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Autore: NightWatcher96    11/08/2022    1 recensioni
Midoriya Izuku non è quello che sembra.
Suo padre l'ha cresciuta come un maschio e lei a poco a poco è diventata consapevole di non voler essere etichettata come Midoriya Izumi, il suo vero nome di nascita.
BakuDeku
Warning: Trans!Deku
Collocato nella terza stagione di My Hero Academia
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Ma buonasera! Allora, sì, è la primissima volta che scrivo qualcosa incentrato su un personaggio che si sente in un corpo diverso, per dirla in modo delicato. Mi piace trattare sempre cose nuove, quindi, detto ciò, Enjoy
!



 

Izumi Midoriya era una ragazza a cui la vita aveva dato una gran quantità di limoni ma completamente secchi. Aveva quindici anni, era entrata alla U.A. grazie ad un fortuito incontro con All Might e stava inseguendo il suo sogno di diventare un Hero.

Sì, un Hero e non una.

Se in passato era stata furiosa e un po' invidiosa per essere una Quirkless, adesso odiava il suo corpo e la sensazione di disgusto costante che provava. Lui era un maschio ma il destino le aveva regalato un corpo effeminato.

Almeno, a furia di affamarsi per non concedere alla pubertà di renderla aggraziata, il suo corpo era rimasto in bilico dall'essere considerato mascolino a causa del suo seno piatto ma ancora stranamente femminile per via del suo bacino.

La vita stretta, gli arti lunghi, il collo esile... lei lo odiava!

Suo padre, quando era venuta al mondo, l'aveva vista come una disgrazia ma poi l'aveva iniziata a crescere come un maschio, spacciandola per suo figlio Izuku.

Sua madre, invece, ancora imperterrita e dopo anni, continuava a chiamarla Izumi e a comprarle gonne e reggiseni di tanto in tanto.

Quante volte i suoi genitori litigavano... e quante volte, lei, rabbiosa, si sedeva sul pavimento con la schiena contro il letto a leggere il suo manga preferito.

Lady Oscar.

Perché si rispecchiava perfettamente in quella donzella con il fioretto...

 

 

«Izumi, domani andrai al Campus, vero? La mamma ti ha comprato il necessario, tra cui anche gli assorbenti».

Il sedicenne strinse rabbiosamente i pugni e non le rispose. Suo padre che era seduto al tavolo, in cucina, ad aspettare la cena, sbatté sbuffando il giornale sul tavolo.

«Perché devi farlo sentire in imbarazzo? Izuku non ha bisogno di quelle cose! Guardalo! Chi direbbe mai che è una femmina?!».

«Izumi lo è, Hisashi! E' per colpa tua, che gli hai messo in testa tutte quelle idee malsane, che ora è confusa e si accomuna ad un maschio!» replicò decisa Inko.

Izuku ne aveva abbastanza. Evitò di puntualizzare che, poiché era molto sottopeso per la sua altezza di centosessanta centimetri, soffriva di amenorrea da anni ormai e che quegli assorbenti li portava al Volontariato per le donne bisognose.

«Guardala! Ha perfino degli addominali da paura! Dov'è il suo fisico di ragazza? Alla sua età dovrebbe pensare a cose più femminili! E invece no!» riprese Inko.

Hisashi guardò Izuku che nel frattempo si era messa a sgranocchiare un piccolo onigiri, dato che avrebbe saltato la cena e sarebbe andata a correre piuttosto. Sorrise un po', chiedendole di avvicinarsi con un cenno della mano.

Le alzò la t-shirt maschile oversize azzurrata e mostrò a Inko quanto avesse addominali definiti, una vita molto stretta e che, soprattutto, non portava il reggiseno.

Non ne aveva bisogno.

Inko si mise le mani contro la bocca, scioccata. Allungò, senza pensarci, una grassoccia mano al petto della figlia.

Non c'era seno, quelli erano pettorali! O meglio, si capiva ancora che c'erano due piccole sfere femminili ma l'allenamento dell'American Dream di All Might le avevano scolpite.

«Perché? Perché la mia bellissima Izumi è così?!» singhiozzò la donna.

Izuku si sentiva solo fuori posto ma per nulla imbarazzata. Così, senza dire una parola, lasciò i due adulti a discutere ancora.

«Tesoro, la cena tra poco è pronta!» chiamò, tuttavia, Inko.

«Vado a correre. La mangerò più tardi» mentì.

Ovviamente non l'avrebbe fatto...

 

 

Le terme erano bellissime.

