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Autore: Jeyrocca    16/08/2022    1 recensioni
"...Lui la guardava con la coda dell'occhio e percepiva il suo sguardo di sfida ma non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bella. Anche mentre gli aveva rivolto quelle parole di odio nel suo ufficio [...] Ogni fibra del suo corpo reagiva a qualunque cosa facesse quella giovane donna, ogni cellula del suo corpo era pazza di lei anche dopo 10 anni." e se Ichigo si fosse resa conto di aver sbagliato tutto? I capitoli saranno aggiornati maggiormente durante i fine settimana, ma non è detto, è la mia prima esperienza di scrittura quindi ditemi cosa ne pensate:)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 22. Capodanno

 

Un altro giorno era arrivato, i paparazzi ancora erano lì. Ryou decise di parlare con il receptionist per mettere in chiaro la situazione, poteva essere un testimone dei loro ritorni a casa. 

 

«Io mi scuso per il disagio … »

« Non si preoccupi Signor Shirogane, qui al Gran Flores abbiamo ben in mente il concetto di privacy, se non assumessimo personale fidato non potremmo permetterci ospiti importanti come lei. Non sono affari nostri sul perché l’altra notte la Signorina è stata qui.»

«Notte?»

«Signore le ripeto che noi non sappiamo nulla» disse con faccia soddisfatta.

“Ma non lo so neanche io” 

Ryou si sentiva di nuovo confuso, da quando era tornato a casa non aveva recuperano nessun altro ricordo, ma una notte l’avrebbe ricordata o no?

Risalì nella suite con aria pensierosa. 

«Tutto ok Ryou?» chiese Keiichiro

«Se Ichigo fosse stata qui tutta la notte me ne ricorderei vero?»

Keiichiro impallidì. «Chi te ne ha parlato?»

«Allora è vero! Se non ricordo dettagli del genere come faccio a prevenire uno scandalo? Che ci faceva qui di notte?»

«Forse dovresti chiamare qualcuno»

«Keiichiro rispetto il tuo modo di pensare, ma non credi di potermi dare almeno qualche indizio?»

Improvvisamente si ricordò di quel piccolo flash in cui lei le dava dell’idiota, era chiaramente sera e lei era in quella stanza. «È stata un’altra litigata?»

Keiichiro che stava bevendo dell’acqua per poco non si strozzò.

«A-Anche, cof, cof, chiamala!»

«Non cedi ah? Forse dovrei parlare con Rey.» e urlò quando pronunciò il nome dell’amica che rispose gridando dall’altra stanza.

«Non mi ha scritto se lo vuoi sapere!»

«Quindi amico mio, sputi il rospo?»

Ma Keiichiro continuò a fare colazione. Ryou ci rinunciò, si chiuse in camera per riflettere, anche perché qualcosa gli suggeriva di doversi sentire imbarazzato.
“Forse l’ho baciata e abbiamo litigato”

Decise di allontanarsi da quel pensiero e navigare su internet per vedere gli ultimi sviluppi dei media. 

 

-Non ci sono novità, la Dottoressa Momomiya non ha rilasciato dichiarazioni, ancora non è uscita dal suo appartamento. La sua segretaria ha dichiarato di aver visto i due sempre in atteggiamenti formali, ci siamo recati anche al laboratorio dove ci sono stati i test di compatibilità, purtroppo non siamo potuti entrare oltre la reception…- 

 

Ryou fermò il video. E se il custode alla reception del laboratorio avesse raccontato di quel giorno di pioggia? O di quello successivo quando facevano i cretini per la macchina? 

“Siamo stati due incauti! Anche se io credevo ancora fosse sposata e incinta.”

 

Continuò il servizio e intervistarono proprio il custode.  

-... anche il custode ci conferma che non ci sono stati comportamenti intimi, anzi dichiara anche che il Dottore rimaneva in laboratorio più di lei e che arrivava prima. Solo una volta sono usciti insieme per il pranzo. Altri nostri inviati, dopo la dichiarazione del Dottor Shirogane hanno intervistato l’infermiera presente il giorno in cui la Dottoressa si sarebbe dichiarata, di lei abbiamo l’intervista.  “E’ vero, il Dottor Shirogane non ha firmato il consenso alla privacy quindi non abbiamo fatto salire la sua collega, confermo che aveva usato quell’aggettivo ma è stato altamente chiarito che cercava una scusa solo per avere notizie.” “Mi chiede se secondo me c’è più di un contratto di lavoro? Beh mio marito l’ho conosciuto lavorando, con questo non dico nulla ma lavorare per tre settimane con una persona a pieno ritmo ti lega, ma se volete sapere se la Dottoressa è legata sentimentalmente al Dottore posso assolutamente dire di no” Ed ecco tutto quello che ci dicono i testimoni. Non ci sono prove ma solo supposizioni, certo che non ancora tutto ci è chiaro. Chi ha aggredito l’uomo più famoso della scienza? Anche per oggi è tutto. -

 

«Hanno trasformato un’aggressione in una storia d’amore scandalistica, che rabbia! Ma dovrò ringraziare qualcuno per aver mentito… »

Controllò il suo pc, era riuscito a recuperare tutti i dati del telefono, doveva però comprarne uno nuovo. Commissionò un uomo della sicurezza dicendo di girare in borghese per non essere seguito. 

