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Autore: Stillathogwarts    05/08/2022    2 recensioni
"Fare la cosa giusta... significava affidare il suo futuro a lui, mettere la sua felicità nelle mani di Draco Malfoy.
Equivaleva a fare un salto nel vuoto."
(Dalla storia)
______
Hermione e Draco devono usare la GiraTempo per rimediare a uno dei danni causati da Albus e Scorpius, ma nel farlo verrà a galla una verità sorprendente che li porterà a dover prendere una decisione difficile.
[DRAMIONE]
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Disclaimer: I personaggi e il mondo di Harry Potter in generale non mi appartengono. La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

CIRCLES
 
 
 
 
 
 
Hermione sbatté le palpebre più volte, sentendosi leggermente frastornata, mentre cercava di seguire le parole del suo migliore amico.
"E quando i ragazzi hanno usato la GiraTempo, hanno creato diverse linee temporali che rappresentano una seria minaccia per la stabilità del continuum spazio-temporale..."
C'era qualcosa di profondamente strano in quella situazione.
Non era solamente il disastro combinato da Albus Potter e Scorpius Malfoy a turbarla, ma anche la strana e sconosciuta sensazione che le attanagliava lo stomaco mentre Harry riepilogava la loro situazione.
"...Dobbiamo richiudere la frattura nella dimensione temporale..."
Dei brividi le percorsero la schiena, mentre il suo cervello cercava di dare un nome a quella sensazione.
"...estinguere quelle linee temporali che si sono diramate dalla principale..."
Con la coda dell'occhio, notò Draco Malfoy studiarla con aria perplessa e incuriosita allo stesso tempo.
‘Andiamo, Granger, davvero non hai ancora capito?’
"...riportando gli eventi alle condizioni in cui si sono verificate, in tal modo le linee temporali alternative si riunificheranno a quella principale..."
Hermione sospirò rassegnata, ma dall'espressione sul suo viso era palese che fosse irritata dal fatto che il suo cervello stava fallendo miseramente nel processare dei segnali.
Accadeva raramente, ma quando succedeva le saltavano i nervi. Non era una cosa che Hermione Granger poteva semplicemente accettare; il suo cervello, la sua mente, era tutto ciò che aveva, l'unica cosa su cui poteva e riusciva veramente a fare affidamento... e odiava quando essa deludeva le sue aspettative.
“Per cui pensavo che potremmo dividerci in coppie e metterci al lavoro" concluse il discorso Harry, lasciandosi andare ad un sospiro esausto.
Gli altri due uomini nella stanza annuirono, inespressivi.
"Beh io vado con mia moglie" disse Ron, sorridendo in direzione di Hermione.
"Non credo sia una buona idea" ribatté lei, mordendosi l'interno della guancia destra.
Il rosso la fissò confuso, mentre Draco Malfoy faceva del suo meglio per reprimere una sghignazzata. Ci riuscì a stento.
"Insomma, capisco che Harry e Draco abbiano sotterrato l'ascia di guerra, ma non sono sicura che collaborando da soli non si faranno a pezzi a vicenda e la posta in gioco qui è molto alta..."
"...E credi che io ci possa lavorare meglio?", la interruppe il marito sbalordito.
Hermione ruotò gli occhi. "Di male in peggio. Ci vado io, con lui. Tu andrai con Harry."
Tutti i presenti sgranarono gli occhi, tranne uno: il biondino.
Lui si limitò a lasciar comparire un sorrisetto beffardo sul volto e a fare spallucce.
“Per me va bene”, acconsentì in tono neutro.
"Sei impazzita? Non ti lascerò andare sola con lui in giro per le linee temporali alternative!", obiettò Ron, incrociando le braccia al petto.
La donna alzò un sopracciglio, rivolgendogli una domanda muta.
"È pur sempre Malfoy" disse lui, come se quella giustificazione spiegasse tutto.
"Se pensi ancora che possa affatturarla alle spalle, Weasley, sei tu quello fuori di testa", intervenne allora Draco. "Chi è che ha dei pregiudizi ora?"
