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Autore: sallythecountess    29/07/2022    2 recensioni
Alice è una ragazza creativa e stravagante di vent'anni. Sogna di diventare una mangaka e si sta costruendo la sua vita e carriera in Giappone, quando il matrimonio di suo fratello la costringe a tornare a casa, nella piccola città scozzese in cui è nata. Tornare a casa le fa paura, perchè significa affrontare le aspettative deluse della sua famiglia, il fantasma della morte di sua madre, la solitudine e anche Lor, il ragazzo che si è lasciata indietro per cui però non ha mai smesso di provare sentimenti.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Di ritorno a casa da Parigi, Lor fece per la prima volta i conti con la solitudine. Quella casa gli parve enorme, fredda, incredibilmente vuota e soprattutto silenziosa. Esattamente come il suo cuore in quel momento.
Era dura perdere l'ennesima persona che amava, ancora di più di quanto si fosse immaginato, ma cercò di essere ottimista. Era per pochissimo, e doveva cercare di non farne una tragedia. Però era davvero strano restare in casa sua senza di lei, e si aspettava quasi che sbucasse dal bagno da un momento all'altro, ma non lo avrebbe mai fatto. Nervoso prese un libro che Ai aveva lasciato da lui, cominciò a leggerlo, e stranamente si accorse che quel libro in qualche modo lo calmava, così si addormentò leggendo.
Dopo dodici ore Lor era già in panico, perché non aveva avuto notizie di lei. Aveva controllato il volo e sapeva che era arrivata, ma aveva il cellulare spento e lui non sapeva cosa fare. Si disse che magari era stanca e aveva spento il telefono, così decise di aspettare, ma Alice non si fece viva per tutto il giorno successivo. Non rispondeva ai suoi messaggi, neanche li visualizzava. Aveva il telefono spento e Lor non sapeva cosa fare. Le scrisse anche sui social, e mentre aspettava una risposta, si aprì una schermata, ma lui pensò che fosse una di quelle finestre di spam e la richiuse. La finestra, però, gli si ripropose tre o quattro volte e così Lor, terrorizzato dai virus, decise di richiuderla e spegnere il computer. Il giorno dopo, appena rientrato da lavoro, chiamò Mat per parlargli dei suoi problemi al computer, e lui commentò “Ah ecco perchè non ti risponde Ai: ha un virus.” Lor si sentì morire a quelle parole e chiese “Vi state sentendo?”
“Ci sentiamo sempre su skype...adesso porto da te il laptop che mi hai regalato, così potete parlarvi e chiarirvi. Dice che non ti sei mai più fatto vivo e rifiuti ogni chiamata e ogni tentativo di chat. Non si fa Lor. Credeva non volessi più sentirla.”spiegò Mat, con una certa dose di biasimo, e Lor scoppiò. Lui non si faceva vivo con lei? Quella matta lo aveva mollato dal nulla, senza neanche avvertirlo di essere arrivata.
“Ma non è vero che non mi sono fatto vivo, chiamo e scrivo da giorni, stavo per prendere un aereo e andarla a cercare perché temevo le fosse successo qualcosa.”Gridò lui offeso, e Mat rispose “sì, gliel'ho detto che è tutto un equivoco, però anche tu potevi fare qualcosa. Comunque adesso vengo da te e cerco di capire cosa non va, e poi le parlo io. Sono un esperto di relazioni a distanza.”
Lor attese con ansia l'arrivo di suo fratello, che immediatamente gli porse il pc e disse “Guardala solo negli occhi...è furiosa perchè non ti sei fatto vivo per due giorni, ma puoi calmarla.”
 Era un po' confuso non sapeva bene cosa fare, o come guardare negli occhi una persona attraverso uno schermo, ma una volta aperto il computer se la ritrovò davanti e incredibilmente gli fece lo stesso effetto che faceva dal vivo. Con fare ironico disse “Hey...sei viva allora...” ma non fu la cosa giusta da dire.
 “Lor sono le tre del mattino, davvero credi che sia rimasta in piedi per sentirmi offendere?”rispose piccata, ma anche molto risentita, perché Lor era letteralmente scomparso.
“Scusa...”sussurrò lui con fare colpevole e poi aggiunse “ma non mi hai neanche scritto ‘sono arrivata’. Ci sono rimasto molto male”
“Ti ho scritto almeno mille messaggi su skype, ma ogni volta che sei online mi rifiuti la chiamata. ”aggiunse seccata, ma meno. Il tono dispiaciuto di Lor le aveva fatto capire che non l’aveva volontariamente ferita, e questo la face sorridere.