Quei tre giorni lontano da casa e di allenamento sarebbero stati perfetti. O almeno, così Izuku si era detta quando era salita sull'autobus. Aveva scelto un posto in fondo e vicino al finestrino.

Un attimo dopo, Katsuki si era seduto accanto a lei con un piccolo sbuffo. Izuku lo aveva guardato con un'espressione curiosa ma l'altro si era infilato gli auricolari nelle orecchie e l'aveva ignorata.

Ora, mentre si occupava di pelare del cibo e di tenersi il più possibile lontano dagli occhi di tutti i suoi compagni, rifletteva un po' sul suo corpo e sulla disperazione di sua madre.

Perché Inko non capiva quanto lei si sentisse un maschio? Aveva compreso, ai suoi nove anni, che non c'entrava il metodo di crescita di suo padre, ma che si era sempre sentita orientata al fiocco azzurro piuttosto che a quello rosa.

Sospirò, come ogni volta.

«Wow, Midoriya! Sei davvero bravo ad affettare le verdure!».

Izuku guardò subito chi aveva parlato. Era Eijiro, con quel suo solito sorriso brioso e una curiosa bandata zebrata sulla fronte.

Quell'improvvisa vicinanza la rese nervosa e preoccupata. Aveva indossato una t-shirt nera molto larga e un paio di pantaloncini a jeans appena sopra il ginocchio.

Forse i suoi arti erano troppo sottili? Si capiva quanto fosse effeminato?

Il suo taglio corto di capelli andava bene? Aveva le ciglia troppo lunghe? Le sue mani erano troppo piccole rispetto a quelle di un maschio?

«Stai bene?» riprese Eijiro. «Hai una strana espressione. Ho detto qualcosa che non va?».

Al che, gran parte dei compagni della 1-A le volsero la totale attenzione. Izuku si innervosì ancor di più, tuttavia tentò di sorridere e sdrammatizzare.

«Sto bene... sono... solo pensieroso» disse, in modo flebile.

Odiava anche la sua voce che aveva un timbro un pochino acuto. Non era riuscita mai a renderla più mascolina e spesso aveva giocato sul fatto che la sua pubertà gli avesse voluto risparmiare il consueto cambio di voce.

«Mi insegni ad affettare le verdure come fai tu? Non voglio che il cibo vada sprecato, ecco».

Izuku inspirò profondamente dal naso ed annuì. Magari si sarebbe un pochino distratta.

Tuttavia, ignorò lo sguardo di Katsuki su di lei per tutta la serata...

 

 

Izuku era terrorizzata.

Aveva passato una bella serata, tentando sempre di parlare poco, ma poi l'orrore era cresciuto in lei quando si era resa conto che per andare alle terme avrebbe dovuto spogliarsi insieme a tutti gli altri in una piccola stanza.

Avrebbero capito!

Sì, si sarebbero accorti dei suoi tratti femminili!

E quando avrebbero fissato le sue parti intime? Come avrebbe spiegato, se ce ne sarebbe stato bisogno, che nonostante la sua fottuta vagina lui era un maschio?

Izuku deglutì, con una mano sul cuore, dove batteva furioso e iniziava ad avvertire uno strato di sudore gelido sul corpo. Aveva la bocca secca e i suoi arti stavano diventando gelatina.

«Deku?».

Per lo sgomento Izuku sbatté con violenza inaudita l'anta dell'armadietto e la incassò vistosamente. Katsuki sollevò le sopracciglia, annuendo appena.

Lei ricordò di essere ancora fuori il corridoio che conduceva alle terme e che probabilmente avrebbe dovuto spiegare il perché quell'armadietto era stato brutalmente ferito.

Katsuki indossava una tuta nera e larga, le mani erano in tasca. Il suo torso era splendido, privo di imperfezioni, scolpito, muscoloso e nudo. La sua espressione un po' torva continuava a fissare Izuku.

La differenza di altezza tra di loro era davvero notevole.

Izuku distolse lo sguardo, fingendo preoccupazione per il danno al metallo dell'armadietto. Katsuki fece un paio di passi in avanti, i suoi piedi nudi tintinnarono flebili sul pavimento piastrellato di bianco.

Alzò una mano: Izuku chiuse gli occhi di riflesso ed incassò un po' la testa nelle spalle, spaventata dalla possibilità di poter essere colpita per chissà quale motivo. Invece, quella mano gli fece una carezza ai capelli un po' arruffati.

La verdina spalancò gli occhi, stupita. Negli occhi di Katsuki si leggevano tante emozioni differenti, rese quasi indecifrabili dalla linea sottile delle sue labbra.

