Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: Giorgiaaisha    11/08/2022    5 recensioni
Poggio le mani sulla porta a vetri e mi avvicino con la testa per guardare meglio dentro.
Strano, le luci sono accese e vedo delle persone che girano per il negozio.
Qualcuno si accorge di me e chiedo:
" È chiuso?"
Non ricevo risposta ma uno sguardo interrogativo.
Mia sorella intanto si è appoggiata di schiena al riparo dalla pioggia e sta tentando di strizzare i suoi capelli.
Riprovo.
"È chiuso?"
Ora mi guardano tutti perplessi.
Mi giro verso mia sorella e le dico:
"Ma sono scemi?"
Lei alza le spalle e continua a sistemarsi i capelli.
Busso e ripeto alzando un po' di più il tono della voce.
Finalmente vedo una ragazza nascosta dietro a un abito che timidamente mi fa cenno con il dito verso destra.
Giro lo sguardo e i miei occhi si incrociano con quelli di un bel ragazzo orientale.
Voleva indicarmi lui?
Lo guardo con aria perplessa e lui mi sorride.
"Credo che la ragazza ti stesse indicando l'entrata. Quella porta è chiusa, ma qui è aperta, vedi?"
Mi giro e vedo che il tipo ha perfettamente ragione. La porta è del tutto spalancata.
Che gran figura di merda!
Non lo voglio più il cappellino.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Perché non me l'hai detto prima?"

Mi guarda con aria interrogativa. Effettivamente non gli ho mai dato la possibilità di farlo.

"Avrei voluto. Ho tentato di chiamarti. Sono venuto anche sotto casa tua una miriade di volte, ma mi è mancato il coraggio di bussare. Avevo paura di un ulteriore tuo rifiuto."

Mi guarda negli occhi e sento tutto il suo dolore. Non sono riuscita a capirlo, non è stata solo colpa sua, ma anche mia.

"Perdonami. Ho sbagliato anche io, non solo tu. Avrei dovuto darti la possibilità di spiegare. Castro, Genzo e tutti gli altri hanno tentato moltissime volte di parlarmi ma io li ho sempre bloccati, proprio come facevo con te. Non ho avuto fiducia nel nostro amore e soprattutto in te. Mi dispiace."
" No, dispiace a me, ma l'importante è che ora sia tutto chiarito e che possiamo tornare a vederci. Ho bisogno di te."

Prende le mie mani e mi attira a lui abbracciandomi con fermezza e dolcezza.
Inspira il  mio odore. Posso sentire il suo cuore battere e il suo respiro farsi più corto. Mi è mancato molto anche lui, ma c'è qualcosa che preme nella mia pancia. 

"Tsubasa, aspetta."

Lo allontano da me. Guardarlo negli occhi è terribilmente difficile, ma devo farcela. Così alzo lo sguardo e mi perdo nelle sue profonde e meravigliose iridi color della pece.

"Io non riesco a far finta che non sia successo nulla. Siamo stati lontani per sei mesi e abbiamo sofferto entrambi, moltissimo. Sto dubitando di me e del mio amore. Non mi sono fidata di te, sono caduta nella trappola di Sanae, e anche tu. Forse ciò che ci lega non è poi così forte come credevamo."
"Che stai dicendo? Le incomprensioni capitano anche nei matrimoni più perfetti e duraturi. Jo ti prego, ci meritiamo una seconda possibilità. Non liquidarmi così!"
"Non lo so. Ho bisogno di pensare. Dammi tempo."

Il suo sguardo è triste e io lo sono con lui, ma non posso non tener conto di questa orribile sensazione che ho nella pancia. Non è facile far finta di niente e non voglio iniziare un rapporto così. Non voglio assolutamente che le ombre del passato si ripresentino continuamente. Se mai decidessimo di tornare insieme dovrà essere tutto superato.

