Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: ValeDowney    09/08/2022    3 recensioni
Stephanie Strange , brillante laureanda in Medicina alla New York University, comincia a sentire strette le maglie del camice bianco da neurochirurgo che il padre vorrebbe farle indossare. E se il padre è il famoso Doctor Stephen Strange, allora la faccenda si complica
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor Stephen Strange, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
UNA VITA IN GABBIA
 
 

Capitolo XIII: Tre ospiti indesiderati


 
Scuola finita; un nuovo amore ed il nemico sconfitto. Peter Parker si poteva ritenere un ragazzo fortunato, se non che, il suddetto nemico, prima di morire, aveva rivelato a tutti la sua identità come Spider Man.
Era oro per J.Jonah Jameson, editore e caporedattore del Daily Bugle, che aveva sempre ritenuto Spider Man una minaccia e, ora, poteva mettergli contro qualsiasi cosa.
Per Peter la vita era rovinata. Non che fosse stata semplice nemmeno prima, ma ora tutti gli stavano addosso, non lasciandolo nemmeno stare a casa. Si sentiva in colpa per sua zia May, così come per i suoi amici, Mj e Ned. Non avrebbe mai voluto tutto questo.
Inoltre era tempo di trovare un’università per continuare gli studi, ma sembrava che tutte le loro domande venissero rigettate.
Peter non voleva che anche i suoi amici subissero per causa sua, ma loro insistevano perché restassero sempre uniti e facessero tutto insieme. Dopotutto, Ned gli era sempre stato accanto, aiutandolo anche nel suo ruolo di Spider Man. Una spalla sopra cui piangere e sfogarsi o, semplicemente, passare i pomeriggi a costruire con i lego la Morte Nera.
E poi Mj, la ragazza della quale si era innamorato, ma che non era mai riuscito a dichiararle il suo amore, fino a quando non erano andati all’estero con la scuola e tutto era cambiato. Ora, non solo erano fidanzati, ma era a conoscenza della vera identità del ragazzo.
Per questi motivi Peter si sentiva colpevole. Sua zia May gli aveva proposto di andare a visitare alcune università e farsi un’idea più precisa su quale scegliere e, anche se il nipote le aveva detto che parecchie domande già fatte non erano state accolte, lei aveva insistito perché continuassero a provare.
“Non è da un Parker mollare” gli aveva detto.
Così un giorno, Peter, Ned ed Mj decisero di andare a visitare la New York University.  I corridoi pullulavano di tanti studenti e i tre facevano fatica a districarsi tra loro.
“Forse sarebbe meglio se chiedessimo a qualcuno dove poter andare. Stiamo girando da un quarto d’ora e non abbiamo risolto nulla” propose Ned.
“Forse faremmo meglio ad andarcene: stiamo sprecando solo del tempo” aggiunse Mj.
“Ragazzi un po' di fiducia: vedremo che troveremo qualcuno” disse Peter, guardandoli ma, appena volse lo sguardo, andò a sbattere contro un ragazzo. Quindi gli disse: “Mi dispiace, scusami. Non volevo. Non stavo guardando” si scusò subito Peter.
“Non fa niente. Tranquillo” disse il ragazzo, abbassandosi per raccogliere i libri caduti a terra causa con lo scontro. Peter si abbassò, aiutandolo e, una volta rialzatosi, il ragazzo domandò: “Siete nuovi di qui? Non vi ho mai visti”.
“Io sono Peter e loro sono Ned ed Mj” rispose presentandosi; poi aggiunse: “Stiamo cercando un’università che potrebbe fare per noi e, quindi, abbiamo pensato di visitarne qualcuna. Solo che non sappiamo dove incominciare e, poi, non volevamo disturbare nessuno”.
“In verità ci siamo persi, ma lui non lo vuole ammettere” disse Mj. Peter la guardò, ma rivoltò lo sguardo, quando il ragazzo disse: “Se volete vi posso aiutare io”.
