così tanto saperlo?-
- Voglio essere al corrente di tutto ciò che riguarda il paese su cui un giorno dovrò regnare.-
- ... Dannazione, – Emise un verso simile ad un grugnito. – è per questo che sei qui a chiedermi informazioni delle quali se parlassi dovrei subire la pena di morte, principe? Sei qui per uccidermi? Per togliermi anche i rimasugli di ciò che mi è rimasto?-
- Cosa diamine state confabulando? Non ho detto nulla di tutto ciò.-
- Vattene, non cadrò nella trappola dell'imperatrice, lei vuole che io muoia, e per farmi fuori ha inviato il frutto dei miei incubi. Non mi lascerà mai in pace!-
- Voi siete completamente pazzo, mi chiedo perché abbia viaggiato così tanto solo per parlare con un vecchio che ha perso la testa. Dovrò arrendermi all'ignoranza, a quanto pare, tornerò ad Enbarr e farò finta di nulla.-
- Via di qui, quel volto continua a perseguitarmi da più di trent'anni, non ho alcuna intenzione di rivederlo.-

Benedikt, arrabbiato come non mai, fece per uscire e lasciare tutti lì. Immaginava una possibilità di ricevere la stessa reazione avuta da Artemiya, ma a quel punto...? Odiava tutto ciò.
Fu proprio lei a fermarlo; gli afferrò il polso sinistro con entrambe le mani e si impuntò con i piedi, pregandolo di arrestare la sua avanzata.
Rufus le stava intimando di lasciare quel "leone", ma lei rimase sorda e fissa sull'obiettivo. Il principe si fermò solo per domandarle con stizza cosa volesse, ma a quel punto si voltò indietro ed urlò:

- Nonno, forse lui porta il Segno di Blaiddyd!

L'uomo spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta. Aveva sentito bene? Quel giovane con la faccia del Re dei Leoni ne portava anche il Segno?

- Dice il vero?- Si rivolse direttamente a lui.
- Io... io non lo so, sono cresciuto con la convinzione di non possederne alcuno, ed invece vostra nipote sostiene fermamente che io lo abbia per via della mia forza sopra la media.-
- Avete mai rotto qualcosa, anche di molto resistente, in modo inspiegabile?-
- Casi del genere sono all'ordine del giorno.-
- A meno che un esperto di segnotica competente e, soprattutto, non corrotto dall'impero non ti visiti, è impossibile essere sicuri al cento per cento della presenza di un Segno, ma se questi avvenimenti fossero reali, è molto probabile che tu lo possieda.-
- Nonno, per favore, raccontagli tutto ciò che vuole sapere... potrebbe essere importante e servire a capire come mai il principe adrestiano sembri provenire direttamente dalle terre dei Blaiddyd. Lo vogliamo sapere tutti, qui.- Lei incrociò lo sguardo con gli altri tre, poi tornò a guardare Rufus.

A quel punto si lasciò andare, e scoppiò in un fiume di parole. Raccontò di come fosse strutturato il Sacro Regno di Faerghus, la pestilenza che quasi sterminò la famiglia reale, di suo fratello e di come fu brutalmente assassinato in Duscur. Successivamente parlò del principe che poi divenne re solo in parte e con un certo disagio, sembrava temerlo anche dall'aldilà, l'unica nuova informazione acquisita su di lui era il suo combattere brutalmente e lasciare una scia di cadaveri macellati ad ogni scontro.
Benedikt rimase molto incuriosito da quella figura, ma ormai aveva capito che Rufus non gli avrebbe più detto nulla a riguardo – solo un miracolo poteva permettergli di mettere finalmente insieme tutti i pezzi del puzzle.
Quella notte l'uomo senza testa tornò a fargli visita in sogno.

Il mattino dopo Artemiya aveva fatto svegliare tutti prima dell'alba. Si era presentata in stanza di ognuno con addosso un'armatura pesante beige, i  capelli legati in due codini, spada in mano e oggetti per i suoi nuovi compagni. A Benedikt portò un cappotto, un paio di guanti, scarponi da neve ed una lancia d'argento, mentre a Sera un intero completo invernale che l'avrebbe protetta dal gelo ed un pugnale.
Quando il gruppo fu pronto aveva fatto riunire tutti nel giardino sul retro del castello. Fortunatamente non nevicava, ma il sole aveva appena iniziato a fare capolino ed il freddo era estremo, da congelare all'istante il naso e far perdere sensibilità ad ogni centimetro di pelle scoperta.

- Era proprio necessario uscire a quest'ora? E perché, poi?- Sera abbracciava sé stessa e si era nuovamente rifugiata nel mantello di pelliccia di Mitja per cercare di resistere. Non era affatto abituata a quelle temperature.
- Il freddo tempra corpo e mente, per questo il Faerghus vantava così tanti nobili guerrieri.
Ho deciso di portarvi nel bosco dietro il castello perché desidero cacciare e testare le abilità del principe, voglio essere più sicura delle mie congetture sfidandolo in battaglia. – Artemiya si rivolse all'interessato. – Per voi va bene?-
- Non c'è problema, aiuterà anche me.-
- Ottimo, andiamo.-

La ragazza si mise di nuovo in testa al gruppo. Nonostante la fitta foresta di alberi spogli sembrasse tutta uguale, lei sembrava orientarsi perfettamente in essa, segno che in quel luogo ci fosse stata parecchie volte.
Nel tragitto Sera domandò a Mitja cosa fosse quell'oggetto lungo, sottile ed avvolto da un lenzuolo affisso alla sua schiena, ma il ragazzo si era limitato a sorridere un po' ambiguamente ed aveva risposto solamente "Mimi vuole cacciare, e così faremo".
... Quel tizio era strano.
Il lungo ed impervio cammino terminò in uno spiazzo vuoto, ovale e abbastanza largo da ospitare sia un duello che i due spettatori.
Benedikt andò avanti ed i suoi piedi affondarono nella neve. Si chinò, ne prese un po' tra le mani e la lanciò dritta verso Sera, colpendola al petto e facendola arrabbiare.

- Dannato, io mi sto congelando e tu infierisci!

Bastò questo per infervorarla. Lasciò il posto caldo sotto il mantello, gli corse incontro e gli diede pan per focaccia.
Mitja ed Artemiya li guardavano azzuffarsi ridendo, notando chiaramente che il principe si stesse facendo colpire di proposito, giusto per farla felice.
La ragazzina si allontanò un po' dal gruppo per prendere altra neve fresca, ma rimase paralizzata. Davanti a lei si era palesato un lupo, anormale e gigantesco, con gli occhi bianchi ed una folta pelliccia che lo faceva somigliare vagamente ad un leone, le ringhiava.
Il suo sistema nervoso andò in tilt, diventò completamente sorda e le gambe si bloccarono sul posto.
Mitja si lanciò su Artemiya, la immobilizzò perché non corresse da lei ed iniziò a srotolare le lenzuola avvolte attorno all'oggetto che si era portato dietro.
In quell'istante, la bestia colpì Sera con una zampata in modo tanto violento da lanciarla a molti metri più in là come una bambola di pezza, una fontana di sangue e le budella fuoriuscirono dal suo addome completamente squarciato, la neve che si tingeva di rosso.
L'ultima cosa che sentì fu l'urlo lacerante di Benedikt gridare il suo nome.
Perché sembrava disperato...?


Ciao a tutti, ho creato una carrd di questa storia per raccogliere i capitoli ed altre info sui personaggi che arriveranno in futuro. C’è anche una playlist a tema dentro quindi guardatela. uwu
   
 
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