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Autore: Roxanne Potter    03/08/2022    3 recensioni
Merope pone nell'amore la fede che altri ripongono in Dio, ne insegue l'illusione come altri inseguono l'illusione del paradiso. La prima volta che i suoi occhi si posano su Tom Riddle, brividi di un calore fino ad ora sconosciuto le attraversano il corpo e lei comprende che dovrà fare di tutto per rendere quel giovane dalla bellezza eterea il principe azzurro che la condurrà via dalla sua prigione. Sarà lui che la spoglierà della solitudine e dell'odio che le sporcano la pelle e la renderà protagonista di una favola a lieto fine.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merope Gaunt
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Il peccato della serpe

Merope Gaunt viene al mondo nello squallore – orfana nutrita giorno dopo giorno dall'abbandono, serpe la cui arguzia viene sommersa dalla miseria che la circonda.
Il suo latte materno sono fantasie malate e violenze che le anneriscono il sangue. Suo padre non le ha donato altro che il peso di un antico prestigio (un nome di cui lei non sarà mai degna) mentre sua madre – quella donna dal sorriso dolce spirata fin troppo presto – le ha lasciato come unica eredità i ricordi delle antiche favole che le leggeva per farla addormentare; favole che hanno avvelenato la sua mente acerba ricamandola di illusioni infantili, delle folli utopie di principi azzurri e lieti finali.
Merope pone nell'amore la fede che altri ripongono in Dio, ne insegue l'illusione come altri inseguono l'illusione del paradiso. La prima volta che i suoi occhi si posano su Tom Riddle, brividi di un calore fino ad ora sconosciuto le attraversano il corpo e lei comprende che dovrà fare di tutto per rendere quel giovane dalla bellezza eterea il principe azzurro che la condurrà via dalla sua prigione. Sarà lui che la spoglierà della solitudine e dell'odio che le sporcano la pelle e la renderà protagonista di una favola a lieto fine.
Il giorno in cui finalmente Tom la bacia, Merope ride di gioia per la prima volta dopo la morte di sua madre, in preda a un impeto di euforia che rende il cielo più luminoso e il vento freddo una dolce carezza sul viso – per il paradiso in terra vale la pena spogliarsi dei propri natali, sradicare una a una le radici malate.
Tom diventa la forza che le scorre dentro, quella forza che lei da sola non ha mai posseduto, unica linfa vitale che la spinge ad abbandonare il letto al mattino per cogliere ogni fasto del nuovo giorno – Merope rinasce per l'amore, per occhi caldi e baci voraci che la nutrono come un latte materno, ignara di peccare dell'ingenuità di chi non ha mai conosciuto il mondo al di fuori delle sbarre di una prigione.

Vale la pena amare?
Le antiche favole d'infanzia l'hanno ingannata – l'amore non è salvezza, non è lieto fine.
L'amore è l'urlo che le dilania la gola mentre le sue mani scagliano a terra la bottiglia ormai vuota. L'amore è il suo corpo che si accascia lentamente al suolo, la sua guancia premuta contro il freddo pavimento cosparso di cocci di vetro, il sapore del vino che le tormenta le labbra secche, l'odore nauseabondo del vomito che impregna la stanza.
L'amore è non avere la forza di sollevare un braccio per scostare i capelli pieni di nodi che le ricadono sul viso.
Ti prego, Tom... tu mi ami lo stesso, vero?
No. Non ti amo. Sei un mostro.
L'amore è ossessione delle parole che le hanno spaccato in due i polmoni non ti amo non ti amo non ti amo non ti amo e hanno infestato il suo cervello in ogni istante di veglia e in ogni incubo di quelle ultime settimane. L'amore è non avere più alcuna ambizione non ti amo non ti amo non ti amo se non morire.
L'amore è la patetica imitazione del respirare, l'annaspare continuo mentre il cibo perde di sapore e i colori defluiscono dal cielo. Ormai il fuoco non scalda più, la musica è solo un ammasso di suoni insignificanti che scorrono freddi nell'aria. Anche la bacchetta che negli ultimi tempi ha ripreso vita tra le sue mani è tornata a non essere altro che uno squallido, inutile pezzo di legno marcito.
Amare è desiderare con tutta l'anima non ti amo non ti amo non ti amo che il dolore finisca, che il desiderio di morte di cui lei si nutre suo malgrado ogni giorno non ti amo non ti amo non ti amo prima o poi finirà per incenerirsi alla luce del sole.
Ogni notte Merope si addormenta pregando il Dio nel quale non ha mai creduto di potersi svegliare al mattino senza essere più innamorata di Tom Riddle. Ma le sue preghiere sono sempre rimaste inascoltate, forse perché Dio non esiste o forse perché quell'inferno in terra è la punizione che lei merita per i suoi peccati – Merope vorrebbe solo assassinare l'amore di cui è schiava ma è l'amore che sta assassinando lei.
Non ti amo non ti amo non ti amo se solo trovasse la volontà di scostarsi quei capelli sporchi e nodosi dagli occhi non ti amo non ti amo c'è una vita che sta sbocciando in lei e Merope tenta disperatamente di aggrapparsi a essa non ti amo non ti amo non ti amo per trarne forza ma la verità è che Tom è sempre stato la sua unica forza, solo per lui ha trovato il coraggio non ti amo non ti amo non ti amo di fuggire dal suo passato e se lui non la ama e non l'amerà mai lei non ha alcuna ragione per continuare a esistere.
Merope ha sentito raccontare da donne molto più anziane e mature di lei che la fine di un amore porta spesso con sé una scia di dolore simile a quella che accompagna un lutto ma che quel dolore svanisce nel tempo, che prima o poi si impara ad andare avanti e che, nonostante tutto, vale sempre la pena aver amato. Ma lei sa di essere troppo fragile per poter imparare ad andare avanti. Così come sa che nessun bacio, nessuna estasi, nessuno degli apici a cui Tom l'ha condotta possono ripagare questo inferno in terra, le ossa che sporgono dalla sua pelle sempre più cadente, i solchi rossi sulle braccia e sui dorsi delle mani dove più volte ha conficcato denti e unghie.
Vale la pena amare?
Merope allunga lentamente un braccio e raccoglie un coccio di vetro dal pavimento. La sua gola secca implora per un sorso d'acqua – lei implora per la morte.
Un attimo di esitazione. Ricorda confusamente che esiste un mondo lì fuori, un universo che non è fatto di squallidi artifici ma di cieli azzurri, risate, strade che brulicano di vita, piccoli piaceri quotidiani. Se solo trovasse la forza di fare una doccia e mettersi ai fornelli stasera potrebbe godere di un pasto magro ma caldo. Domani potrebbe far visita alla sua vicina e bere con lei una tazza di quel tè verde che ama così tanto.
Il bambino. Non posso lasciarmi andare. Devo prendermi cura del mio bambino.
Un lampo di gioia feroce all'idea che da lì a pochi mesi guarderà negli occhi suo figlio...
Non ti amo.
Il vetro penetra e trancia la carne. Il dolore esplode come una dolce consolazione mentre l'odore del sangue si mescola a quello del vino e del vomito.
Tom le spira via dalla mente insieme alla vita che le spira dalle labbra – la morte trova Merope finalmente libera dall'amore ma folle di rimpianto per tutti i soli che non vedrà mai più sorgere.
Vale la pena amare?
No. Non ne vale la pena.


   
 
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