“Oh, grazie: ci farebbe molto piacere” disse Ned e così si incamminarono per i corridoi. Poi il ragazzo disse: “A proposito, mi chiamo Irwin”.
“Irwin, grazie davvero per quello che stai facendo. A quest’ora avremmo continuato a vagare senza una meta” disse Peter.
“E’ una cosa normale quando non si è del posto. Comunque vi sto portando da una persona che vi potrà aiutare per davvero” disse Irwin e, poco dopo, si fermarono all’entrata di un’aula. Era pieno di studenti ed il professore stava spiegando. Peter guardò di sfuggita la lavagna, per poi dire: “A giudicare da quello che c’è scritto, sembrerebbe un corso di medicina”.
“Infatti lo è: la persona che vi potrebbe aiutare diventerà la migliore neurochirurga che esista” disse Irwin, facendo un piccolo sorriso.
“Sento già puzza di vanto” disse Mj.
La lezione finì e, uno dopo l’altro, gli studenti uscirono dall’aula e, quando fu il turno della ragazza in questione, Irwin la fermò: “Ehi, Stephanie: hai un minuto?”.
“Irwin lo sai benissimo che, finito le lezioni, devo tornare subito a casa. E, sai anche che, in questo periodo, mio padre ha pochissima pazienza” disse Stephanie, voltandosi verso di lui e, accorgendosi solo in quel momento, degli altri tre ragazzi.
“In verità ha sempre avuto pochissima pazienza… Comunque mi chiedevo, se potevi aiutare loro tre. Sono Peter, Ned ed Mj. Sono qua in visita e stanno cercando un’università adatta a loro” spiegò Irwin.
Peter stava per aprire bocca, ma fu Ned a parlare al posto suo e mettendosi davanti agli amici: “Ehi, ciao dolcezza. Ma lo sai che sei proprio bella?”.
“Primo: siete all’asilo o cosa? Venite qua, senza sapere dove andare e chiedete al primo che incontrate? Siete fortunati che Irwin fosse stato nei paraggi. Qua non gira molto gente a posto” iniziò col dire Stephanie.
“Come se lo fosse anche lei” disse Mj. Stephanie la guardò: “Secondo: devo andare subito a casa o mio padre incomincerà a tempestarmi di telefonate e domande e voi mi state facendo perdere tempo” Spostò lo sguardo su Ned, finendo: “E terzo: non mi chiamare mai più dolcezza!” e, voltandosi si incamminò.
“Visto, l’hai fatta arrabbiare! Ma come ti è saltato in mente di dirle quella frase?” replicò Peter, guardando Ned, che disse: “Ma è davvero bella. E poi pensavo di far colpo su di lei”.
“Quella ha un caratteraccio. Figurati se andrebbe con uno come te” disse Mj.
“Cavoli, assomiglia molto ad uno che conosco: il Dottor Strange ha lo stesso carattere” disse Peter. Sentendo ciò, Stephanie si fermò, voltandosi nuovamente verso di loro e domandando: “Conosci mio padre?”.
“Come?! Il Dottor Strange ha una figlia?! Ma non l’ha mai detto?!” disse stupito Peter.
“E quando è che avrebbe dovuto dirtelo?” chiese Stephanie.
“Emmm…non me l’ha detto direttamente: l’ho sentito dire da qualcuno che lo diceva a Ned. Vero Ned?” rispose titubante Peter, dando una leggera gomitata all’amico, che disse: “Sì…sì…e poi sono un suo grande fan. Con tutte quelle strane magie che fa”.
Stephanie fece un piccolo sorriso beffardo, per poi dire: “Ok. Allora, visto che, in questo momento, ho qualche minuto libero, vi farò fare un piccolo tour della scuola”.
“Ma tuo padre…” iniziò col dire Irwin. Stephanie lo bloccò: “Non credo si arrabbierà se tarderò un paio di minuti”.
“Lo sai benissimo anche tu che non puoi mostrare un’università grande come questa in un paio di minuti” disse Irwin.
