CIAO SPLENDORE...
“ Dovrei
dirlo a qualcuno. No, non posso… quella mi spacca le ossa se lo faccio sul
serio. Non ha una bella fama a scuola. Dovrei dirlo a Vera, o ad Ash… lui è il
mio migliore amico, sicuramente potrebbe darmi consigli essendo un ragazzo. Devo
solo fargli promettere di non dirlo a nessuno, perché ho paura. Terrore,
piuttosto. ”
Lucinda era rimasta scioccata dalla reazione di Jessie su di
lei, e ormai erano giorni che pensava a come comportarsi, a come agire di fronte
ad una simile questione.
“ Cosa devo fare? ” si ripeteva; ma non ne
era a conoscenza.
Mentre si immergeva nei suoi pensieri, vide il cellulare
squillare: era Paul che la stava chiamando.
Ad un tratto il suo volto si
impallidì, non sapeva se rispondere o no, perché aveva nella testa quella
terribile immagine di violenza da parte di Jessie. Il cellulare continuava a
suonare, ma lei non si era ancora decisa; proprio mentre stava per spingere il
tasto Ignora la chiamata Paul chiuse. Tutto ciò successe più di una
volta, così verso le nove di sera il ragazzo suonò alla porta di Lulu, e chiese
alla madre se potesse scendere. Ormai era costretta ad andare, così si fece
coraggio e scese le scale per andare da lui.
“ Finalmente ho la conferma che
stai bene! ” le disse.
“ Scusa, è che stavo st-studiando, e… e… non ho visto
le tue chiamate. ”
Paul la guardava insospettito, perché ormai la conosceva
bene. Sicuramente le era successo qualcosa, perché non era da lei rifiutare
chiamate per studiare. Per niente.
“ Dilla tutta, Lulu. Che succede? ”
“
Te l’ho detto… stavo semplicemente studiando… ”
Paul la prese con forza per
le braccia.
“ Lucinda! Hai problemi? Dimmi che cavolo sta succedendo! ”
La
ragazza si mise a piangere, sia per il dolore provocatole dalla forte stretta
del fidanzato, sia perché avrebbe davvero voluto raccontargli tutto.
Con il
volto ancora rigato dalle lacrime, abbracciò Paul per poi baciarlo, e chiuse la
porta flebilmente, lasciandolo da sola sulla soglia di casa.
Non appena tornò
in camera sua prese il cellulare e chiamò Paul.
“ Che vuoi? ” le rispose
lui.
“ Paul! Ti prego, non rispondermi male… io vorrei dirtelo ma davvero non
ci riesco! Capiscimi… ”
“ Sai cosa capisco invece? Che io sono ancora qui
sotto casa tua ad aspettare che tu esca, ma evidentemente non sarà così visto
che mi telefoni quando siamo a 5 metri di distanza. ”
“ Aspetta! Non andare
via, adesso scendo! Ti prego, resta! ”
Paul chiuse la chiamata.
Lulu aprì
la porta dopo una corsa affannosa, e quando vide Paul seduto sulla panchina
fissando il telefono, andò verso di lui piangendo. Il ragazzo la abbracciò.
“
Sai bene che io se potessi non ti risponderei mai male. Ma dimmi che succede,
sono il tuo ragazzo e posso proteggerti se ti è capitato qualcosa. ”
La
ragazza non smetteva di singhiozzare, quando però sentì la mano di Paul sul suo
capo, si calmò. Voleva baciarlo, voleva farlo salire in camera. A tutti i
costi.
Sapeva che i genitori stavano dormendo, così gli fece parcheggiare il
motorino in garage ed entrarono di soppiatto in casa.
Non sapeva nemmeno lei
perché, ma quella sera voleva soltanto stare con lui, e non le importava niente
di Jessie: sapeva che Paul l’avrebbe difesa a spada tratta.
Lo spinse sul
letto e si stese sopra di lui. Iniziarono a baciarsi, baciarsi, baciarsi… e
finirono per addormentarsi insieme.
Verso le cinque del mattino Lucinda aprì
gli occhi e si trovò davanti Paul che dormiva. Era uno spettacolo dolcissimo…
quella bocca socchiusa, le gote un po’ rosee e la sua mano che in quel momento
sembrava la più possente del mondo sui suoi fianchi.
Lo svegliò.
