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Autore: renmisya22    14/08/2022    0 recensioni
Kariya e Kirino si odiavano, si sopportavano a malapena. Non andavano per niente d’accordo. Dicevano così le voci.
Ma sarà proprio vero odio?
{RANMASA}
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kariya e Kirino si odiavano, si sopportavano a malapena. Non andavano per niente d’accordo. Dicevano così le voci.

Si punzecchiavano a vicenda, con soprannomi e insulti ogni volta che parlavano. Eppure, con gli altri membri della squadra sembravano così pacifici. Solamente quando si trovavano di fianco l’un l’altro uscivano il peggio di loro stessi. In realtà, dopo i primi mesi i due avevano cercato di legare, di essere gentili l’uno con l’altro, ma proprio non ci riuscivano: era più forte di loro dover trovare un modo per stuzzicarsi. In realtà tutto questo a Kirino non piaceva molto. Si sentiva in qualche modo maltrattato, voleva essere sempre buono e gentile con tutti, quindi ogni tanto andava a sfogarsi con il suo fidato amico Shindou.

-Takuto, non puoi proprio capire… - disse con fare lamentoso, mentre si sedevano al bar di fronte la scuola.
-Che ha fatto questa volta Kariya? – ridacchiò l’amico, in quanto già sapeva l’argomento principale dei suoi sfoghi.
Ranmaru arrossì leggermente. -Non ha fatto altro che darmi fastidio durante gli allenamenti, ho cercato di rispondergli per bene, ma lui non faceva altro che aumentare la dose degli insulti. – sospirò, mettendosi una mano sotto la guancia.
-Ma dai, secondo me fa così perché sei il suo preferito.
-La sua vittima preferita. – roteò gli occhi. -Prima si era un po’ calmato con me, per l’arrivo del povero Hikaru, ma adesso non fa altro che riempirlo di affetto.
-E ne sei geloso?
-No che non sono geloso! – disse arrossendo. -Il fatto è che vorrei che la smettesse con quei i suoi stupidi insulti. Io voglio stare in pace e soprattutto, non voglio sembrare troppo cattivo. Con lui mi capita sempre di sembrare una persona orribile… - sospirò triste.
-Perché non ci parli faccia a facci? – disse indicando dietro di lui: c’erano Kariya, Tenma, Tsurugi, Hikaru e Shinsuke che si dirigevano proprio dalla loro parte e ovviamente l’ex capitano li richiamò accennando un saluto. Il gruppo dopo averli salutati, decisero di sedersi al tavolo insieme a loro, per sfortuna del povero Kirino che voleva solamente sfogarsi con il suo migliore amico. Iniziarono a parlare. Parlavano di allenamenti, solo di quello, mentre Kirino aveva deciso di starsene in disparte, ad anticipare i suoi compiti.

Ad un certo punto però, intravide con la punta degli occhi Kariya che insultava in maniera affettuosa Hikaru, che piagnucolava prendendo troppo sul serio i suoi insulti. Andavano proprio d’accordo, forse era quello il solo ed unico modo per essere amico di quel piccoletto: sottomettersi a lui. Giammai. Per Kirino Ranmaru, sottomettersi a quel bambinetto di Kariya Masaki era impossibile. Avrebbe preferito essere reputato una persona pessima piuttosto che dare tutta quella confidenza al suo compagno di squadra.
-Kirino Senpai, ti va di fare qualche passaggio insieme a noi? – disse il nuovo capitano, con un super sorriso stampato sul volto.
Il ragazzo dai capelli rosa, chiuse il libro e scosse la testa. -Per oggi passo, magari la prossima volta. – sorrise, alzandosi per andare via. -Ciao ragazzi, ci vediamo domani all’allenamento.