"Ok."
"Dammi qualche giorno Tsubasa per capire se riuscirò a gettarmi questa storia alle spalle, sarebbe opportuno che lo facessi anche tu. Non possiamo iniziare un rapporto con il passato che torna a bussare alla nostra porta."
"Per me è già tutto  cancellato. Il passato non conta niente per me, c'è solo il presente e tu ne fai parte."
"Ti prego non mi cercare in questi giorni. Lasciami lo spazio necessario per pensare in tutta tranquillità!"

Annuisce e mesto si allontana da me. 
Rientro dentro e trascino mia sorella, Genzo e Castro fuori, lontano da tutti.

"Ho parlato con Tsubasa e ho capito di aver fatto un grosso errore a non dargli la possibilità di chiarire."
"Finalmente! E allora state di nuovo insieme?" Mi chiede mia sorella saltellando felice.
"No. Io non riesco a far finta che non sia successo nulla. A fingere che non abbiamo sofferto entrambi. Ho preferito prendermi del tempo per pensare e riuscire a capire se sarò in grado di gettarmi questa storia alle spalle o meno."
"E se non ci riuscirai?" Chiede il portiere.
"Se non ci riuscirò Tsubasa sarà stato un bellissimo capitolo della mia vita e imparerò a fidarmi del cuore della persona che avrò accanto e dell'amore."
"Se non vi darete una seconda possibilità te ne pentirai amaramente. Quel ragazzo è stra cotto di te."

Alzo gli occhi verso Genzo e lo vedo annuire e poi girarsi a guardare le stelle.

"Grazie. Ne terrò conto."

Rientriamo e concludiamo la nostra serata in tutta tranquillità. Tsubasa dopo un'oretta ha salutato tutti e è tornato a casa.

******************************************************************************

Mi sento libera solo in sella al mio cavallo ed è proprio da qui che voglio capire che fare.
Sto in pace e posso ascoltare ciò che il mio cuore ha da dirmi.
Passeggio Pino che mangia serenamente l'erba. Di solito sto attenta a tutto per evitare incidenti stupidi, ma stavolta i miei pensieri mi distraggono e non vedo il gatto che scappa inseguito dal mio cane. Si avvicinano a tutta velocità al mio cavallo che si spaventa e fa uno scatto velocissimo verso destra sbattendo la gamba su un piliere gettato in terra, che proprio non avevo visto. Inizia a zoppicare vistosamente e perde sangue da una ferita sul tendine. Vado in panico. Lo porto di corsa al lavaggio, gli pulisco e disinfetto la ferita, chiamando poi subito il veterinario.
Dopo circa un'ora arriva scusandosi del traffico incontrato per strada.
Lo tocca cercando di sentire il tendine, ma ora la gamba è gonfia e quindi non può essere certo che il cavallo non si sia fatto nulla di grave.
Mi da un antibiotico, gli mette qualche punto di sutura e mi dice che tornerà tra cinque giorni e farà l'ecografia.
Scoppio a piagere sul mio amico.

"Scusami Pino è stato uno stupido incidente. Se fossi stata più attenta tu non staresti così male ora."

Lui appoggia la sua testa sulla mia spalla e inizia a masticare, facendomi capire che per lui è tutto ok e che non ce l'ha con me.
Lui ci ha messo meno di un minuto a lasciarsi tutto alle spalle. Io invece non riesco neanche  a lasciar andare una storia vecchia di mesi.
L'amore perdona. 
L'amore supera ogni problema.
Beh, ora non è il caso di rimuginare su questa cosa, devo dedicarmi al mio cavallo.
Ogni giorno ho passeggiato e medicato Pino. Non l'ho mai lasciato solo e ora finalmente è arrivato il momento dell'ecografia. 
Sto in ansia, mi manca l'aria. Ho una gran paura.
Il veterinario inizia a mettere il gel e passare il macchinario sul tendine.
Il suo silenzio mi uccide.

"Dottore la prego mi dica qualcosa."

La sua forma di mutismo prosegue per altri due minuti e poi finalmente parla:

" Bene. Ho esaminato tutto il tendine e non ci sono tracce di lesioni. Il gonfiore è sparito, quindi puoi riprendere il lavoro con il tuo cavallo."

