Fandom:
Haikyu
Genere:
romantico
Tipo: flash-fic
Coppia: yaoi
Personaggi:
Oikawa, Iwaizumi
Rating:
PG-13, verde
Avvertimenti:
spoiler, missing moment, introspettivo
PoV: prima
persona
Spoiler:
sì, ambientata dopo il timeskip!
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di Haruichi
Furudate. I personaggi e
gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Perfezione
Respiro l’aria umida e salmastra della sera,
il crepuscolo è meraviglioso, magico, perfetto.
Piego le labbra in un sorriso malinconico.
Ho rincorso la realizzazione personale
tutta la vita, mai soddisfatto dei traguardi raggiunti anelando risultati
sempre migliori.
La pallavolo, amica, nemica, amante, sposa.
Un’ossessione che mi ha accompagnato per anni, spingendomi oltre i limiti della
mia mente e del mio corpo. Esasperando e logorando chi mi stava accanto, ma a
me non importava. Chi contava ero solo io, sciocco ragazzino arrogante, egoista,
superbo, concentrato solo su me stesso, per molti, troppi, anni.
L’eccellenza esiste, ma non è quella che bramavo
io. L’ho compreso quando stavo per perdere tutto e il mio tutto è Hajime.
L’assoluto, per me, sono le braccia che mi
cingono solide e presenti; il petto dove poggio la schiena rifugio sicuro e
certo; il respiro che si infrange nei miei capelli, ora venati d’argento, che tante
volte ha cullato il mio sonno. L’uomo che mi è stato accanto dall’infanzia, l’adolescenza,
la giovinezza e la maturità: solido scoglio in mezzo alla tempesta di cui ero
io l’artefice.
La perfezione siamo noi due abbracciati,
le mani intrecciate a fissare il cielo stellato in questa tiepida notte di fine
estate, sull’ampia terrazza di casa nostra, lo sciabordio delle onde poco
lontano.
Hajime, il mare, le stelle.
Non mi sono mai sentito così appagato e
realizzato come un questo momento. Se fossi un gatto farei le fusa, sorrido a
questo pensiero.
“A cosa pensi?”
La calda voce di Hajime mi carezza i
timpani, come quando avevo solo quella a confortarmi nelle lunghe e solitarie
notti argentine, dall’altra parte del telefono, dall’altra parte del mondo.
“Alla perfezione” mormoro piano, sento il
suo corpo irrigidirsi contro al mio, mi pento delle mie parole non volevo
rovinare questo momento. Hajime ha combattuto con questa mia folle e insana idea
tutta la vita, lui che mi ha rimprovero, sostenuto, seguito in capo al mondo,
tenuto insieme quando rischiavo di spezzarmi o perdermi, lui che mi ha amato
incondizionatamente da sempre per sempre per quello che sono: un uomo pieno di
difetti, dubbi, insicurezze.
“Tooru” mormora il mio nome, stanco e rassegnato,
su un argomento su cui ci siamo scontrati troppe volte, che ci ha fatto
soffrire, allontanare, quasi lasciare…
Mi giro nel suo abbraccio, occhi negli
occhi, un dito sulle sue labbra impedendogli di proseguire.
“Siamo noi la perfezione” bisbiglio “Ho
impiegato tanto tempo per capirlo. Forse troppo. Mi dispiace” poso la bocca
sulla sua piegata, ora, in un sorriso.
Perfette le nostre labbra le une sulle
altre, da quel primo bacio lontano a tutti quelli che ne sono seguiti, dolci,
stanchi, disperati, arrabbiati ma sempre baci, meravigliosi ed indispensabili,
come acqua nel deserto.
Perfetto è l’amore che facciamo ancora e
ancora coinvolti e travolti ogni volta come fosse la prima, assoluto connubio
di anime, di corpi, di intenti.
Noi siamo la perfezione, tutto il resto è
solo spuma che si dissolve tra le onde dell’oceano.
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Note dell’Autrice:
Buona estate
a tutti, eccomi qui con un'altra storiella, più un esercizio di scrittura che
altro, grazie a chi è giunto fino qui e ha voglia di dire la sua.
Alla prossima.
Un Kiss
Bombay