"Non hai alcun diritto di farmi la morale su questo, Malfoy", ribatté piccato Ron. "Non tu."
Il biondo alzò gli occhi al cielo. "Tua moglie è perfettamente in grado di combattere le sue battaglie da sola, Weasley."
"Esattamente. E comunque, credo di essere stata l'unica persona al mondo a rivelarsi in grado di zittirlo", affermò con una punta di soddisfazione Hermione.
Draco le rivolse un'occhiataccia. "Mi hai tirato un cazzotto, Granger. Ed eri una ragazza, non potevo reagire..."
"Ah! Bella questa! Le davi il tormento, la insultavi quotidianamente, le auguravi la morte un giorno sì e uno no… ma ti facevi il problema-"
"Sono un gentiluomo, Weasley", lo interruppe seccamente l'altro.
"Abbiamo finito?" sbottò Harry, troncando di netto qualsiasi risposta l'amico avesse in serbo per il loro ex rivale scolastico.
"Non posso credere che dopo tutti questi anni ancora vi punzecchiate in questa maniera."
"No?", gli diede man forte Hermione. "E nella situazione in cui ci ritroviamo, per giunta! Harry, forse dovremmo occuparcene da soli."
Il moro annuì. "Ron, Draco, perché non andate a casa?"
"Non se ne parla!", esclamarono i due all'unisono, poi si guardarono a vicenda con aria truce e irritata al contempo.
Harry e Hermione per poco non scoppiarono a ridere a quella scena.
"Bene, direi che possiamo partire allora", convenne il moro, lanciando una GiraTempo a Hermione.
Con un colpo di fortuna e il genio della donna e dell'ex Serpeverde erano riusciti a potenziare l'ultima GiraTempo superstite del Ministero della Magia, per cui ne avevano due a loro disposizione per quella missione.
"Ci vediamo dopo, sperando che questa storia sia conclusa una volta per tutte."
"Aspetta, e se Malfoy avesse all’improvviso nostalgia dei vecchi tempi e decidesse di riunirsi ai Mangiamorte se dovessero finire nella linea temporale alternativa in cui hanno vinto loro la Battaglia di Hogwarts?", protestò Ron, ma Hermione aveva già fatto scivolare la catena attorno al suo collo e a quello di Draco e aveva fatto girare la clessidra.
"Ci vediamo a casa, Ronald", disse con un tono cantilenante, rassegnato ed esausto, mentre spariva dalla visuale degli altri due terzi del trio.
§
"Scommetto che non litigate per niente", commentò divertito Draco una volta riapparsi sul luogo della loro meta.
Hermione sbuffò, sfilando la catenina e mettendo al sicuro la GiraTempo nella tasca interna del suo giubbotto babbano. "Non che siano affari tuoi."
Il biondo scrollò le spalle. "È solo che non ho mai capito come siete finiti insieme, voi due. Siete molto diversi."
"Gli opposti si attraggono, mai sentito questo detto, Draco?"
"Sono più per il chi si somiglia si piglia, Granger" replicò lui con aria di sfida.
"Non avevo dubbi" sospirò la donna, scuotendo la testa.
"Forza, togliamoci di mezzo" lo spronò prima che potesse avere il tempo di ribattere.
Un'ora dopo, Hermione era certa di aver sbagliato qualcosa.
Lo trascinò nella Stamberga Strillante, che Draco scrutò con un'espressione disgustata sul viso, e poi iniziò a fare avanti e indietro per la stanza con fare nervoso e agitato.
"Mi stai facendo venire da vomitare, Granger."
"Non siamo al momento giusto" affermò ignorando la frecciatina dell'uomo. Gli lanciò contro la Mappa incantata che indicava il punto in cui si era verificata l'anomalia che aveva fatto diramare la linea temporale principale.
"Questo è il 1999 e non siamo nella linea temporale alternativa in cui ha vinto Voldemort."