Gli altri membri della squadra lo salutarono, dirigendosi poi dalla parte opposta per andare verso il lago. Tutti, eccetto uno: Kariya.
-Masaki kun… - sussurrò Hikaru, ma fu totalmente ignorato. -MASAKI KUN! – gridò più forte questa volta, facendo rabbrividire l’amico.
-Che vuoi, scemo? – disse infastidito.
-Ecco… noi ci stiamo già dirigendo verso il campo vicino al lago, ma tu eri rimasto qui imbambolato a guardare da dove è andato via Kirino Senpai…
Il ragazzo, rabbrividì nuovamente. -Non stavo proprio pensando al Senpai, assolutamente.
-Ne sei sicuro? A me sembra invece che volessi seguirlo o qualcosa del genere…
-Tsk… io seguire quell’imbecille? – disse con fare superiore, mentre si metteva il borsone a tracollo. -E poi, stavo solamente pensando di dover andare anche io da quella parte, verso un negozio di videogiochi. VIDEOGIOCHI HO DETTO.
-Va bene, va bene… - ridacchiò imbarazzato. -quindi è del tutto casuale che tu vada nella stessa direzione di Kirino Senpai, solo per prendere dei videogiochi.
-Esattamente. – poi lo fulminò con lo sguardo. -Di a Tenma e gli altri che vado a studiare.
-Va bene! – sorrise teneramente.
-Ma lo sai che sei veramente buffo quando fai così? – disse pizzicando le sue guanciotte.
Il ragazzo tirò fuori uno specchietto in preda alla confusione. -Buffo nel senso di strano, vero? – piagnucolò. -Masaki Kun, mi trovi strano?
-Che scemo. Dai, va’ dagli altri che ti stanno aspettando. – disse spingendolo dalla parte opposta, salutandolo. -Io ho altro da fare! – disse mettendosi le cuffiette.
 
Kirino passeggiava tranquillo, ormai era lontano da tutti, soprattutto da Kariya. Avrebbe voluto evitare di vederlo, quindi si recò subito al suo rifugio preferito: la biblioteca della città. Lui amava leggere più di ogni altra cosa al mondo e quel posto lo faceva sentire in paradiso. Scelse poi un libro dallo scaffale: “1984” di George Orwell. Non lo aveva mai letto, ma aveva seguito delle lezioni sulla letteratura inglese e sembrava essersene appassionato così tanto che fu proprio per questo che si sentì spinto ad iniziare la sua lettura in quella biblioteca. Era tranquillo, da solo, seduto su una poltrona nell’angolo relax di quella biblioteca. Privo di compagnia. O almeno così sembrava apparentemente, ma dopo solo dieci pagine, vide di sfuggita un ciuffo di capelli che riconobbe subito: Kariya Masaki. Subito portò il libro davanti i suoi occhi, per evitare di farsi riconoscere.

-È occupato questo posto? – chiese il più piccolo, indicando il posto proprio di fianco a lui. Il ragazzo senza abbassare il libro scosse la testa, per non destare sospetti.
Non riusciva però a stare vicino a lui, a concentrarsi più che altro. Decise quindi di mettere a posto il libro e andare via da quel luogo il più velocemente possibile. Ma si sentì poi tirare (lievemente) il codino.
-Già te ne vai, Kirino Senpai? – sorrise il ragazzo.
L’altro sussultò, perché era stato scoperto. -In realtà sì. Ho dato un’occhiata a questo libro e questo mi basta per decidere di andare ad acquistarlo in libreria. – disse, senza pensarci, come se si stesse giustificando. -E poi non capisco perché dovrei dare spiegazioni a te.
Il più basso alzò le spalle. -Allora vengo anche io con te. – sbuffò. -Mi sarebbe piaciuto rimanere di più in biblioteca, ma per colpa tua adesso mi sono distratto.
Ranmaru lo guardò disturbato e poi entrambi decisero di uscire dall’edificio. -Io vado alla libreria. – iniziò ad incamminarsi, dando le spalle al compagno di squadra.
-Vengo con te, allora! – disse iniziandolo a graffiare dietro le spalle, infastidendo il più grande.
-Non avevi detto che ti era passata la voglia di leggere? – sbottò.
-Mi piace infastidirti, che ci vuoi fare?
-Perché non vai ad infastidire quelli del tuo stesso anno?
-Sono tipi noiosi, sai com’è?

