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Autore: Jeyrocca    13/08/2022    1 recensioni
"...Lui la guardava con la coda dell'occhio e percepiva il suo sguardo di sfida ma non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bella. Anche mentre gli aveva rivolto quelle parole di odio nel suo ufficio [...] Ogni fibra del suo corpo reagiva a qualunque cosa facesse quella giovane donna, ogni cellula del suo corpo era pazza di lei anche dopo 10 anni." e se Ichigo si fosse resa conto di aver sbagliato tutto? I capitoli saranno aggiornati maggiormente durante i fine settimana, ma non è detto, è la mia prima esperienza di scrittura quindi ditemi cosa ne pensate:)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18. L’unica persona da amare

 

La mattina di Natale Ichigo si svegliò tardissimo, tutto lo stress accumulato quei giorni l’aveva messa proprio K.O.
Cominciò la sua routine solita fare nei giorni di riposo: caffè, ascoltare musica, cucinare, rilassarsi davanti alla TV.
Nel pomeriggio passò a casa di Masaya per portare i regali che aveva acquistato online un mese prima. Non riusciva a trovare parcheggio e dovette accontentarsi di qualche isolato più avanti.
Mentre percorreva il marciapiede assaporava la tranquillità e la gioia delle strade. Era tutto decorato, mancava solo il tocco della neve che non avrebbe tardato ad arrivare, i negozi chiusi e il silenzio.

Poco più avanti notò un’insegna accesa. L’unico negozio aperto di tutta la città pensò Ichigo.

Entrò per curiosità.

«Buonasera …»

«Buon Natale Signorina!» disse un signore sulla settantina, molto buffo e cordiale.

 «Grazie, anche a lei, ma come mai siete aperti? »

 «Apro ogni anno, è una tradizione che mi ha tramandato mia nonna per chi, con questa vita movimentata, ha bisogno di un pensiero speciale dell’ultimo minuto. »

 «E non le dispiace non stare in famiglia? »

 «Eh Signorina, la mia famiglia era mia moglie che ormai non c’è più e non ho avuto figli. Sono loro la mia famiglia! » disse indicando tutti gli scaffali.

 «Mi dispiace tanto. »

 «Ma non si deve preoccupare, invece, le serviva qualcosa o i pacchi che ha in quella busta sono per tutte le persone che ama? »

 

“Tutte le persone che amo? Dovrei comprare qualcosa a Ryou? Ma cosa? Lui ha tutto.”

 

 «Credo di avere tutto, ma darò un’occhiata lo stesso. »

 

Ichigo girava per gli scaffali del negozio, aveva di tutto; dai giocattoli alla bigiotteria, oggettistica per la casa ai peluche.

 

“Cosa potrebbe piacergli?Sempre ammesso che lo accetti un regalo da me, magari lo potrei mettere in imbarazzo o infastidirlo”

 

Cominciò a cercare ma nulla la colpiva particolarmente. Ryou non cucinava, non aveva un hobby se non la tecnologia che si creava da solo … era proprio in difficoltà.

Poi notò un carillon, aveva un meccanismo semplice ma invece della tipica ballerina c’erano due gattini: uno grigio e uno nero teneramente vicini. Sembravano proprio loro due durante le loro trasformazioni.

“Oddio tutte le volte che mi baciava per farmi il dispetto e trasformarmi, quanto mi stava antipatico quando lo faceva. Ora vorrei lo facesse.”

Girò la manopola e partì una splendida melodia.

Ad Ichigo venne da ridere per i pensieri che stava facendo e si avvicinò il proprietario.

 «Trovato un’altra persona da amare Signorina? »

 « No, l’unica. »

Comprò il carillon e si stupì della bella e perfetta confezione regalo, ora poteva raggiungere gli amici.

 

Rey era tornata in ospedale, Ryou si era svegliato e voleva stargli accanto.
Avevano già fatto il trasferimento nella camera privata, Keiichiro si premurò di avere le migliori cure per il suo migliore amico.

 «Ragazzi, sono solo un po’ ammaccato. Va tutto bene. »

 «Non parlare, non ti sforzare! » disse Keiichiro.

 «Se vuoi non respiro neanche » sdrammatizzò Ryou.

 «Tu e il suo sarcasmo! Davvero non ricordi chi sia stato? »

 «No, ho il vuoto totale. Te l’ho detto. »

 «Keiichiro, sarà stato lo spavento. Vedrai che domani avrà tutto più chiaro, ha ancora la testa fasciata. » disse Rey, premurosa come sempre.

 «Pomeriggio vado in centrale e lo scoprirò tanto. Invece volevo chiederti … vuoi che avverta Ichigo anche dopo quello che è successo? »

 «Intendo dopo che l’ho umiliata davanti alla clinica? No, non credo sia il caso. »

Keiichiro e Rey si misero sull’attenti.

