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Autore: Jeyrocca    12/08/2022    1 recensioni
"...Lui la guardava con la coda dell'occhio e percepiva il suo sguardo di sfida ma non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bella. Anche mentre gli aveva rivolto quelle parole di odio nel suo ufficio [...] Ogni fibra del suo corpo reagiva a qualunque cosa facesse quella giovane donna, ogni cellula del suo corpo era pazza di lei anche dopo 10 anni." e se Ichigo si fosse resa conto di aver sbagliato tutto? I capitoli saranno aggiornati maggiormente durante i fine settimana, ma non è detto, è la mia prima esperienza di scrittura quindi ditemi cosa ne pensate:)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13. Certo che mi preoccupo per te!
 
Era domenica 18 dicembre, mancava una settimana al Natale. Ryou era andato a trovare Keiichiro nel nuovo appartamento.
«Sono contento che il medico ha dato l’ok a Rey per viaggiare in aereo.»
«Si, anche io, sinceramente non avrei voluto lasciarti da solo a Natale …»
«Lo so. Ma sto bene davvero»
«Ryou, perché hai accettato di andare alla festa, era scontato portasse suo marito, no?»
«Sinceramente? Non ci ho pensato e non è da me. E’ che quando lavoriamo sembriamo in un mondo parallelo dove esistiamo solo io e lei. E lei … è così naturale alle volte che non da proprio l’impressione di dover dare credito a qualcuno. Me ne sono reso conto solo dopo aver dato l’ok, perché per la prima volta lei lo ha nominato. »
 «Credi sapesse del nostro incontro al centro commerciale? »
 «In realtà no. Era davvero stupita quando le ho detto che tu eri in città. »
 «Dici che voleva evitare ulteriori collegamenti con il passato? »
 «Può essere. Che rabbia, gli spaccherei la faccia. Maledetto Masaya Aoyama! »
 «Calmati. Ti manca una settimana di lavoro da solo con lei. Poi ci sarà anche tutta la tua equipe da Gennaio no?  »
 «Si. »
 
Passarono il pomeriggio a sistemare i pacchi che Rey aveva mandato a Keiichiro per poi cenare, fino a quando non giunse l’ora di andare a casa a dormire.
 
Ichigo quella domenica, come quella precedente, la passò al locale.
Avendo freddato i rapporti con Lucas le rimanevano solo Masaya e Chiara come confidenti.
 
 «Scusa se mi intrometto. Ma da come descrivi i suoi atteggiamenti non sembra che sia un uomo che ti disprezzi. » dedusse Chiara.
 «E perché mi eviterebbe? Ok non mi evita mentre lavoriamo, ma sembra che io abbia la lebbra arrivata l’ora di pranzo. Ogni giorno una scusa diversa: “oggi non ho fame”, “oggi ho da fare”. Sono solo scuse. »
 «Mah sarà. Magari si sta ricredendo oppure … »
 «No, no,no,no! Non lo dire, qualunque cosa ci sia dopo quell’oppure non lo dire. Sono già in ansia per la festa di Natale. Non voglio false speranze.  »
 «Esattamente cosa speri? » si intromise Masaya.
 «Uhm? » Ichigo non capiva.
 «Speri di ricominciare un nuovo rapporto con tutti loro e mettere una pietra sopra al passato, di ricevere delle spiegazioni e scuse o che lui si innamori di te? »
 «Ah. Eh. Bella domanda. Me la sono fatta anche io settimane fa, non ho trovato risposta. Non lo so cosa voglio, probabilmente quello che arriverà, sulla tua ultima opzione invece non ci spero proprio.  »
 «Io non mi sono ricreduto del tutto rispetto a 10 anni fa »
 «Masaya smettila. »
 «Alla fine di Lucas avevo ragione » battibeccò lui.
 «Ma dopo quello che ti ho raccontato? »
 «La distanza tra odio e amore non è così lontana. »
 «Ah, non voglio più starti a sentire, tu e il tuo infinito romanticismo! »
 
Chiara si mise a ridere per la faccia imbarazzata di Ichigo.
Improvvisamente entrò Lucas che aveva sentito l’ultima parte di conversazione.
 