Il ragazzo dai capelli rosa sospirò esausto, stanco di dover rispondere, quindi iniziò a camminare. Aveva alzato il passo, con la scusa di voler andare di fretta, ma in realtà voleva solo evitare di stare a contatto con il più piccolo. Quest’ultimo però non si dava per vinto e cercava di avvicinarsi sempre di più al Senpai, finché non decise poi di mettergli lo sgambetto per fargli perdere l’equilibrio.

-Kariya! – disse esausto. -Smettila di avere questi atteggiamenti infantili! – lo rimproverò guardandolo dritto negli occhi.
-Scusa, Senpai. È che mi diverto troppo!
-Beh, per me non è affatto divertente tutto questo. - Il più piccolo abbassò lo sguardo, mostrandosi “pentito” in un certo senso. Kirino a guardarlo così dispiaciuto, accennò un sorrisetto dolce di quelli che faceva lui e poi si avvicinò per rassicurarlo, ma prima che potesse parlare, Kariya gli tirò i capelli. -KARIYA! – gridò, arrossendo dalla rabbia.
-Scusa, scusa Senpai. Non potevo resistere alla tentazione di tirarti i… -

Il più grande, aveva le lacrime agli occhi, sia per delusione che per la rabbia. Cercava di trattenerle, ma poi sbottò. -Non so dove tu abbia trovato tutta questa confidenza nei miei confronti. – iniziò, con un tono molto pacato, nonostante i suoi occhi trasmettevano grande rabbia, tristezza e delusione. -Ma questa sarà l’ultima volta che avrai il permesso di abusare in questo modo con me. Sappi che io non ti ho mai considerato un mio amico, al di fuori del campo non siamo altro che semplici conoscenti. Non voglio avere proprio niente a che vedere con te. Non so neanche per quale ragione tu abbia deciso di seguirmi quando io volevo semplicemente rilassarmi a leggere in biblioteca.
Kariya ormai era anche lui diventato totalmente rosso, soprattutto per le cose che aveva appena detto il Senpai. -Ma chi è che ti avrebbe seguito?
-Ora fai il finto tonto, ah?
-Io ero qui solamente per leggere da solo qualche libro e parlarne poi con i miei papà.
-E allora potevi benissimo rimanere lì, da solo. Così io avrei avuto finalmente il modo per starmene da solo in pace con me stesso, lontano dai miei problemi. E per problemi intendo ovviamente te. Sì Kariya Masaki, tu sei il mio problema più grande. Sei una spina nel fianco, mi dai veramente sui nervi e non riesco a sopportarti neanche un minimo, quindi evita di starmi vicino al di fuori degli allenamenti. Io non voglio e non vorrò mai avere a che fare con una persona infantile come te. Fine. – sbraitò con furia il calmo Kirino Ranmaru, che per tutto il tempo aveva bagnato il suo volto di lacrime che scendevano da sole. In realtà non avrebbe mai voluto dire tutte quelle cattiverie a Kariya. Era falso che non lo voleva come amico, anzi. Gli sarebbe piaciuto tantissimo creare un mutuale rapporto di rispetto con lui, ma a causa di quegli atteggiamenti da parte del più piccolo, non ci riusciva minimamente.

