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Autore: pattydcm    08/08/2022    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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35 Un nuovo importante indizio

 

<< Non dovrai preoccuparti perché io sarò sempre con te. Non ti farà male in alcun modo. Anzi, ti ritroverai in un luogo tranquillo dove potrai riposare al sicuro >>.

Alex gli ha ripetuto più volte questa frase durante tutto l’ultimo mese dei suoi nove anni. Il luogo di cui gli parlava lo incuriosiva ma allo stesso tempo ne aveva paura. Di quello come del Guardiano che sarebbe arrivato a impossessarsi del suo corpo.

<< Per assolvere al tuo compito >> diceva Alex, ma non riusciva a capire perché dovesse arrivare un estraneo a svolgere qualcosa che era stato affidato a lui.

<< Perché sei troppo giovane >> gli aveva risposto nei primi cinque anni.

<< Perché lui conosce tecniche che sarebbe complicato per te apprendere >> gli aveva detto nei cinque anni seguenti e lui, poi, non aveva più posto domande.

Dopo quattordici anni sta tornando a chiedersi perché debba prestare il suo corpo e la sua mente a questo Guardiano di anime del quale non conosce neppure il volto. Deve, però, essere inquietante e il terrore di Rio all’idea di avere a che fare con lui è stata solo l’ennesima conferma.

Marco ha ragione, non è per nulla bello scoprire di essere usati. È frustrante, disarmante e scatena un turbinio di emozioni contrastanti che vorticano tutte insieme, generando una confusione tale da togliere il fiato.

Non è neppure più certo che quest’uomo che si impossessa del suo corpo e che gli è stato detto essere un Guardiano di anime giochi dalla parte dei buoni, sebbene fino ad ora sia stato invocato per aiutare il prossimo, vivo o anima errante che fosse.

<< Il prossimo. Non me >> realizza e la morsa che gli attanaglia i visceri è forte come una pugnalata.

Anche per lui un luogo sicuro si è trasformato in una trappola capace di generare solo paura e sofferenza. Anche lui come Rio ha dovuto farvi fronte indossando innumerevoli maschere. Oggi quella del figlio devoto. Domani quella dello studente giudizioso. Poi quella del ragazzo innamorato e fedele. E se è bastato un rito di purificazione per far cadere l’ultima maschera indossata dal suo tutor, perché non potrebbe anche lui lasciarne cadere almeno una?

E’ così invitante lo sguardo seducente di Selvaggia e lo sono anche le sue labbra carnose e desiderose di portarlo a percorrere un nuovo sentiero fatto di regole da infrangere. Regole che ha iniziato alle quali ha iniziato a disubbidire quando ha deciso di accettare l’offerta di lavoro che oggi lo porta a viaggiare per l’Italia saltando di sagra in sagra. Una decisione che gli è stata possibile compiere grazie all’assenza delle sue guide.

<< Liber sum >> ripete ora tra sé e i caratteri con i quali queste due parole sono state incise per sempre sulla pelle del suo tutor lo circondano e lo stringono fino ad entrargli dentro.

<< Nessuno lo saprà. Sarà il nostro segreto >> sussurra Selvaggia prima di lanciarsi in un ennesimo bacio appassionato. Il profumo della sua pelle morbida sotto le dita lo porta lontano dal Guardiano di anime, da Nikky e dal suo fedele amore romantico e travagliato, lontano da tutte le regole da seguire con giudizio e coscienza.

<< Chi può impedirmelo? >> si chiede, provando un’enorme soddisfazione all’idea di violare volutamente gli ordini sociali, morali ed etici fino ad ora impartiti. << Chi può impedirmelo? >> ripete, maturando dentro di sé per la prima volta il desiderio reale di voltare le spalle all’Energia Universale e a tutte quelle dannate anime che invocano il suo aiuto.

 

<< Ehi, Mic? Mic, Svegliati! Che ti prende? >>.

Balza a sedere spaventato dal volto sconosciuto che si trova davanti agli occhi.

<< Sì, lo so, sono orrendo. Non c’è bisogno che tu mi sbatta la realtà dei fatti in modo così violento davanti agli occhi >> ribatte Rio.

<< Ma no. Non era per quello. Non ti ho riconosciuto >>.

<< Vale, vale. No hay problema. Vamos, alza il culo dal letto. Ho bisogno del tuo aiuto per mettere a posto ‘sto casino >>.

Mirco stropiccia gli occhi mettendo a fuoco un pezzo alla volta la scena che sembra essere iniziata da un pezzo e nella quale è stato tirato dentro solo adesso. Un numero esagerato di barattoli e flaconi sono stati ordinati ai piedi del letto e Rio è intento a spalmare quello che sembra essere un olio su tutto il corpo.

<< Hai avuto un altro incubo? >> gli sta chiedendo questi, scrutandolo col suo sguardo inquisitore.

<< Nulla di serio. Tu, piuttosto, che stai facendo? >> gli chiede Mirco arricciando il naso.

