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Autore: Aagainst    02/08/2022    1 recensioni
“ Lexa se n’era andata senza nemmeno salutarla. L’aveva sedotta per poi abbandonarla, gettarla via come una scarpa vecchia. Le aveva preso tutto, il suo cuore, la sua anima, il suo amore e l’aveva resa un guscio vuoto, incapace di sentire qualsiasi cosa all’infuori di un insopportabile dolore. E, nella penombra della sua stanza, Clarke giunse alla più beffarda delle conclusioni. Non avrebbe mai smesso di amare Lexa Woods. Non ne sarebbe stata capace. Mai.”
Sono passati tre anni da quando Clarke si è risvegliata senza Lexa accanto, tre anni in cui, eccezion fatta che per qualche panel o intervista a cui entrambe hanno dovuto presenziare, le due attrici si sono a malapena rivolte la parola. Tre anni in cui Clarke non ha mai ricevuto risposte e in cui Lexa non ha fatto nient’altro che sfuggire qualsiasi domanda.
Eppure, il destino è dietro l’angolo
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Madi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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26.

 

All these things I hide
Away from you again
All this fear holding me
(Broken-12 Stones)

 

 

“Ciao Madi, come stai?”. Madi era paralizzata. Non era nemmeno sicura di star respirando. Provò ad indietreggiare di qualche passo, ma non ne fu in grado. Di fronte a lei, Malachi sogghignava, divertito nel vederla così in difficoltà. La ragazzina aprì la bocca per urlare, ma l’uomo le intimò di tacere posando un dito sulle sue labbra. Erano in posizione defilata, fuori della vista di Clarke e Lexa.

“Non vorrei che le tue nuove amiche si facessero male, Madi.” sibilò. La ragazzina fece segno di no con il capo, terrorizzata.

“Brava, l’ho sempre pensato che fossi un tipo intelligente.”

“Come sei entrato?” Madi riuscì a chiedere. Malachi scoppiò a ridere.

“Scoprire dove vive Lexa non è stato poi così complicato. Per il resto, segreti del mestiere. Anni e anni di esperienza, piccola.”. Madi aveva il cuore in gola. Avrebbe voluto domandargli se sapeva qualcosa di sua madre, ma non lo fece. 

“C-che cosa… Che cosa v-vuoi?” chiese, balbettando per la paura.

“Cosa voglio? Penso tu lo sappia benissimo, purtroppo.”. 

“Te lo giuro, non ho detto niente!” Madi si apprestò a chiarire. “Non lo sanno quello che è successo. La Sidney crede che io abbia fatto a pugni per strada.”. L’uomo schioccò la lingua. 

“La Sidney, Madi. Sappiamo tutti e due che quelle due attrici sospettano di me.” disse, estraendo un coltello a serramanico dalla tasca della giacca. Madi si ritrovò per terra, nel panico. Malachi avanzò verso di lei e l’afferrò per la felpa.

“Ti prego, farò tutto quello che vuoi.” supplicò la ragazzina. “Ti scongiuro.”. Un orribile ghigno comparve sul volto dell’uomo, che mollò la presa. Madi si voltò, pregando che nessuno la andasse a cercare proprio in quel momento. Non voleva che Lexa, Clarke o, peggio, i suoi fratelli, rimanessero coinvolti in tutto quello. Non lo meritavano, non loro. 

“Farai tutto quello che voglio, eh?”. Madi annuì. Le lacrime ormai le appannavano la vista e si sentiva svenire. La lama fredda e affilata del coltello di Malachi le accarezzava la gola, minacciosa. L’uomo si sporse verso di lei, fino a sfiorarle l’orecchio con le labbra. 

“Perfetto.”.

 

________________

 

“Alla buon’ora, pensavamo ti fossi persa in giardino.” esordì Clarke, non appena vide Madi rientrare. La ragazzina scrollò le spalle e si avviò verso camera sua, sotto lo sguardo curioso dell’attrice.

“Tutto bene? Sei pallida.” le chiese quest’ultima, preoccupata da quello strano cambio di umore. 