Diceva sempre così. Harry e Ron non si facevano mai problemi nel definirla la realtà in cui ‘hanno vinto i Mangiamorte’, ma lei evitava l'espressione; Draco sapeva che lo faceva per evitare di metterlo a disagio e in un certo senso le era grato, anche se non credeva di meritare quell'accortezza da parte sua.
"Perché siamo qui? Questa è la nostra linea temporale. Guarda" gli disse estraendo la Mappa del Malandrino di Harry dalla sua borsetta.
"Io sono a Hogwarts e... oh, aspetta. Ci sei anche tu. Forse è questa l'anomalia. Tu non dovresti essere a scuola durante il mio ultimo anno."
"Ero a Hogwarts, Granger" rivelò lui a quel punto. "Solo che non lo sapeva nessuno."
"Che cosa?"
L'uomo fece spallucce. "Un ex-Mangiamorte scampato per miracolo a una condanna ad Azkaban in giro per la scuola... riesci a vedere le problematiche?"
"La McGranitt ti ha permesso di ultimare gli studi di nascosto?"
Lui annuì. "Era quello o gli arresti domiciliari al Manor per un anno. Non volevo... stare lì."
Il tono in cui disse quelle parole le fecero avvertire una stretta all'altezza dello stomaco.
Forse c'era qualcosa in Draco Malfoy che non aveva capito; forse le mancavano dei pezzi e le mancavano da sempre.
"Ma... come hai fatto?" indagò ulteriormente, curiosa.
"Ho avuto un aiuto" rispose evasivo, lo sguardo accuratamente lontano dagli occhi di lei.
"Dai, come hai fatto a superare gli esami senza seguire neanche una lezione? Dubito che gli insegnamenti dei Carrow ti siano stati utili in alcun modo quell'anno."
Lo sguardo di Draco si rabbuiò a quel ricordo oscuro.
"Le ho seguite le lezioni, Granger. Prendevo una Pozione dell'Invisibilità."
Gli occhi della donna si allargarono mentre tutto le diveniva più chiaro.
"E di che aiuto parlavi, allora?"
"Non sono affari tuoi, Granger" asserì in tono asciutto. "Per la barba di Merlino, avevo dimenticato quanto fossi ficcanaso."
Hermione sbuffò e decise di cambiare discorso.
"Allora, perché tu non sembri confuso, né preoccupato?"
Il biondo scrollò le spalle. "Troveremo una soluzione."
‘Dai, Granger, fai girare gli ingranaggi che stimolano il tuo brillante cervello...’
Hermione assottigliò lo sguardo. "Stai Occludendo, Draco?"
"Io Occludo continuamente e lo faccio da ben prima di imparare l'Occlumanzia, Granger. Ecco perché sono sempre stato così bravo in materia."
La donna ringhiò frustrata. "Sai, inizio a ricordare perché non ti sopportavo..."
"Sono abbastanza sicuro che il mio sopprimere le emozioni non c'entrasse assolutamente nulla con quello" ribatté lui, lanciando degli incantesimi contro il vecchio e logoro letto per ripulirlo.
Ci si stese sopra e prese a guardare il soffitto, le gambe incrociate e le braccia dietro la testa.
Hermione sospirò esasperata. Provava ancora quella sensazione assurda e fastidiosa che non riusciva a spiegarsi, come se... come se... come se avesse le risposte a portata di mano, ma non fosse in grado di afferrarle.
Come se...
Ci rinunciò una seconda volta, frustrata.
L'incertezza riguardo alla situazione in cui si erano andati a cacciare non faceva che peggiorare il suo malumore.
E il suo pessimismo.
"Finiremo per peggiorare le cose, maledizione."
Draco fece ruotare gli occhi.
"Questa è la GiraTempo modificata del Ministero?"
Lui scosse il capo. "È la mia."
"Credi possa essersi danneggiata?"
"No, Granger" rispose con fermezza.
Lei sollevò un sopracciglio. "Come fai ad esserne sicuro? Non l'hai neanche guardata."
"Non ho bisogno di guardarla..."