Un peso enorme viene spazzato via dal mio cuore e io torno a respirare regolarmente.
Le lacrime premono per uscire e io gli lascio il giusto spazio.

"Grazie dottore. La ringrazio davvero tanto."

Mi allontano con il mio amico alla lunghina e felice lo riempio di baci.


"Ora che so che stai bene mi sento più serena. Non so che fare con Tsubasa, forse dovrei prendere esempio da te."

Lui si struscia sul mio petto e si rimette a mangiare. 
Vive il momento e non gli importa più del dolore che ha subito cinque giorni fa. Non ce l'ha mai avuta con me perché sapeva che le mie intenzioni non erano cattive, che il mio cuore era sincero.

Torno a casa, mi butto sul letto e scivolo tra le braccia di Morfeo, come ultimo pensiero il messaggio che domani manderò a Tsubasa.

_____________________________________________________________________________________

Sono passati sei giorni e come promesso non l'ho cercata e credo che non lo farà neanche lei.
Tra venti minuti avrò finito gli allenamenti e me ne andrò direttamente a casa.
Castro mi corre incontro per togliermi la palla, ma all'ultimo momento gira e corre fuori dal campo.
Deve essere impazzito.

"Beleza. Che ci fai qui?"

Questo appellativo solitamente è rivolto a Jo, ma dubito sia lei. Prende in braccio la ragazza e una scarica elettrica mi pervade.
E' sicuramente lei. Non la vedo, ma la sento.
Guardo meglio nella loro direzione e non appena il suo massiccio corpo si scosta intravedo l'esile figura di Jo.
Rimango bloccato a fissarla. Lei saluta Castro e viene verso di me. Vivo in uno stato di apnea fino a che lei non mi parla.

"Tsubasa devo parlarti. Posso farlo dopo gli allenamenti?"
"S-si. Certo. Aspettami qui."
"Fai la doccia con calma. Io ti attenderò in quella panchina sotto al salice."

In brevissimo tempo la raggiungo.
Il suo profumo floreale inonda tutti i miei sensi. Chiudo gli occhi e mi beo di questo momento.

"Ciao Jo. Volevi parlarmi."
"Si. Grazie a Pino ho capito molte cose."
"Grazie a Pino?"
"Si. Vedi ho capito che l'amore perdona quando le intenzioni non sono cattive e se  il cuore è puro allora tutto si può superare. Io ti amo e mi sei mancato tantissimo, vorrei poter riprendere la nostra storia da dove l'abbiamo lasciata, senza più pensare a ciò che è successo, sempre se anche tu lo vuoi."
"Ho pensato molto anche io a ciò che mi hai detto e riconfermo le parole di quel giorno: per me è tutto già passato."

Sorrido finalmente felice. Mi avvicino a lei e... un fortissimo colpo la fa cadere in terra.
Rimane con gli occhi chiusi per qualche istante e io mi sento morire.

"Jo. Jo. Come stai?"
"Bene, ma che è successo?"
"Ti è arrivata una pallonata in piena testa, forse dovremmo andare al pronto soccorso."
"No, sto bene", si rialza un pò frastornata e come una iena si guarda intorno, forse alla ricerca dell'autore del potente calcio.
"Chi è stato a tirare quella pallonata?"

Un ragazzone che avrà si e no 15 anni si avvicina timidamente.

"Mi scusi signorina è stata colpa mia!"
"Ma a che miravi? La porta è dall'altra parte, menomale che giochi con la seconda squadra del Barca!"
"Chiedo perdono."

E scappa via.
Inizio a ridere tenendomi la pancia e lei mi guarda torva.

"Non sai quanto mi erano mancate anche le tue figuracce per non parlare di queste sfuriate..." e continuo a ridere.
"Non c'è niente da ridere!" 

