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Autore: mangagirlfan    08/09/2009    0 recensioni
Silenziosa era la mia voce, gridava al cielo mille mute parole che mi dilaniavano l’anima, chiedendo solo di poter uscire. La cosa più preziosa mi era stata strappata e non potevo fare a meno di pensare di morire. Io ti osservavo, aiutandoti a capire, cercando di farti restare accanto lui. Credendo che la sua felicità potesse essere la mia.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono vecchi pensieri, vecchie parole nate dentro di me, per puro caso, qualche tempo fa. Mi sembra un mesetto, forse. Sono i miei pensieri e le mie emozioni. Il mio cuore, celato tra le righe.

 

Buona lettura a tutti

mangagirlfan

 

 

La sua felicità poteva essere la mia….

 

Ho riletto pensieri, parole emozioni.

Sfogliando le pagine su internet ho scoperto quello che le passava per la testa.

Ho scrutato in un mondo che non avrei voluto vedere, per puro caso, riprovando quelle emozioni che credevo ormai sopite.

Quando ti ho odiata perché non amavi lui.

Ho deciso di non guardare, attraverso quei versi che dicevano chiaramente di non averlo mai voluto.

Ma tu pensavi a quello che sentivo io?

Rimanendo in silenzio e chiudendo gli occhi aspettavo, soffrendo e piangendo, cercando le parole per aiutarlo  a non stare così male.

Ma io venivo ferita dal tuo stupido egoismo che ti impediva di dirgli addio per non sentirti sola.

Silenziosa era la mia voce, gridava al cielo mille mute parole che mi dilaniavano l’anima, chiedendo solo di poter uscire.

La cosa più preziosa mi era stata strappata e non potevo fare a meno di pensare di morire.

Io ti osservavo, aiutandoti a capire, cercando di farti restare accanto lui.

Credendo che la sua felicità potesse essere la mia.

E così rimanevo in silenzio, dilaniata dalle parole che mi distruggevano il petto, ingigantendosi in modo esponenziale, sempre più.

La cosa più preziosa mi era stata strappata e non potevo fare a meno di pensare di morire.

Ti stavo vicina, sempre, perché tu eri una delle mie migliori amiche.

E tutt’ora lo sei e sappi che non ti ho mai odiata davvero.

Io chiedevo solo una cosa al cielo, allungando le mie mani verso l’ignoto futuro, nella speranza che un qualcuno avesse potuto sentire la mia flebile voce.

“Voglio che sia felice.”

Ed anche se piangevo ad ogni vostra confessione ricacciavo indietro quelle lame affilate che si accumulavano lì, al centro del mio petto, sorridendovi silenziosa, cercando di farvi rimanere uniti.

Credendo che la sua felicità potesse essere la mia.

 

   
 
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