“Chi ha detto che mostrerò loro tutta l’università?” chiese Stephanie, guardandolo e facendo un piccolo sorriso.
“Stephanie ho capito dove vuoi andare a parare, ma sappilo che ci sono tanti altri corsi interessanti oltre a medicina” rispose Irwin.
“Gli altri corsi sono noiosi” disse Stephanie; poi guardò i tre ed aggiunse: “Coraggio, seguitemi: non ho tutto il pomeriggio da perdere” e si incamminò. I tre, quattro con Irwin, la seguirono.
Mentre Stephanie mostrava loro le varie classi e ambienti, di tanto in tanto Ned cercava di affiancarsi a lei ed iniziare un discorso, ma ricevendo solamente occhiatacce.
 Poco dopo Stephanie si fermò: “Bene. Il tour finisce qui”. Mj guardò l’orologio al polso: “Wow, è stato il tour più corto a cui abbia mai partecipato: meno di cinque minuti. È un record”.
“Spero tu non fossi ironica” disse Stephanie guardandola.
“Invece lo ero eccome” disse Mj e Stephanie la guardò malamente.
“Grazie per tutto. Ci siamo fatti, più o meno, un’idea di questa università, anche se avrei preferito vedere gli altri corsi. Cioè medicina è passabile, ma non credo sia la migliore” disse Peter.
“Senti ragazzino, mi hai scambiato per una guida turistica? Qualche giorno fa, mio padre mi ha quasi uccisa e, se ora non avesse una pietra che lo tiene sano di mente, voi non sareste nemmeno qua in questo momento. Nessuno sarebbe qua. Quindi ritenetevi fortunati, come vi ho detto prima, di essere incappati in Irwin e che stia cercando di trattenere la mia pazienza con persone che conosco da neanche cinque minuti. Quando anche voi andrete all’università, vi renderete conto che non si tratta affatto di una passeggiata” replicò Stephanie e, voltandosi, si incamminò.
“Non ci ha nemmeno salutati” disse tristemente Ned.
Irwin la raggiunse velocemente: “Stephanie, non credi di essere stata un po' scortese con loro? Alla fin fine, bisogna fare bella figura, no? E, se vuoi veramente incentivarli ad iscriversi a medicina, forse sarebbe il caso di trattarli meglio”.
Stephanie si fermò; sbuffò e, rivoltandosi, camminò verso i tre: “Vi andrebbe una pizza stasera? A casa mia, al Sanctum Sanctorum. Per le otto, se vi va bene”.
“Certo che ci va bene. Veniamo di sicuro” disse Ned.
“Come mai tutto questo improvviso cambiamento? Non è che, magari, è tutta una trappola e, in verità, non dirai nulla a tuo padre di averci invitato così lui ci fulminerà con lo sguardo?” chiese Mj.
“Non hai mai fulminato nessuno con lo sguardo: al massimo potrebbe incenerirvi con qualche incantesimo. Ma non vi preoccupate: lo avvertirò. Dopotutto, non vuole avere ospiti indesiderati in casa sua, ma non penso dica di no per una pizza” rispose Stephanie. I tre rimasero in silenzio; poi la ragazza aggiunse: “Allora ci vediamo stasera. Mi raccomando: siate puntuali. Mio padre odia i ritardatari” e, voltandosi, se ne andò.
“È stato un piacere conoscervi: spero decidiate di iscrivervi qua” disse Irwin.
“Ma tu non vieni?” chiese Peter.
“Il Doctor Strange mi detesta, quindi meno mi vede e meglio è. E, poi, non voglio finire presto la mia vita” rispose Irwin e, stava per andarsene, quando Peter gli domandò: “E come mai dovrebbe detestarti?” Irwin si voltò, rispondendogli: “Perché una volta ho quasi ucciso sua figlia”. I tre si guardarono preoccupati. Il ragazzo li salutò per poi congedarsi.