Si gira di spalle indispettita. Mi avvicino e le cingo i fianchi.
Poi la volto e la bacio.
Quanto ho desiderato che questo momento si ripetesse. Non voglio mai più privarmi del sapore che le sue labbra lasciano sulle mie.

"Posso invitarla a cena fuori stasera?"
"Claro que si! Per che ora mi passi a prendere?"
"Per le 20 sono da te. Ricordami di ringraziare Pino."

___________________________________________________________________________________


"Ragazzina, finalmente ti fai sentire! Ti ho mandato sette messaggi!"
"Scusami Genzo ero impegnata ma se hai tempo da dedicarmi vorrei raccontarti!"
"Ho sempre tempo per te culona."
"Ho chiarito con Tsubasa. Ho seguito il tuo consiglio e sono andata agli allenamenti, gli ho detto di Pino e ci siamo chiesti scusa, poi..."
"Poi?"
"Ci siamo baciati!"
"Sei contenta?"
"Si, moltissimo. Dio solo sa quanto mi è mancato!"
"Allora anche io lo sono. Ti voglio bene ragazzina, non te lo dimenticare mai."
"Anche io zitellona."


BIP BIP
Gruppo della vacanza


"La culona e il rincoglionito si sono rimessi insieme. Volevo essere io ad annunciarlo", Genzo.
"Ci hanno messo giusto sei mesi per capire che sono fatti per stare insieme", Taro.
"Alleluia Jo!" Faby.
"Jo domani ti chiamo voglio sapere tutti i dettagli", Aline.
"Facciamo la videochiamata a tre, li voglio anche io i dettagli", Yayoi.
"Videochiamate anche me", Yukari.
"Beh, li vorrei anche io", Kojiro.
"Kojiro, in caso videochimano me, te che c'entri?" Maki.
"Jo, se non mi videochiami mi incavolo!" Kojiro.
"Se chiami Kojiro devi chiamare anche me", Taro.
"E me", Jun.
"E me", Hickaru.
"Ragazzi domani faccio una videochiamata sul nostro gruppo, chi può risponde e gli altri si attaccano!"
"Non farla quando ci alleniamo. Chiama dopo le 17!"Kojiro.
"Ok."


Tsubasa è fuori che mi aspetta, non so perché si sente in imbarazzo a entrare in casa. 
Stasera ho indossato 'nu jeans e 'na maglietta, mi sono stufata di mettere vestiti eleganti e poi fa freddo e io odio avere freddo, quindi è già tanto che non sono uscita con un maglione di pile e tre pantaloni addosso.


"Sei bellissima!"

Mi sembra tutto così strano, sembriamo tornati ai nostri primi appuntamenti e la cosa mi piace.

"Stasera se per te va bene ho pensato di andare in un paese qui vicino. Mi hanno detto che fanno una serata in onore di una divinità dell'inverno e ci sono banchi, stand gastronimici e fuochi d'artificio."
"Wow va benissimo."

Adoro girare per i banchi e vedere ciò che la cultura del posto ha da offrire. 
Prendo la sua mano e la stringo, sicura che ora nulla potrà dividerci e che il nostro filo rosso è più forte che mai.
I bambini corrono urlando e giocando a chi arriva primo al banco con i giochi. Afferrano la finta canna da pesca, pronti a prendere più cigni possibili e a vincere il meritatissimo premio. Adoravo anche io quel gioco.
Sorrido alla loro spensieratezza. Alla loro gioia.
Tsubasa mi abbraccia e mi trascina in uno stand di dolci.
Prende qualche biscotto tipico e mi porge il sacchetto.
Vince per me un oracchiotto gigante nel gioco dei fucili. E' un vero cecchino. Ora mi toccherà trascinarmi questo coso immenso per tutta la sera.
Sorride felice nel guardare dei bambini giocare a calcio.
Lo prendo per mano e lo avvicino al campo dove dei futuri calciatori si dilettano nel loro sport preferito.

"Ehi! Ma tu non sei Ozora?" 

Un bambino minuto e scuro di carnagione, con uno sguardo furbo e le labbra carnose, urla ai suoi amici di raggiungerlo a conoscere il famosissimo capitano del Barca.