<< Pongo rimedio alle conseguenze del vostro rito di purificazione. Per fortuna Mistica mi ha dato una bella scorta di questa roba >> risponde e Mirco si rende conto di come le macchie bianche causate dalla vitiligine non siano più presenti sulla sua pelle che è ora uniformemente chiara.

<< Forte! >> esclama avvicinandosi ai barattolini che inizia ad esaminare.

<< Per nulla! E’ dannatamente provvisorio >> ribatte Rio. << Quando mi hai guarito dalle ustioni, la copertura si era già in parte sbiadita e l’ho sistemata con questi cosmetici waterproof iper coprenti, ma la situazione non era così grave. Mistica aveva coperto sia le macchie che i tatuaggi con il trucco semipermanente, che è molto più sicuro e mi leva parecchio stress di dosso. Una volta a Torino dovrò chiederle di venire a trovarmi per rimettere su per bene Valerio Rossi. Tieni questo >> gli dice passandogli un barattolo di crema. << Ho bisogno del tuo aiuto per la schiena >>.

Rio si siede ai piedi del letto e Mirco gli si avvicina provando soggezione dinanzi a queste spalle larghe e forti. Toglie il tappo al barattolo che contiene una crema dal colore chiaro verso la quale avvicina appena il dito per raccoglierne un po’ prima di avvicinare la mano al tatuaggio che però non tocca. Non dovrebbe più essere invaso dalle terribili immagini del passato di quest’uomo eppure teme che possa accadere.

C’è anche qualcos’altro che lo spaventa. Aveva già notato come gli occhi verdi di Rio fossero capaci di rendere il suo sguardo e quel modo di osservare il prossimo ancora più duro, al punto da metterlo in soggezione. Ora che la maschera è caduta rivelando il suo vero volto, prova vergogna nel rendersi conto di quanto lo spaventino queste sopracciglia aggrottate, la mascella serrata e le labbra assottigliate dalla tensione. Non sa dire se siano le cicatrici che le spaccano entrambe a conferirgli quest’aria feroce o se sia la consapevolezza di essere a conoscenza del suo segreto. Perché quale sia il vero aspetto di Rio è una di quelle cose che nessuno all’interno della redazione deve conoscere.

Forse è per questo che il suo tutor stamattina è così nervoso. E’ possibile che essere così a nudo dinanzi a lui lo metta a disagio oltre che preoccuparlo, al punto da rivolgergli sguardi truci e atteggiamenti bruschi capaci di far tremare le dita di Mirco, ora che finalmente decide di appoggiare sul tatuaggio del quale gli ha chiesto di occuparsi.

Rio si irrigidisce a quel semplice tocco tanto che il ragazzo allontana la mano sussurrando delle scuse alle quale lui risponde con una veloce alzata di spalle.

<< Devi usare questi pennelli >> gli dice porgendogliene uno, che subito intinge nel barattolo.

<< I tuoi tatuaggi hanno un significato? >> gli chiede impacciato, nel disperato tentativo di rompere il pesante silenzio nel quale sono caduti.

<< Certo che ce l’hanno e tu lo conosci >>.

A quanto pare si è sbagliato: il suo tutor non è nervoso perché il rito effettuato dal Guardiano ha cancellato le tracce di Valerio Rossi dal suo corpo. A indispettirlo è stato lo scoprire che suo fratello lo abbia messo a conoscenza del suo passato.

Marco compare appoggiato alla parete dinanzi a loro. Fatica a rivolgere lo sguardo a Rio, che deve averlo sgridato per bene a giudicare dalla colpa che ha dipinta in viso. Annuisce scoccandogli appena un’occhiata e Mirco non trova per nulla giusta questa situazione.

<< Nikky è venuta a conoscenza del mio segreto trovandosi nel posto sbagliato e al momento sbagliato >> dice catturando l’attenzione di entrambi. << Mi ero detto che avrei fatto di tutto per proteggerla o, come diceva Alex, proteggere me stesso. Non si può, però, controllare ogni cosa e quando è successo ho capito perché la mia guida continuasse a darmi dell’ingenuo e dell’irresponsabile. Me ne ha dette tante! Oh bòja, nemmeno mia madre mi ha mai sgridato così tanto >> ridacchia amareggiato. << E il suo cazziatone mi ha portato a diffidare di lei, ad avere paura che potesse guardarmi con occhi diversi e che raccontasse in giro il mio segreto mettendomi seriamente nei guai. Non riuscivo a reggere la tensione e le avevo chiesto di vederci con l’intenzione di cancellare ogni traccia di ciò che era accaduto dalla sua memoria >>.

<< Puoi davvero fare una cosa simile? >> domanda Rio stupito.

<< Certo. E’ una semplice tecnica ipnotica di rimozione non molto più complessa di quella che ho usato su Selvaggia dopo l’interrogatorio. Non ho avuto il coraggio di farlo, però. Sarebbe stato come usarle violenza e non me lo sarei mai perdonato. Sono riuscito solo a esplodere in un pianto disperato e a vuotare il sacco senza pensare al fatto che mettendola a conoscenza delle mie intenzioni lei potesse spaventarsi ancora di più. E invece sai che ha fatto? >> dice incontrando lo sguardo curioso di Rio << Mi ha tenuto stretto per tutto il tempo e mi ha assicurato che avrebbe custodito il mio segreto. Le era fin troppo chiaro che svelandolo avrebbe dato solo un pretesto ai nostri paesani ignoranti per armarsi di forconi e correre a dare la caccia al mostro >>

<< E nonostante questa possibilità tu ti sei fidato di lei? >>.