 «Quindi verrà alla festa? » la fissava gelido.
 «Ehm, si, con un’altra vecchia conoscenza. »
 «Divertitevi. »
 «Lucas, ti prego! » Ichigo si alzò dallo sgabello al bancone per raggiungerlo  « non pretendo che torni tutto come prima ma non guardarmi con odio! »
Lucas guardò Masaya e disse:
 « La distanza tra odio e amore non è per niente lontana. »
Ichigo aveva gli occhi lucidi. Lui spostò di nuovo lo sguardo su di lei.
 «Ma io non ti odio Ichigo, non veramente. Non potrei mai odiarti. Se ti farà del male però non avrò pietà di lui. » concluse e se ne tornò a sistemare il palco per l’evento della serata.
 
 «Ma quanto sono idiota! » esclamò Masaya.
 «Che è successo? »
 «Me ne ero completamente dimenticato, ma tanto ormai lo sai, ho incontrato Keiichiro tempo fa al centro commerciale, quindi in realtà... »  si mise a gesticolare in modalità “psicopatico”  «…lui sapeva che io sapevo che Ryou fosse qui  »
 «Cosa stai farneticando? Come hai fatto a dimenticarti una cosa del genere? » si avvicinò per dargli dei colpi “amorevoli” nella schiena.
 «Dico solo che mi sembra strano che Ryou abbia portato con sé Keiichiro per affari, che sia arrivato dopo?...  » interruppe Masaya, ma Ichigo continuò a dargli colpi che non lo scalfivano neanche in realtà.
 «… ecco perché non era sorpreso, che sia venuto proprio perché …  » finì di sussurrare Masaya.
 
Masaya era pensieroso.
“E se fosse arrivato perché Ryou aveva bisogno di un amico?... Nah!”
Scacciò via quel pensiero, ormai erano passati anni, anche se avesse avuto ragione all’epoca sui sentimenti di Ryou non potevano essere durati così tanto e poi c’era anche il discorso sentito da Ichigo che confutava questa teoria.
 
Il lunedì arrivò in fretta. Si vedeva proprio che stava arrivando l’inverno, il cielo era molto cupo e sembrava stesse venendo a piovere.
Ichigo, come sfida personale, non aveva più sfiorato neanche la puntualità, era sempre in anticipo alle 8.30 e regolarmente Ryou si trovava li già da prima.
“E’ impossibile batterlo, maledetto!”
 «Che hai stamattina con quella faccia imbronciata? » Chiese lui mentre attraversavano la reception.
 «Non ce la fai proprio a non arrivare prima di me vero? Cosa devo fare? Montare una tenda per batterti? »
Ryou non trattenne la risata.
 «Da quando stiamo gareggiando? »
 «Da una vita che io ricordi … »
Ryou si ricompose non appena la sentì. Ogni volta che lei osava rivangare il passato lui si irrigidiva, come se fosse troppo da affrontare, ma ai suoi occhi, per lei non era così traumatico da averne riguardo. Lei quell’atteggiamento lo decifrava come “non farmi ricordare di quando eri un peso” ma non ce la faceva a starsi zitta. Doveva capire in qualche modo.
 
 «Beh sei sempre la prima ad andare via, prenditi questa vittoria »
 «Ma allora sei proprio stronzo! » ma stava ridendo mentre lo diceva.
 
Andarono avanti a lavorare, tutto piatto, tutto tranquillo, tutto così sistematico. Arrivata l’ora di pranzo c’era il solito momento imbarazzante.
 «Vai pure, io non ho fame oggi »
“Ecco la solita scusa” pensò lei.
 «Neanche io ho fame, quindi possiamo continuare. »
 «Sei sicura di reggere senza mangiare? »
 «Per prepararmi a questo contratto non ho mangiato per tre giorni, penso di reggere Signor Shirogane, non si preoccupi. »
 «Uhm. Ok. » Ryou era preoccupato in realtà.
“Prima del contratto non avevi idea di essere incinta, sei sempre la solita capricciosa Ichigo”
 
Arrivate le 17 entrambi erano mentalmente K.O. non si erano fermati due secondi.
Decisero di andarsene allo stesso orario stranamente e quando arrivarono all’ingresso si accorsero che fuori stava piovendo.
 
Ichigo prese dalla borsa l’ombrello e le chiavi della macchina che era distante pochi metri e nel guardare verso il basso si accorse che Ryou non aveva come ripararsi dalla pioggia.
 