“Sì, sono solo un po’ stanca.” rispose Madi, evasiva. Ricominciò a salire le scale, ma Clarke la bloccò, tirandola leggermente per la spalla. Madi si lasciò sfuggire un gemito di dolore e si fermò, senza voltarsi.

“Madi, che succede?” domandò l’attrice, ormai decisamente spaventata. 

“Niente.” Madi mentì, cercando di divincolarsi dalla presa di Clarke. “Devo andare in camera.”. L’attrice non insistette oltre. Sapeva che non avrebbe portato a nulla. La lasciò andare e indietreggiò, pregando si girasse verso di lei. La ragazzina era immobile sulle scale, le lacrime agli occhi. 

“Ci sono per tutto, Madi. Lo sai, vero?”. La ragazzina si limitò ad annuire, per poi riprendere a salire le scale. Clarke era attonita. Si lasciò scivolare lungo il muro e sospirò. C’era qualcosa che non andava, era evidente. 

“Clarke, che succede?“ la soccorse Lexa. La bionda scosse il capo.

“Non lo so nemmeno io.” rispose. Lexa inarcò un sopracciglio, confusa. 

“Clarke, se è per la proposta che ti ho fatto prima, sappi che non è una cosa che devi fare adesso. Non voglio che tu ti senta sotto pressione, se non sei pronta fa lo st-…”

“No Lexa, non… Certo che voglio venire a vivere con voi.” la rassicurò Clarke. “Riguarda Madi. Non capisco che le è preso, sembra così… spaventata.” spiegò.

“Spaventata?”. Clarke annuì.

“È rientrata in casa e ti giuro, sembrava avesse visto un fantasma. Ho provato a capirci di più, ma è corsa in camera sua dicendo che si sentiva stanca.”

“Magari è così.” ipotizzò Lexa. Clarke si morse il labbro e scosse il capo. 

“E se non lo fosse?” chiese. “Se le fosse successo qualcosa? Magari ha avuto notizie da parte della madre. O, peggio, da parte di Gloomy o qualche membro di una gang. A volte dimentichiamo che non ha sempre vissuto a Beverly Hills, Lex.”. La mora si sedette accanto a lei e le prese le mani, circondandole con le sue. 

“Clarke, è stata in giardino. Siamo al sicuro, qui. E anche lei lo è.” provò a rassicurarla. “Ha vissuto delle giornate intense, è normale che si stanchi.”. Clarke non sembrava convinta. Si passò una mano in volto e si sistemò una ciocca di capelli dietro all’orecchio. Avrebbe voluto poter avere le stesse certezze di Lexa in quel momento, ma proprio non ci riusciva. 

“Voglio raccontarti una cosa, ma non deve uscire di qui.” disse. 

“Certo, va bene. Te lo prometto.” assicurò la sua ragazza. Clarke prese un respiro profondo e si spostò, sistemandosi di fronte a lei.  

“Io e Raven non siamo semplici amiche. Lei è… Lei è la mia sorella affidataria. Mia madre lavorava ancora a Polis all’epoca. Se la trovò davanti un giorno al pronto soccorso, in condizioni indicibili. Le salvarono la gamba per miracolo, Lex. Sua madre era come Ontari, una tossicodipendente a cui non interessava nulla della figlia.”. Lexa era piuttosto confusa.

“Perché mi stai raccontando tutto questo?” domandò. Clarke le fece segno di lasciarla continuare.

“Raven non è mai stata un problema per la nostra famiglia. Al contrario, l’ho sempre considerata una sorella. È stata una sua decisione quella di nascondere la cosa al grande pubblico, non voleva diventare famosa per qualcosa del genere.” spiegò. “Accadde tutto così in fretta. Mio padre era ancora vivo e la situazione a casa non poteva essere migliore. Io e Raven frequentavamo lo stesso liceo e lei mi stava aspettando all’uscita. Ricordo che non disse una parola per tutto il viaggio verso casa. Solo quando la mattina dopo ci svegliammo e non la trovammo nel suo letto, capimmo che doveva essere successo qualcosa.”. Lexa carezzò amorevolmente i capelli di Clarke, notando quanto quest’ultima si stesse agitando nel raccontarle tutte quelle cose. “Sua madre l’aveva seguita e fermata all’uscita da scuola. L’aveva convinta che l’avevamo presa con noi solo per un mero tornaconto economico e per 

dimostrare al mondo quanto fossimo una buona famiglia. Come se lei fosse stata una merce da esibire e nient’altro.”. Clarke colpì il pavimento con una manata. “Per fortuna i miei genitori riuscirono ad intervenire tempestivamente, non oso immaginare cosa sarebbe successo altrimenti.”. Lexa la strinse a sé e cominciò a cullarla, dolcemente. 