"Ah, adesso mi dirai che riesci a percepire gli Artefatti Oscuri o qualche stupidaggine del genere."
Il biondo sbuffò. "Quando la smetti di valutare assurdità, svegliami."
"Fai sul serio?" chiese scioccata la donna, ma lui non mosse un muscolo in seguito alla sua protesta.
"Draco Malfoy, non puoi sul serio metterti a fare un pisolino ora!"
"Sono esausto, Granger."
E dal tono della sua voce la stanchezza traspariva perfettamente, solo che Hermione non riuscì a capire in merito a cosa si sentisse così esausto... perché era palese che non stesse parlando di stanchezza fisica.
Si portò le mani sul volto e si concentrò per ricacciare indietro le lacrime dovute al nervoso.
Poi sospirò e si lasciò scivolare per terra, poggiando il capo contro la parete.
‘Che accidenti sta succedendo?’ pensò confusa e amareggiata.
‘Perché non riesco a capire quale sia il problema?’
§
Lo svegliò un'ora dopo.
"È a Hogwarts" affermò Hermione con convinzione. "La causa dell'anomalia. E noi non possiamo entrarci perché siamo entrambi lì e tu, per di più, vai scorrazzando per il castello sotto effetto della Pozione dell'Invisibilità. Dubito che ci sia un modo per individuarti ed evitarti..."
Draco sbadigliò.
"Ti sto annoiando?"
"No, Granger."
"Questa è una questione serissima, Draco e... aspetta! Possiamo usare la Mappa del Malandrino per evitarti, risulti comunque su questa!" esclamò trionfante, sventolando l’oggetto in direzione del biondino.
L'uomo mimò un "evviva!" che di entusiasta non aveva assolutamente nulla.
"Si può sapere che ti prende?" chiese accigliandosi la donna.
"Te l'ho già detto, Granger" ripeté lui. "Sono esausto."
Hermione sbuffò sonoramente. "Beh, se ci diamo una mossa e risolviamo la situazione, potremo tornare a casa e ti potrai riposare, Malfoy."
Draco fece ruotare gli occhi.
‘Se non capisci cosa sta accadendo veramente, non potrò mai avere pace... e dirtelo io stesso non porterebbe a nulla di buono.’
"Sono d'accordo" disse allora il biondo. "L'anomalia è a Hogwarts."
"Allora andiamo, no? Cosa stiamo aspettando?"
"Nulla, Granger" rispose stancamente lui. "Andiamo."
§
Chiuse gli occhi, non appena sbucarono fuori dal passaggio.
Hermione aprì la Mappa e corrugò la fronte, confusa.
"Draco... qui dice che siamo insieme" constatò. "Ma non è possibile."
"No?" chiese lui, deglutendo.
"Per quale motivo dovremmo essere nello stesso punto del giardino? E poi tu dovresti essere tipo... invisibile, no? Mi stavi facendo qualche scherzo dei tuoi?"
Draco ruotò gli occhi.
"Vieni con me, Granger", la invitò stancamente.
La prese per mano e, prima che Hermione potesse emettere alcun suono, prese a camminare a grosse falcate, trascinandosela dietro.
Si nascosero dietro un albero, e restarono in attesa.
"Cosa stiamo aspettando?"
"Guarda" rispose semplicemente lui. "Vuoi sapere qual è l'anomalia? Stai per vederla con i tuoi occhi."
Hermione gli lanciò un’occhiata indagatrice. "E cosa ne sai tu?"
Draco posò entrambe le mani sulle sue spalle con fermezza e la obbligò a voltarsi.
Hermione si irrigidì e sgranò gli occhi alla scena che le si parò davanti.
Erano loro due, l'anomalia.
La sua versione più giovane era sbucata da dietro un angolo all'improvviso, sorridente... correva, come se fosse inseguita da qualcuno per gioco, ma non c'era nessuno, finché una testa bionda non apparve qualche istante dopo essersi riparata dietro l'albero più appartato del giardino; ammiccava, stringendo una fiala vuota tra le mani.