Lui guardava il cielo in silenzio, immobile davanti alla porta a vetri.
 «Se vuoi ti accompagno io in hotel. » disse Ichigo, fermando i pensieri di lui.
 «Non ti preoccupare, chiamerò un taxi. »
 «Non ha senso, l’hotel è in centro no? »
 «Si ma non muoio se mi prendo due gocce. »
E, come se il destino lo avesse sentito, la pioggia divenne tempesta.
 «Beh, queste sono più di due gocce e, se dovessi prenderti un raffreddore per la festa, il Presidente non me lo perdonerebbe mai. »
 «Ah quindi non ti interessa della mia salute, ma solo di poterti vantare con tutti i colleghi e speri che io elogi le tue capacità al capo »
Ichigo strinse i pugni e mugugnò.
 «Arg … Perché sei così idiota. Certo che mi preoccupo per te! »


Boom.
 
Per smorzare l’evidente imbarazzo, visto che Ryou era stato zittito, Ichigo lo tirò per il cappotto, aprì la porta a vetri, l’ombrello e lo trascinò in auto. Non si era per niente resa conto dell’importanza delle sue parole, il suo cervello era semplicemente irritato dalle distanze e dalle scuse che si inventava quel ragazzo. Cosa non meno importante, non si era resa conto che quella era la prima volta che lo toccava, anche se stava semplicemente tirando un pezzo di stoffa. Anche mentre lo trascinava fino in auto, con un ombrello traballante per via del vento, (praticamente alla fine erano zuppi entrambi) era ignara di quanto risultasse la stessa testarda e istintiva un tempo.
Ovviamente Ryou era paralizzato, si stava lasciando trascinare.
Arrivati in macchina lei sembrava tranquilla, non dava assolutamente peso a quelle parole e a quel gesto. Ryou la sentiva solo ridere dal nervoso e si girò a guardarla.
 
 «Oddio, alla fine abbiamo scelto il momento peggiore, sono completamente bagnata! » non smetteva proprio di ridere.  «Ora accendo l’aria calda. Puoi inserire l’indirizzo nel navigatore intanto. »
 «Uhm. Ok. »
E così fece.
Il cuore di Ryou batteva all’impazzata, i momenti di cui aveva parlato a Keiichiro, quelli dove dimenticava tutti i motivi per cui non poteva esserci un noi, erano niente in confronto a quel momento.
A farlo rinvenire dalla sua trance fu il navigatore.
 
 «La destinazione si trova alla tua destra. »
 
 «Perfetto siamo arrivati. Come al solito le cose in grande Shirogane. Potevi non scegliere l’hotel più costoso della città? » commentò lei.
Al finestrino di lei si avvicinò il parcheggiatore.
Lei abbassò il finestrino.
 «No, grazie, ho fatto solo da accompagnatrice … Acciù, scusi. » starnutì.
 
Ryou non sapeva se sarebbe stato consono, ma non poteva permetterle di ammalarsi.
 
 «Senti Ichigo. »
 «Si? »
 «Se vuoi puoi salire ad asciugarti un po’. » era diventato rosso come un peperone, cominciava a sentire anche un’innaturale caldo.
 
Ichigo avrebbe dovuto rispondere che casa sua era a pochi isolati ma ne fu spiazzata, era chiaramente una domanda di cortesia, non se lo sarebbe mai immaginato dati gli atteggiamenti distaccati di lui. E mentre era li a pensarci su, partì un altro starnuto.
 
 «Prima tu hai costretto me, io ora costringo te. » girò la chiave della macchina, la staccò e passando un braccio davanti a lei la porse al parcheggiatore.
 
 «La parcheggi al posto riservato alla stanza S001 » Poi si rivolse ad Ichigo che non ebbe il coraggio di contraddirlo.  «Forza scendi »
 
Scesero dalla macchina, per fortuna erano riparati perché l’entrata dell’hotel aveva un balconcino, come ci si aspettava da un hotel di lusso.
 
Si vedeva che Ryou era un cliente abituale, lo stavano salutando tutti. Lei lo seguiva molto intimidita. Entrarono in ascensore e vide premere il 30° piano, l’ultimo.
 
Chiaramente la “S” nel nome della stanza stava per suite che somigliava più ad un attico.
 
 «Ci sono due bagni, quello li a sinistra io non lo uso, ci saranno ancora i teli da bagno puliti. Fai con comodo, io vado di là a sistemarmi. »
 
 «Gr..grazie. »
 
“Oddio che imbarazzo, è sempre così con lui o il nulla o il fuoco!”
 