"Jo. Ti andrebbe di giocare a calcio con loro?"
"A me? Vai tu Capitàn, io farò il tifo per te da qui. Occhio a non perdere, ci faresti una figura barbina!"
"Da quello che ho visto so già che vincere contro questi piccoli monelli sarà davvero tosta!"
"Ma che dici tu sei il capitano di una squadra di serie A. Tu sei molto più forte di tutti loro messi insieme!"

Tsubasa porta la mano dietro alla nuca e sorride dolcemente alla piccola bambina con due trecce lunghe fino al sedere e uno sguardo allegro e profondo che si avvicina a noi.

"Sh. Non glielo dire, ok?"
La bambina sorride e prendendomi per mano mi chiede:

"Tu sei la fidanzata del capitano?"
"Si piccolina e tu come ti chiami?"
"Io sono Pilar! E sono la fidanzata di quel bambino che corre con la palla verso il tuo ragazzo."

Ah però! Come sono sveglie a questa età le bambine di oggi.

"E' un bel bambino. E dimmi ti piace il calcio?"
"Si. Però mi piacciono di più i cavalli. Guarda ho anche la spilla con la testa di cavallo!"
"Che bella. Sai che anche io amo moltissimo i cavalli. Ne ho uno bellissimo, si chiama Pino!"
"Che fortunata che sei! Ed è nero?"
"No. E' un pezzato."
"Wow. Posso venire a vederlo un giorno?"
"Certo e se verrai ti ci farò anche salire. Sai lui ama molto i bambini!"
"Davvero? Grazie! Da oggi sarai la mia migliore amica!"
"E tu la mia!"

Mi giro verso Tsubasa che finge di essere in difficoltà e intanto teneramente impartisce lezioni ai bambini.
Sarà un ottimo papà! Ma che pensieri faccio, ci siamo a malapena baciati e già penso ai figli!

"Perché sei tutta rossa?"
"Ehehe, ho avuto una vampata di calore?"
"Anche mia nonna le ha spesso!"

Perfetto mi ha paragonata alla nonna in menopausa!
I bambini vengono chiamati dalle loro mamme, ci salutano e corrono a cena.

"Sei davvero bravo con i bambini!"

"Mi piacciono molto. La loro allegria è contagiosa, non trovi?"
"Direi di si."

Ci fermiamo a mangiare in un piccolo ristorante a conduzione familiare. La signora, un donna di mezz'età dall'aria gentile e affabile ci consiglia dei piatti tipici rigorosamente fatti in casa da lei, con prodotti del suo orto.
Fantastico.
Il cibo è ottimo e la serata con Tsubasa va alla grande.

"Verrai domenica alla partita?"
"Penso che potrei venire, se a te fa piacere."
"Ne sarei davvero felice. E indosserai la mia maglia?"
"Certo Capitàn. Non vedevo l'ora di poterla indossare di nuovo!"

Il suo sorriso è radioso. Come è bello. 
Usciamo dal piccolo locale soddisfatti e con la pancia piena.

"A breve ci saranno i fuochi. Il marito della dolce signora mi ha consigliato un posto un pò isolato dove è possibile godere al meglio dello spettacolo pirotecnico. Ti va di andarci?"
"Certo, andiamo."

____________________________________________________________________________________

Il Signore aveva ragione, il posto è bellissimo. Si trova sulla cima di una piccolissima collinetta. Dopo aver superato le bancarelle, poco più in là di un parco con qualche albero, si sale  per circa 300 metri e seguendo un sentiero in mezzo a un boschetto si apre una radura con una panchina e un tavolino. Il signore mi ha detto che quello è sempre stato il posto segreto suo e di sua moglie e che nonostante fosse davvero molto vicino alla festa e al paese, nessuno ci è mai andato, almeno non a vedere i fuochi d'artificio.
Ci sediamo e io mi perdo a guardare la gioia nello sguardo di Jo. 
I suoi capelli diventano di mille colori e il viso viene illuminato da un rosso intenso. La luminosità del suo sorriso è pari solo a quella delle stelle.
Sfioro la sua guncia con un dito e tenendole il mento la bacio dolcemente.
Non riesco a smettere di pienarmi del suo sapore. Ho un disperato bisogno del suo amore e di sentirla mia.
Lascio scivolare una mano sulla sua schiena e l'altra le accarezza dolcemente la coscia della gamba destra. 
I battiti del cuore rimbombano più del rombo dei fuochi. Non riesco a trattenere ciò che ho dentro.
Non riesco a smettere di essere felice.

