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Autore: LadyStone    02/08/2022    1 recensioni
Dopo più di due anni di un amore folle e tormentato una semplice frase, detta come se nulla fosse, fa crollare il suo mondo e lei si ritrova a ripensare a tutta la sua vita in quel periodo come una grande menzogna. Come guarire? Aprendo il suo cuore su pezzi di carta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho pensato tante volte a questo momento, a quando avrei realizzato che era ormai finito tutto. Che il mio nome ti sarebbe stato indifferente, che il mio sorriso, il mio “Quando vuoi, io ci sono”, per te sarebbero state parole qualunque , gesti qualunque.
Ho sempre pensato che sarei sprofondata nel pianto, quel tipo di pianto che nasce spontaneo alla fermata dell’autobus o al semaforo  mentre attendi che scatti il verde, che scoppia così, irrefrenabile e violento. 
Invece no. 
Solo qualche lacrima, qualche manciata di righe che mi hanno solcato il viso e poi il silenzio. Un silenzio assordante, continuo, perpetuo, come un’assenza di luce, di battito, un buio intenso che non fa quasi provare nulla, tranne che mancanza.
Non c’è dolore, non c’è disperazione, non c’è rabbia né malinconia, solo un assoluto e profondo senso di abbandono.
Ti  mai successo di perdere la mano di tua madre al supermercato?
Ecco, hai presente quel preciso momento in cui non senti più il tocco della sua pelle?
Quell’esatto attimo prima del terrore di non ritrovarla più?
Io sono proprio in quel limbo. 
So che ci sei, so che da qualche parte stai parlando, ridendo, mangiando, pensando, ma l’idea di me non ti tocca più, sono solo un nome nella sfilza infinita di nomi che hai imparato a conoscere. Una volta che piano piano sbiadirà, si sgretolerà fino a non avere più significato.
È un silenzio assordante quello che mi circonda, tra noi il suono è sempre stato un’utopia, ma c’era comunque. Riuscivo a sentirti in ciò che scrivevi, nelle foto che mi mandavi. 
Ora c’è solo silenzio, un silenzio che si accumula e come una slavina mi travolge.
Mi chiedo se meditassi già da un po’ tutto questo, se non fosse una lunga miccia che hai atteso che io accendessi, in una raffinata trappola in cui io, cerva distratta, sono caduta.
Pensavo, sinceramente, di essere più intelligente, più furba, invece ho affrontato questa guerra completamente disarmata, ed ora che abbiamo firmato questo armistizio, sento di aver perso la guerra. Ne esco sconfitta, ferita, una reduce che, forse, potendo scegliere, non avrebbe voluta salva la vita in questo modo.
   
 
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