<< Già già. L’ho fatto perché so quanto ci tenga a me. Ammetto, però, di essermi chiesto molte volte se non avessi fatto meglio a strappale quel ricordo dalla memoria, perché i segreti anno un costo, Rio e tu lo sai meglio di me >> sospira volgendo a lui lo sguardo. << Non è facile tenersi dentro il dolore di sapere una persona amata intrappolata in una situazione complicata e per la quale non c’è alcun rimedio. Vivere l’impotenza di non poter essere d’alcun aiuto ma solo di conforto è devastante ed è nell’umana natura aver bisogno di potersi sfogare. Lei spesso parla con la sua migliore amica di quanto questa mia epilessia la preoccupi e in questa bugia versa tutte le lacrime causate dalla verità che non può rivelare. Marco, invece, aveva solo te >> dice cogliendolo di sorpresa. << Si è tenuto dentro l’inferno che anche lui ha vissuto al tuo fianco per tutti gli anni in cui è stato in vita e poi, divenendo tuo custode, è entrato ancora di più nel tuo dramma e questa volta non aveva proprio nessuno con cui potersi sfogare. Ieri lo ha fatto con me e non solo perché sono il suo guardiano. Lo ha fatto anche perché sa che io non ti guarderò con occhi diversi, né ti giudicherò in alcun modo e soprattutto terrò per me il tuo segreto proprio come ha fatto lui >>.

Le mani di Rio tremano mentre passano tra i ricci e sembrano proprio non riuscire a stare ferme quando da lì scendono ad accarezzare il viso. Dalle palpebre, strette in una dolorosa espressione di tristezza scendono alcune lacrime che gli rigano il viso per poi cadere giù e continuare la loro corsa lungo il braccio. Il suo respiro trema nonostante cerchi di controllarlo e Mirco vorrebbe posare anche solo la mano sulla sua spalla per confortarlo, ma sente a pelle che è meglio che resti fermo al suo fianco.

È Marco che si avvicina loro. Ha la stessa tristezza del fratello sul volto e la gola bloccata dall’emozione. Riesce solo a volgere lo sguardo verso Mirco e chinare appena il capo a ringraziarlo per le sue parole prima di posare la sua mano su quella che Rio tiene ancora sul volto. Il tremore si quieta immediatamente così come il respiro che diviene più regolare.

<< Disculpame, soy un maldito egoìsta1 >> sussurra e Marco lo stringe in un abbraccio dinanzi al quale Mirco si sente di troppo.

<< Yo también. Perdònense unos a otros, capitàn2 >> sorride, volgendo poi lo sguardo a Mirco al quale sussurra un ‘grazie’ che lo mette ancora di più in imbarazzo.

<< Bene, direi che vi siete chiariti. Ora torniamo al lavoro >> dice lui, spostandosi nuovamente alle spalle di Rio << Questa è una volpe? >> chiede, picchiettando col pennello sulla spalla destra dove ha tatuato quello che sembra essere il logo del motore di ricerca Fire Fox.

<< Sì. E’ una cosa legata al mio lavoro. E lo è anche questo >> lo anticipa mostrandogli la scritta che ha alla base del polso sinistro.

<< ‘Hasta la verdad, siempre’. Ma non era la victoria? >>.

<< Quella lo era per Che Guevara. Per il mio capo, invece, la cosa più importante di tutte è quella di continuare imperterriti finchè non si porta alla luce la verità >> spiega gettando sul letto il barattolo dell’olio per pescarne un altro.

Lo apre con non poca difficoltà a causa del tremore che ancora gli scuote le mani. E’ possibile che accennare al suo capo non gli abbia fatto piacere e per questo sia di nuovo scosso da tremori. Marco, però, scuote il capo senza dare altra spiegazione, cosa che incuriosisce Mirco.

<< E quello sul torace? E’ anche lui legato al tuo lavoro? >> cambia argomento, indicando il gomitolo disegnato sulla clavicola sinistra dal quale parte un filo che percorre il petto fino all’incavo del braccio destro per poi scendere giù a formare una frase sull’avambraccio prima di raggiungere il polso e trovare la sua fine attorcigliandosi sul mignolo.

<< No. Questo è con me dal 2003. L’ho fatto subito dopo quello che ho sulla schiena >> dice esponendo l’interno dell’avambraccio cosi che Mirco possa leggere la frase ‘Resta con me’ formata dal filo. << Delle due pugnalate inferte dallo Chef questa è stata quella che mi ha quasi fatto morire dissanguato. Mia madre ci ha tenuto la mano premuta su finché non sono arrivati i soccorsi e continuava a ripetere questa frase in modo ossessivo. L’ha ripetuta ogni giorno dei quattro mesi in cui sono stato sospeso nel limbo del coma.

