~Andreas, il ragazzo con
l'AIDS.
Capitolo tredici - Freddezza.
Capitolo tredici - Freddezza.
"Grazie..."
"Per cosa?"
"Per aver reso tutto estremamente perfetto.. ogni minimo dettaglio, ogni gesto, ogni parola."
Guardō nel vuoto qualche secondo.
"Sei felice?"
Lo guardai, non capendo bene cosa intendesse.
"Ora, oggi. Ti senti felice?"
Sorrisi leggermente e mi lasciai andare tra le sue braccia.
"Si"
"Perfetto.."
La sua voce cadde. Era gelida, come se fosse infastidito dalla mia presenza.
Gli passai un dito sulla guancia.
"Andreas.. che hai?"
Lasciō passare qualche secondo mentre il suo sguardo si perdeva nel paesaggio e mai, in me.
"Amore?"chiesi, cercando di capire.
Mi guardō per un secondo, lasciando cadere lo sguardo immediatamente.
"Syilve, forse dovremmo andare in camera."
"Perchč?"
"Perchč di si. Sarebbe.." Attese un secondo e poi finė la frase. "meglio."
Non replicai pių. Lo presi per mano e andammo in camera.
Si sdraio sul letto e attese qualche secondo poi mi disse di chiudere la porta.
Andreas iniziō a sussultare e poi, un ora dopo, anche a gridare.
Forse era quello l'inferno di cui si parlava tanto. Forse non si viveva dopo la morte, ma bensė prima di essa.
La mia morte era vicina, pių di quanto lo fosse quella di Andreas.
***
Sto zitta. Dire qualcosa dopo questo capitolo sarebbe pressochč inutile.