“Wow ragazzi, ma ci pensate: conosceremo finalmente il Doctor Strange. Cioè…tu Peter già lo conosci, ma noi lo vedremo dal vivo. E vedremo anche il Sanctum Sanctorum: lì dentro ci sono un sacco di cose strafighe” disse entusiasta Ned.
“In verità non vedo il perché tu debba essere così eccitato nell’incontrare una persona che, molto probabilmente ci odierà dal primo momento che ci vedrà” disse Mj.
“Non essere così pessimista e, poi, non dimentichiamoci che c’è quello splendore di Stephanie: non vedo l’ora di rivederla” disse Ned.
“Non montarti troppo la testa per lei e, poi, secondo me non dirà nemmeno a suo padre che ci ha invitati. Quella ci odia” disse Mj.
“Potrebbe odiare voi due, ma con me ha fatto gli occhi dolci” disse Ned.
“Sicuro che stessimo guardando tutti e tre la stessa persona? Ogni volta che provavi ad avvicinarti a lei, ti cacciava indietro dandoti semplicemente delle occhiatacce. E tu quelli li chiami occhi dolci? Ned, non darti delle false speranze” disse Mj, mettendogli una mano sulla spalla.
Venne sera e Peter, Ned ed Mj si trovavano davanti al Sanctum Sanctorum: “Ok, chi bussa?” domandò Ned.
“Dovresti essere tu, visto che adori quella ragazza” rispose Mj.
“Perché non bussa Peter? Dopotutto, lui il Doctor Strange lo conosce già” disse Ned ed i due guardarono l’amico. Questi sospirò e si avvicinò al portone, bussando. Mentre aspettavano, Mj guardò la scatola di cioccolatini a forma di cuore che teneva Ned: “E’ un regalo sprecato”.
“Li adorerà e, poi, a tutte le ragazze piacciono i cioccolatini” disse Ned.
“Magari potrebbe essere allergica” disse Mj. Ned la guardò in modo preoccupato, ma riguardò avanti quando il portone si aprì. Davanti a loro c’era Doctor Strange. Li guardò stranamente, puntando lo sguardo su Peter: “Parker?! Che cosa ci fai qua?”.
“Siamo venuti per la cena” rispose Peter.
“Cena? Quale cena?” chiese stupito Stephen.
“Visto, ve l’avevo detto: sua figlia ci odia e non gli ha detto nulla” disse Mj.
Stephen li guardò malamente; poi guardò dentro urlando: “Stephanie! Vieni subito qui!” e riguardò i ragazzi. Peter deglutì per la paura, mentre Ned cercò di nascondere la scatola di cioccolatini. Mj, invece, non sembrava per nulla preoccupata.
Stephanie arrivò accanto al padre, domandandogli: “Che cosa c’è? Stavo studiando”. Stephen guardò avanti e la ragazza capì vedendo i tre; quindi disse: “Oh, siete voi”.
“Come mai quell’aria così sorpresa? Oh, aspetta, forse non sei proprio del tutto sorpresa. Indovino: non hai detto a tuo padre della cena?” disse Mj.
“Che sbadata: deve essermi andato via dalla testa. Ma rimedio subito” disse Stephanie. Guardò il padre: “Si fermeranno per una pizza. Intanto so che tu non dici mai di no per una pizza”.
“Con Parker il mio è un no netto!” replicò Stephen, guardandola.
“Oh, andiamo cosa ti costa? Facciamo così: rimarrai lì con noi ad osservarci, così se magari qualcuno fa qualcosa che non va, sei libero di intervenire. E poi lo sai che devi cercare di rilassarti: ricordati cosa ha detto lo zio Wong” disse Stephanie.
“Non sono un bambino che mi devi ripetere le regole!” ribatté Stephen. Peter, Mj e Ned videro la sua pietra brillare.