“Io? Non ho fatto nulla io, avevo una voglia terribile di sentirti.Sarà stato il virus.”spiegò poco convinto, e Alice sorridendo rispose “Non ho mai sentito un virus che fa una cosa del genere, ma va beh. Magari mi avrai scritto sulla scheda scozzese…”
“Ovviamente…” ribattè perplesso, perché Alice non aveva mai parlato di un doppio numero, e lei sorridendo ribattè “Ecco. Avevo dimenticato una cosa, allora. Ovviamente ho un altro numero in Giappone, sai un gestore telefonico locale…”
“Bene...quindi non ho neanche il tuo numero di telefono…” osservò, con fare seccato, perché che diavolo di rapporto avevano se non aveva neanche il suo numero?
“Sì Lor, ma lo avevo postato ieri sui social il numero nuovo con tutta la spiegazione del perché non ho più i numeri di nessuno, neanche il tuo…” confessò candidamente, facendolo arrabbiare ancora di più. “…ho involontariamente sovrascritto la rubrica nell’inserire la scheda giapponese, ma ero sicura che non sarebbe stato un problema. Ero certa di averti dato il numero giapponese…  Non l’ho scritto sulla lavagnetta della cucina?”
“C’era scritto qualcosa Ali, ma pensavo fosse un codice o un punteggio, perché diavolo non hai scritto ‘numero di telefono di Alice’?” ruggì furioso, e lei ridacchiando rispose “eh lo stavo per fare, evidentemente mi sono distratta! Però ho scritto sui social, e tutti l’hanno letto, persino Charlie!”
“Fantastico, quindi ora il tizio che ci prova da sempre con te ha il tuo numero, ed io no…”commentò risentitissimo e Alice sorrise dolce. Era evidente che questa questione del numero di telefono lo stesse ferendo, così lei aggiunse “E così è colpa del virus e della mia cronica distrazione se non ti sento da giorni? Non è perché ci hai ripensato e stavi aspettando una scusa per chiudere con me?”Sussurrò senza guardare lo schermo, e lui sorridendo rispose “Per chiudere Alis? Sei pazza?Ti ho scritto messaggi e ho provato a chiamarti per tutto il tempo, giuro. Avevo una paura pazzesca che ti fosse successo qualcosa e speravo solo di poterti sentire…”
Alice sorrise immaginandoselo tutto triste accanto al telefono e così fece una cosa particolare: prese un foglio che aveva accanto e iniziò a scriverci sopra, lasciando Lor interdetto per qualche minuto. Quando finì inquadrò il pezzo di carta e disse “Direi che dovresti salvarlo, altrimenti non riusciremo più a sentirci. Ma non chiamarmi perchè pago tantissimo per le chiamate internazionali, probabilmente non ho avuto il tempo di dirti neanche questo”.
Lor scosse soltanto la testa, ma era intento a segnarsi il numero.
“Sì l’ideale sarebbe sentirsi via skype… ho sperato tanto che mi scrivessi, o che almeno mi rispondessi” aggiunse lei triste e poi sussurrò “non è stato bello non riuscire a contattarti…”
“Devi vedere com’è stata dura per me!”rispose lui sinceramente e Alice gli sorrise senza parole.
“Mi manchi...”concluse quasi un'ora dopo, e Alice sorridendo rispose “Vieni da me ad accarezzarmi la schiena...ora, per favore.” Lor ridacchiando ribatté “hai la bacchetta ...smaterializzati e riappari nel mio letto tra...tre, due, uno...”ma Ai rise soltanto. Certo, quella era stata una battuta ridicola, eppure da quella sera lui iniziò a pensarci sul serio.
“Nessun virus fratello, ma...non avevi mai visto skype in vita tua, eh?Ai doveva spiegartelo...”
“cioè che vuol dire detto in parole umane?” Chiese Lor confuso e suo fratello rispose “skype è un programma che serve per le videochiamate, Ai ti ha creato un account e te lo ha impostato sul desktop, ma non ti ha spiegato nulla e tu sei andato in tilt. Ecco qua, guarda” disse, cliccando su un’icona sul desktop e Lor rimase ancora più perplesso
“Hai tantissime chiamate perse della mia amica Ai_Stark”
“Quindi è vero? Lei chiamava e io rifiutavo?”disse Lor stupito e Mat annuì.
“ Ma se non te lo ha spiegato, non è colpa tua. E’ solo uno stupido equivoco provocato dalla sua solita distrazione.”
“Neanche il numero mi ha lasciato…” disse seccato e Mat rise a crepapelle, spiegando che non lo aveva dato a nessuno e lui e George si erano divertiti un sacco leggendo il suo post sui social.