"Te quiero. Mi corazon late por ti!" (ti amo. il mio cuore batte per te)
"y el mio por ti, no lo dejes solo." (e il mio per te, non lo lasciare solo)
"Nunca, tuyo siempre." (mai, tuo sempre)

**************************************************************************************

La folla esulta al goal del mio Capitàn. Lui corre sotto la tribuna e tirando fuori la collana la bacia indicando il mio posto.

"Tuyo siempre!" (tua sempre) Urlo in sua direzione.
"Nunca solo!" (mai sola) Mi risponde lui.

La partita finisce 4-1 per il Barca. Tsubasa è stato decisivo e fantastico. Come sempre.
Sento il telefono squillare e inizio a cercarlo disperatamente nel mio fidato zainetto. Ma dov'è?
Eccolo.

"Zitellona!"
"Culona! Ho visto la partita. Gran bel Goal e gran bella dichiarazione d'amore!"
"Dobbiamo recuperare sei mesi di lontananza!"
"Faby è da Hickaru?"
"Si. E' partita due giorni fa e rimane lì per dieci giorni."
"Tutta vita!"
"Idiota!"
"Senti domani ti vengo a trovare ho qualche faccenda da sbrigare."
"Qui?"
"Non posso?"
"Certo. E non posso sapere cosa hai da fare?"
"Non ora. Te lo dirò domani."
"Mmm, ok! Hai già sentito Castro e Tsubasa per uscire insieme?"
"No, li chiamerò dopo. Sei libera di pomeriggio? Ti passo a prendere per le 16."
"Ok, uomo del mistero!"
"A domani ragazzina."
"A domani Genzo."


****************************************************************************

Sto aspettando che il mio Capitàn mi venga a prendere per andare da lui. Vuole preparami la cena, un gesto molto romantico, speriamo sia anche bravo a cucinare!
Tra dieci minuti starà qui, sono uscita da poco dalla doccia e sto con indosso solo un completino intimo niente male. So che non succederà nulla tra noi, ma mi piace essere in ordine.

"Mamma! Mamma! Ma dov'è quel vestito marrone?"

Non mi risponde. Quando vuole è un pipistrello, ma quando mi serve è del tutto sorda.
Meglio andare in sala.

"Mam..."

Le parole si strozzano. C'è Tsubasa.
Mi guarda con la bocca aperta e completamente rosso in viso.
Sto per esplodere. 

"Tsubasa voltatiiiii! Che ci fai qui?"
"S-scusa pensavo che eri già pronta. Tua mamma mi ha visto qui fuori e ha insistito perché entrassi ma non pensavo di ved... vederti così."
"Mamma dammi il vestito ti prego."
"Jo, è nel tuo armadio. Se tu fossi più ordinata l'avresti trovato subito!"

Scappo in preda a un attacco di panico. 
Che vergogna!

In macchina regna il silenzio. Lui è imbarazzatissimo e io peggio che mai.

"Scusami!"
"Non ti preoccupare, in fin dei conti mi hai vista in costume. Che cambia?"

Deglutisce sonoramente e rimane in silenzio.
Che stupida! Cambia e come! Questo completino è in pizzo semitrasparente! Che stupida che sono!
Con non poco imbarazzo entro in casa sua. Mi accompagna in sala dove spicca un grosso vaso pieno di rose rosse circondato da piccole candele. Tutto è apparecchiato perfettamente e dalla cucina arriva un buonissimo odore.