L'antidoto alla Pozione dell'Invisibilità, lo riconobbe immediatamente.
"Draco, non dovresti rischiare..." disse la Hermione del settimo anno, lanciandogli uno sguardo ammonitore.
"Sai che mi piace essere me stesso, quando sono con te" rispose il Draco più giovane, tirandola per un braccio e attirandola a sé.
Hermione si voltò a guardare Draco allarmata, un'espressione indecifrabile sul viso.
"Che accidenti vuol dire?"
L'uomo di fronte a lei deglutì e si sedette sull’erba, con la schiena contro il tronco dell’albero. Hermione si accomodò al suo fianco.
"È questa l'anomalia? Noi due? Come diavolo è possibile che sia successo?"
Draco la studiò senza dire niente.
"Lascia stare. Dev'essere facile, no? Basta Obliviarli e tutto tornerà alla normalità, l'anomalia sparirà e la frattura nella linea temporale principale svanirà."
"È questa la linea principale, Granger" mormorò sommessamente lui, il suono della sua voce quasi inudibile. “Siamo noi che viviamo in una delle linee parallele.”
"Come scusa?"
"È sempre stato così" precisò Draco. "Non siamo noi due insieme, l'anomalia."
La donna lo fissò perplessa.
"Di che diavolo..." lasciò la frase in sospeso, mentre una consapevolezza la colpiva in pieno all'improvviso e tutto iniziava a sembrarle più chiaro.
Déjà-vu. Ecco qual era la definizione della sensazione che aveva avvertito fin dall'inizio.
"Non siamo in una linea temporale alternativa, al momento..." sussurrò sconvolta lei. "Siamo in un loop temporale."
Draco annuì, gli occhi chiusi.
"Ecco perché avevi la risposta pronta a tutto quello che dicevo, perché non eri preoccupato... aspetta, tu ricordi ogni loop?"
Il biondo fece un altro cenno di assenso con il capo.
"Perché io no?"
Draco strinse gli occhi più forte e con una lieve alzata del mento indicò le loro due versioni più giovani nascoste a pochi passi da loro, che si baciavano con trasporto.
Una smorfia comparve immediatamente sul viso di Hermione.
"Quindi dobbiamo capire come romperlo... se li obliviamo, potrebbe risolvere la situazione, rimettere le cose a posto, no?"
Draco la fissò di nuovo per diversi istanti, ma senza dire niente; si lasciò ricadere ulteriormente sull'erba fresca accanto a lei, sorreggendosi su un gomito, e ne afferrò un po' tra le dita, giocandoci.
"Non mi stai ascoltando. Non sono loro, l'anomalia" ripeté stancamente. "Siamo noi."
Hermione corrugò la fronte, il suo cervello lavorava a mille per elaborare le sue parole.
"Aspetta un attimo" mormorò sconvolta dopo qualche minuto di silenzio. "Stai dicendo che l'anomalia siamo noi che li Obliviamo? Siamo stati noi a creare il loop?"
Draco annuì. "E anche la linea temporale alterata da cui veniamo. È... un paradosso."
La donna sentì improvvisamente la gola seccarsi.
"Draco, perché tu ricordi e io no?"
"Sono un Occlumante, Granger. Non posso Obliviare me stesso perché neanche io posso penetrare nella mia stessa mente e incasinarla."
La mascella di Hermione cadde a terra.
"Mi stai dicendo che... ho creato tutto io? E che per tutto questo tempo tu hai rivissuto... non capisco... noi, loro... come..."
"Durante il settimo anno dopo la guerra. Tu eri l'unica a sapere di me. Studiavamo insieme..."
Spiegava perché non lo avesse mai visto sulla Mappa quell'anno, Harry l'aveva lasciata a lei... si era Obliviata, non ricordava assolutamente nulla del Draco dell'ultimo anno di scuola... della sua versione migliore, a quanto pareva.
"Ma Ron..." lo interruppe lei, sempre più confusa.
"Come ci siete finiti insieme, Granger?"