“Avrei dovuto immaginare che non sei uno da social o da Skype. Adesso ti è chiaro come sentirla?” chiese con un sorriso e Lor annuì serio.
Matias gli aveva appena tolto un enorme peso dal cuore, e finalmente il caro chef potè respirare, ma sentiva davvero troppo la sua mancanza.
Da quella sera si insidiò nella sua testa un tarlo, e dopo le vacanze invernali, il tarlo divenne sempre più corposo, tanto da impedirgli di lavorare come si deve.
“Chef hai mandato fuori i piatti incompleti...ma cos'hai?Dove hai la testa?” Gridò il suo suos chef e lui sorridendo rispose “Non lo so, ma direi che è il caso di scoprirlo. Se mi prendessi una vacanza, mi copriresti?”E lei annuì soltanto.
 Non la vedeva da tre settimane  e si sentiva solo come non mai. Continuava a frequentare Mat e George, ma senza di lei era tutto diverso. Dopo aver imparato ad usare skype guardavano film online insieme, giocavano agli stessi giochi e si sentivano moltissimo, ma Lor voleva farci l'amore e non ne poteva più.
Così, senza finire il servizio, chef Dubois abbandonò la sua cucina e scappò nell'ufficio di Dug a fargli un lungo discorso. “Ho delle questiono legali da risolvere a Nevers, niente di grave, ma mia nonna da sola non può fare tutto...”
“Nessun problema!”Rispose Dug deciso e sicuro.
“Vuoi che ti accompagni?Un avvocato ti può servire?” Ribatté Mike con fare serio, e Lor scosse soltanto la testa.
Stava mentendo, e ovviamente loro se ne accorsero, ma c'era qualcosa di diverso in lui da parecchio tempo e loro non sapevano cosa pensare. Ormai non si frequentavano più di tanto, e questo non li rendeva felici.
Lor mentì per qualche altro minuto ai suoi amici, e poi si documentò per un po’, fece valigie e biglietti in fretta e furia e scappò a Tokyo. In aeroporto decise di farle una telefonata, ma quella matta rispose “sai quanto mi costerà questa cosa? Non potevi usare skype?” E lui ridacchiano rispose “Konnichi wa Alis...tra qualche ora sono a Tokyo...contenta?”
“Ma davvero?”Gridò lei cercando di contenere il suo entusiasmo temendo fosse uno scherzo, e lui dolcemente rispose “vedi quando vogliamo qualcosa veramente non c'è bisogno della bacchetta magica...”
 “Dimmi che stai arrivando davvero, che sarai da me in carne, ossa, riccioli e occhi verdi...”sussurrò lei diventando improvvisamente dolce, e lui ribatté “soltanto poche ore e sarai di nuovo mia...Dio quanto mi manca fare l'amore con te, ma plume.”
Quella sorpresa la stordì completamente; sapeva di contare per lui, ma non immaginava che attraversasse gli oceani solo per rivederla. Quando poi apparve, e se lo trovò davanti stanchissimo, ma con un sorriso accecante come la luce del sole, non riuscì a pensare a niente altro che non fosse “io ti amo” stringendolo con tutte le sue forze.
Capitolo
 I giorni a Tokyo furono dolcissimi e incredibilmente intensi. Ora che avevano messo alla prova i loro sentimenti, quel legame era venuto fuori forte come il mare ed entrambi ne erano consapevoli. Alice scherzò più volte sulla questione “altre donne”, fece varie battutine, ma all’ennesima Lor l’afferrò con forza e un secondo prima di baciarla sussurrò “Non mi interessano altre donne Alis, davvero, lo giuro…” facendola sciogliere.
Il soggiorno di Lor a Tokyo fu entusiasmante quanto lui si aspettava: visitarono tanti luoghi, mangiarono cose strane e si coccolarono e divertirono in giro. Alice non era molto entusiasta del suo stage, perché non stava andando come voleva, e Lor nel suo tempo libero aveva cercato tutti gli indirizzi degli studi di animazione e aveva costretto Ai a fare domanda da loro per altri stage. “Sei bravissima, ti prenderanno certamente”le aveva detto con fare sicuro e lei aveva fatto finta di crederci, sopprimendo per l'ennesima volta il desiderio di sussurrargli piano “ti amo”che cresceva sempre di più nel suo cuore.
A pochi giorni dalla partenza di Lor, se ne stavano nel letto di Alice a coccolarsi facendo progetti per il suo ritorno, ma improvvisamente qualcuno li sorprese e non ebbe una reazione ragionevole.