“Papà rilassati, su. Respiri profondi” disse Stephanie, mettendogli le mani sulle spalle. Stephen respirò, finché la pietra smise di brillare. Poi guardò i ragazzi: “Solo fino a cena! Poi sparirete subito dalla mia vista!” e rientrò. Stephanie si fece da parte, facendo entrare i tre e chiudendo la porta.
Si guardarono intorno meravigliati e Ned disse: “Tieni, questi sono per te” e le allungò la scatola di cioccolatini. Sentendo ciò, Stephen si fermò, ritornando velocemente da loro.
“Emmm…grazie, ma non dovevi” disse Stephanie e, stava per prendere la scatola, quando fu Stephen a prenderla al posto suo e dire: “Infatti non dovevi proprio”; poi guardò Ned, malamente aggiungendo: “Chi ti ha dato il diritto di portare un regalo a mia figlia?”.
“Ecco…signore…cioè…Dottore…pensavo fosse un bel gesto” disse, con paura, Ned.
“Non dovevi neanche pensarlo, ragazzino. Se volevi fare colpo su di lei, hai sbagliato fin dal principio!” replicò Stephen; poi guardò Stephanie: “Stai alla larga da lui!” e si diresse su per le scale.
“Stai tranquillo, non ti ucciderà. Non per il momento” disse Stephanie e lo seguì.
Ned stava ansimando e sudando. Peter ed Mj si avvicinarono a lui: “Tutto bene?” gli chiese Peter.
“Mi è appena passata tutta la mia vita davanti” rispose Ned.
“L’ho detto: quella là ci vuole morti” disse Mj.
Poco dopo, si trovavano nel salottino a mangiare la pizza. Stephen andava avanti ed indietro portando costantemente dei grossi libri e Ned si era premurato di sedersi lontano da Stephanie.
“Quel tuo amico ci ha detto che diventerai una bravissima neurochirurga” disse Mj.
“E’ quello che spero” disse Stephanie.
“Non ne sembri molto sicura” disse Mj.
“Devo” disse semplicemente Stephanie.
“Non può importelo lui” disse Mj. Tutti e quattro sobbalzarono, quando Stephen depositò con forza altri libri sulla tavola. Lo guardarono e lui guardò malamente loro, specialmente i tre ragazzi; poi si sedette sulla poltrona; prese un libro ed iniziò a sfogliarlo, anche se puntava spesso lo sguardo su di loro. I quattro si riguardarono, consumando la pizza in silenzio.
“Comunque, grazie ancora per averci invitato qua” disse Peter, cercando di iniziare una conversazione.
“Non dovete ringraziare me, ma Irwin: è stata una sua idea” disse Stephanie. Calò nuovamente il silenzio; poi Ned disse: “Sai, casa tua sarebbe il posto ideale per festeggiare una grande festa di halloween, tra tutti questi oggetti antichi appartenuti a chissà quale stregone o demone. Siete sicuri che non sia infestata?”.
“Che io sappia non abbiamo mai avuto dei fantasmi. Ma non ho mai controllato su in soffitta: forse ce ne è qualcuno lì” disse Stephanie.
“Non ci sono fantasmi, ma solo dei ficcanaso” replicò Stephen.
“Davvero? E chi sarebbero?” domandò Ned, guardandolo.
“Tre ragazzini, dei quali uno ci sta provando costantemente con mia figlia” rispose Stephen, guardandolo. Ned spostò velocemente lo sguardo, riprendendo a mangiare la pizza.
“Se ci odia, basta dircelo in faccia” disse Mj.
“Magari ve lo dirò prima che ve ne andiate. Ora non voglio rovinarvi la serata” disse Stephen e sfogliò il libro.
“Come se non fosse già rovinata” disse Mj. Stephen alzò lo sguardo, guardandola.
Peter si schiarì la voce: “Forse un giorno di questi potremmo andare fuori tutti e quattro insieme”.
“O magari potresti venire a casa nostra così ti facciamo vedere la Morte Nera costruita con i lego” aggiunse Ned e, avvicinandosi a Stephanie, aggiunse: “E, magari, poi possiamo anche vedere un film insieme” La ragazza lo guardò stranamente.
