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Autore: Jeyrocca    12/08/2022    1 recensioni
"...Lui la guardava con la coda dell'occhio e percepiva il suo sguardo di sfida ma non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bella. Anche mentre gli aveva rivolto quelle parole di odio nel suo ufficio [...] Ogni fibra del suo corpo reagiva a qualunque cosa facesse quella giovane donna, ogni cellula del suo corpo era pazza di lei anche dopo 10 anni." e se Ichigo si fosse resa conto di aver sbagliato tutto? I capitoli saranno aggiornati maggiormente durante i fine settimana, ma non è detto, è la mia prima esperienza di scrittura quindi ditemi cosa ne pensate:)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12. L'invito
 
Ryou tornò a casa, Keiichiro non era ancora rientrato dal cercare l'appartamento. Quanto cambiano le carte in tavola i dettagli, se avesse pensato alla giornata appena passata  con lei non avrebbe avuto freni. L'avrebbe fatta impazzire fino a farla arrendere. Ma un dettagli fondamentale c'era: era sposata e palesemente aspettava un bambino.
 
Quando sentì ordinare l'acqua al ristorante non ebbe più dubbi, la sua scusa anche se ben formulata, non lo aveva convinto.
“Dio ma quanto è stupida. Voleva il mio vino” pensò sorridendo.
Doveva cercare di non creare più situazioni equivoche sia per lei che per se stesso.
Durante la cena con Keiichiro gli confessò che al di fuori del contesto lavorativo c'erano momenti di imbarazzo e rischiava di perdere la sua razionalità.
 
«Credo che sia meglio non andare più a pranzo con lei, evita queste situazioni. Se dovesse venirle la nausea come lo giustificherebbe? Non credo che neanche lei voglia esporsi così tanto davanti a te.» consigliò Keiichiro.
 
Dopo cena si promise di auto controllarsi per i giorni a seguire. Sarebbe stato tutto più semplice se lei avesse mantenuto l'atteggiamento del primo giorno, ma ogni volta che si incontravano alcuni muri sembravano cadere e tutto questo gli rendeva difficile mantenere le distanze, anzi non capiva completamente alcuni atteggiamenti di quel giorno, il provocarlo apertamente, il pranzo.
Decise di non pensarci che probabilmente era solo per una vendetta personale dovuta a non si sa cosa o ad una semplice facciata per lavorare in sintonia.
 
E il giorno dopo arrivò.
 
Ichigo era bloccata davanti all'armadio. Era pieno di completi e abiti eleganti. Lei da ingegnere progettava in digitale e poi dava indicazioni, non aveva abiti da laboratorio.
 
Rovistando tra i vecchi vestiti trovò un semplice e comodo jeans, era casual ma non troppo, modello a sigaretta, liscio, per il sopra optò per una camicia bordeaux slim da lasciare fuori dai pantaloni .
 
“Ok la comodità, ma un po' di decoro lo devo mantenere.”
 
«E ora tocca alle scarpe»
 
Considerando che poteva usare gli zoccoli sanitari scelse lo stesso delle scarpe alte ma senza tacco a spillo: degli stivali neri di camoscio.
Si lisciò lo stesso i capelli ma non li raccolse, si sarebbe fatta una coda di cavallo al momento.
Guardò l'orologio, era tardissimo.
 
Arrivò al laboratorio alle 9.30, salutò la guardia e si precipitò ai piani.
 
«Maledizione, ci vuole il badge!»
Prese il telefono ma si ricordò ben presto di non avere il numero di Ryou, lo aveva lasciato a Loren e per il suo stupido orgoglio non se lo era segnato.
 
Per fortuna le porte dell'ascensore di aprirono e Ichigo si trovo davanti ad un Ryou spazientito.
 
«Non hai perso la cattiva abitudine di arrivare in ritardo.»
Entrò nell'ascensore e salirono.
«Come facevi a sapere che...»
«La guardia mi ha avvertito, ed era ovvio che tu non avessi il teletrasporto per bypassare i sistemi di sicurezza.»
«Certo...scusa.»
«Tranquilla, ho ricontrollato i calcoli di ieri.»
 