Anche lei è uscita distrutta da quell’aggressione. Quel bastardo l’ha quasi ammazzata di botte >>, dice tra i denti, << ma nonostante si reggesse a malapena in piedi, scappava sempre dalla sua stanza d’ospedale per raggiungere me, tanto che alla fine le hanno messo un letto accanto al mio. Lei, però, trascorreva le giornate sulla sedia per potermi tenere stretta la mano >> dice aprendo la mano destra sulla quale si conclude il viaggio di quel lungo filo. << I medici temevano che la frattura cranica e il conseguente trauma avessero creato danni seri al mio cervello e lei era terrorizzata dalla possibilità che avessero ragione. Si sente responsabile di quanto è accaduto >>.

Non averlo accanto, non incontrare il suo sguardo e di conseguenza non scorgerne la compassione è possibile che stiano permettendo a Rio di raccontarsi. Di cicatrici sul corpo anche Mirco ne ha tante ma sono lontani ricordi di ferite rimarginate in fretta e che hanno fatto male per poco tempo. Dai vivi, invece, ha solo preso qualche scapaccione dalla madre e un pugno in faccia dal bulletto della scuola e il dolore che ha provato ancora lo ricorda.

Marco gli ha parlato di un recupero lento durato persino anni e non riesce neppure ad immaginare cosa si deve provare nel ritrovarsi bloccati in un letto con la terribile possibilità di non potersi più muovere.

<< A quanto pare, però, i medici si sono sbagliati >> dice, sicuro di sé, dal momento che Rio gli ha sempre dato l’idea di essere un uomo forte e inattaccabile.

<< No, Mic. Non si sono sbagliati >> sospira questi, chinando il capo verso il petto. << La frattura cranica ha lesionato il lobo temporale sinistro. Non ricordo molto dei primi mesi dopo il mio risveglio. Mi hanno detto che avevo frequenti crisi di panico, allucinazioni e che ero terrorizzato dal ritrovarmi paralizzato dal torace in giù. Ho dovuto ricominciare tutto da zero >>.

<< Tutto? >> gli chiede stupito, sporgendosi appena verso di lui.

<< Tutto. Le lesioni al lobo temporale sinistro hanno compromesso la mia capacità di parlare e di comprendere ciò che mi dicevano gli altri. Ho dovuto ricominciare dalla lallazione e mi ci sono voluti due anni spesi tra logopedia, dizione e canto per ricominciare a sostenere una conversazione.

Recuperare la motilità fine delle mani e delle braccia ha richiesto più tempo. Per fortuna sono nato mancino e per quanto a scuola quelle stronze delle insegnanti mi avessero corretto, le funzioni legate alla scrittura sono rimaste in gestione del lobo temporale destro. Io, però, mi ero impuntato a voler recuperare la scrittura anche con la mano destra >> dice, mostrando la mano nella quale tiene stretto un barattolo di crema. << Volevo il più possibile che tutto tornasse come prima. Rimettermi in piedi, camminare sulle mie gambe e occuparmi di me autonomamente è stato l’ostacolo più difficile da superare e se ce l’ho fatta è stato solo grazie a mio padre. Al padre di Marco, intendo. Dìos mio, quanta merda ho vomitato addosso a quell’uomo >> ridacchia, tirando su col naso. << Lo accusavo costantemente di darsi da fare con me solo per fare bella figura con mia madre e riuscire finalmente a portarsela a letto. Sono stato un vero stronzo >>.

<< Eri disperato e non ti si può dare torto >> borbotta Marco, facendolo ridere di una risata amara.

<< Beh, però i tuoi sforzi sono stati ricompensati. Hai recuperato alla grande >> dice con l’intento di smorzare la tensione.

<< No, Mic. Ho recuperato l’ottanta per cento su terra e il novanta in vasca. Sono sempre stato più una creatura acquatica che terrestre >> ride e il barattolo al quale sta tentando di togliere il coperchio gli cade dalle mani. << Vedi? >>.

<< Cosa? Ti è scivolato di mano >> dice lui correndo a riprendere il barattolo che apre prima di porgerglielo. Rio, però, scuote il capo prendendo le mani l’una nell’altra per poi appoggiarle sulle cosce. Mirco nota solo adesso come anche queste siano percorse da un leggero tremore.

<< E’ un lavoro costante ed estenuante >> sussurra Rio dopo un lungo silenzio. << Le gambe tremano e io mi impongo di andare avanti. Le mani non rispondono come vorrei ai miei comandi per i movimenti fini e io mi impongo di compierli lo stesso. Metto in atto automaticamente tutte le tecniche di memorizzazione che ho appreso mentre lavoravo per ricreare le sinapsi in grado di mettere una toppa ai problemi causati da quella dannata frattura e la stessa cosa la faccio costantemente per tenere allenato l’apparato fonatorio e ridurre al minimo la dislessia. Faccio di tutto affinchè si noti il meno possibile quanto sia difficile e doloroso per me ogni singolo movimento. Ora, invece, la maschera è davvero caduta e non mi riferisco solo a Valerio Rossi. Sono troppo stanco per rimettere in piedi il teatrino. Quando mi sono svegliato e ho capito cosa Marco ti aveva raccontato ci ho provato. Adesso, però, mi chiedo che senso abbia. Tu ti sei messo a nudo, ora tocca a me. La cosa non mi rende felice, ma devo dire che provo del sollievo all’idea di potermi lasciare andare. Temo, infatti, di essermi sforzato un po’ troppo >> ridacchia e una lacrima scivola via dalle sue ciglia. << Quel tuffo fuori programma. Questa presenza nella mia testa. La tua presenza al mio fianco e… e questa pietra >> dice, prendendo il diaspro tra le dita. << Tutto questo è decisamente troppo per me, Mic >>.