"Ci siamo baciati, nella Camera dei Segreti, durante la Battaglia..." iniziò a raccontare.
"E poi?"
"E poi... e poi siamo partiti in vacanza con Harry e... e prima di tornare a scuola..." e le tornò in mente un dettaglio che fino a un attimo prima era sfocato, perso da qualche parte nella sua mente.
Lei e Ron non stavano insieme durante il suo settimo anno a Hogwarts. Avevano deciso di non mandare avanti quella storia, di capire cosa volessero veramente dalla vita, prima di iniziare qualsiasi coinvolgimento romantico serio.
E poi lui aveva iniziato l'accademia per Auror e aveva cominciato a vedere Susan Bones e quando glielo aveva scritto in una lettera lei... lei era andata da Draco, per sfogarsi.
Se la ricordava vagamente, la loro conversione. La sentiva riecheggiare nei meandri della sua mente, come l'eco di un suono lontano, lontanissimo negli anni.
"Quello stupido di Weasel ti ha mollata e quindi sei venuta da me per sfogarti? Sai benissimo che non ti chiamerò in quel modo! Studiamo insieme da mesi, sai benissimo che vedo un Magi-psicologo dalla fine del mio processo e che non ho più nulla contro di te o contro i Nati Babbani! Non voglio litigare con te e non lo farò solo per farti sfogare! Se vuoi parlare ti ascolto, ma non... non voglio litigare con te."
E da quel giorno non avevano fatto altro che parlare, studiare insieme e avvicinarsi... finché... finché non l'aveva baciata... il giorno di San Valentino.
Faticava persino a credere che Draco Malfoy avesse potuto fare una cosa del genere.
Le sembrava tutto troppo assurdo e le faceva male la testa.
Come ci era finita con Ron, allora?
Hermione deglutì forte.
"Quante volte?" domandò esitante. "Quante volte me lo hai lasciato fare? Quante volte mi hai lasciata obliviare lei?"
Draco le rivolse un sorriso triste. "Ad oggi, Granger, ti ho persa 394 volte."
Lo sguardo sul viso della donna si allargò, mentre il suo cervello elaborava quelle parole.
"Perché ora? Perché mi dici tutto solo ora?"
"Te l'ho detto, sono esausto" mormorò lui. "Sono stanco di svegliarmi ogni mattina da solo sapendoti con un altro uomo. Sono stanco di sapere che tutto ciò che abbiamo non è reale, che mio figlio non è reale, che io non sono reale, come non lo sei tu. E che per esistere stiamo rubando la loro vita" aggiunse indicando i due giovani che si baciavano con trasporto e dolcezza a pochi passi da loro.
"Non... non posso più continuare a farlo, non è giusto. Per me è arrivato il momento di lasciar andare questa esistenza fittizia e parassitaria."
"Perché lo hai fatto in primo luogo?"
Draco rise amaramente. "L'espressione di disgusto sul tuo viso quando ci hai visti baciarci per la prima volta. Il timore di ferirti, che non sia io quello che desideri. Il pensiero orribile di perdere Scorpius se ti avessi fermata... se rompiamo il loop, Granger, non saremo solo noi a cessare di esistere, ma anche i nostri figli."
"Come puoi esserne certo? Magari dopo la fine dell'anno scolastico o ad un certo punto nel futuro..."
L'uomo scosse il capo. "So cosa sento. So cosa sente lui. E so cosa sente lei. Se rompiamo il loop, non c'è modo che ti lasci andare. Se pensi che non sfiderei la mia intera famiglia per te, ti sbagli. Non che tu possa saperne qualcosa, comunque. Non ricordi nulla di me, a parte le cose brutte."
Hermione chiuse gli occhi, si prese il volto tra le mani.
"Cosa... non so cosa fare..."