Masaki intanto si era sentito raggelare a quelle parole. Non provava sensi di colpa per quello che aveva fatto, ma più che altro non gli piaceva aver sentito tutte quelle cose. Anche lui, insensibile com’era, aveva le lacrime agli occhi. Quindi scappò via, senza replicare. Voleva rimanere da solo. Kirino, iniziò invece a percepire un grandissimo senso di colpa per quelle parole che aveva detto poco prima e decise di correre subito verso il compagno di squadra.
-Kariya! – cercava di richiamare la sua attenzione.
Il ragazzo però aveva messo le mani sulle orecchie per tapparle. -Lalalala. Tanto non ti sento! – aveva la voce spezzata dalle lacrime.
-Non fare lo scemo, dai… - disse Kirino, che anche lui piangeva. Poi però sorrise un po’ e prese la rincorsa, avvicinandosi al compagno di squadra e tirando poi, un po’ i suoi capelli scompigliati.
-MI HAI FATTO MALE, SCEMO! – si girò, mostrando il suo volto pieno di lacrime.
-Adesso capisci come mi sento io praticamente ogni giorno. – cercò di sdrammatizzare il più grande. Poi gli si avvicinò e lo abbracciò. -Ti va di parlare da persone civili?
Il ragazzo annuì.
 
Decisero di sedersi sulle altalene del parchetto vicino. nessuno dei due voleva iniziare a parlare, sia per orgoglio sia perché non avevano idea da dove iniziare.
-Inizia a intravedersi già la luna! – disse Kirino. -Ti assomiglia in qualche modo, lo sai?
-Mi stai dando del pelato? – il più piccolo si toccò la sua adorata chioma di capelli.
Ranmaru ridacchiò, immaginandosi il compagno di squadra senza capelli. -Intendevo più che altro i colori della notte. Penso che ti rappresentino alla perfezione. Misterioso a modo tuo, solitario e spesso nel tuo mondo… – sorrise.
-Tu invece per me sei uguale al tramonto: sei una persona invidiosa, del sole all’alba e durante il mezzogiorno, e per questo cerchi di nasconderti, mostrando a tutti quel tuo lato solare, pronto a spegnersi da un momento all’altro.
Il ragazzo sospirò. -Hai ragione in fin dei conti, mi hai descritto alla perfezione.
-Scusa. – disse poi, troppo velocemente per essere udito dal Senpai che osservava ancora la luna e i colori della notte, ma che percepì comunque appena la parola.
-Che hai detto? – sorrise.
-Nulla che ti possa interessare, Senpai Tramonto. – gli fece la linguaccia.
-Vorrà dire che dirò al resto della squadra che sei un topo da biblioteca se non dici quello che hai detto!
Il più piccolo prese un bel respiro e… -HO DETTO SCUSA!
Questa volta, Kirino scoppiò in una risata. -L’avevo detto solo per infastidirti!
-Sei un cretino, Senpai. Sei Kirino cretino Senpai.
-Kirino… cretino? – rise di nuovo. -A quanto vedo ti piace dare soprannomi, prima ero Senpai Tramonto, adesso Kirino Cretino Senpai. Io preferirei essere chiamato da te Sommo Senpai.
-Stai esagerando così, non ti pare.
Il ragazzo dai capelli rosa rise ancora. -Comunque… - prese un respiro. -VOLEVO CHIEDERTI ANCHE IO SCUSA PER TUTTE LE COSE CATTIVE CHE TI HO DETTO PRIMA! NON LE PENSAVO VERAMENTE.
-Ma perché urli? Ti avrei sentito benissimo anche prima. Sono molto attento a quello che mi dicono le persone a cui… tengo…
-Quindi ci tieni a me? – sorrise. -Sono felice di questo!
-Ovvio che ci tengo a te, altrimenti non ti avrei ceduto il posto per fare il MixiMax con Giovanna D’Arco.
-Ora che ci penso, non ti ho mai ringraziato… - sorrise. -Grazie, Kariya Kun!
Il ragazzo dai capelli turchesi sorrise. -Non è stato niente di che. Non sono affamato di potere come te in fin dei conti.
-Che intendi dire? – disse facendo il finto offeso il più grande.
-E comunque… tu ci tieni a me? – disse arrossendo.
Anche Kirino arrossì subito, ma annuì. -Sai, mi sarebbe piaciuto fare subito amicizia con te, solo che siamo partiti con il piede sbagliato… - sospirò -e purtroppo io, ho continuato ad essere aggressivo con te, quasi come se avessi paura di diventare veramente tuo amico…