Ryou quando si metteva qualcosa in testa la faceva, si era ripromesso di comportarsi bene e non dava alcun segno di cedimento. In verità quando l'aveva vista vestita in quel modo l'aveva trovata ancora più attraente.
 
«Ancora tacchi ah»
«Tanto uso le tue scarpe, ho fatto tutto il possibile per trovare qualcosa di comodo. E ne ho ricavato solo un ritardo.»
 
“Ryou, non ridere” ripeteva a se stesso e si trattenne dal commentare.
 
«Comunque...» sembrava nervosa. «... non arrivavo in ritardo ad un appuntamento da molto tempo. Non ho più la testa tra le nuvole come un tempo.»
 
Ichigo non sapeva se era giusto utilizzare una di quelle orribili frasi che Ryou le aveva rivolto tempo fa, ma non riuscì a trattenersi, voleva fargli capire che non c'era più molto da disprezzare in lei.
Ryou invece non capì il riferimento ma riusciva a sentire il suo disagio e lo fece suo a sua volta. Lo interpretò come un sottolineare il fatto che non doveva rivangare il passato perché della vecchia Ichigo non c'era più nulla.
 
«Buon per te.» si limitò a rispondere.
 
Cominciarono a lavorare, entrambi stavano molto attenti a non avvicinarsi l'uno all'altra per i motivi completamente opposti.
 
Fecero dei passi avanti ma ancora erano in alto mare. Nel mezzo di una riflessione lavorativa la pancia di Ichigo diede la sveglia per pranzare.
«Si è sentito?» chiese imbarazzata toccandosi la pancia.
Ryou che fissò il movimento della sua mano si ricordò del consiglio di Keiichiro.
«Io ho già un appuntamento per pranzo, non potrai assaggiare neanche oggi il vino.»
«Ah non fa niente, ho fatto il pieno ieri sera e stamattina ne ho pagato le conseguenze»
Ichigo alludeva a del semplice mal di stomaco, ma Ryou aggrottò la fronte quasi come non le credesse e ne fosse infastidito.
«Bene.»
L'Era glaciale, di nuovo.
Ichigo non riusciva a stare più dietro a gli sbalzi d'umore di quel ragazzo.
«Ok, visto che devi uscire ... a che ora ci rivediamo?»
«Ti aspetto per le 14.00 all'entrata.»
 «Ok, fra due ore. A dopo.»
 
Ryou non aveva nulla da fare, decise di saltare il pranzo per non rischiare di incontrarla e farsi scoprire. Ichigo mentre girovagava per gli isolati si accorse che la fame le era passata. Entrò in un bar e ordinò una cioccolata calda, giusto per assimilare un po' di zuccheri.
“Magari doveva vedersi con lei, se fosse uscito con Keiichiro non ci sarebbe stato motivo di non dirmelo. Non mi sarei mica auto invitata! E poi per due ore...”
 
Giusto per dimostrargli che era stato solo per caso il suo ritardo, alle 13.50 arrivò alla reception ma come al solito lui l'aveva battuta perché era già davanti all'ascensore ad aspettarla.
 
«Ri-ciao.» disse lei. Era così curiosa di sapere dove fosse andato ma si dovette trattenere.
«Sei ubriaca?»
«Idiota!»
«Ora ti riconosco.»
Ichigo scoppiò a ridere.
 
“Se fai così non me lo rendi semplice.” pensò Ryou.
 
«A proposito, ho un messaggio dai miei capi.»
«Dimmi pure»
«So che mi hai detto che ancora non ti sei organizzato, ma il 24 Dicembre nella mia azienda si fa un cenone di Natale, offre l'azienda, mi hanno detto di dirti che puoi portare anche la tua ragazza o tuoi amici.» Ichigo sentiva il cuore uscirle dal petto.
 