“Aveva la stessa faccia di Madi, Lex.“

“Andrà tutto bene, Clarke. Madi è al sicuro qui.” provò a tranquillizzarla la mora. “Non è detto che ciò che è capitato a Raven debba succedere anche a lei. Vedrai che è solamente un po’ stanca.”. Clarke si accoccolò al petto della sua ragazza e distolse lo sguardo. Forse Lexa aveva ragione, forse stava solo esagerando. E non poté fare altro che sperarlo con tutto il suo cuore. 

 

________________

 

Madi controllò l’ora. Le quattro di notte. Aveva poco più di un’ora per prepararsi. Si mise a sedere e si strofinò gli occhi. Era ancora in tempo, doveva solo andare da Clarke e Lexa e dire loro la verità, chiedere aiuto. Scosse il capo. No, non poteva. Non se voleva tenerle al sicuro. La verità era che aveva vissuto un’illusione, nient’altro. Aveva creduto fosse possibile per lei una vita diversa, fatta di serenità e di una famiglia che la amava, ma le era ormai chiaro quanto tutto ciò non fosse il suo destino. Si alzò e, preso lo zaino e un borsone, cominciò a radunare le sue cose. Prese il portafogli, un quaderno, il suo astuccio e il pallone da basket. Con la mente, ripensò alla mattina in cui lei e Lexa si erano messe a tirare a canestro. La sera primasi era presentata da Octavia, abbandonata da tutto e tutti, spaventata e con l’idea che, in fondo, non fosse altro che una fonte di problemi. Quando Clarke l’aveva stretto a sé, però, qualcosa era scattato in lei. L’ipotesi che qualcuno che la volesse esisteva si era insinuata in lei, prepotentemente. Clarke e Lexa non avevano mai mollato con lei. Ecco perché non poteva coinvolgerle. Teneva troppo a loro per farlo. Sospirò. Aprì l’armadio e riempì il borsone di vestiti. Decise di concentrarsi sul minimo indispensabile, prediligendo biancheria, jeans, magliette, felpe e qualche pantaloncino. Si voltò a fissare l’armadio ormai semivuoto, la canotta di Rajon Rondo appesa in bella vista sulla destra. Lexa e Clarke gliel’avevano regalata in occasione del suo ingresso nella squadra del liceo. Avevano scelto Rondo dato che aveva vinto due finals NBA, una con i Boston Celtics e una con i Los Angeles Lakers. Era stata un’idea di Lexa, così che Madi potesse avere un regalo significativo da parte di entrambe che non le avesse messe in competizione, anche se proprio la mora non perdeva occasione di ricordare che la prima vittoria era arrivata proprio con la franchigia del Massachusetts. Sorrise amaramente, tra le lacrime. Avrebbe desiderato così tanto portarla con sé, ma decise di lasciare stare. Avrebbe solamente reso il distacco ancora più difficile. Sospirò e richiuse l’armadio. Si vestì e controllò di aver preso tutto. Afferrò una felpa che aveva precedentemente appoggiato alla scrivania e la trascinò a sé. Una fotografia cadde a terra e Madi si chinò a raccoglierla. Cercò in tutti i modi di soffocare le lacrime, invano. Ricordava il giorno che era stata scattata. Lexa aveva deciso di organizzare una gita a Lake Arrowhead, nei pressi di San Bernardino. Madi non riusciva a smettere di piangere. Accarezzò la foto e la inserì nello zaino, attenta a non stropicciarla troppo. Si asciugò il viso con il palmo della mano e si avviò alla porta. Cercando di fare meno rumore possibile, cominciò a scendere le scale. Una volta in soggiorno, si diresse verso il mobile dove Lexa teneva l’argenteria. Aprì il cassetto e ne riversò il contenuto all’interno del suo zaino. Non aveva mai provato così tanto disgusto per sé stessa. Odiava rubare, specialmente a chi teneva a lei. Se non l’avesse fatto, però, avrebbe messo in pericolo sé stessa e gli altri. 