“Non ci potevo credere, Roy me lo diceva da mesi che qualcosa non andava, ma io non potevo davvero immaginarlo! Dovevo vederlo e ora che l'ho visto, vorrei solo vomitare…”
Gridò Dug che irruppe improvvisamente in quella stanza. Lor provò ad alzarsi per calmarlo, ma non aveva vestiti e così si arrotolò un lenzuolo intorno al ventre. “Duggy...non è come credi, davvero.”
Disse con fare serio, ma il suo migliore amico sconvolto gridò “No? Non sei forse a Tokyo? Non sei forse nel letto di mia sorella?”
“Sì, ma le cose non stanno come puoi pensare...” provò a spiegare con fare mortificato, mentre Alice cercava di indossare qualcosa. “Sei tu che l’hai fatta tornare, e probabilmente lo hai fatto per liberarti di lei dopo esserci andato a letto, no?” ruggì severissimo, e sua sorella provò un fortissimo senso di disgusto, perché quell’ipotesi era realmente tremenda.
“Dug non è così, tu sai quanto tengo a lei…” provò a spiegare lo chef, con due enormi occhi feriti da cucciolo. Quella frase, però, scatenò un moto di ribellione nel petto del mite fratello di Ai, che improvvisamente iniziò a spintonare il suo migliore amico.
“Tieni a lei, davvero? Tu pensi davvero di sapere cosa vuol dire voler bene a qualcuno? Sai qual è la verità? Che se te ne fosse fregato qualcosa di lei, non le avresti mai permesso di frequentare uno come te.” Ruggì severissimo, e Lor sospirò soltanto scuotendo la testa, ma lasciò che Dug lo colpisse, perché pensava si sarebbe sentito meglio. Rimase inerme e ferito per qualche minuto, mentre il suo storico migliore amico gli vomitava contro tutto il suo rancore, prendendolo a pugni. Provò soltanto a dire “volevo parlartene, ho provato a farlo, ma tu non avevi tempo e…” ma Dug furente gli intimò di tacere.
“come lo hai saputo?” chiese Alice, piccolissima dietro le spalle dell’altissimo chef, e fu allora che suo fratello si accorse di lei. Era arrabbiatissimo con lui, ma anche con quella piccola pazza.
“Come pensi che lo abbiamo saputo, eh? Te ne sei andata, sei tornata a Tokyo salutando solo i nonni. Te ne sei fregata di tutto, di papà, della tua nipotina che sta arrivando, e sei corsa qui. Papà era ferito da morire, così ha assoldato un investigatore privato, per scoprire almeno dove vivesse la figlia e come diavolo fosse riuscita a permettersi quel viaggio. E così è venuta fuori una foto che è letteralmente la vergogna della nostra famiglia. A braccetto, a sbaciucchiarvi come i ragazzini? Che pena che mi fate…” ringhiò, e Alice tremò nel sentire quelle parole. Si chiese quanto avesse mandato in paranoia suo padre, ma la cosa che la feriva di più era vedere suo fratello e Lor in quel modo. Dug non smetteva di urlargli contro, aveva il cuore spezzato. E Lor? Era probabilmente molto deluso da tutto, ma ancora convinto che se gli avesse raccontato quello che provava per lei e tutta la storia, ne sarebbe stato felice, ma si sbagliava.
“…perché io non posso avere il diritto di baciare qualcuno senza secondi fini? Perché non posso…” provò a dire Lor, scansando un colpo e Dug lo guardò con un disgusto che fece malissimo ad Alice e ringhiò “tu? Tu cosa vuoi provare a farmi credere? Lo so come ti comporti con le donne, con tutte le donne. Io sono cresciuto con te, ti ho visto. Ma proprio per questo non potevo prevedere che facessi questo a lei…a noi…”
“Ma non mi ha fatto nulla” bisbigliò Alice, ferita e mortificata da tutta la storia e Lor la fissò con due occhi languidi spaventosamente espressivi.
“Non osare difenderlo. Mi hai accusato di aver complottato alle tue spalle? E tu cosa hai fatto con questo verme? Eh? Non hai tradito l'amore e la fiducia della tua famiglia?”
“Non ti riguarda Dug. Nulla che sia relativo alla mia vita ti riguarda...”concluse Alice, cercando di mandarlo via.
“Ed io che gli chiedevo anche di intercedere, io che gli ho chiesto di tenerti d'occhio. Dio ma che idiota. Papà morirà per questa cosa, hai capito?”
“Non fare così…” tuonò letteralmente Lor, che poteva accettare tutta la violenza fisica e mentale del mondo, ma che non voleva che Dug ferisse Alice.