Stephen lo fulminò con lo sguardo; si alzò, replicando: “Credo sia venuto il momento per voi tre di ritornare a casa! E vi consiglio di andarci immediatamente!”.
Anche i ragazzi si alzarono e vennero letteralmente condotti giù per le scale da Stephen, il quale aprì loro anche il portone.
“Grazie per la bella serata” disse Peter.
“Sai, conoscendovi meglio, non siete poi nemmeno così male. Potrei anche prendere in considerazione la proposta di uscire insieme” disse Stephanie.
“Davvero? Sarebbe una cosa stupenda. Io sono sempre disponibile” disse Ned. A quel punto, lo sguardo di Stephen divenne furioso. La sua pietra iniziò a brillare. Stephanie se ne accorse; quindi, riguardò i tre: “E’ molto tardi e domani ho università presto. Ci sentiamo o, magari, ci becchiamo in giro”.
“Beccarci in giro è un’ottima idea” disse Ned.
Stephen si mise davanti a Stephanie, replicando: “Tu non la vedrai più, né le starai accanto! Scordati come è fatta. E, se ti dovessi beccare che le bazzichi ancora vicino, ti farò rimpiangere di essere nato! Hai capito bene?”.
“Sì…sì, signore” disse Ned, annuendo più volte e iniziando nuovamente a sudare.
“Bene e, ora, andatevene! Ah, un’altra cosa: vi detesto tutti e tre!” ribatté Stephen e, chiuse loro il portone in faccia.
“Be’, almeno è stato sincero” disse Mj.
“Avete notato che, ogni volta che si arrabbia, la sua pietra si illumina? Quando abbiamo combattuto contro Thanos non aveva nulla dentro a quell’oggetto” disse Peter.
“Eri preoccupato per la pietra? Non hai pensato a me che, oggi, in poco tempo, sono stato minacciato di morte più volte?” disse Ned, mentre continuava a sudare.
“Te l’avevo detto di lasciare perdere quella ragazzina. Ancora mi chiedo come suo padre abbia potuto procreare con il carattere che si ritrova” disse Mj.
In quel momento, il portone si aprì di poco: ne sbucò Stephanie. Guardò dentro, per poi riporre lo sguardo sui tre: “Volevo scusarmi per il comportamento di mio padre. Non è sempre così, ma quando qualcuno mi sta accanto perde il senso della ragione. È molto protettivo”.
“Guarda non ce ne siamo accorti” disse ironicamente Mj.
“E’ che non vuole che sia fuori dalla sua vista. Ha scelto lui l’università da farmi frequentare, per tenermi vicina. I miei si sono separati quando avevo quattro anni e mio padre ha messo contro mia madre un sacco di avvocati per avere la totale custodia su di me. Lo so che lo fa per proteggermi ma, a volte, risulta troppo appiccicoso. Cerco di renderlo felice, ma non mi ha mai detto che è orgoglioso di me” spiegò Stephanie.
“Ehi…ascolta…una volta ho cercato di essere come il mio mentore; volevo renderlo felice e fargli vedere di quanto potessi essere all’altezza. Ma, alla fine, ho combinato un disastro dietro l’altro e sai cosa ho capito? Che dovevo essere semplicemente me stesso. Prova a fare lo stesso anche tu e, sono sicuro, che tuo padre capirà. Non può pretendere di avere una copia di lui. Tu hai diritto di farti una tua strada. Tutti ce l’abbiamo. Scegli ciò che vuoi essere” disse Peter.
Stephanie rimase senza parole; poi sorrise e disse: “Grazie, Peter. Cercherò di seguire il tuo consiglio, ma non sarà facile”.
“Basta che ci provi e, se non ci riuscirai, vorrà dire che tuo padre avrà quello che ha sempre sognato” disse Peter.