"E' tutto meraviglioso Capitàn ma quando hai cucinato?" 
"Sono stato quasi tutto il pomeriggio ai fornelli per far si che quando saresti arrivata fosse stato tutto pronto."

Mi scansa la sedia e fa cenno di accomodarmi. Mi siedo e un pò imbarazzata poggio le mani sul tavolo.

"Posso aiutarti a fare qualcosa?"
"Assolutamente no. Sai che in Giappone non esistono il primo, il secondo e il contorno, tutto viene portato insieme, quindi devi solo attendere cinque minuti. Il tempo che io porti tutto di qua."
"Va bene. Grazie."

Tsubasa arriva con un ramen dall'aria deliziosa, gamberi in tempura e verdure saltate in padella.
Dall'aria sembra tutto delizioso.
Batto le mani felice e sorridendo dico:

"itadakimasu!"
"Wow, ti sei informata."
"Sono stata affascinata dalla cultura giapponese prima ancora di conoscere te. Mi piace la filosofia, la cucina, l'arte... diciamo quasi tutto."
"Cosa non ti piace?"
"Beh, la pressione sociale, il fatto che nessuno riesce a dire ciò che realmente pensa, il diverso è visto male e non dovrebbe essere così. L'unicità di ogni persona è qualcosa di meraviglioso. Poi lavorate decisamente troppo. Lo stress eccessivo può portare a vere e proprie malattie: fisiche e non."
"Come darti torto!"

Sazi e appagati ci stendiamo sul suo enorme divano per guardare un film.
Ma dal gustare il film a baciarci appassionatamente non ci vuole nulla e ci troviamo avvinghiati l'uno all'altro nell'arco di dieci minuti.
Stavolta qualcosa è diverso. Non voglio fermare le sue mani e lui non sembra essere imbarazzato nel toccarmi.
Il cuore pompa velocemente il sangue in ogni angolo del mio corpo, ma la parte che in assoluto ne riceve di più è il ventre.
Mi sento pronta. Lui è tutto ciò che ho sempre desiderato, e anche molto di più di quanto avrei mai potuto immaginare.
Presa da un attimo di perversione metto da parte la mia innata pudicità e inizio a togliergli la maglietta, scendendo con la mano fin sopra l'elastico della tuta che indossa.
Lo sento gemere per il mio tocco. Scavalco con una gamba e mi posiziono a cavalcioni su di lui. 
Ci baciamo e ci tocchiamo con passione e amore. La delicatezza con lui non manca mai.
Muovo il bacino delicatamente e dalla sua bocca esce un sussurro di piacere. Continuo a muovermi mentre le mie mani si aggrappano alle sue spalle, salendo poi con decisione ai suoi capelli.

"Io non so se riucirò a fermarmi. Mi stai facendo impazzire."
"E chi vuole fermarti."

I suoi occhi diventano fuoco, le mani roventi. In un attimo mi toglie il vestito lasciandomi in intimo. 

"Sei una meraviglia!"

Sorrido timidamente.

"Non vergognarti. Non di me."

Si sfila la tuta e rovescia la situazione, portandosi sopra di me.
Chiudo gli occhi e nell'attimo in cui diventiamo un tutt'uno il pensiero si annebbia, lasciando posto alle sensazioni del tatto, le sue mani sul mio corpo; del gusto, la mia bocca su di lui; dell'olfatto, il suo odore che esplode dentro di me ad ogni respiro; della vista, occhi negli occhi per imprimere ogni gesto, ogni smorfia, ogni parte dell'altro nella mente; dell'udito per estasiarmi di ogni sussurro, di ogni gemito di piacere che il contatto con il mio corpo gli provoca.

"Te quiero Amazonas."
"Yo mucho màs."

Abbracciati e nudi. Felici e magari anche un pò stanchi, ci rilassiamo un pò prima di tornare alla realtà.