 

Dopo pranzo andò a riposare, dopotutto era ancora in convalescenza e gli era tornata l’emicrania. 

Questa volta i flash furono più esaustivi, riusciva a sentire scene intere. Si ricordò l’intera discussione con Lucas. 

Come sempre a fine visione si svegliò agitato, ora sapeva a cosa si riferiva il receptionist e la reazione imbarazzata di Keiichiro. Lui e Ichigo erano stati insieme. Ma questo non spiegava il litigio alla festa, sentiva comunque fosse colpa sua e lei lo aveva perdonato anche se si era completamente dimenticato di quella notte. Provava emozioni contrastanti: si odiava per aver rimosso un momento del genere ma in fondo ne era felice e ovviamente pensò a lei. 

 

Loren era tornata da Ichigo, questa volta con una parrucca riccia, vestita da diva. La divertiva quella ragazza. Non rimase per molto, le fece un pò di spesa e poi dovette uscire con degli amici.

 

Per passarsi il tempo fece una lunga conversazione con Chiara. A quanto pare avevano la data del processo. Erano indaffarati tra controlli medici, nausee e Lucas. Per fortuna Ichigo aveva pensato al locale prima di essere reclusa in casa sua. Si affacciò dal balcone, riusciva a vedere la portafinestra aperta della sua stanza, ma con la luce del giorno non vedeva altro. 

 

Doveva trovare un modo per uscire da quella casa o sarebbe impazzita, pensò di poter travestirsi come Loren, doveva farsi prestare una parrucca e qualche consiglio di moda da spionaggio. 

Il pomeriggio inaspettatamente ricevette un’altra chiamata dal Presidente. 

«Buonasera Dottoressa, mi scuso per l’altro giorno, sa… l’accusa è grave ci fa perdere di credibilità.»

«Non deve darmi spiegazioni Presidente, mi sento in colpa, dopotutto sono andata veramente in ospedale.»

«Già, ma mi tolga una curiosità, come sapeva in quale ospedale cercare se non aveva firmato la privacy?»

“Cazzo.”

«Ho visto entrare i suoi amici nel vialetto della struttura, li ho riconosciuti dalla festa, conoscevo l'hotel del Dottor Shirogane perché l’ho accompagnato con la macchina il giorno in cui ha diluviato, pura cortesia, e sapevo ci fosse stata un’aggressione il giorno prima, così ho fatto due più due.»

«Capisco, ora io non voglio sembrarle invadente Dottoressa, nessuno qui dice che è vietato tenere ad una persona, ma dato le accuse rivolte all’Azienda devo pregarla di mantenere la sua versione, io le credo ma qualora mi stesse mentendo, la prego di continuare a farlo.»

«Io e il Dottor Shirogane siamo solo due colleghi che hanno stretto amicizia Presidente questa è la verità.»

«Perfetto. Così prima mettiamo fine a queste voci e prima riprenderemo gli esperimenti! »

«Arrivederci Presidente.»

« Buona giornata Dottoressa, e non si senta in colpa.»

 

Ichigo era veramente sotto pressione, non era sicura che il suo capo le avesse creduto ma sicuramente era dalla sua parte e questo la confortava, ma aveva ragione, questa storia non riguardava solo lei e Ryou, avrebbe compromesso troppe persone che non c’entravano nulla. 

Per fortuna in tutti i servizi che gli dedicavano nessuno riuscita a trovare qualcosa di compromettente anche se doveva ringraziare tutte le persone che avevano omesso o mentito, come Loren e il receptionist che non aveva minimamente menzionato l’atteggiamento dell’ultima settimana tra loro. Era stufa di passare le giornate a pensare alle solite preoccupazioni, si sentiva stanca e sola, sarebbe stato più facile diventare un gatto, ma ormai non ci riusciva più. 

 

Mandò un messaggio a Rey per avere notizie di Ryou, sperava fossero insieme come l’ultima volta. 

La risposta di Rey non tardò ad arrivare. 

-Cara, è di là in camera che riposa, non te l’ho detto ma ci ha costretti a rimanere da lui, dice per la nostra sicurezza. Aspetta 5 minuti e ti chiamo.-

 

E così fece, Rey l’aggiornò sulla sicurezza che Ryou aveva ingaggiato e di tutte le commissioni che aveva delegato per risolvere la situazione o almeno tamponarla. 

«Almeno lui non si annoia»

«Oh cara, devi stringere i denti.»

«Non è così facile, ora che potevamo finalmente chiarire ci si mette in mezzo la mia Azienda e gli scandali! E’ surreale.»

Rey cercò di consolarla ma capiva che non era facile per lei, soprattutto perché era da sola e piena di cose in sospeso. 

 

Mentre si preparava ad un aperitivo casalingo per una persona, Ichigo continuava a sentire le notizie. 