"Per 394 volte ti ho accompagnata da loro e ho visto il me più giovane fidarsi della sua versione adulta, capire e non prendere l'antidoto per la Pozione dell'Invisibilità. L’ho visto letteralmente sparire dalla tua vita, sapendo che quella versione di me in quel momento stava pensando che lo stessi avvisando per il tuo bene, per poi arrivare a questo punto ogni dannata volta e realizzare che è stato tutto solo uno stupido glitch nella linea temporale. E poi ricominciare di nuovo dall'inizio, in continuazione.”
Draco fa una pausa, trae un respiro profondo, poi sospira rassegnato. “Ma posso spezzarmi il cuore una 395esima volta e una 396esima volta, andare avanti all'infinito, se è quello che desideri. Se mi dici che Weasley ti rende felice. Veramente felice. Se mi assicuri che sei disposta a sacrificare il futuro di quelle versioni di noi stessi, pur di non cambiare la vita che hai ora. La scelta è tua, Granger."
Hermione lo guardò con le labbra dischiuse, mentre si asciugava delle lacrime sfuggite al suo controllo.
"Sarebbe come sentenziare una condanna a vita."
Draco le sorrise. "È esattamente ciò che è per me. Una specie di inferno personale. Forse è quello che merito. Una degna punizione per pagare per i miei errori passati."
Hermione si morse con forza il labbro inferiore, poi scosse il capo lentamente, cacciando indietro le lacrime.
Fare la cosa giusta, rompere il loop... significava cancellare dall'esistenza tutta la sua vita per come la conosceva, il suo matrimonio, i suoi figli... affidare il suo futuro a lui, mettere la sua felicità nelle mani di Draco Malfoy.
Equivaleva a fare un salto nel vuoto.
Si voltò a guardare le loro versioni più giovani; si stavano guardando e ridevano.
Lui giocava distrattamente con una ciocca dei capelli di lei, mentre le accarezzava dolcemente una guancia con la mano libera. E lei disegnava dei ghirigori con le dita su un lembo di pelle del petto di lui, lasciato scoperto dai primi bottoni aperti della sua camicia.
Non aveva mai visto quello sguardo sul volto di Draco; libero, sereno... felice.
E non aveva mai visto sé stessa guardare Ron come la sua versione più giovane stava guardando Draco in quel momento.
Persa completamente nel suo sguardo... innamorata.
Sospirò.
Non capiva quello che stava vedendo, ma capiva che mandare avanti quel loop non era la cosa giusta da fare per nessuno.
"È il momento, Granger" mormorò l'uomo, "la scelta è tua."
Hermione annuì, si alzò in piedi e gli tese la mano.
Draco si inumidì le labbra prima di afferrarla e rialzarsi, convinto che stesse per condurlo verso la 395esima volta in cui avrebbe visto la sua versione più giovane perdere l'amore della sua vita, la ragazza che aveva lottato per avere e soprattutto per meritare, diventando un uomo migliore... la ragazza che gli aveva dato redenzione e perdono e lo aveva aiutato a perdonare sé stesso per i suoi sbagli.
"Pronta?" le chiese sconfitto.
Lei fece un cenno di assenso con il capo.
"Come dovrebbe funzionare? Dovremmo sparire e basta?"
Draco spalancò gli occhi.
"Cosa?" chiese stupito. "Non... non hai intenzione di..."
Hermione scosse la testa. "Non sarebbe giusto. E poi… questo non è vivere."
L'uomo si passò una mano sulle labbra, poi le afferrò un braccio e la spinse contro di sé, per poi circondarla con le sue braccia.
Insieme, anche nel loro momento finale, nonostante tutto.
Il loro ultimi pensieri furono rivolti a Scorpius, Rose e Hugo... mentre i loro corpi si dissolvevano nel nulla e la storia iniziava a fare il suo corso, lasciando agli eventi il modo di svilupparsi come avrebbero dovuto fin dall'inizio.




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Salve a tutti!
Questa storia nasce dal nulla durante una notte insonne, ma spero che vi sia piaciuta ugualmente.
Ringrazio in anticipo chiunque mi lascerà un feedback, fa sempre piacere leggere le vostre recensioni!
A presto :) 

 
   
 
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