Posa i gomiti sulle ginocchia e la sua schiena così curva mette ancora più in mostra il tatuaggio che ha tra le scapole. Quell’artistico ‘Liber Sum’ suona così inappropriato in questo momento, quasi come una presa in giro.

Mirco torna a piazzarsi alle sue spalle ancora curve e con due sole pennellate copre del tutto queste due parole. Si rende conto, però, che non basta coprire un tatuaggio per sistemare tutto questo casino e l’angoscia esplode come un colpo di pistola a squarciargli il ventre.

<< Mi dispiace >> sussurra, trattenendo a stento le lacrime. << Di storie terribili ne ho sentite tante e ogni volta mi chiedo il perché di tutto il male che c’è nel mondo. Mi sono state raccontate, però, da anime erranti che non conoscevo. Tu, invece… beh, sto imparando a conoscerti nei limiti di quanto ti è possibile dirmi e immagino che già, direttamente o indirettamente, tu mi abbia detto troppo >> ridacchia tirando su col naso. << Non meritavi anche questo. Me, intendo, e tutto ciò che mi porto dietro >>.

<< Non lo so, Mic, e non credo neppure che sia il caso di stare a rompersi la testa dietro questa storia del meritare o meno >> sospira Rio. << Anzi, in un certo senso ti devo ringraziare perché col tuo arrivo hai permesso al mio capo di mostrarsi per lo stronzo che è e a me di prendere ancor più consapevolezza del casino nel quale mi sono cacciato. E’ un’altra la cosa legata al tuo segreto che davvero mi preoccupa e non mi fa stare bene >> dice prendendo il diaspro con qualche difficoltà tra indice e pollice.

<< Spiace anche a me che Ylenia sia stata coinvolta in questa storia >> dice sporgendosi appena verso di lui. << Sono anche consapevole, però, che se lei non fosse uscita da quella pietra per proteggerti ora saresti morto, Liber >>.

<< Non usare questo nome! >> esclama voltandosi veloce verso di lui. << Sono sotto copertura, non dimenticarlo mai! Per te resto Valerio Rossi, chiaro? >>.

Mirco annuisce, spaventato dalla furia che infiamma gli occhi verdi del suo tutor. Marco si avvicina al fratello e gli posa una mano sulla spalla, gesto che lo placa istantaneamente.

<< Scusami >> sussurra lasciando andare il bavero della maglia dal quale lo ha afferrato e nel silenzio che li avvolge Mirco sente il suo cuore battere forte.

Quando è così instabile devi stare molto attento a ciò che dici, sottiletta. Non è detto che riesca sempre a contenerlo” gli dice Marco e le sue parole lo spaventano ancora di più. Si allontana appena da questa schiena sulla quale il tatuaggio che declama il suo essere libero ora è del tutto invisibile dietro lo strato di crema col quale lo ha coperto.

<< So che sarei morto >> sussurra Rio uscendo dal suo silenzio. << Lo so è… ed è per questo che non ho ancora gettato via questa pietra. Non mi piace. No, non mi piace per nulla approfittarmi di lei solo perché ho paura che qualcosa di terribile torni a mettere in pericolo la mia vita. Se tu fossi al mio posto e questa pietra richiamasse il corpo astrale di Nikky cosa faresti? >>.

Mirco resta a bocca aperta dinanzi a questa domanda. La sua ragazza
si è ritrovata alcune volte presa in mezzo alle sue ‘faccende da Guardiano’, come lei le chiama, ma non è mai stato nulla di troppo serio o pericoloso. Quel che sta accadendo ai suoi colleghi, invece, è ben diverso. È qualcosa di sconosciuto e persino illegale agli occhi dell’Energia Universale.

<< Parlerei con lei >> decide di rispondere, sostenendo a fatica lo sguardo indagatore del suo tutor. << Le spiegherei cosa sta succedendo in modo che possa scegliere >>.

<< Avevo pensato a questa possibilità >> annuisce Rio concorde.

<< Ma non lo hai fatto. Perchè? >>.

<< Perchè temo mi dica di tenere il diaspro al suo posto >>.

<< Che è una delle possibili scelte >>.

<< Ma non sarebbe quella giusta! >> esclama Rio nuovamente alterato. << Vedi? Non sono nelle condizioni migliori per poter sostenere una conversazione costruttiva con lei >>.