 «Ryou ma che stai dicendo? »

 «Scusami, te lo dovevo ancora raccontare ma non me lo sentivo. »

 «Ryou tu ce lo hai raccontato. Ma stai parlando di un qualcosa successa due giorni fa. »

Rey andò a chiamare immediatamente i medici.

 «Scusa che giorno è oggi? »

 «E’ Natale. »

 «Cosa? Non è possibile! Dammi il mio telefono! »

 «Ecco, il tuo aggressore lo ha ridotto a brandelli. E’ rotto. »

 

Ryou si era alterato, i medici arrivarono subito in camera per fargli delle domande, lo portarono a fare altri accertamenti. Alla fine dopo due ore dissero che era una semplice amnesia temporanea, sarebbe tornato tutto come prima massimo entro due mesi.

 

Keiichiro e Rey si trovavano in difficoltà, era ancora debole e pieno di drenaggi, come potevano dargli tutte quelle notizie in una volta?

Decisero di spiegargli che il giorno prima di Natale si era chiarito con Ichigo, lei non era incinta. Ma non menzionarono i dubbi sul ruolo di Masaya perché ancora non ne avevano la certezza.

 «Quindi? Cosa vuoi che faccia? »

 «Se il mio telefono è rotto non so come contattarla. Ed è Natale, sarà con suo marito, non mi sembra il caso, siamo solo colleghi dopotutto.  »

Lucas passò la notte in centrale, era stato colto sul fatto e non c’era bisogno di una denuncia ufficiale, c’erano anche testimoni che difendevano a spada tratta Ryou.
Era dietro le sbarre e non volle chiamare né la sua famiglia né un avvocato, si rendeva conto che il gesto fatto l’avrebbe definitivamente allontanato da Ichigo.
Masaya e Chiara non si preoccuparono di non averlo visto e sentito, non era la prima volta che spariva per sbollire la rabbia, quando si lasciò con Ichigo anni prima era sparito per una settimana per poi affrontarla al loro matrimonio.

Ichigo stava passando dopo tanto tempo una spensierata giornata, i regali erano stati graditi, aveva portato anche quello per Lucas ma lui non era ancora tornato e glielo lasciò in custodia alla sorella.

Quando si accorse che a Chiara stava risalendo la febbre tolse il disturbo e li lasciò tranquilli, era ormai tardo pomeriggio e doveva andare a preparare la cena.

In TV parlavano dell’aggressione nel suo quartiere, non avevano fatto nomi di vittime o di colpevoli, dicevano solo che era stata davanti al Gran Flores Hotel, quello dove alloggiava Ryou, ma che non si conosceva movente.

“Chissà se Ryou ha visto qualcosa o forse già dormiva, le sue luci erano spente …”

 

Guardò il pacchetto regalo sul tavolino del soggiorno e sorrise.

 «Domani ti troverò non posso aspettare ancora. »

Keiichiro lasciò Rey in ospedale con Ryou e andò al comando di polizia verso le 18.00. Scoprì che l’aggressore non aveva fatto nessuna resistenza e non negava quello che aveva fatto ma non spiegava ancora il perché. Le guardie lo accompagnarono nella zona delle celle per sapere se poteva essere un conoscente della vittima dato che si rifiutava di parlare e non aveva documenti.

Keiichiro si trovò davanti Lucas ma non lo aveva mai visto e non lo riconobbe.

 «Quindi non l’ha mai visto prima? »

 «No mi dispiace, non so chi sia. »

 «Ryou non aveva il coraggio di affrontarmi, ha mandato il suo avvocato? » esclamò Lucas catturando l’attenzione di Keiichiro.

 «Allora sapevi chi fosse? Chi sei tu? » sbottò.

 «Non te l’ha detto? Ha così poca considerazione di me? »

 «Non me l’ha detto perché era sotto i ferri lurido bastardo! »

Lucas si bloccò, aveva davvero esagerato allora, cominciò a pensare ad Ichigo, l’avrebbe odiato, odiato davvero.

 «Sono Lucas. »

E Keiichiro capì.

La guardia gli permise solo 10 minuti per parlare dopodiché visto che aveva rivelato la sua identità partì tutta la procedura penale.

 «Non sa se il Signor Shirogane voglia denunciare? »

 «No Ispettore, dovrò parlare con lui, ma al momento ha avuto un trauma cranico, se dovesse arrivare la denuncia aggraverà la pena e non posso prendere decisioni al posto suo. » chiarì Keiichiro.

 «L’avverta che ha 72 ore di tempo per decidere dopodiché procediamo da soli, abbiamo testimoni.»