“Che stai facendo?”. Madi sobbalzò. Aden. 

“Niente, torna a dormire.” cercò di tagliare corto. Suo fratello cominciò a scendere le scale, facendole capire che non c’era riuscita. Le si parò di fronte e le prese lo zaino, con aria disgustata.

“Tu stai rubando!” realizzò. 

“Aden, non è come sembra.” replicò Madi. “Ridammi lo zaino, ti prego.”

“Dopo tutto quello che Lexa ha fatto per te! Mi fai schifo!”. Madi accolse quelle parole come pugnalate al petto. Aden non le aveva mai parlato così. Anzi, era stato uno dei pochi a credere in lei sin da subito. 

“Aden…” mormorò, ma il ragazzino non la ascoltò. 

“Perché ci stai facendo questo? Perché te ne stai andando?” chiese, tra le lacrime. Madi aveva un nodo in gola. Non aveva mai provato così tanto odio verso sé stessa. 

“Aden, non puoi capire. Ora ti prego, dammi lo zaino.”. Il ragazzino fece segno di no con il capo. “Aden!”

“Se proprio ci tieni, vieni a prenderlo!”. Madi si avventò sul fratello, ma il ragazzino indietreggiò, schivandola. Madi si ritrovò sul pavimento, dolorante. Si rialzò, ignorando il dolore al ginocchio destro. 

“Aden, ti prego!” supplicò il fratello. “Ho bisogno di quello zaino.”

“Non permetterò che tu te ne vada!” urlò il ragazzino. La verità colpì Madi, pesante come un macigno. Aden stava cercando di mantenere la famiglia unita. Non voleva perdere nessun altro, non dopo l’incidente  che gli aveva portato via entrambi i genitori. 

“Aden…” la ragazzina mormorò, disperata. Suo fratello non poteva capire e non era di certo colpa sua. Un rumore di passi li zittì entrambi. Si voltarono. Clarke e Lexa li raggiunsero, la faccia sconvolta. 

“Che cosa sta succedendo qui?” domandò la seconda, allibita. 

“Madi, perché il tuo borsone è pieno di vestiti? E perché il cassetto dell’argenteria è per terra?”. Clarke scosse il capo, lo sguardo carico di preoccupazione e delusione. Madi chinò lo sguardo, incapace di reggere quello delle due attrici. 

“Mi dispiace.” sussurrò. Poi, senza alcun preavviso, scattò in avanti e strappò lo zaino di mano ad Aden. Corse alla porta e si precipitò in strada, ignorando Clarke e Lexa che la richiamavano a gran voce. Sentì due braccia ossute circondarle la vita e spingerla a terra. Si rotolò su un fianco, un rivolo di sangue che le usciva dal naso. 

“Aden, devi lasciarmi andare!”

“No!” urlò il ragazzino, strattonandola. Erano entrambi riversi sull’asfalto, doloranti. Clarke e Lexa si lanciarono in loro soccorso, senza pensarci due volte. Nessuno di loro si accorse dell’arrivo di una macchina nera. Due colpi di pistola risuonarono nella notte. Clarke si buttò per terra, nel panico. Quando l’auto ripartì, Lexa era accanto a lei, sanguinante. Dei ragazzi, nessuna traccia.






Angolo dell'autrice 

Rieccomi. Dunque, la verità è che non sono molto sicura di questo capitolo, avevo in mente due idee diverse e alla fine ha prevalso questa. Ci tenevo a donare a Madi ed Aden in particolare un po' di profondità e spessore in più. Fatemi sapere che ne pensate, sono curiosa.
La storia sta giungendo al termine, penso che il prossimo sarà l'ultimo capitolo prima dell'epilogo.
Ah, su Ao3 e Wattpad ho messo una one shot Clexa in inglese, dal titolo You Found Me. Spero possa interessarvi e piacervi.
Grazie mille per leggere e recensire.
Al prossimo capitolo!
   
 
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