 “Quanto sei squallido, davvero. Adesso fai il principe azzurro di mia sorella, quello che la difende, ma pensi davvero che io non sappia chi tu sei realmente? Credi davvero che non ci fossimo accorti che ci stavi prendendo per il culo? Noi non siamo stupide cretine senza cervello che si fanno impressionare dalle tue parole…”
“Smettila con questa storia e ascoltami…” provò a dire Lor, ma gli occhi di Dug si fissarono su Alice che se ne stava immobile dietro le spalle di Lor e le ringhiò duro “come diavolo ti è venuto in mente, davvero? Possibile che tu non sia in grado di prendere una decisione sensata neanche per errore? Lo conosci da sempre, sai com’è fatto, eppure ti sei fatta abbindolare e trattare come una bambola gonfiabile. Che vergogna che provo, sei una delusione. Non pensavo potessi essere così stupida, ma evidentemente abbiamo sbagliato qualcosa con te. 
 “Ma non mi ha mai fatto niente di male, smettila!”gridò sconvolta. Dug allora scosse la testa, e annuendo rispose “Lo hai voluto tu. Ti farà del male, ti allontanerà dalla tua famiglia. Lo ha già fatto alla fine.”
“Non ha fatto niente, anzi...ma perchè devo spiegarti?”Chiese, ritrovando la forza e spingendolo fuori da casa sua “Tu non capisci niente, mi hai sempre e solo giudicata. Non ti meriti un amico come Lor...”
Disse, un secondo prima di sbattergli la porta in faccia,ma Dug ribattè “Bene, ho un ultimo messaggio per quello schifoso: digli di prepararsi ad una lunghissima battaglia legale, perché non gli faremo mai più mettere piede al Rochefort.”
Lor aveva sentito la frase di Dug, e se l'aspettava. Voleva provare a spiegargli meglio, ma non ci era riuscito e così era successo l'inevitabile. Cercando di tamponare il sangue che gli usciva dal labbro e dal naso si mise a riflettere sul mondo che gli era appena crollato addosso.
“Come stai?” Sussurrò lei flebilmente, ma Lor scosse solo la testa. “Mi dispiace che sia finita così, te lo avevo detto che non volevo coinvolgerti in questa guerra...”sussurrò provando a pulirgli il viso con la manica della sua maglietta, ma Lor sorridendole rispose “Alis noi siamo una cosa sola, e prima o poi anche loro lo capiranno, vedrai…”
 Alice non sapendo cosa dire si strinse contro il suo petto e rimase in silenzio. Nessuno dei due dormì quella notte, per motivi diversi. Lor era dispiaciutissimo per quella lite con Dug, voleva recuperare. Si chiedeva se potesse essere giusto andare a scusarsi con Neil, e poi con Dug. Cercava di trovare una soluzione per fare pace, insomma. La ragazza di Tokyo, invece, era terrorizzata. Aveva paura di costare a Lor il suo ristorante, oltre che la sua amicizia con le uniche persone importanti del suo mondo, e stava malissimo.
 Quando si salutarono, in aeroporto, Lor pensò che fosse solo un arrivederci come tanti, ma Ai aveva già deciso che era un addio.
“Vedrai sistemerò tutto. Ci vediamo a fine stage amore mio...”le disse sorridendo, un attimo prima di baciarla agli imbarchi, e lei annuì. Alice, sconvolta e spaventatissima, aveva deciso di chiudere per sempre i contatti con lui, di farlo gradualmente in modo tale da non destare sospetti. Sperava che una volta chiuso, una volta spiegato a Dug come erano andate le cose, suo fratello avrebbe capito. Si sarebbero uniti entrambi nell’odio per lei, e sarebbero tornati amici. Alice era decisa a non tornare più in Scozia, a non vedere mai più l’amore della sua vita, ad abbandonarlo per sempre. Moriva di dolore solo immaginando quello che doveva fare, ma si diceva che era la soluzione per tutti, che si sarebbero rifatti una vita ai poli opposti del mondo, ma il destino aveva altri piani.
Nota:
Eccomi qua! Buonasera a tutti! Allora penso di aver aspettato abbastanza per permettere a tutti di recuperare, che ne dite? Mi chiedevo anche: preferite che io aggiorni in uno/due giorni alla settimana fissi? O magari meglio più frequentemente? Scrivetemi in privato, vi aspetto! Tornando ai capitoli...quanto odiate Ai e la sua famiglia in questo momento? O magari li capite? Siete dispiaciuti per Lor? Curiosi di sapere di più di questa rottura? Vi abbraccio

 
   
 
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