Sembrava che l’atto dell’aggressione fosse passato in secondo piano ed erano semplicemente concentrati a cercare congetture e scandali, creando degli speciali chiamati: “Il caso dell’anno”. 

“Da un lato meglio, non cercheranno di scoprire chi era l’aggressore.”

Ichigo sospirò. 

«Se lo chiamano il caso dell’anno allora finirà stanotte.» rise nervosamente. 

“Magari…” 

Guardò fuori dalla finestra, i giornalisti si erano dimezzati ma anche uno era fatale. 

«Ma non tornano a casa a mangiare e a dormire?»

Ormai era il crepuscolo e la camera di Ryou era più visibile, vedeva delle ombre muoversi. Decise di avvolgersi nel plaid e di uscire fuori in balcone, anche se faceva freddissimo poter respirare aria pura la faceva sentire meglio. Stette per almeno mezz’ora fuori ad osservare la città, per poi tornare alle ombre di quella suite. 

Fu interrotta da un messaggio sul telefono, era di Ryou .

 

-SERVIZIO RECALL: L’utente da lei cercato è ora disponibile.-

 

Si sentì delusa, l’unica cosa che aveva capito era che Ryou era riuscito a recuperare la scheda che si era danneggiata insieme al telefono. Pensò che anche a lui sarebbe arrivato il messaggio di lei che lo aveva cercato quella sera di Natale, quando Masaya gli aveva detto che Lucas era stato arrestato. 

Ma non poteva sapere che fosse lei, lo aveva chiamato dal numero personale, non quello aziendale che lui aveva. Lasciò il telefono sul tavolino in balcone e cominciò a pensare a se stessa. Era davanti allo specchio, era quasi una settimana che non si curava, sempre in tuta, struccata e spettinata, non sembrava più lei: la donna che si era promessa di diventare. C’era sempre stato Ryou in quella voglia di cambiare, all’epoca credeva di essere sbagliata, che l’essere buffa, goffa e con la testa tra le nuvole perché credeva nel vero amore erano dei difetti, ed era per questo che i suoi amici l’avevano ingannata e Ryou non sentiva la sua mancanza. Quando lo aveva rivisto credeva di essere sotto esame: “ora ti faccio vedere cosa vi siete persi” ma era bastato poco per ritornare bambina. Ripensò alla sua faccia davanti alla vetrina di dolci, agli imbarazzanti battibecchi per l’orario di lavoro, alle gare per arrivare in macchina e a quando era inciampata con gli stivali. Ripensando a quelle scene non le sembrava per niente cambiata eppure ora, sapendo veramente cosa credeva di sapere Ryou su di lei, con i suoi sbalzi d’umore dimostrava tutt’altro che odio. Ora doveva essere forte, per piacere a se stessa e a nessun altro, perché quel messaggio ricevuto la sera prima non era una semplice promessa. Era una dichiarazione che lei andava bene goffa, sbadata e perché no, un pò infantile. 

Così si mise un abito adatto a Capodanno, si truccò e si acconciò i capelli. 

Erano ormai le 23.50, aveva finito di cenare tardi ed era tornata sul balcone ad aspettare i fuochi d’artificio della città. 

«C’è odore di neve» e sorseggiò il suo vino bianco. 

5 minuti dopo vide cominciare a scendere il primo fiocco e fù allora che il suo telefono squillò e non riusciva a credere al nome impresso sullo schermo. 

«Ehi …»

«Ehi … nevica.»

«Si, sono fuori in balcone a godermi la vista.»

«Anche io.Sei l’unica persona con la luce accesa nel tuo palazzo.»

«Anche tu.»

E partì il primo fuoco d’artificio che proveniva da qualche evento nei dintorni.

«Buon anno Ryou.»

«Buon anno Ichigo.» e continuò «Voglio vederti.»

Ad Ichigo tremarono le gambe e gli occhi si lucidarono. 

Voleva vederlo anche lei e stava scoppiando di felicità nel sentire quella schiettezza ma sentiva anche un profondo dolore di consapevolezza che quel desiderio non si sarebbe esaudito presto. 

«Non fare l’idiota.»

«Me lo dici così spesso che penso di esserlo veramente.»

«Tu… ricordi qualcosa?»

«Non la cosa più importante. Ma ora ricordo cosa mi ha detto Lucas.»

Ichigo era agitata. E così si ricordava di aver scoperto i suoi sentimenti per lui e a quanto pare sapeva, anche se non lo ricordava, della loro notte. 

«Capisco. E cosa ti ha detto?»

«Vorrei sentirlo da te, ma non devi… non se non lo pensi veramente, e in caso fosse vero...» temeva che Lucas si fosse fatto un'idea sbagliata e lui ci stava ulteriormente sperando.

«Ti amo idiota.»

Ryou non se lo aspettava, non così di getto. Come se temesse di aver sentito male. Rimase un attimo in silenzio, giusto per capire se stesse sognando e poi rispose. 

«Ti amo anche io.»

 
   
 
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