«Ti farò sapere.»
 
Crack.
 
Ichigo non provava quel dolore da tanto tempo, istintivamente si mise una mano sul cuore e fece un'espressione di dolore seguita da un respiro profondo.
«Che hai non stai bene?» Ryou si spaventò e fece per prenderle la mano ma lei di getto si scansò evitando il contatto.
«Sto benissimo, non è nulla, avrò preso un po' di fresco.»
Ichigo non stava bene, Ryou non aveva smentito, quindi la ragazza l'aveva veramente.
«Torniamo a lavoro, di questo passo non finiremo neanche per il prossimo anno ed eravamo rimasti di uscire dalle nostre vite il prima possibile no?» concluse Ichigo.
 
Ryou non la sentiva così schietta e crudele dal giorno del contratto, cosa aveva detto di male per farle avere questa reazione? Doveva smetterla di farsi queste domande.
 
Per le due settimane successive Ryou trovava scuse per non andare a pranzo con lei o almeno ogni volta che ne aveva bisogno. Alle volte non ce ne era esigenza perché veniva chiamata dall'ufficio fino a quando negli ultimi giorni, lo aveva capito da sola e non provava neanche più a chiedere.
 
Il primo fine settimana Ichigo l'aveva passato al locale, con Lucas era ancora tutto molto strano, si parlavano a stento ma comunque voleva vedere i suoi amici e le toccava aiutare Chiara al bancone.
Era stata felicissima di essere stata invitata alla prima ecografia del bambino, Masaya sarebbe stato fuori città per lavoro e non era riuscito a cambiare data.
Avrebbe saltato un incontro con Ryou ma per come si erano messe le cose a lui sicuramente non sarebbe importato.
 
Alla fine della seconda settimana però i suoi capi premevano per la presenza del Dottor Shirogane alla festa di Natale e fu costretta a chiederglielo di nuovo, non poteva aspettare il lunedì successivo, aveva rimandato per tutta la settimana perché non aveva voglia di sentire la risposta.
 
«Ryou, ho bisogno di sapere entro oggi se ci sarai alla festa.»
«Credo si possa fare, aggiungi due coperti»
«Intendi due con te incluso?»
Ryou sospirò ma non sembrava realmente infastidito, la stava prendendo in giro.
«Oltre me: uno per Keiichiro e uno per Rey»
Le si illuminarono gli occhi e i motivi erano ovvi.
«Perfetto! Allora faccio mandare tre inviti all’evento da Loren, conferma poi tu nella mail»
 
Ryou notò il cambiamento di espressione e un leggero sorriso di compiacenza. Ma convenne che fosse meglio non chiedere il perché, si limitò ad annuire.
 
«Ah. Un'altra cosa, venerdì prossimo ho una commissione da fare, non so quanto tempo perderò, quindi dobbiamo finire i prognostici entro giovedì.»
 
«Penso che ci riusciremo, abbiamo recuperato ultimamente»
 
Ichigo stava trafficando con la sonda laparoscopica e gli scappò:
«Quindi rivedrò Keiichiro...»
Ryou si fermò a guardarla, lei aveva lo sguardo fisso sul macchinario.
«Già...»
Lei si accorse di aver pensato ad alta voce.
« Ci sarà anche Masaya comunque...» non sapeva cosa altro dire.
«Capisco...»
 
Ichigo data la tensione con Lucas aveva convenuto con lui che non era il caso di presentarsi alla festa, anche perché c'era il rischio fondato di incontrare Ryou, perciò lo chiese solo a Masaya e a Chiara che però stava avendo una gravidanza molto complicata e aveva declinato l'invito pregando però il marito di non lasciare l'amica da sola.
 
Ryou pensava che doveva prepararsi a doverli affrontare come coppia, fino a quando erano nel loro mondo poteva controllarlo, ma vederli insieme non sapeva se poteva sopportarlo.
   
 
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