 
Ichigo corse nell’ala destra di quella che era più una casa che una stanza. Si tolse i vestiti bagnati, per fortuna solo i pantaloni erano fradici, e si rilassò facendo un lungo bagno caldo cercando di non pensare alla situazione in cui si era cacciata.
 
Ryou era invece nel suo bagno privato della stanza padronale, sotto la doccia. Stava cercando di riprendere la sua lucidità.
“Ryou è una donna sposata. Keiichiro direi che non ho per niente seguito i tuoi consigli - evita queste situazioni- avevi detto.”

Quando finì di sistemarsi e mettersi una tuta comoda uscì dalla sua stanza e la vide in accappatoio che sistemava i pantaloni vicino ai caloriferi.
 
 «Mi sa che ci vorrà un po’ » comunicò lei.
 «Vai ad asciugarti i capelli, sennò non avremo risolto nulla, se vuoi faccio portare dei ricambi dal negozio dell’hotel, puoi farlo anche tu stessa, li c’è il telefono. »
 
 «Ok. Grazie. » Ichigo tirò dritta verso il bagno, in realtà non lo stava proprio ascoltando, era agitata e si dimenticò di chiamare per i vestiti.
Mezz’ora dopo.
 «Ryou. »
“Come fa ad essere ancora più bella con i capelli trasandati?”
 «Dimmi. » lui era seduto sul divano a far finta di seguire una serie TV, quando in realtà la stava guardando dal riflesso del mobile.
 «Ho dimenticato di chiamare il negozio e il pantalone è ancora bagnato. »
“Ma come? Come fa ad essere ancora così sbadata?”
Si girò di scatto a guardarla.  «Aspetta. »
Ryou si incamminò in camera sua e prese un pantalone di una tuta, tornò in soggiorno e glielo lanciò.
 «Metti questo per ora. Sono le 19 passate, il negozio ha già chiuso. »
 
Dopo essersi sistemata, Ichigo osservò  Ryou seduto sul divano che le dava le spalle. Di colpo sospirò e buttò via tutta l’agitazione, non poteva fare altro.
Seppur con i suoi atteggiamenti, in qualche modo, lui si prendeva ancora cura di lei.
Si sedette sul divano a debita distanza e cominciarono a commentare i programmi in TV.
Dopo un oretta i suoi pantaloni erano belli asciutti, si cambiò e salutò per andare a casa.
 
 «Meglio che vada, grazie ancora. »
 
Lui annuì a l’accompagnò alla porta dove avevano lasciato le scarpe zuppe. Lei nel mettersi il secondo stivale perse l’equilibrio e si trovò su di lui, che sbatté  di conseguenza contro la porta, con le mani all’altezza del suo petto, era solo una misera T-shirt che li separava.
 
Il primo vero contatto fisico.
 
Ichigo alzò la testa e si ritrovò le labbra di Ryou a pochi centimetri dalle sue, entrambi i loro cuori battevano talmente all’unisono e veloci, che non riuscivano a distinguerli.
 
Tutti e due assaporarono il profumo dell’altro. Ryou stava per cedere. Alzò la mano per poter prendere una delle sue ma appena Ichigo percepì il suo movimento si staccò immediatamente.
 
 «A domani. » disse di fretta guardandosi i piedi.
Lui le fece spazio e lei uscì dalla camera.
 
Rimasero per almeno 30 secondi ai lati opposti della porta a riprendere fiato.
 
Non appena Ryou sentì Ichigo andare via, grazie al rumore dei tacchi, si lasciò cadere per terra. Quella sensazione non poteva essere solo sua, non se l’era immaginata, anche lei era rimasta fuori dalla porta. No, non ci sarebbe riuscito ad averla di nuovo nella sua vita né come collega né come amica.
 
Ichigo era confusa. “Che cosa stava per fare con quella mano?Voleva mandarmi via? L’ho infastidito troppo? Stupida, goffa ed imbranata ecco cosa sono! Non sei cambiata per niente Ichigo, ma a chi la vuoi dar a bere?”
Finì di sistemare la cerniera di quel maledetto stivale e corse alla reception a ritirare le chiavi dell’auto.
 
Tornata a casa le era passata nuovamente la fame. Si mise direttamente a letto ma non riuscì a chiudere occhio, aveva in mente il suo odore, il calore del suo corpo, le sue labbra … . Quanto avrebbe voluto toccarle quelle labbra. E la notte passò così: tra desideri poco casti e sensi di colpa per averli fatti.
 
   
 
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