«E' da qualche tempo che ti vedo strano e la cosa non me potrebbe fregar di meno ma... mi stai evitando» disse.

«T-ti sbagli. Ho molte cose per la testa».

«Non credo che sia per l'One for All» replicò calmo il biondo.

Izuku si spaventò così tanto che in un singolo e veloce movimento gli piantò una mano contro la bocca mentre si guardava trafelata intorno.

«Non pronunciare il nome del mio Quirk!» sibilò furiosa.

«Non c'è nessuno» sbuffò l'altro, allontanandosi di qualche passo. «Sei tu l'unico ancora qui a perdere tempo. Gli altri sono nello spogliatoio».

Izuku lasciò ciondolare la mano lungo il fianco: tenne la testa bassa non sapendo che scusa usare pur di non andare da tutti gli altri.

«Se non vuoi andare alle terme vai a letto, allora».

Izuku deglutì semplicemente, l'altro si allontanò per sparire nella prima porta a sinistra dove il vociare degli altri si udiva forte e chiaro. Doveva andare a letto. Sì. Avrebbe fatto così e-.

«Midoriya?».

Izuku sobbalzò un po' mentre si voltava e fissava con orrore Shota Aizawa. L'uomo volse immancabilmente i suoi occhi neri all'incassatura dell'armadietto, poi tornò a guardarla con curiosità.

«H-ho sbattuto un po' troppo forte...» mormorò lei.

«E' stato Bakugo a provocarti?».

Izuku negò con un po' troppa forza. «No, Aizawa-sensei... ho solo molte cose per la testa».

«Capisco» replicò l'uomo, con una punta di dolcezza. «Ti consiglio di andare alle terme. Sono in questi rari momenti che bisogna mettere da parte tutto per rigenerarsi» detto ciò la lasciò da sola.

E per la terza volta, prima che Izuku potesse scappare verso la stanza piena di futon per dormire, fu afferrata per il polso da Eijiro e trascinata verso la zona proibita.

Quando fu dentro, tutti parvero fargli le feste. Izuku sentì morire di imbarazzo nel vedere tanti muscoli, schiene nude e straccetti avvolti intorno a virilità di tante dimensioni differenti.

«Mido-bro! Comunque, grazie! Ho imparato ad affettare in modo più virile!».

«N-nessun problema, Kirishima-kun» rispose piano il verdino, senza guardarlo.

Come avrebbe potuto spogliarsi? Era sicura di non avere più un petto abbastanza ovvio ma i suoi fianchi... e se?

A tradimento e per suo immenso orrore, Denki le sfilò la t-shirt e la spinse verso un armadietto dall'anta aperta. Per poco Izuku non perse seriamente l'equilibrio.

«Dai, muoviamoci! Chi arriva per ultimo è un pesce morto!» esclamò il biondo con la saetta.

Riuscì a trascinarsi quasi tutti i maschi, lasciando solo un Izuku di schiena e sconvolto, Katsuki, Eijiro e Shoto.

Sentirono le voci dei loro compagni riverberare nel corridoio fino a svanire con un leggero eco. Nello spogliatoio l'aria, invece, si era fatta immancabilmente pesante ed aspra.

Izuku cercava di prendere tempo fingendo di avere problemi con i suoi short maschili al bottone e alla zip ma pensò che chinarsi e slacciarsi le scarpe fosse un modo molto più pratico per camuffare il suo petto.

«Sei strano, stasera» disse Eijiro.

«Sto bene. Sono solo in sovrappensiero» replicò piano Izuku, in un sussurro.

Shoto poggiò una mano sulla spalla del rosso facendogli cenno di non chiedere e di andare piuttosto alle terme. Forse Izuku aveva bisogno di un po' di tempo per se stessa.

A quel punto, rimasero da soli di nuovo solo Katsuki e il più minuto.

Eppure, il biondo lo fissò semplicemente prima di lasciarlo completamente e senza una parola. Quando i suoi passi si fecero più ovattati, Izuku emise un grosso sospiro. In fretta si disfò dei suoi pantaloncini e gli slip e si diresse lentamente alle terme.

 

L'acqua, porca miseria, era davvero piacevole!

Izuku si era immersa subito perché voleva camuffare il suo piatto petto dove però le aureole dei capezzoli erano più grandi rispetto a quelli di un ragazzo.

«Mineta, che stai facendo?».

Ecco. Izuku lo sapeva: la pace non poteva durare a lungo! 

Minoru stava già scalando l'alto sipario delle vasche per poter sbirciare le ragazze. Il suo sogno di gloria, però, finì tragicamente quando Izumi Kota, nipote di Mandalay, gli schiaffò in faccia un catino di legno.