<< Se per ‘costruttiva’ intendi obbligarla a compiere la scelta più logica per te, sì, meglio posticipare >> si arrischia Mirco, ricevendo un’occhiataccia da Rio. << Una cosa che non ti ho detto prima è che quando Nikky scoprì l’esistenza del Guardiano le proposi di chiudere la nostra relazione iniziata da appena pochi mesi. Lei, però, non volle sentire ragioni. ‘L’amore non può essere acceso o spento come una lampadina’ mi disse >>.

<< E questo è tutto molto bello, Mirco. Peccato che qui il problema non è metterla a conoscenza del tuo dono, dal momento che ci è arrivata molto prima di me. Per farle capire che sarebbe folle decidere di lasciarmi portare questa pietra al collo dovrei rivelarle che potrebbe scegliere di rischiare la via per un personaggio inventato >>.

<< E la cosa che ti spaventa è che possa comunque chiederti di tenere il diaspro al suo posto >>.

<< Dìos mio, non ti ci mettere anche tu! Quale essere umano senziente deciderebbe di mettere a rischio la propria vita dopo aver capito di essere stato raggirato da una persona che considerava amica e per la quale ha pure iniziato a provare dei sentimenti? >>.

<< E quale donna senziente deciderebbe di restare accanto al proprio uomo dopo aver scoperto che è in grado non solo di vedere le anime dei defunti, ma anche di trasformarsi in un essere inquietante capace di eseguire esorcismi e tante altre diavolerie? >>.

Questa volta tocca a Rio restare senza parole dinanzi alla sua valida argomentazione. Passa entrambe le mani tra i ricci ormai scuri prima di tornare a sedere ai piedi del letto, sospirare e riportare i gomiti sulle ginocchia. Marco gli si avvicina e posa questa volta la mano tra i suoi capelli ora scuri. Un sorriso gli curva le labbra e quando si volta a incontrare lo sguardo curioso di Mirco si fa ancora più luminoso. Il custode annuisce, invitandolo silenziosamente a mettere a parole i suoi pensieri.

<< Sono donne, Rio >> dice allora Mirco. << Hanno un punto di vista sul mondo diverso dal nostro e priorità per noi del tutto illogiche, soprattutto se ci sono di mezzo i sentimenti >>.

<< Sangre de Dìos. La cosa pazzesca è che hai ragione, cazzo >> sbuffa stropicciando il viso con mani ora più ferme.

<< Temo di sì >> ribatte Mirco. << Quindi penso che faresti bene ad abbandonare l’idea di portarla a scegliere la tua più sensata e assennata soluzione e a limitarti a spiegarle cosa sta accadendo. E a sapere come sta, anche >>.

<< Vale >> annuisce Rio e il custode soddisfatto mostra a Mirco il pollice verso l’alto.

La sua muta richiesta di spiegazioni viene interrotta dalla voce allegra del sindaco che ricorda alla popolazione la gara ‘Miglior amo’, che avrà luogo quella notte e alla quale anche Rio dovrà prendere parte.

<< Non ne sei obbligato. Ricordi che Antonio ti ha visto ferito? Può testimoniare sul perché tu ti sia ritirato nelle tue stanze >>.

<< No, grazie. Se le voci girassero qualcuno potrebbe chiedersi perché abbia deciso di nuotare al di là del molo. È meglio proteggere le indagini, tanto sto bene e non ci metterò molto a concludere la trasformazione in Valerio Rossi. A proposito, come sono andate le tue ricerche ieri? >> gli chiede, prendendogli dalle mani il barattolo di crema coprente che inizia a spalmare sul tatuaggio che ha sul torace.

<< Non ho trovato nulla in rete circa omicidi simili avvenuti altrove, ma la spedizione in biblioteca ha comunque dato i suoi frutti >> dice catturando l’attenzione del suo tutor. << Una delle volontarie ha fatto cadere una pila di libri sulla scrivania della Mosso, la bibliotecaria, mandando in mille pezzi un portaritratti. Ti lascio solo immaginare come quell’arpia l’abbia aggredita facendola scappare via in lacrime. Uno dei vecchietti seduto al tavolo dei giornali ha cercato di difenderla spiegandomi che ha reagito così perché teneva molto alla foto di lei e del fratello maggiore scomparso misteriosamente nel 1959 >>.

<< Nel 1959? >> ribatte Rio stupito.

<< Già già >> annuisce lui orgoglioso. << La coincidenza ha colpito anche me e allora mi sono messo a chiacchierare con lei e ho scoperto che Samuele Mosso aveva soli nove anni quando è scomparso ed era un bambino bellissimo e buono come il pane >>.

<< Hai colto al volo una grandissima opportunità, sei stato grandioso! >> esclama Rio, balzando in piedi. Le gambe gli cedono e Marco lo afferra giusto in tempo evitandogli di cadere per terra.

<< Ora conosciamo l’identità del bambino senza occhi di cui ci ha parlato Andrea >> dice a sua volta euforico per l’indizio acquisito.

<< Sì, ho pensato anche io che potesse trattarsi di lui >> annuisce Mirco. << Era bello, buono, intelligente ed è scomparso in modo misterioso nel 1959 all’età di nove anni. Non può di certo essere una coincidenza >>.