Poco dopo, Stephanie era in camera sua, seduta alla scrivania a studiare un grosso libro di medicina. Stephen aprì la porta e l’osservò. Sospirò, per poi entrare, fermandosi dietro di lei. Poi disse: “Non è tardi? È ora che vai a letto”.
“Finisco il capitolo e poi ci vado” disse Stephanie, sfogliando una pagina e prendendo appunti. Stephen le chiuse il libro. La figlia lo guardò: “Per stasera può bastare. Hai diritto di riposarti”.
Stephanie guardò di sfuggita la pietra e poi il padre, che aggiunse: “No, non mi sto arrabbiando e ti sto dicendo la verità. Riposati, te lo meriti”.
“Me lo merito per cosa?” gli domandò.
“Ecco…per…per gli ultimi brillanti voti che hai portato a casa” rispose. Stephanie ci rimase male: in verità si sarebbe aspettata una risposta diversa, ma che molto probabilmente non avrebbe mai ricevuto. Quindi spense la luce, per poi coricarsi sul letto. Stephen le fu a fianco, guardandola.
“Qualcosa non va? Sei così diverso stasera” chiese Stephanie.
Stephen sorrise: “No. È che forse non avrei dovuto trattare così quei tre ragazzi. Anche se quello là ti stava troppo appiccicato”.
“Ammettilo: Ned ti sta più simpatico di Irwin” disse Stephanie.
“Nessuno dei due mi sta simpatico ma, almeno questo Ned, non ha ancora tentato di ucciderti. È un punto a suo favore” disse Stephen. Stephanie sorrise e, mentre si metteva da un lato, Stephen le baciò la fronte. Poi si avviò verso la porta; si fermò e, guardando la figlia, aggiunse: “Se vuoi, puoi invitarli ancora”.
Stephanie lo guardò stupita: “Dici davvero?”.
“Sì, ma non qua: c’è troppa roba dove possono ficcare il naso” le rispose. Stephanie sorrise: che suo padre avesse ascoltato la conversazione che aveva avuto fuori dal portone con i tre? Dopotutto, quando era rientrata, lui si trovava ai piedi della scalinata. Forse qualcosa in Stephen si stava addolcendo e probabile che, prima o poi, avesse trovato il coraggio di lasciarla andare.
Quella notte, dopo tanto, Stephanie si addormentò con un sorriso stampato in viso. Le cose, finalmente, stavano svolgendo al meglio.






Note dell'autrice: Buon pomeriggio ed eccomi qua con un nuovo capitolo (sono ancora in fase di completamento con il capitolo 14 quindi ho voluto aspettare un pò per pubblicare questo). Vi sta piacendo la storia? Inizialmente non sapevo ancora quando farla svolgere (se prima o dopo Spider Man No Way Home), ma poi ho pensato di ambientarla poco prima il film (e ovviamente prima del Multiverso della Follia). Ho voluto introdurre già Mj e Ned a Doctor Strange (cosa che in spider man no way home avviene nel film stesso e non prima) e, ovviamente, ora non saranno presenti solo il questo capitolo. Ned non ha vita facile nel continuare a provarci con Stephanie, soprattutto con il padre nei paraggi. Ho voluto collegare la nuova pietra di Stephen al suo umore: ogni volta che brilla, vuol dire pericolo in arrivo. Che stephen sta perdendo la pazienza e, se la pietra dovesse spezzarsi, potrebbe ritornare lo stephen cattivo (un pò come red della pixar, non so se lo avete visto, ma ve lo consiglio)
Volevo ringraziare tutti coloro che stanno recensendo la fanfiction: GRAZIE davvero di cuore. Grazie anche a chi ha messo la storia tra le preferite e seguite. Grazie anche a chi passa semplicemente di qua per darci una letta.
Con ciò ci sentiamo al prossimo capitolo (molto spooky, diciamo)
Vi auguro un buon proseguimento di giornata e buone ferie (per chi c'è in ferie ovviamente)
Un grosso abbraccio
Valentina

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: ValeDowney