***********************************************************************************

"Culona, sei pronta a festeggiare?"
"Festeggiare cosa?"
"Tra mezz'ora sono da te. Dì a mamma di prepararmi un caffè italiano!"
"Non le dico proprio niente se non mi dici cosa dobbiamo festeggiare!"
"E dai. E' una sorpresa!"
"Non vengo Genzo se non mi dici qualcosa!"
"Che guastafeste! E va bene. Quando aprirà il calciomercato sarà annunciato che verrò trasferito."
"E in quale squadra andrai?"
"Il Real Madrid!"
"Oddio, vuol dire che ti trasferirai qui! E' magnifico Genzo! Che bello, dai sbrigati che voglio abbracciarti!"
"Dammi una mezz'oretta."
"Oddio. E' un casino. Per chi tiferò al derby? Ma non potevi andare al Barca?"
"Scusami eh se ti ho sconvolto i piani!"
"Dai sono felicissima. Tiferò per entrambi. Farò cucire una maglia unica con metà della tua e metà della sua."
"Scherzi?"
"Nient'affatto!"
"La mia maglia non la tagli a metà! Ne riparliamo tra poco. Sto arrivando."
"Ok. Ti voglio bene zitellona!"
"Pure io."



E' passata un'ora da quando Genzo mi ha chiamata e ancora non è arrivato. 
Meglio chiamarlo.
Non risponde.
Mi sto agitando. 
Passano due ore.
Tre ore.
Chiamo Tsubasa.

"Amazonas!"
"Tsubasa. Ti prego dimmi che hai sentito Genzo!"
"No. Perché? Mi ha chiamato per le 12 e mi ha chiesto di vederci per cena che avrebbe dovuto dirmi qualcosa di importante."
"Noi avremmo dovuto vederci ora per festeggiare. E' stato preso dal Real Madrid..."
"E' magnifico! Ci scontreremo due volte l'anno e potremo vederci sempre..."
"Sì, ma doveva arrivare tre ore fa e non risponde al telefono! Ti prego fa qualcosa, ho un bruttissimo presentimento."
"Stai calma. Ora chiamo i suoi genitori e il suo manager, sento se hanno notizie e poi vengo da  te. Ok?"
"Si, ma chiamami appena sai qualcosa. Promettimelo."
"Va bene, promesso."


Quanto ci mette Tsubasa? Sono già passati trenta minuti. Io non riesco a stare ferma qui senza far nulla.
Esco in giardino e inizio a cammianre nervosamente avanti e indietro senza mai mollare il telefono.
Squilla. Alleluia.

"Tsubasa. Finalmente."
"Jo. Sto venendo da te. Fatti trovare pronta."
"Che è successo?"
"Genzo ha avuto un incidente. Vicino casa tua, gli manavano pochi metri per arrivare."
"Oddio. Ma sta bene?"
"I suoi genitori mi hanno detto che è stato portato urgentemente al pronto soccorso. Sembra si sia rotto la clavicola e una gamba, ma ciò che più preoccupa i medici è la testa. Ha un grande versamento e dovrà essere operato d'urgenza."
"Oh mio Dio no! E come è successo?"
"Un camion ha perso il controllo e l'ha preso in pieno."
"No. No. No. NOOOOOOOO!"
"Non piangere, ti prego. Andremo lì e quando l'operazione sarà conclusa ci faremo portare subito da lui. Ha bisogno di persone amiche vicino. I suoi genitori sono partiti immediatmante ma prima di due giorni non arriveranno."


Chiudo la comunicazione. Non riesco a parlare. Genzo ti prego resisti, fallo per me.


Un incidente stravolge la serenità appena riconquistata dei nostri due protagonisti. Jo ha il cuore spezzato, il suo grande amico è in bilico tra la vita e la morte. Spesso queste situazioni fanno emergere quel qualcosa celato dentro, in profondità, che non riesce a farsi spazio. O forse questo grande dolore unirà ancora di più la coppia J-T ? Quali sono le previsioni di mercato? XD Buona serata! ;*
   
 
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