<< No che non lo è e troviamo conferma nel fatto che sei stato proprio tu ad imbatterti in sua sorella. Come mi hai detto più volte a te nulla accade per caso >> conclude Rio strizzando l’occhio. << Ora dovremo indagare attorno a questo bambino per scoprire quali fossero le sue amicizie abituali. Dobbiamo trovare un obiettivo-specchio che possa permetterci di indagare senza destare sospetti >>.

<< E cosa sarebbe un obiettivo-specchio? >> domanda Mirco curioso.

<< Un diversivo >> gli spiega Marco. << Fai convergere l’attenzione degli altri su un argomento apparentemente lontano dal tuo obiettivo per evitare che vengano scoperte le tue vere intenzioni >>.

<< Come la donna-specchio di Dante? >>.

<< Esatto, solo che in questo caso l’obiettivo che fa da specchio torna utile per l’indagine stessa >>.

<< Ok, ho capito. E quale potrebbe essere il nostro obiettivo-specchio? >>.

<< La scuola >> risponde Rio. << Il sindaco ha citato spesso la loro prestigiosa e antichissima scuola. Credo sia giunto il momento di visitarla. Finalmente abbiamo un vero punto di partenza! >> esclama Rio, battendo le mani l’una contro l’altra. << Devi tornare in biblioteca. Chiacchiera con la Mosso, chiedile di suo fratello, di quanto era buono e bello, eccetera, eccetera. Io, invece, chiederò al Sindaco di portarmi presso la locale scuola e di mostrarmi gli archivi fotografici delle classi. Se sarò fortunato riuscirò a strappargli qualcosa riguardo al piccolo Mosso. Tanto fino a stasera non abbiamo nulla di importante a cui assistere per il nostro articolo. A che ora inizierà quell’assurdo torneo? >>.

<< Alle 21. Passerai una romantica notte in mare con quel simpaticone di Calogero >>.

<< E tu ne approfitterai per portarti a letto la bella Miss. Sempre che non sia già accaduto >> lo canzona Marco, catturando l’attenzione del fratello che scocca a Mirco un’occhiataccia.

<< Non me la sono portata a letto >> ribatte, sicuro, però, di essere diventato rosso paonazzo di vergogna. << Ieri ho incontrato sia lei che le altre Miss per le solite foto inutili, ma abbiamo solo parlato. Sì, lei mi ha dato il suo numero, ma io non l’ho richiamata >> precisa alzando l’indice a sottolineare l’importanza della cosa. << Ci tengo al mio lavoro >>.

<< Mirco, per come si sono messe le cose tra noi non potrei rispedirti a Torino neppure se lo volessi >> sbuffa Rio. << Il punto non è ricevere o no una punizione da me, ma valutare la situazione in modo adulto e non col cazzo. Tentazioni di questo tipo ne potresti trovare a bizzeffe, ma se vuoi davvero fare questo lavoro devi saper riconoscere le possibili conseguenze delle tue azioni. E non dobbiamo per forza bussare alla porta della finta accusa di molestie sessuali perpetrata da una ragazzina in cerca di notorietà. Non è professionale, Mic, tutto qui e poi… cristo, hai una relazione stabile con una donna che ti ama davvero. Vale la pena gettarla nel cesso per una scopata? >>.

<< No che non ne vale la pena e, infatti, non ho alcuna intenzione di fare sesso con quella donna! >>.

<< Benissimo! Possiamo, quindi, dedicarci al nostro lavoro. Al tuo lavoro. Corri in biblioteca dalla Mosso. Io finisco qui e ti raggiungo. Ci vediamo a pranzo >>.

Rio si piazza davanti allo specchio posto sopra la piccola scrivania e continua a nascondere i suoi tatuaggi dietro strati di crema. Mirco coglie al balzo la sua richiesta di non portare oltre la conversazione e si chiude in bagno per una doccia, che, però, non riesce a scacciare via l’ultima domanda che gli ha posto. Selvaggia è una tentazione troppo ghiotta per lui che per una vita si è ritrovato a dover sottostare ai limiti imposti da altri e che ora che si ritrova libero sta scoprendo di non essere capace di mettere da sé.

Oh bòja che situazione” sospira chiudendo il rubinetto della doccia.

Sottiletta, io al tuo posto me la sarei già fatta, ma sento di darti lo stesso consiglio che ti ha dato Liber per quanto riguarda quella donna. Potrai anche piacerle davvero, ma sono ben altre le sue intenzioni”.

Al di là della tenda trova Marco appoggiato alla parete con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni e il sorrisetto fastidioso sulle labbra glabre.

L’ho capito, non serve che tu me lo ribadisca. Anche avessi avuto intenzione di farlo tuo fratello mi ha fatto definitivamente sentire in colpa” sbuffa strappando l’asciugamano dall’attaccapanni per legarlo in vita

Certo. Tanto lo sappiamo entrambi che le basterà sbattere le ciglia finte e muovere un po’ i fianchi per non farti capisci più nulla”.

Ma si può sapere perché ci tieni così tanto che resti fedele alla mia ragazza? Non ero il cattivo della situazione che ti ha portato via dal tuo protetto?”.