Minoru cadde ed atterrò di chiappe sul viso di Tenya, scatenando le risate degli altri ragazzi.

«Maledizione! Ero così vicino!» gemette il ragazzo con le palle in testa.

Tenya stava sbraitando ma nessuno lo ascoltò. Invece, Minoru iniziò a fissare intensamente Izuku.

«Io sono un intenditore di ragazze e corpi femminili» disse improvvisamente, puntando Izuku. «... ma un corpo maschile come il tuo non l'avevo mai visto».

Il verdino sentì l'acqua raggelarsi e congelargli l'espressione facciale. Aveva ancora stampato un sorriso ebete ma i suoi occhi erano spiritati di terrore.

«Non ha senso ciò che dici» disse Eijiro.

«Invece sì. Il corpo di Midoriya e-».

«Ha fatto balletto classico da bambino».

La risposta tagliente e gelida di Katsuki mise a tacere momentaneamente Minoru. Izuku sbatté incredula le palpebre, incapace di non pensare che il suo amico d'infanzia avesse speso una parola di salvataggio per lei.

«Ah, capisco! Allora ha senso!» concluse Minoru. «Scusa se ho dubitato di te, Midoriya! Ma comunque, il balletto non è una cosa da femmine?».

«Come sei antiquato, Mineta! Il balletto maschile è un'arte molto apprezza in Giappone; un tempo era la Russia a sfornare i migliori talenti ma al giorno d'oggi anche noi ci sappiamo ben difendere!» replicò, con un certo fascino, Yuuga Aoyama.

«Per cui ora smettila di parlare in modo tanto stupido» replicò deciso Eijiro. «Non lo vedi che hai messo in imbarazzo Mido-bro?».

Izuku si era rattristato, sì, ma non era più imbarazzato.

Sembrava che ogni cosa fatta era come aggiungere un pericoloso tassello a ciò che lei era in realtà. Le mani che teneva a mollo nell'acqua diventarono due pugni stretti e feroci.

Portò le gambe al petto per spingere la faccia sulle sue ossute ginocchia. Tutti percepirono quel suo gesto come un fastidio. Guardarono male Minoru che, per tutta risposta, si mise a fischiettare innocentemente.

«Il balletto è molto virile» aggiunse improvvisamente Eijiro. «Da piccolo, i miei mi portarono a vedere il saggio di danza di mia cugina e all'improvviso entrò un ballerino di circa tredici anni che mi fece emozionare! Era così bravo, così virile che faceva sembrare tutto facilissimo!».

Denki sorrise elegantemente. «E tu che hai fatto poi?».

«Volevo anche io immedesimarsi nel balletto classico ma... mi sono accorto che preferivo l'hip hop. Per un po', dopo le elementari, frequentavo un corso ma poi, è nata la mia vera vocazione: ovvero fare l'Hero!».

Izuku sollevò di poco gli occhi vagamente curiosi ad Eijiro che, intanto, si era appoggiato con la schiena contro le rocce e si passava una mano sui capelli per tirarli all'indietro.

«Inoltre, la danza assottiglia molto la muscolatura» fece presente Yuuga. «Il corpo di Midoriya conserva elegantemente una struttura naturalmente portata e con forti muscoli».

«Wow, certo che te ne intendi, tu, Aoyama!» espirò incredulo Eijiro.

L'altro fece il solito occhiolino scintillante.

Izuku accennò un sorriso: batté le lunghe ciglia e si rilassò un pochino.

Poi, all'improvviso, Minoru pensò ancora di scalare quel muro di legno ma questa volta ci pensò Hanta a bloccarlo grazie al suo Quirk Tape. Il ragazzo fu riportato in acqua ma si agitò talmente tanto che investì Eijiro, Izuku, Katsuki e Shoto con un'improvvisa onda alta.

«Sei morto!» urlò furioso Katsuki.

«Niente esplosioni, Bakugo! E' pericoloso!» intervenne perentorio Tenya.

Tuttavia, Katsuki insieme a Denki e Fumikage lo menarono per aver disturbato la quiete e il piacere delle terme.

Izuku, in tutto ciò, si era alzata in piedi in un movimento meccanico del corpo di paura. Ora era in piedi, con la piccola asciugamano premuta sulla sua zona intima come un guanto troppo aderente.

Prima di mostrarsi, uscì immediatamente dalla vasca e corse veloce verso la stanza adibita al dormitorio. Aveva le lacrime agli occhi e il cuore gli batteva forte nel petto...

  
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