 «Capisco. La ringrazio Ispettore. »

Keiichiro tornò in ospedale e aggiornò Rey.

 «Dobbiamo dirgli la verità! »

 «Rey non lo so, come giustifichiamo l’ira di Lucas? Invece, come sta? »

 «Ha avuto la febbre alta, pensano ad un’infezione. Dicono di aspettare che gli antibiotici facciano effetto, ora sta dormendo. »

 «Abbiamo 72 ore, ci penseremo domani, ora è tardi, torna a casa. »

Se Keiichiro aveva scoperto l’identità dell’aggressore, ancora Masaya e Chiara erano ignari di tutto. Poco dopo che Ichigo era andata via ricevettero la chiamata dalla polizia.
Chiara non stava bene e la notizia non le agevolò le cose, Masaya era preoccupato e si preparò di corsa.

 «Amore, avverti Ichigo, non possiamo tenerglielo nascosto, se davvero ha fatto a botte con qualcuno magari davanti a lei si calmerà e non voglio che tu vada da solo, se non stessi così male verrei io, è mio fratello dopotutto. »

 «Ok, passo prima da lei. »

Quando Masaya arrivò da Ichigo lei rimase stupita.

 «Ha fatto a botte con qualcuno, a quanto pare qui nelle vicinanze non so chi… »

Ichigo non lo fece finire di parlare, aveva ricomposto tutti i pezzi: aggressione, qui vicino, l’ambulanza, ieri sera.

 «Oddio è Ryou! Masaya, Ryou alloggia al Flores, dove ieri sera c’è stata un’aggressione. Che cosa ha fatto?! »

 «Ne sei certa? Mi hanno detto che è accusato di aggressione aggravata perché è messa male la vittima, ancora non ha fatto denuncia in quel caso diventerebbe tentato omicidio perché … non si fermava neanche dopo che la vittima era svenuta.»

Ichigo tremava, non riusciva a reggersi in piedi. Si lasciò cadere sul divano e prese il telefono dalla tasca selezionando il numero di Ryou ma c’era la segreteria telefonica. »

 «Lui … lui non spegnerebbe mai il telefono, non usa altro per il lavoro. Masaya non so che fare! Mi sento in colpa! » non riusciva a respirare.  «E … e se …  »

 «Ichigo calmati respira. Lucas ci spiegherà tutto! Sono sicura che Ryou se la caverà, sempre se si tratti veramente di lui. »

 «E' lui. Me lo sento. Perché avrebbe picchiato così una persona sennò? Masaya, devi scoprire dove è ricoverato. Io devo vederlo, devo dirgli cosa provo! »

 «Ok, e ti prometto che lo farai, ma ora io devo andare da Lucas. »

 «Vengo con te. »

 «Non credo sia il caso a questo punto. »

Ichigo non volle sentire ragioni. Arrivarono in centrale alle 21.30.

 «Può entrare solo una persona, come primo contatto, il resto da domani durante l’ora di visita.»

 «Entro io. » incalzò Ichigo.

 «Ok, ha 10 minuti. »

 

Ichigo venne portata in una stanza poco illuminata, aspettava l’arrivo di Lucas.

Quando Lucas entrò non si aspettava di vederla e impallidì.

 «Chichi. »

 «Non sono più la tua Chichi. Dimmi che cosa hai fatto e perché. Voglio sentirlo con le mie orecchie, chi hai aggredito Lucas? »

 «Lo sai. »

 «DILLO! »

 «Ryou. Io … non sono andato li di proposito, non sapevo neanche dove alloggiasse, me lo sono trovato davanti … all’inizio mi ignorava e questo mi ha fatto imbestialire, così gli ho urlato contro. »

Ichigo prestava attenzione ma non riusciva a guardarlo, stringeva così forte i pugni che si stava ferendo le mani quasi a farsi uscire sangue e continuò ad ascoltarlo.

 «Mi dispiace Chi.. Ichigo. Lo odio troppo per quello che ti ha fatto, quando gli ho detto che avevi rinunciato a tutto per lui ha capito che ti aveva in pugno e non potevo permettergli di venire da te così l’ho strattonato, lui ha tentato di colpirmi e da li non mi sono fermato. »

 «Cosa gli hai detto? »

 «Che sei innamorata di lui. Ma non capisci? Sei un gioco per lui! »

 «Io capisco solo che tu non avevi nessun diritto di farlo. Semmai uscirai da qui, non farti vedere mai più. Addio. »

Si alzò e si avvicinò alla porta per uscire.

 «E’ venuto Keiichiro. »

Ichigo si fermò.

 «E’ al Pratic Hospital. » concluse Lucas.

E Ichigo uscì non solo dalla porta, ma dalla sua vita.

   
 
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