“ Paul…
sono le cinque… è meglio se vai a casa… alle sette tua madre dovrebbe
svegliarti… ”
Ma lui era ancora assonnato e non capiva cosa stesse
succedendo.
“ Mmm… no… è presto, mamma… ”
E si strinse ancora di più a
lei.
Lucinda arrossì e non potette fare a meno di chiudere gli occhi e
capire che quello non era un sogno, ma la pura realtà. Ma poi si accorse che se
il suo ragazzo non fosse tornato a casa avrebbero avuto entrambi diversi
problemi, così lo scosse svegliandolo di colpo.
“ Ciao, splendore. ” le disse
con un’espressione che lei non aveva mai visto su quel volto.
“ Buongiorno…
sono le cinque Paul, devi tornare a casa… ”
La baciò, stringendola a sé. Le
mise la mano sotto la maglietta, e intanto continuava a sfiorarle le labbra
stringendola a sé, sentendo il suo cuore battere forte.
Il ragazzo pensava
che la sua fidanzata non volesse rispondere, ma sentì la sua mano sul petto. Era
felice di sapere che Lucinda non fosse infastidita dai suoi gesti.
Paul, dopo
averle dato un ultimo bacio, si alzò e andò in garage a prendere il motorino per
tornare a casa.
Per Lulu era stata la notte più bella tra tutte, ciò che di
più romantico e dolce potesse accaderle con un ragazzo. Ed era successo proprio
con quello di cui era innamoratissima!
Ma se lei si sentiva così felice e
realizzata, Vera non provava le stesse sensazioni.
Era sveglia da un’ora,
rifletteva, pensava, sognava. E tutte quelle sensazioni erano incentrate su Ash
Ketchum. Voleva riuscire ad avere con lui almeno quel rapporto che aveva con
Lucinda, ma non sarebbe mai stato possibile.
Sapeva benissimo che a lui
piaceva Lulu, non avrebbe mai potuto competere con una bellezza come lei, pur
sapendo che alla sua migliore amica non interessava di Ash da quel punto di
vista, ma che erano solo buoni amici.
C’erano tante cose che avrebbe voluto
imitare a quella moretta dagli occhi azzurri, ma a differenza di tante ragazze
invidiose, lei non le parlava mai male alle spalle; era appunto per questo che
erano divenute migliori amiche.
Avrebbe tanto voluto ascoltare il suo
cuore, riuscire a confessare ciò che si teneva dentro da tanto, troppo tempo
e liberarsi di questo peso così fastidioso.
Se ce l’avrebbe fatta o no, non
poteva saperlo.
Nell’autobus per andare a scuola, Vera prese coraggio e
disse a Lucinda della sua cotta per Ash. Lulu rimase di sasso, ma decise di
voler aiutare la sua migliore amica.
“ Vera! Ma perché non me l’hai detto
prima? ”
“ Sai come sono fatta… mi vergogno! ”
“ Ok, ti credo. Ti aiuterò!
Metterò una buona parola per te con Ash, si comincia a piccoli passi per queste
cose. Però il gran lavoro dovrai farlo solo tu. ”
“ Sarà inutile… ma provaci.
Non mi spaventa l’idea. ”
In realtà Vera sapeva benissimo che ad Ash piaceva
Lucinda, ma magari lei con il suo charme l’avrebbe convinto a pensarla
diversamente che un’amica.
Entrarono nei corridoi, e Paul era al suo
armadietto.
“ Vera, aspetta un secondo. Vado a salutare Paul e vado a parlare
con Ash subito dopo! ”
La ragazza sorrise a Lulu, contenta della sua
decisione, ma comunque un po’ impaurita; però non voleva darlo a vedere.
“
Hey, Paul… ”
“ Ciao bellezza… ”
Intanto Jessie li guardava stizzita, si
sentiva impotente. Pensava che Paul sapesse tutto, così decise di lasciar
perdere definitivamente.
I due si
scambiarono un bacio, quattro chiacchiere e poi Lulu si diresse verso Ash per
parlargli.
Angolino dell'autrice:
Innanzitutto ci tengo a ringraziare chi ha recensito lo scorso
capitolo: Disturbia (Giorgia) e alechan_96. Grazie!
Inoltre, grazie molte
anche a chi ha messo la storia tra i preferiti: alechan_96 e
AshKetchum.
Spero che questo capitolo sia di vostro
gradimento!
Elisabetta.