-Posso essere sincero Kirino cretino Senpai?
-Ancora con questo soprannome? Comunque dimmelo, apprezzo la sincerità.
-La colpa è totalmente mia. – disse iniziando ad arrossire sulle gote. -Mia e soprattutto del mio cuore.
-Che intendi dire? – arrossendo più del piccolo, mentre i battiti del suo cuore iniziarono ad accelerare.
-Ascoltami e non osare più interrompermi. – sbottò. -Io credo di essermi innamorato di te dal primo istante che ti ho visto mentre giocavi a calcio. Ti trovavo bello, solare e simpatico e a detta di tutti eri veramente così – si fermò dando un’occhiata al più grande, che ascoltava mentre guardava altrove per non far notare il suo rossore, che ormai era arrivato anche alle orecchie. -Ma io non sono mai stato una persona che tende a fidarsi facilmente delle persone. E per questo motivo ho iniziato a stuzzicarti, per vedere se nascondevi un lato orribile e proprio come immaginavo, eccoti qui: il più terribile dei terribili: ti sei rivelato un mostro senza peli sulla lingua nei miei confronti.
-Scusami se ho ferito i tuoi sentimenti e aver deluso le tue aspettative. – disse il ragazzo a bassa voce, ancora rosso, ma il più piccolo si alzò mettendosi difronte a lui.
-Non mi hai ferito, o almeno, non fino ad oggi! Ma per me è già acqua passata. Sono felice di aver tirato fuori questo lato di te. Mi fa sentire totalmente compreso da qualcuno. Proprio per questo, sono pronto a dirti che… - sorrise sotto i baffi. -Senpai, dalla prima volta che ti ho visto, ho una cotta per te!
-Kariya… - sussurrò. -non so cosa rispondere… in questo caso, dovrei rifiutarti, ma sono troppo felice di aver ricevuto questa dichiarazione da parte tua…
-Se non provi lo stesso, non fa niente. Me ne farò una ragione, mi va bene anche che tu mi inizi a considerare tuo amico, mi piacerebbe uscire con te, andare in biblioteca insieme o alla sala giochi…
-Questa tua dichiarazione mi ha fatto smuovere qualcosa… ed io non ero assolutamente consapevole di questa cosa. – si fermò e lo guardò dritto negli occhi. In quel momento Kariya sembrava più alto di lui poiché si trovava in piedi, quindi faceva strano guardarlo dal basso verso l’alto. -Grazie a queste tue parole, ho capito che ci completiamo a vicenda, che forse dovremmo provarci… - disse a bassa voce. -Potrei provare anche io qualcosa per te. – sorrise.
-Senpai, quindi possiamo iniziarci a frequentare?
Il ragazzo dai capelli rosa, pur essendo arrossito, prese la forza e aprì le braccia per invitarlo in un caloroso abbraccio. Al più piccolo, brillarono gli occhi e subito gli saltò addosso accettando l’abbraccio del suo amato-odiato Senpai, cadendo dall’altalena, ma poco importava poiché iniziò a riempirlo poi di baci sulle guance, mentre Kirino lo stringeva il più stretto possibile.
-Senpai, domani ti faccio un regalo! – disse poi guardandolo negli occhi.
-Che cosa?
-George Orwell. – sorrise. -Ho visto che ti stavi già immergendo nel racconto
-Masaki, sei fantastico! – disse dandogli un bacio sul naso. -Sono troppo felice!
-Del libro?
-Anche! – poi lo abbracciò più stretto, questa volta gli accarezzò la testa. -Sono troppo felice di poter stare con te!
-Non sai quanto lo sia io!
E i due, rimasero poi un’altra oretta guardare insieme il cielo stellato insieme, tenendosi la mano.
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao amici lettori! Come va? Sono troppo felice di aver scritto questa FanFiction e spero vivamente possiate apprezzarla, così come ho apprezzato io scriverla. Fatemi sapere tutti i vostri pareri. Alla prossima storia <33
   
 
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