Il
peccato della serpe
Merope
Gaunt viene al mondo nello squallore – orfana nutrita giorno
dopo
giorno dall'abbandono, serpe la cui arguzia viene sommersa dalla
miseria che la circonda.
Il
suo latte materno sono fantasie malate e violenze che le anneriscono
il sangue. Suo padre non le ha donato altro che il peso di un antico
prestigio (un nome di cui lei non sarà mai degna)
mentre sua
madre – quella donna dal sorriso dolce spirata fin troppo
presto –
le ha lasciato come unica eredità i ricordi delle antiche
favole che
le leggeva per farla addormentare; favole che hanno avvelenato la sua
mente acerba ricamandola di illusioni infantili, delle folli utopie
di principi azzurri e lieti finali.
Merope
pone nell'amore la fede che altri ripongono in Dio, ne insegue
l'illusione come altri inseguono l'illusione del paradiso. La prima
volta che i suoi occhi si posano su Tom Riddle, brividi di un calore
fino ad ora sconosciuto le attraversano il corpo e lei comprende che
dovrà fare di tutto per rendere quel giovane dalla bellezza
eterea
il principe azzurro che la condurrà via dalla sua prigione.
Sarà
lui che la spoglierà della solitudine e
dell'odio che le
sporcano la pelle e la renderà protagonista di una favola a
lieto
fine.
Il
giorno in cui finalmente Tom la bacia, Merope ride di gioia per la
prima volta dopo la morte di sua madre, in preda a un impeto di
euforia che rende il cielo più luminoso e il vento freddo
una dolce
carezza sul viso – per il paradiso in terra vale la
pena
spogliarsi dei propri natali, sradicare una a una le radici malate.
Tom
diventa la forza che le scorre dentro, quella forza che lei da sola
non ha mai posseduto, unica linfa vitale che la spinge ad abbandonare
il letto al mattino per cogliere ogni fasto del nuovo giorno
–
Merope rinasce per l'amore, per occhi caldi e baci voraci che la
nutrono come un latte materno, ignara di peccare
dell'ingenuità di
chi non ha mai conosciuto il mondo al di fuori delle sbarre di una
prigione.
Vale
la pena amare?
Le
antiche favole d'infanzia l'hanno ingannata – l'amore non
è
salvezza, non è lieto fine.
L'amore
è l'urlo che le dilania la gola mentre le sue mani scagliano
a terra
la bottiglia ormai vuota. L'amore è il suo corpo che si
accascia
lentamente al suolo, la sua guancia premuta contro il freddo
pavimento cosparso di cocci di vetro, il sapore del vino che le
tormenta le labbra secche, l'odore nauseabondo del vomito che
impregna la stanza.
L'amore
è non avere la forza di sollevare un braccio per scostare i
capelli
pieni di nodi che le ricadono sul viso.
Ti
prego, Tom... tu mi ami lo stesso, vero?
No. Non ti amo. Sei un mostro.
No. Non ti amo. Sei un mostro.
L'amore
è ossessione delle parole che le hanno spaccato in due i
polmoni non
ti amo non ti amo non ti amo non ti amo e hanno infestato il
suo
cervello in ogni istante di veglia e in ogni incubo di quelle ultime
settimane. L'amore è non avere più alcuna
ambizione non ti amo
non ti amo non ti amo se non morire.
L'amore
è la patetica imitazione del respirare, l'annaspare continuo
mentre
il cibo perde di sapore e i colori defluiscono dal cielo. Ormai il
fuoco non scalda più, la musica è solo un ammasso
di suoni
insignificanti che scorrono freddi nell'aria. Anche la bacchetta che
negli ultimi tempi ha ripreso vita tra le sue mani è tornata
a non
essere altro che uno squallido, inutile pezzo di legno marcito.
Amare
è desiderare con tutta l'anima non ti amo non ti
amo non ti amo
che il dolore finisca, che il desiderio di morte di cui lei si nutre
suo malgrado ogni giorno non ti amo non ti amo non ti amo prima
o poi finirà per incenerirsi alla luce del sole.
Ogni
notte Merope si addormenta pregando il Dio nel quale non ha mai
creduto di potersi svegliare al mattino senza essere più
innamorata
di Tom Riddle. Ma le sue preghiere sono sempre rimaste inascoltate,
forse perché Dio non esiste o forse perché
quell'inferno in terra è
la punizione che lei merita per i suoi peccati – Merope
vorrebbe
solo assassinare l'amore di cui è schiava ma è
l'amore che sta
assassinando lei.
Non
ti amo non ti amo non ti amo se
solo trovasse la volontà di scostarsi quei capelli sporchi e
nodosi
dagli occhi non ti amo non ti amo c'è
una vita che sta sbocciando in lei e Merope tenta disperatamente di
aggrapparsi a essa non ti amo non ti amo non ti
amo per
trarne forza ma la verità è che Tom è
sempre stato la sua unica
forza, solo per lui ha trovato il coraggio non
ti amo non
ti amo non ti amo
di fuggire dal
suo passato e se lui non la ama e non l'amerà mai lei non ha
alcuna
ragione per continuare a esistere.
Merope
ha sentito raccontare da donne molto più anziane e mature di
lei che
la fine di un amore porta spesso con sé una scia di dolore
simile a
quella che accompagna un lutto ma che quel dolore svanisce nel tempo,
che prima o poi si impara ad andare avanti e che, nonostante tutto,
vale sempre la pena
aver amato. Ma lei sa di essere troppo fragile per poter imparare ad
andare avanti. Così come sa che nessun bacio, nessuna
estasi,
nessuno degli apici a cui Tom l'ha condotta possono ripagare questo
inferno in terra, le ossa che sporgono dalla sua pelle sempre
più
cadente, i solchi rossi sulle braccia e sui dorsi delle mani dove
più
volte ha conficcato denti e unghie.
Vale
la pena amare?
Merope
allunga lentamente un braccio e raccoglie un coccio di vetro dal
pavimento. La sua gola secca implora per un sorso d'acqua – lei
implora per la morte.
Un
attimo di esitazione. Ricorda confusamente che esiste un mondo
lì
fuori, un universo che non è fatto di squallidi artifici ma
di cieli
azzurri, risate, strade che brulicano di vita, piccoli piaceri
quotidiani. Se solo trovasse la forza di fare una doccia e mettersi
ai fornelli stasera potrebbe godere di un pasto magro ma caldo.
Domani potrebbe far visita alla sua vicina e bere con lei una tazza
di quel tè verde che ama così tanto.
Il
bambino. Non posso lasciarmi andare. Devo prendermi cura del mio
bambino.
Un
lampo di gioia feroce all'idea che da lì a pochi mesi
guarderà
negli occhi suo figlio...
Non
ti amo.
Il
vetro penetra e trancia la carne. Il dolore esplode come una dolce
consolazione mentre l'odore del sangue si mescola a quello
del vino e del vomito.
Tom
le spira via dalla mente insieme alla vita che le spira dalle labbra
– la morte trova Merope finalmente libera dall'amore ma folle
di
rimpianto per tutti i soli che non vedrà mai più
sorgere.
Vale
la pena amare?
No.
Non ne vale la pena.