Sì, questo lo pensavo fino alla settimana scorsa. Poi ho capito che non sei altro che una vittima delle circostanze, come tutti noi, sottiletta mia. E poi, Liber si sta affezionando a te. Mi pesa dirlo ma è così!”.

“E di conseguenza ti stai affezionando anche tu?”.

Ora non esageriamo!” esclama Marco, mettendo le mani avanti. “Diciamo che al di là del fatto che ti sei esposto parecchio per aiutarlo, mi stai dando una grande mano nel mettergli in testa che non c’è nulla di male nell’essere amati”.

Ti riferisci ad Ylenia?” gli domanda sorpreso della piega che sta prendendo la conversazione.

E a chi se non a lei?” ribatte lui alzando gli occhi al cielo. “Liber si nasconde dietro alla sua maschera e alla certezza che lei cambierebbe idea su di lui se lo vedesse senza. Farebbe di tutto pur di non ammettere neppure a se stesso quanto lei in realtà gli piaccia davvero”.

Perché ammetterlo vorrebbe dire prendere in considerazione di lasciare il suo lavoro?”.

Sì, è possibile che lui la metterebbe così. Però non è questo il vero motivo” specifica Marco guardandolo dritto negli occhi.

E’ per… per ciò che è successo con suo padre?” si arrischia lui.

Con lo Chef. Non fare mai l’errore di riferiti a quell’uomo come suo padre, altrimenti ti ritroverai in una situazione ancora peggiore di quella dell’aver usato il suo vero nome” gli spiega Marco, scoccando un’occhiata preoccupata al di là della porta. “Comunque sì, è per quello. Per quello e per tante altre piccole sfighe avute con ignobili rappresentanti del cosi detto gentil sesso che di gentile in quel caso non avevano nulla. Ho dovuto fare i salti mortali per convincerlo a concedersi qualche avventura, ma per quanto riguarda coinvolgersi seriamente con una donna… beh, non ci sono riuscito”.

C’è da dire che non avevi neppure l’idea dell’esistenza di Ylenia”.

Non avevo idea di poter trovare un alleato capace di farlo ragionare e di fargli da esempio” puntualizza Marco strizzandogli l’occhio.

Io?” ribatte Mirco stupito. “E come potrei io essere da esempio a lui?”.

Per cinque motivi che vado ad illustrarti ” dice, schiarendosi la gola con fare teatrale. “Per prima cosa, sei considerato da tutti come affetto da epilessia. Secondo, sei lo zimbello del paese, tenuto a distanza perché giudicato strano. Terzo, sei talmente magro da risultare spaventoso alla vista. Quarto, come se tutto questo non bastasse sei anche un inquietantissimo Guardiano di anime, ma” sottolinea sventolandogli la mano aperta sotto il naso, “nonostante tutte queste caratteristiche a dir poco raccapriccianti hai trovato una donna che ti accetta per ciò che sei e che per giunta ti ama. Questo ci porta a pensare che o lei ha seri problemi, cosa ancora da appurare, o che nonostante tutte queste magagne c’è sempre una speranza”.

La scenetta appena conclusa lascia Mirco non poco confuso. La maggior parte delle motivazioni addotte da Marco sono offensive e gli ci vuole una forte dose di autocontrollo per non mandarlo a stendere. A una seconda analisi, però, si rende conto che quanto ha detto ha un senso. Rio ha del suo corpo un’idea assolutamente negativa a causa dei capelli rossi e della vitiligine, caratteristiche che lo hanno portato al centro delle attenzioni dei bulli e che forse sono state anche l’oggetto delle cattiverie delle ragazze poco prima citate dal custode. Le violenze subite dallo Chef, poi, lo fanno sentire rotto e difettoso ed è tipica di chi ha subito violenze la convinzione di non potersi aggiustare in alcun modo e che i segni di queste crepe siano visibili al mondo intero.

Alla luce di questa analisi, Mirco si rende conto di poter essere per lui l’esempio di cui il custode parla, anche se più corretto sarebbe dire che possono esserlo Nikky e la sua decisione di restare al suo fianco.

Bene. Dopo questa ennesima ramanzina, non riuscirei a combinare nulla con Selvaggia neppure se mi si spogliasse davanti” sospira, sentendo forte il senso di colpa premergli sul petto.

Giuro che non era mia intenzione” congiunge le mani al petto Marco, ma il ragazzo non è del tutto sicuro che non avesse già in mente questo secondo fine.

Senza ribattere esce dal bagno e ritrova il suo tutor intento ad allisciare i capelli con l’aiuto di una piastra, operazione che farcisce di improperi ad ogni passaggio. Decide di non interromperlo e lo saluta appena prima di uscire dalla stanza.

<< Andiamo dalla Mosso a studiare il decadimento fisico causato dall’età >> borbotta, sforzandosi di tenere chiuso a chiave in un cassetto della sua memoria lo sguardo sensuale della bella Miss.

1 Perdonami, sono un maledetto egoista

2 Lo sono anche io. Perdoniamoci a vicenda, capitano

   
 
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