Titolo: Cesto
Autore: slanif
Prompt: 51
Personaggio/Coppia: Dobby
Contesto: 2° Guerra Magica / Libri 5-7
Rating: Verde
Parole: 496
 
 
Dobby entrò nella Sala Comune di Grifondoro per la prima volta, dopo che gli Elfi Domestici che se ne occupavano di solito avevano detto che non sarebbero mai e poi mai tornati in quel posto perché «Ci sono tranelli! Tranelli ovunque!» avevano gridato indignati.
Dobby era curioso di sapere di che tipo di tranelli parlassero, ma dalle mezze parole aveva capito che si trattava di vestiti sparsi qua e là chissà da chi, che rappresentavano l’orrore più grande per un Elfo Domestico. Afferrarne uno voleva dire essere liberati e per quanto Dobby non capisse perché non volessero essere Elfi liberi, non voleva nemmeno obbligarli a subire una sorte infelice. Lui sapeva bene – oh, così tanto bene! – cosa volesse dire vivere dove non avrebbe voluto! Non poteva far subire una tale ingiustizia a qualcun altro. Winky era la rappresentazione vivente di quanto alcuni potessero essere infelici, se liberati.
Così, si era offerto volontario e adesso si trovava a rimettere a posto la confusione lasciata dagli studenti, al momento tutti chiusi nei loro Dormitori a dormire.
Dobby si aggirava sotto una delle grandi finestre, dove si trovavano alcuni cesti pieni di oggetti vari, tra cui coperte e cuscini in più per chi ne avesse avuto bisogno. Erano tutti buttati dentro alla rinfusa, così Dobby si mise a piegarli con cura. Era un lavoro tedioso e ripetitivo, ma Dobby fischiettava contento, perché adorava che potesse esprimersi nella cosa in cui riusciva meglio e venire pagato per farlo!
Harry Potter era stato così grande, con Dobby, a liberarlo dalla famiglia che serviva e a dargli la libertà! L’aveva sognata a lungo durante le infinite notti, ma mai aveva creduto che potesse succedere davvero. E invece Harry Potter aveva reso Dobby un Elfo libero! Così grande, così magnifico! Dobby era sempre così tanto felice quando pensava a Harry Potter!
Stava giusto fantasticando a riguardo mentre finiva di tirare su l’ennesima coperta dal cesto per ripiegarla quando, proprio tra di essa e un morbido cuscino in velluto rosso, vide spiccare un berretto di lana di un grigio topo.
Dobby lo fissò per un lungo momento con i suoi occhi lucenti come biglie, avvicinando il naso adunco verso la stoffa rozzamente intrecciata, dopodiché un calore immenso gli crebbe nel petto: un nuovo indumento!
Dobby lo afferrò con le mani nodose e con dita tremanti se lo calzò ben bene in testa, mentre lanciava un urletto eccitato che si sbrigò a reprimere, per paura di poter svegliare qualche studente col suo trambusto. Per punizione, prese a testate il muro e il cesto sotto di lui si fece dapprima sfocato e poi doppio, ma non gli importava. Aveva trovato un nuovo indumento da indossare! Che cosa meravigliosa! Era così felice!
Non vedeva l’ora di tornare anche la sera seguente, per (sperava) trovarne un altro.
Non aveva idea di chi fosse a fabbricarli, ma Dobby era un Elfo incredibilmente grato e riconoscente, verso quella persona. Avrebbe avuto una collezione di berretti alta fino al soffitto, altroché!